United Indi Pubs | Cose che i sommelier non faranno mai anche se sotto sotto ci spero

di Alessandro Morichetti

Ogni birrofilo che si rispetti manda a memoria due leggi scolpite nella pietra: 1) la casa della birra artigianale è il pub, 2) di fronte a un bravo publican, non ci sono corsi o manuali che tengano. Basterebbe vedere Manuele Colonna mentre si erge dietro le spine e spiega, racconta, appassiona, cazzia, guida i suoi clienti, per capire. Novizi e navigati portano a casa ogni sera qualcosa di nuovo. Ogni tanto ci scappa il “mostro” (una degenerazione dell’appassionato), ma sono i rischi del mestiere. Questa, per molti bevitori, sarà l’unica formazione, perché in pochi decidono di iscriversi a corsi, degustazioni o laboratori. Il “publican speaking” è un’arte, stop.

Siamo sinceri. Di publican a modo NON è pieno il mondo. Per contarli lungo lo stivale basterebbero poche mani ma soprattutto un evento che li metta insieme appassionatamente. United Indi Pubs nasce per questo. Da domani 30 aprile a lunedì 2 maggio a Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia), presso il podere Elisa, alcuni tra i migliori uomini-dietro-al-bancone d’Italia dimostreranno quanto ci si possa divertire avendo tra le mani solo un impianto di spine e tanta passione. Insomma, un festival birrario diverso dal solito.

All’Indi Pub, ogni publican porterà il proprio modo di intendere la birra artigianale, il proprio stile, la passione. La lista delle spine è già debordante così. Immaginare il Colonna (Ma che siete venuti a fa?, Bir&Fud e Domus Birrae, tutti a Roma), Antonio “Nino” Maiorano, (Sherwood Music Pub di Nicorvo), Gianni Tacchini del TNT Pub di Buonconvento (organizzatore di Villaggio della birra), Umberto del mitico Goblin di Pavullo, Michele Galati, dalla provincia di Bergamo (The Dome e Nembro e l’Abbazia di Sherwood a Caprino) e il padrone di casa Alessandro Alle Belli (Arrogant Pub di Scandiano, Reggio Emilia) mi deprime al pensiero che non potrò essere tra loro.

Bene, ora però devo essere sincero fino in fondo. Volete il mio sogno? Pensate che figata sarebbe avere i migliori uomini-tra-i-tavoli d’Italia in un evento unico in cui portano i loro vini del cuore e parlano di sé, del lavoro, di come servire il vino e di come raccontarlo ai non strippati. Io partirei anche stanotte. Il nome c’è già: United Indi Sommelier. Cedo preventivamente qualsiasi copyleft su un’idea così ganza.

[Collaborazione al testo: Andrea Camaschella]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

9 Commenti

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Nic Marsél

circa 13 anni fa - Link

Cominciamo piuttosto a definire cos'è la birra artigianale (se davvero è necessario parlare di birra artigianale) dato che per la legislazione italiana non esiste.

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Roberto Erro

circa 13 anni fa - Link

per la legislazione italiana non esiste neanche il conflitto di interessi

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rampollo

circa 13 anni fa - Link

Appunto

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Nic Marsél

circa 13 anni fa - Link

Appunto una minkia. Almeno il conflitto d'interessi sappiamo cos'è, ma la birra artigianale?

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Roberto Erro

circa 13 anni fa - Link

la Birra Artigianale non esiste, se artigianale è utilizzato nel senso stretto del termine. altrimenti è associato ad un'idea di fare birra in un certo modo. L'associazione dei birrifici americani è l'unica ad aver definito cos'è una craft brewery: http://www.brewersassociation.org/pages/business-tools/craft-brewing-statistics/craft-brewer-defined

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

@ Roberto Erro. Grazie della segnalazione, tuttavia non vi trovo alcun riferimento al territorio, cosa che rende unico (e non riproducibile in altro luogo) un determinato prodotto artigianale. Se questa è anche la birra artigianale italiana, allora non mi interessa e dico W i birrifici industriali belgi, che hanno alle spalle storia e tradizione, e soprattutto qualità superiore alla stragrande maggioranza delle birre artigianali italiane a prezzi nettamente inferiori.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Alessandro.... per esaudire il tuo sogno sono disponibilissimo e troverei fortemente stimolante lo scambio di esperienze on i colleghi. Non sarebbe nemmeno troppo difficile da ipotizzare:ognuno di noi ha i suoi vini del cuore, si chiamano un paio di cantine a testa e si chiede campionatura per l'evento. Ora però viene il brutto... chi li tira fuori i soldi per la location?

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Gianni

circa 13 anni fa - Link

basta trovare i giusti equilibri economici e la location non è un problema, nel caso degli Indi pubs i singoli publican si sono tassati di una quota di partecipazione all'evento, il parmigiano reggiano ha contribuito e il Podere Elisa si è trattenuto i benefici della ristorazione, non avremo sicuramente straguadagnato, ma il risultato è stato di una festa a cui erano presenti non soltanto i ...."luppofighetti" (l'equivalente in birrese di gastrofighetto), ma tantissimi appassionati e curiosi di tutte le età....a noi è piaciuto molto!

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Roberto Erro

circa 13 anni fa - Link

@ Nic Marsèl: in perfetta sintonia sui birrifici belgi, non sul resto. Se tu sei un lavoratore dell'oro, ma l'oro lo compri altrove, lo fai con le tue mani e col tuo ingegno, non sei comunque un artigiano? Il discorso di territorialità - così come vale per il vino - per la birra non è (e non è stato storicamente) applicabile. Forse si dovrebbe essere più chiari e spiegare che "artigianale" fa riferimento ad una certa idea di fare birra.

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