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Commenti degli utenti

  1. L'Enoteca von Clausewitz e la guerra del geomarketing a Roma

    Alfredo: il tuo è un punto di vista originale, che tuttavia -- per mia ignoranza: non possiedo, né gestisco un’enoteca -- credo di capire solo in parte. Puoi spiegare, se ne hai voglia, il problema che sollevi?

  2. L'Enoteca von Clausewitz e la guerra del geomarketing a Roma

    Teo: i tuoi giudizi sul sottoscritto sono sviscerati con dovizia di dettagli. Non lo sono, ahimé, critiche, argomenti e fatti. Peccato. Peccato perché, se li avesse evocati una voce autorevole quale la tua, mica la mia di scrivano da diporto, avrebbero sicuramente appassionato il lettore medio, almeno quello romano, più di bombolas, maestrini, falloforie, stica, chiappe e alligalli. Invece hai deviato sull’inessenziale sottoscritto: e così facendo, se io cercavo l’autocelebrazione, tu con il tuo intervento mi hai dato piena soddisfazione. Grazie. Di cuore. Un cordiale.

  3. L'Enoteca von Clausewitz e la guerra del geomarketing a Roma

    Guarda che stai sbagliando idolo. Sono piccolo e mal cavato.

    Na gut.

    Aprire un punto vendita o affiliare un franchisee in prossimità di un concorrente non è forse cortese, ma è così che va il mondo. La logica è chiara. Tra l’altro, il franchisor spunta prezzi più convenienti acquistando lotti maggiori -- deve rifornire un numero cospicuo di punti vendita -- e può riversare una frazione delle economie di scala monetarie (da facilitazioni sugli acquisti e razionalizzazione della funzione logistica/distribuzione) sui suoi affiliati. Nulla di sconvolgente, se non che in tal modo la selezione non la fa più l’enoteca affiliata, bensì un purchaser presso l’affiliante.
    Ora mi chiedo: ha utilità un’enoteca che non fa più selezione, che non differenzia l’offerta? Hanno senso le innumerevoli beverie romane, i locali che si ribattezzano wine bar dopo essersi dotati di un wine spot? Certamente ne hanno per il titolare del marchio. Ancora: come scelgono i prodotti da proporre all’avventore medio? Pensando alla sua soddisfazione, alla fidelizzazione nel medio-lungo periodo (coltivandolo, informandolo), o piuttosto a obiettivi di vendita determinati, che so, in canvas, schemi di incentivazione etc.?

    Io non stravedo per la grande distribuzione e le reti diffuse di affiliati. E’ questione di informazione, criteri di scelta e gusto. Non arrivo a dire di averle in antipatia. Almeno fintantoché non nutro dubbi sulla natura lecita (e leale) delle loro strategie competitive.

    Mi fermo, così ti salvo dalle considerazioni successive su Piero Sraffa e leggi della produttività in regime di concorrenza.

    PS -- qui su Intravino trovi dritte innumerevoli e qualificate sui buoni locali a Roma. In alternativa, just nod in case of need.

  4. L'Enoteca von Clausewitz e la guerra del geomarketing a Roma

    serve un cordiale?

  5. L'Enoteca von Clausewitz e la guerra del geomarketing a Roma

    L’appunto è fondato. Consideri tuttavia che nel post si è trattato della piazza più ricca in Italia per la distribuzione e di un franchisor che ha iniziato a operare anche fuori Roma.
    Non è solo piccola cronaca locale.

  6. L'Enoteca von Clausewitz e la guerra del geomarketing a Roma

    Il dovere di cornaca non piacerà a zona moja serce moje.

  7. L'Enoteca von Clausewitz e la guerra del geomarketing a Roma

    Niente crack. Da queste parti solo Nero di Troia.

    Di indizi ce ne sono a bizzeffe. Unisci i puntini. Che cosa apparirà?

  8. L'Enoteca von Clausewitz e la guerra del geomarketing a Roma

    grazie! Acqua!

  9. Stasera ho invitato a cena Mosè, Gesù e Sigmund Freud e non so quali vini servire

    Quanno ve pare. Per il servizio esigo Lionel Ricci.

  10. Route 89 | Sulle tracce del nero di Troia e altre storie di confine

    Grazie a te per la chiosa di doppia v, vino e viaggio.

  11. L'affaire Bulzoni | Del vino innaturale, ovvero la strategia della tensione

    Ricambio con affetto il tuo saluto, Francesco. Non aggiungo altro perché ho un privilegio: c’è un antico saggio ed esegeta cinese che risponde già per me.

  12. L'affaire Bulzoni | Del vino innaturale, ovvero la strategia della tensione

    Grazie Gianpaolo, la puntualizzazione è assai utile. Sorte vuole che proprio qualche minuto fa io stessi chiedendo lumi a persona informata in materia di regolamenti per le attività ispettive. Opinione personale anche la sua, ma non scontata. La riassumo volentieri: i controlli a campione sono una prassi. Tuttavia, visti l’oggetto della contestazione e il prelevamento di alcune bottiglie da parte degli ispettori, non è immediatamente comprensibile come un controllo di questo genere non sia stato eseguito direttamente presso i produttori.

    Adde quod -- sempre secondo l’interpellato -- una parte considerevole dei controlli avviene comunque a seguito di segnalazioni, e che in molti casi queste non sono esattamente disinteressate.

  13. L'affaire Bulzoni | Del vino innaturale, ovvero la strategia della tensione

    Concordo sulla necessità di formalizzare. Sarebbe tutt’altro che un male. Male è invece l’equiparazione surrettizia e speciosa del “naturale” al “biologico” in senso legale o regolamentare (e burocratico). Insomma: in mancanza di una norma che regoli l’utilizzo del termine, ad esempio una che lo vincoli al ricorrere di requisiti e certificazioni di qualità specifici, la contestazione dell’ICQRF sembra incomprensibile.

