Viene a trovarci la Tristezza e ha la forma di questa bruschetta. L’incubo è servito

di Orrori da Mangiare

Immaginatevi un treno in movimento, voi siete lì, fermi, e lo guardate. Ad uno dei finestrini c’è una bambina, e vi sta salutando con la mano, mentre il treno inesorabile continua a muoversi. Quella bambina si chiama Tristezza, e il treno non sta partendo, ma sta arrivando. E’ venuta a trovarci la Tristezza.

Amici, ma soprattutto amiche degli orrori a tavola, eccoci di fronte ad un piatto triste di cui in fondo mai nessuno ne aveva sentito la mancanza. Stiamo parlando di queste bruschette, un piatto miserabile che mai nessuno si sognerebbe di preparare. Realizzate con del pane in cassetta industriale, quella roba gommosa che una volta messa in forno si smaterializza al primo tocco, queste fette di pseudo-pane sono state segnate dai violenti passaggi di un coltello, nel tentativo di spalmare sulla loro superficie già fragile, una cucchiaiata di formaggio spalmabile.

L’opera termina con l’aggiunta di pomodorini tagliati con l’antica tecnica del bendaggio degli occhi, forse un po’ d’olio e origano e signorina Tristezza è seduta a tavola con noi. Se vi state domandando il perché, sappiatelo: il perché non esiste.

L’abbinamento di Intravino: oggi torna attualissima la regola della concordanza a tavola e optiamo necessariamente per un vino triste, l’unico che possa oscurare con la sgradevolezza il mesto pasto. Cospargetevi il capo di cenere e consumate il piatto in silenzio, riflettendo su quel frizzantino industriale che potrebbe rovinare per sempre la vostra giornata.

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