Terroir Gaza
di Antonio TomacelliCi sono uomini che rischiano la vita per un bicchiere di vino e non sono degli enosboroni. Prendi per esempio Abu Mohammed. Vive nella Striscia di Gaza in Palestina, sotto il regime di Hamas. Vive per lui è già una parola grossa, diciamo che cerca di avere una vita normale e per lui questo vuol dire “un bicchiere di vino ogni tanto”. Intendiamoci, Mohammed è uno che farebbe salti di gioia davanti a una caraffa da trattoria, ma Hamas gli nega tutto ciò che è alcol. E Hamas non scherza quando vieta qualcosa. E allora il nostro enofilo si arrangia come può e pesta a mano grappoli d’uva sul tetto di una casa bombardata ricavando pochi litri di mosto ogni volta. Poi ci mette il lievito, per aiutare la fermentazione e dopo 40 giorni ottiene qualcosa che somiglia al vino, ma per lui è buono lo stesso. Al palato rivela, forte, il sentore di libertà.
4 Commenti
Luciano Pignataro
circa 15 anni fa - LinkHai beccato proprio una bella storia.
RispondiLa linea dell'inutile (Mauro)
circa 15 anni fa - Linki miei 2 cents in supporto alla DOCG Gaza
RispondiClaudio Borroni
circa 14 anni fa - LinkIo penso che,pur di liberarsi della tirannia del regime sionista,che tratta i palestinesi come delle bestie,rinuncerebbe volentieri al suo vino.
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