Realtà Aumentata del vino | Come far parlare un’etichetta ai vostri clienti
di Andrea GoriFossimo allo stadio, canteremmo “ce l’abbiamo noi, l’etichetta parlante ce l’abbiamo noi”. Da oggi, comunicare il proprio vino direttamente al consumatore non è più utopia. Basta sedere davanti ad un pc ed il gioco è fatto. Informazioni praticamente illimitate e accessibili a tutti. Volete sapere cos’è l’Augmented Reality Wine? Seguiteci. Partiamo da una scena classica. Io cliente vedo un vino che mi incuriosisce – magari su una rivista specializzata – e desidero saperne di più. In enoteca, il titolare non ha tempo da perdere e la cruda etichetta non mi aiuta granché. Al supermarket, poi, vino e divulgazione fanno a cazzotti. Che fare, dunque? Bel problema. Ebbene, oggi c’è uno strumento in più ed è l’etichetta coi superpoteri. La realtà aumentata può cambiare per sempre l’esperienza di un vino. La pagina scritta non ha più confini e gli orizzonti della comunicazione enoica si allargano. Che ve ne pare? [montaggio di Giulia Graglia].
Ora facciamo un pò di chiarezza sulla Realtà Aumentata (RA, Augmented Reality). Si tratta di una tecnologia capace di promuovere e diffondere contenuti mediante l’ultimo ritrovato nel campo dell’advertising web, riviste come Panorama e L’Espresso ne stanno parlando già da tempo. Già esistono esempi illustri di applicazioni della RA: la casa automobilistica Audi , la rivista americana Esquire e numerosi studios di Hollywood suggeriscono già esempi di pubblicità ad alti livelli. Altro piccolo esempio in casa nostra la Guida Viniplus 2010, collaborazione di Ais Lombardia e Winecode®.
Quello che vedete qui è uno strumento di supporto alla vendita, fusione tra advertising e informazione sul prodotto. La realtà aumentata aggiunge elementi generati dal computer ad elementi della realtà ripresi da una telecamera. Perché ciò avvenga è necessario utilizzare nella realtà un riferimento che permetta di essere ripreso da una webcam e successivamente elaborato dal computer. Questo riferimento è un simbolo stampato su carta – un marker, fulcro di tutta l’applicazione – che possiamo rivolgere alla telecamera. I requisiti richiesti sono minimi: pc, webcam, connessione ad internet e marker. Gli elementi “generabili” dal marker: video, immagini, animazioni audio/video, oggetti 3d, animazioni 3d.
Nella demo, vedete apparire una bottiglia di vino animata, immagini che ruotano e un video di presentazione, strumenti che raccontano al “cliente” (intermediario/rappresentante/distributore) origine del vino, profumi, caratteristiche e quant’altro. Unico limite, la fantasia del produttore. Per fare una prova, aprite il vostro browser, andate alla pagine del progetto, scaricate il marker (oppure stampate quello in allegato) e rivolgetelo verso la telecamera dopo averne consentito l’uso (una volta caricata la pagina dovrebbe apparire un avviso che vi chiede di consentire l’uso della “fotocamera e microfono”: rispondete “consenti”).
Le applicazioni possono essere molteplici, dal supporto vendita di agenti all’estero – con la possibilità di cambiare in ogni momento informazioni e contenuti per ciascuna etichetta del catalogo – alla promozione via stampa, fino alla possibilità per gli intermediari (enoteche, cantine, ristoranti) di allestire un totem dimostrativo con i prodotti aziendali semplicemente usando un notebook e senza dotarsi di costosi e ingombranti totem multimediali. L’appeal della bottiglia “aumentata” non manca di certo. Il marker può essere consegnato agli utenti via web o inserito nell’etichetta stessa in fase di design. Per quanto riguarda i costi, l’applicazione non è più onerosa di un buon sito aziendale, con piccole aggiunte a seconda del quantitativo di etichette da “animare”.
3 Commenti
Simone e Zeta
circa 14 anni fa - LinkAppena vinco al lotto, compro un azienda vinicola e te la finanzio io!
RispondiJury Borgianni
circa 14 anni fa - LinkE' veramente pazzesco come il web e le nuove tecnologie plasmino anche una realtà fatta di concretezza come il vino. Fenomenale!
RispondiZhao
circa 12 anni fa - LinkSuperfluo, meglio un codice QR, accessibile con smartphone; perché la gente non va al supermercato con un notebook!
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