Il Colombaio di Santa Chiara: doppia verticale di Vernaccia di San Gimignano dal 2011 al 2016

Il Colombaio di Santa Chiara: doppia verticale di Vernaccia di San Gimignano dal 2011 al 2016

di Andrea Gori

Pochi produttori in Toscana hanno avuto la capacità di contribuire a cambiare profondamente una denominazione come Il Colombaio di Santa Chiara ha fatto a San Gimignano. Insieme ad una pattuglia di una decina di aziende, dotate di mano felice in cantina, hanno portato in pochi anni una Docg da turisti alle carte dei vini dei ristoranti più blasonati dell’Occidente, con un ritorno di immagina e qualità per il territorio che ancora deve essere ben assorbito dalla denominazione in generale, portando a termine una rivoluzione qualitativa messa in moto da Giovanni Panizzi negli anni 2000.

È pur vero che, per il suo essere l’unico vino bianco nella rossa Toscana, la Vernaccia di San Gimignano gode da anni di una posizione privilegiata nell’assaggio continuo dei migliori palati internazionali e italiani. Forse molti premi, punteggi e meriti possono apparire esagerati per vini tutto sommato semplici, scattanti, diretti, che hanno per qualcuno solo la fortuna di incarnare adesso le caratteristiche di un vino bianco che tutti vorrebbero: acidità ficcante, tocco “minerale” e poco frutto e floreale a turbare la scena, rendendolo ideale negli abbinamenti, molto spesso perché non copre con profumi propri le creazioni dello chef.

Comunque la pensiate sulla Vernaccia di San Gimignano, potreste essere destinati a cambiare idea se doveste imbattervi in batterie come quelle presentate lo scorso venerdì a Villa Cora a Firenze, una sorta di momento di riflessione e bilancio dei primi dieci anni di lavoro della famiglia Logi (Giampiero, Stefano e Alessio che hanno portato avanti rinnovandolo il lavoro del padre Mario) con la Vernaccia. In cantina sapiente uso di cemento e legno, permanenza sulle fecce che si spinge fino ai 20 mesi ma senza derive macerative e orange, pochissima filtrazione se non prima dell’imbottigliamento (mai comunque sterile), uso di solforosa ridotto ma non minimale (vivaddio) che porta ad una media di 40 di solforosa totale in bottiglia, una quantità che molti puristi potrebbero ritenere oltraggiosa ma che è perfettamente bilanciata per l’espressione dei vini e per supportare la loro vocazione all’invecchiamento. Vocazione che abbiamo testato a fondo in questa doppia verticale intrecciata dei due cru aziendali, la selezione da singolo vigneto Campo della Pieve e la Riserva Albereta con un discreto uso di legno. Tutti i vigneti sono posti tra 350 e 390 mt. slm, su residui del mare ancestrale che caratterizza molti dei suoli di San Gimignano con medio impasto, molto ricchi, dove bisogna essere accorti con la produzione: da un totale di 12 ettari si hanno quasi 90.000 bottiglie.

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Verticale di Campo della Pieve: Vernaccia di San Gimignano DOCG, vinificazione sempre in cemento e poi sulle fecce per 20 mesi, mai filtrata sterile prima dell’imbottigliamento.

Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2011. Pesca e confettura, gelso e talco, peperone giallo e senape. Bocca ampia, ricca, allegra e piccante, concentrata e vitale, iodio e curry, zafferano, acidità e pepe. Buona dinamica e gioventù con tutta la bellezza dell’esperienza. 89

Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2012. Floreale, gelsomino e acacia, mandarino, arancio, pulsante, piccante, materia vitale, lunghezza di agrumi, iodio sale mare e balsamicità, passo sicuro e deciso con sussulti e ritmo coinvolgenti. 92

Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2013. Naso tranquillo e dimesso, floreale di pesco e menta, anice e rosmarino. Bocca agile, ricca, appuntita e con tono di miele suadente e dolce, resina e curry, carnosa ricchissima e opulenta con tocco di grassezza, grande piacevolezza nonostante stile più bombastic del solito. 90

Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2014. Vino ancora verticalissimo, gessoso e ampio, resine, lamponi, ribes bianco e more di gelso bianco. Bocca con frutto pieno e carnoso ma sottigliezza sapida che lo fa marciare spedito, ottima evoluzione, materia bellissima. 90+

Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2015. Ampio floreale, sambuco, sole, resina e miele di corbezzolo, senape e nocciole. Bocca molto indietro, ancora rocciosa e giovanissima, materia limpida e cristallina, pepe nero e bagliori di freschezza in agguato ad ogni sorso. 91+

Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2016. Dolcissima: canfora, anice, note quasi da moscato, soffice e ricca ma eterea e vellutata. Bocca solida, rocciosa, lieve tropicale, mango e nocciole, in evoluzione ma già si intravede poesia e fascino da vendere. 92+

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Verticale di Vernaccia di San Gimignano Riserva L’Albereta: vinificazione in parte in legno e in parte in cemento, prima barrique nuove poi con la consulenza di Hartmann Donà, dal 2012, cambia non poco l’impostazione. Oggi è 70% in botte grande e lì rimane per 12 mesi, poi blend con cemento e resta in cemento sui lieviti per altri 10 mesi.

Vernaccia di San Gimignano L’Albereta Riserva 2011. Ultima annata in barrique nuove: note di camemoro, fico maturo, arancia candita e senape, polpa e pepe, pesca e resina, nota calda e voluttuosa di frutto e sale. 87

Vernaccia di San Gimignano L’Albereta Riserva 2012. Canditi e ribes, sole e pepe, bocca croccante, fitta, netta, saporita e succulenta, contrastata e quasi tannica con finale di spezia e frutto appena strozzato. 86

Vernaccia di San Gimignano L’Albereta Riserva 2013. Festoso: gesso, dolcezza di pesca, albicocche e pepe, bocca stupenda, saporita con ritmo trascinante di sapidità e corpo fruttato, tropicale lieve, finale sontuoso e ricco senza scene grottesche e tanta classe. 90

Vernaccia di San Gimignano L’Albereta Riserva 2014. Floreale di sambuco e anice, salvia, talco e ribes rosso e bianco, susine in confettura, mirabelle e arancio, finale allegro simpatico e verticale. 89

Vernaccia di San Gimignano L’Albereta Riserva 2015. Susine e arancio, nocciola, mandorle e torrefazione, accesa sapidità e lunghezza, stilloso e centrato. Bocca ancora inviluppata ma con forza e potenza irresistibili, che daranno soddisfazione. 92+

Completa l’assaggio la degustazione del vino più immediato dell’azienda, la Vernaccia di San Gimignano Selvabianca 2016, best seller trascinante con tropicale, papaya e ananas, agrumi, menta e sale, verticale, gustoso e accattivante, che mette golosità col frutto e ripaga con il sale sulle ferite aperte, un vino-figata da un’annata di grazia. 90

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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