Allesverloren Port | Quelli che il mondiale di calcio sudafricano è perduto

di Andrea Gori

Abbiamo tanto atteso questo mondiale di Sud Africa 2010 ma la delusione è ancora tanta. Alzi la mano chi avrebbe scommesso su semifinali come Germania-Spagna e Uruguay-Olanda. Tempi grami per chi è tornato a casa ma non tutto è perduto per chi ha già inghiottito bocconi amari. Il vino per gli esclusi viene da Swartland, neanche 80 km da Città del Capo, ed è dolce, scurissimo e prodotto da un’azienda antichissima (fine 1600) dal nome un po’ catastrofico.

Si chiama infatti Allesverloren (“tutto è perduto”) e produce, oltre ad un corposo Shiraz e un ricco Cabernet Sauvignon, questo Allesverloren Port, un vino dolce liquoroso, ottenuto dalle stesse uve del Porto e affinato per 5 anni in barrique usate. Il liquido per gli esclusi è denso, succoso, molto alcolico e prodotto con le varietà di uva migliori del Portogallo: tinta roriz, souazo, pontac, malvasia rei, tinta francisca, e tinta barroca. Gli scaramantici non si spaventino: a dispetto del nome poco invitante, questa azienda è tra le più ricche del Sudafrica e l’incendio che la devastò nel 1704 – da cui il nome – fu solo il preludio di una lunga storia di successi internazionali. Non c’è che dire, magra consolazione per chi sperava di tornare a casa con l’ennesimo trofeo piuttosto che con una cassa di buon vino.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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