W! [Al generation]. Sei trash o cool?

di Fiorenzo Sartore

Al generationA volte ce le andiamo a cercare. A volte ce le segnalano proprio, per dire che ci identificano come degni portavoce di derive eno-trash. Trovate di marketing, bottiglie leopardate, vino al gusto di mango, nella casella di posta troviamo cose mirabolanti. Oggi ringraziamo Gianna Ferretti (grazie, Gianna) che ci consente di esplorare una nuova visione lisergica del vino: W! [Al generation]. Scritto proprio così, supergiovane.

E per spiegarvi meglio che c’è grossa crisi, e probabilmente c’è bisogno di una lunga vacanza, diciamo subito che nelle pagine di presentazione di questi tre vini in bottiglia di alluminio, abbiamo avuto un momento – breve –  nel quale abbiamo trovato qualcosa di buono. Voglio dire: se è vero (ed è vero) che vorremmo spiegare il vino con parole semplici, anzi, pop, qui dovremmo prendere appunti. Senti come descrive il bianco: “per chi ha una spiccata esigenza di chiarezza e spontaneità – esprime una verve conciliante e disponibile”. Rasserenati da tanta disponibilità, passiamo al rosso: “per chi ha un carattere forte e sicuro”. Decisamente diverso dall’irrisolto bevitore di rosato che “si sente sempre in bilico, indeciso tra posizioni opposte” (sic).

Il vino nell’alluminio è fatto da Caldirola, gigante delle forniture per supermercati. Caldirola riesce a farci sentire in colpa, con la sua attenzione all’ecologia e alla sostenibilità: usano bottiglie di plastica, e alluminio, quindi riciclabili. HEY, pure il vetro lo è. Ma alluminio e plastica sono più leggeri: bucano l’ozono in misura assai minore rispetto al pesantissimo vetro.

Pieni di sensi di colpa, ci trasciniamo tra le foto prese in discoteche e spiagge, dove pascolano i clienti potenziali di questo rutilante brand. Restiamo pensosi a meditare una risposta alla domanda: sei trash o sei cool?

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

4 Commenti

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Francesco Fabbretti

circa 15 anni fa - Link

Sarei curioso di assaggiarli, senza illusioni. Parliamoci chiaro, purtroppo molte persone non sanno nemmeno cosa voglia dire avere un briciolo di "palato" e, ahimè, negli ultimi tempi sono stato a cena di amici di amici notando, con grande sconforto, che in più di una abitazione domina lo stramaledetto cabernet dei Gallo's Brother. Purtroppo con certe persone la battaglia della qualità è dura se non impossibile, per cui mi chiedo se almeno non sia preferibile che (succo di frutta per succo di frutta) certa gente comunque beva "italiano" contribuendo involontariamente ad incrementare la bilancia dei pagamenti del comparto enologico e favorendo, indirettamente, gli investimenti. Ivi compresi quelli sulla qualità, che poi sono quelli che a me interessano.

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Bereilvino

circa 15 anni fa - Link

Business is business. Se alla Caldirola hanno deciso di mettere sul mercato queste bottiglie significa allora che si aspettano un certo ritorno economico. Non dimentichiamoci che oltre il 90% dei consumatori di vino non ne capiscono quasi nulla di qualita', quindi alla fine quello che conta e' (sara' sempre cosi') il prezzo e il packaging.

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Franco Ziliani

circa 15 anni fa - Link

Caldirola? Ma non é quell'imbottigliatore di cui nelle Langhe si dice che abbia acquistato a prezzo di saldo del Barbaresco da un noto produttore che in passato - incredibile ma vero - vendeva le proprie eccedenze a due altri notissimi imbottigliatori piemontesi?

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Simone e Zeta

circa 15 anni fa - Link

.................................................................... (oramai senza parole)

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