Dopo 20 anni, marcia indietro di Gaja. Dal 2013 tutti i Sorì saranno Barbaresco DOP. Viva Gaia
di Alessandro MorichettiSe ne parlava tra amici pochi giorni fa: “Secondo te Gaja ammetterà mai di aver fatto una cazzata uscendo coi Sorì dalla docg Barbaresco?”. “Per me no, troppo orgoglioso”. ” Ma sì, sì, alla fine prima o poi succederà, magari sarà una delle prime decisioni della primogenita Gaia quando sarà quasi-plenipotenziaria”. Così dicemmo.
La notizia è di venerdì scorso e a darla con massimo rilievo worldwide è il Wine Spectator per mano di Bruce Sanderson: “Gaja Returns to Barbaresco. Gaia Gaja ushers in a new era, declaring the iconic Piedmont single-vineyard reds will adhere to 100 percent Nebbiolo standard“. A partire dall’annata 2013, i tre Sorì di Gaja – Costa Russi, Sorì Tildin e Sorì San Lorenzo – rientreranno nella denominazione Barbaresco dopo quasi un ventennio di auto-imposto Purgatorio nella doc Langhe Nebbiolo.
C’era un tempo in cui le Langhe non tiravano così tanto mentre Gaja era l’Angelo sterminatore del mondo e nel 2000 arrivò la decisione di uscire coi 1996 marchiati Langhe Nebbiolo. I tempi cambiano, i grandi capi invecchiano e le nuove leve prendono il potere e le decisioni. Dice Gaia Gaja: “Now is time for us to make our own choices. Together we want to follow our own path, which is to have the single vineyards back to the Barbaresco denomination and to devote ourselves to Nebbiolo and fully enhance its expression.”
Non imbottigliati nel 2012, i Sorì 2013 di Gaja usciranno quindi come Barbaresco DOP (Denominazione di Origine Protetta, denominazione di livello europeo equivalente alla DOCG) e ai posteri consegniamo l’1 luglio 2016 come data simbolica in cui inizia veramente il passaggio di consegne nella prestigiosa azienda di Barbaresco, con Gaia, Rossana neo-sposa (Auguri!) e Giovanni che iniziano a prendere le redini fino ad ora tirate da papà Angelo e mamma Lucia. Se poi sulle bottiglie comparissero anche nome del cru + vigna al posto del nome di fantasia finirò a suonare le campane della chiesa.
[Foto: Targato CN]
9 Commenti
Tino
circa 8 anni fa - Link"[...] and to devote ourselves to Nebbiolo and fully enhance its expression[...]" più chiaro di così..... Meglio tardi cha mai.
RispondiIvano Antonini
circa 8 anni fa - LinkCerequio e Sperss rimarranno come Langhe Nebbiolo?
RispondiNelle Nuvole
circa 8 anni fa - LinkA me sembra che la notizia più sensazionale non sia tanto il rientro nei ranghi della denominazione, bensì il gesto apprezzabilissimo di una padre così "larger than life" come Angelo Gaja nel cedere il testimone ai figli. Non deve essere facile per un uomo come lui, e anche con una moglie come la sua, altrettanto formidabile, lasciar decidere ai figli, mettersi da parte. Soprattutto quando la nuova generazione manifesta l'intenzione di fare scelte produttive diverse. Il vino continuerà ad essere buono, buonissimo a volte strepitoso, ma la firma sarà diversa. Complimenti di cuore a tutti i Gajas!
RispondiMontosoli
circa 8 anni fa - LinkSono I mercati che dettano le leggi....e alla fine del anno...anche se ultra-premiati ...le bottiglie vechie devono fare posto a quelle nuove.. Di persone che si possono permettere questi vini....per il Mondo ve ne sono tante...ma pochi capiscono veramente quello che vi e dentro...allora Barbaresco sulla etichetta rende tutto piu facile....speriamo Buon lavoro !
RispondiMarco
circa 8 anni fa - LinkLe mode passano, i valori veri restano e non cambiano... Forse Gaja se ne é accorto....
RispondiMatteo Ganora
circa 8 anni fa - LinkA mio parere, non cambierà nulla a Gaja, probabilmente avrà ricevuto pressioni, o semplicemente, adesso c'è in azienda qualcuno che abbia voglia di star dietro alle mille gabelle che le DOCG impongono, anche solo il fatto che l'europa declassi i DOCG a DOP è indice che ormai l'ignoranza enogastronomica ha avuto la meglio sull'eccellenza. Ho avuto il piacere, negli anni, di bere vecchie annate di Barbaresco, nuove annate dei Sorì, e sempre, quando si parla di Gaja, non bevi una denominazione, ma bevi un vino fatto con arte e maestria, e non me ne è mai fregato nulla delle "fascette"... senza dubbio, è la DOCG Barbaresco a giovare di questa decisione, Angelo o i suoi figli non trarranno alcun vantaggio da questo cambio
Rispondigp
circa 8 anni fa - LinkCerto, naturalmente. Infatti se Gaja e famiglia sono anche importatori di vini esteri, di bicchieri (Riedel) e quant'altro, è solo per beneficienza, come d'altronde attestano i prezzi modici dei loro vini! Non ti preoccupare, comprensibilmente qualsiasi loro scelta è vagliata nei suoi effetti economici, se la fanno è perché è conveniente per loro. A suo tempo, la Docg Barbaresco è sopravvissuta benissimo all'addio di Gaja, nonostante le previsioni di molti suoi followers: quindi il rientro sarà sicuramente un evento positivo, ma tutt'altro che decisivo per questa denominazione. Piuttosto, quale sarà il nuovo vino che i nostri si inventeranno con le uve barbera che (secondo l'azienda) venivano aggiunte al nebbiolo per confezionare i vari Sorì? Per controbilanciare il Darmagi (= peccato), si potrebbe chiamare "Era ora"...
Rispondigp
circa 8 anni fa - Link... cioè "L' era ura" (sempre Langhe come denominazione, ovviamente, data la sua impagabile libertà di manovra...).
RispondiTino
circa 8 anni fa - LinkGrande gp! I due commenti mi hanno fatto sia sorridere sia diventare nero per invidia. Invidia perché purtroppo non ho la maestria di gp usando la lingua di Dante, non essendo mia lingua madre. Ah, magari sfornano qualche bottiglia di Darmagi in più, a partire dall' 2013? A parte naturalmente quelle nouve "L'era ura" ;)
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