  14. L'affaire Bulzoni | Del vino innaturale, ovvero la strategia della tensione

    Spasibo tovarish. Credo tuttavia che il mio CSOA preferito non mi perdonerebbe un volantino con citazioni di canti patriottici yankee, riferimenti alla Pastor Aeternus (e alla Lumen Gentium), ammiccamenti all’economia aziendale. Dasvidania tovarish.

  15. L'affaire Bulzoni | Del vino innaturale, ovvero la strategia della tensione

    Grazie infinite anche da PPP

  16. L'affaire Bulzoni | Del vino innaturale, ovvero la strategia della tensione

    Je ne sais de tout temps quelle injuste puissance
    Laisse le crime en paix et poursuit l’innocence

    (Jean Racine)

  17. L'affaire Bulzoni | Del vino innaturale, ovvero la strategia della tensione

    Gianpaolo: concordo sull’utilità di una definizione formale. Ma che sia recepita, vagliata e validata, non redatta e imposta per decreto.
    Non concordo sull’ipotesi dell’incidentalità della visita. Beninteso, mi piacerebbe essere smentito, perché quella che giudico più probabile mi è anche più molesta.

  18. Intravino compie tre anni (Auguri!). Giochiamo insieme: Mi piace/Non mi piace

    Ho sempre guardato con favore ai bunches of loonies. E allora auguri, anzi, “sláinte chuig na fir, agus go mairfidh na mná go deo”.

  19. Loira iconoclasta | Pascal Simonutti, líder máximo del vin de soif

    Mauro, di quest’articolo e dei vini di Simonutti mi sono ritrovato a parlare due sere fa con i ragazzi di Tenuta Montiani a Indy (Roma, Brancaleone). Purtroppo trovo già la risposta al quesito mio e dei sopraccitati: ci toccherà una trasferta a Torino.

  20. Barolo Riserva Gran Bussia | Una verticale del vino-simbolo di Aldo Conterno [parte 2]

    Una nota.
    Per quanto mi riguarda fu una degustazione gloriosa. L’unico rimpianto è odierno ed è l’evidente anacronismo delle note sulla Riserva ’96: iactura non fugata.
    Riposi in pace, Signor Aldo Conterno. E grazie per ogni Suo gesto di stupefacente finezza.

  21. Barolo Riserva Gran Bussia | Una verticale del vino-simbolo di Aldo Conterno [parte 1]

    ESP: varie fonti, italiane e non, convergono su una spiegazione molto semplice. Tra l’altro Antonio Galloni, nel corso di un’intervista ad Aldo Conterno del 2007 (o 2008), avrebbe chiesto conto della medesima, apparente discrasia temporale, trovando conferma su questa versione.

    Tutti i Bussia e gli altri Riserva Speciale a nome A.C. e di annate antecedenti la ’69 sarebbero vinificazioni di Giacomo C., oggetto di divisione tra Aldo e suo fratello Giovanni allorché l’azienda paterna e la relativa cantina furono spartite tra i due.

    Vi è un riscontro di particolare interesse e che vale come ulteriore conferma. Alla ricerca di spiegazioni plausibili sui diversi tipi di bottiglie usati da Giacomo e Aldo, Mannie Berk (The Rare Wine Co.) cita l’edizione ’91 di Italy’s Noble Red Wines di Sheldon Wasserman, nella quale l’autore riferisce di una degustazione dell’85 con Aldo Conterno; il quale, commentando una Riserva ’31, spiega che l’imbottigliamento risale a 16 anni prima (quindi al 1969, proprio l’anno della separazione) ed è il travaso da un contenitore da 12,5 lt (il “quarto di brenta”, la brenta essendo unità di misura del volume, pari in piemonte a poco più di 49 lt).

    Vi è un altro riscontro probante. Alcune bottiglie della Riserva Speciale 1937 Aldo Conterno recano sul collo un’etichetta vergata a mano con l’indicazione: “Questo vino di riserva speciale è stato travasato nel settembre 1969 per garantire la perfetta conservazione.”. Si noti -- e il rilievo storico non è da poco -- la testimonianza dell’uso dei quarti di brenta per garantire longevità. In proposito, a margine della degustazione di Mannie Berk sopra citata, l’autore riferisce che questi travasi del ’69 di Riserve degli anni ’30 da quarto di brenta a borgognotta si presentano assai più vivi e giovanili delle Riserve degli anni ’40.

    La ringrazio per avermi fornito lo spunto di ricerca e spero d’aver soddisfatto la sua sacrosanta curiosità.

  22. Barolo Riserva Gran Bussia | Una verticale del vino-simbolo di Aldo Conterno [parte 1]

    Mi scusi per il lapsus! Capisco il Suo punto di vista e La ringrazio, fuor di retorica, per il commento di rara signorilità.

  23. Oscar del Vino Bibenda 2012: Intravino aveva il suo insider. Che ci ha spifferato tutto

    Tolto il saluto?
    In verità ero beatamente a Lamole. Ciao!

    PS a Lamole non mi hanno pagato per andare.

  24. Barolo Riserva Gran Bussia | Una verticale del vino-simbolo di Aldo Conterno [parte 1]

    Rosario, è spiegato nell’introduzione: la verticale ebbe luogo mesi fa, in ben altra atmosfera. Ciò posto, non trovo tanto assurdo parlare anche oggi di Granbussia definendolo un vino anti-glamour (o non-eno-figo). Avrebbe preferito un epitaffio?

  25. Barolo Riserva Gran Bussia | Una verticale del vino-simbolo di Aldo Conterno [parte 1]

    esp: grazie per la segnalazione, che merita un supplemento d’indagine.