Expo 2015, cronaca di una sconfitta annunciata: costi esorbitanti e la risposta dei Consorzi

di Antonio Tomacelli

Non c’era bisogno di un veggente per prevedere il flop prossimo venturo di “A Taste of Italy”, il mirabolante padiglione del vino all’interno dell’Expò 2015, e anche un bambino avrebbe capito che 400.000 euro per tre mesi sarebbero stati una follia pure per il più ricco dei consorzi. Il Vinitaly, l’ente al quale è stata affidata la gestione degli spazi, ha persino organizzato un tour per le principali città italiane per promuovere la partecipazione di consorzi e produttori, ma l’Italy Road Show è tornato alla base con pochi o scarsissimi risultati.

La cronaca di una sconfitta annunciata la si può leggere nelle interviste ai presidenti dei principali consorzi enologici che il Gambero Rosso ha pubblicato sulle sue pagine. Tutti o quasi si lamentano dei prezzi insostenibili e molte partecipazioni importanti sono in modalità “forse, ci stiamo pensando”.

Sentite ad esempio cosa dichiara Giovanni Busi, presidente del Consorzio di tutela Vino Chianti:
Al momento stiamo aspettando di capire cosa farà la Regione Toscana perché quelle cifre che ci ha comunicato Vinitaly sono al di fuori della nostra portata. Credo che dovrebbe essere lo Stato ad avere l’interesse a promuovere i prodotti e le tipicità nazionali e quindi di creare le condizioni, anche economiche, per assicurare le partecipazioni dei produttori”.

Gli fa esco dalla Puglia Sebastiano De Corato, presidente del locale Movimento Turismo del vino:
Abbiamo deciso di attendere prima di prendere una decisione. Il contributo che ci è stato richiesto per partecipare è assai impegnativo per le aziende e ancora non sappiamo, se e in che misura, potrebbe intervenire la Regione Puglia per abbassare tali costi”.

Si continua con Pietro Ratti, presidente del Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Roero:
Siamo ancora in fase di discussione. Diciamo che noi piemontesi non siamo tra i primi consorzi a muoverci sulla promozione, soprattutto se ci sono in ballo certe cifre. Credo che cercheremo di essere presenti con altre iniziative che, a spese minori, possano avere maggior riscontro. Per esempio stiamo pensando di organizzare un servizio navetta che colleghi Milano ad Alba: un modo per portare visitatori sul nostro territorio e che può coinvolgere più soggetti in sinergia”.

Definitivo e lapidario, invece, Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio per la Tutela dell’Asti e presidente di Piemonte Land of Perfection:
“Tanta confusione e prezzi esosi. Stiamo aspettando il piano regionale, ma anche quello è ancora in ritardo. Pensiamo ad un nostro progetto, ma sicuramente non all’interno degli spazi istituzionali”.

Più possibilisti e, anzi, praticamente certi della loro presenza, i presidenti dei consorzi del Brunello di Montalcino, di Assovini Sicilia e del Prosecco doc, ma tre grossi player non fanno primavera.

Ma la dichiarazione che più ci è piaciuta arriva dal presidente del Consorzio del Chianti Classico, Giuseppe Liberatore:
“Credo che l’errore sia considerare Expo alla stregua di una qualsiasi fiera, invece di una sede dove i contenuti prevalgono sull’aspetto meramente commerciale”.

Scatta a questo punto, implacabile, l’angolo del “Noi l’avevamo detto” e, a questo punto, lo ripetiamo: l’errore più grande è stato quello di far entrare i mercanti nel tempio (nel concetto) Expo 2015. Rileggersi l’articolo per credere.

Il Comitato gestito dal Vinitaly ha fatto l’unica cosa che sapeva fare, un bel listino prezzi, mentre altri dovevano essere i criteri di ingresso in un padiglione che, tristemente, si preannuncia come una fiera vuota di contenuti ed espositori.

Avevamo ragione, dunque, ma che tristezza.

 

 

 

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

5 Commenti

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Montosoli

circa 10 anni fa - Link

Ma che problema c'e' ?? Si tratta solo di passare soldi da un conto ......ad un altro.....

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ale

circa 10 anni fa - Link

"Per esempio stiamo pensando di organizzare un servizio navetta che colleghi Milano ad Alba:" che grandi!!!!!

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Luca

circa 10 anni fa - Link

Il pesce puzza dalla testa: expo2015 è una società gestita da incompetenti, con l'obiettivo di massimizzare il profitto dell'evento, abbiamo visto purtroppo, anche illegalmente...non è un ente con il compito di promuovere contenuti, prodotti e produttori. Expo affitta gli spazi a prezzi esorbitanti, chi entra per gestirli, se ragiona con la stessa ottica, ricarica mark-up esorbitanti...e chi vorrebbe promuovere se stesso ed i suoi prodotti, alla fine, non se lo può permettere!

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damiano

circa 10 anni fa - Link

Obiettivo di qualsiasi expo è di promuovere, mettersi in vetrina, farsi conoscere. Gli italiani fanno conoscere la loro capacità di sprecare opportunità.

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ale

circa 10 anni fa - Link

:) . ma essendo vero , anche:(

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