Non solo anteprime | Vietti, un viaggio nel ventre di Castiglione Falletto.
di Mauro MatteiCastiglione Falletto è dominata dall’imponente fortezza del milleduecento e il borgo che si dipana sotto la roccaforte da l’impressione di essere schiacciato, tant’è massiccia la costruzione che lo sovrasta.
Nonostante soffra quest’incombenza, la collina che ospita il centro abitato pare dolce oltre che austera, riuscendo a mostrarsi solida e accogliente: sembra coincidere con i vini che genera.
La cantina dei Vietti è proprio all’ombra del castello, eppure non sembra essere oppressa dalla sua grandezza. Un cancello, semplice, separa i caseggiati dalla piazza e una volta entrati si nota una piccola porta sulla sinistra: è un link diretto alla storia recente del Barolo.
Sull’uscio, a dare il benvenuto, troviamo la Signora Luciana: memoria e anima che pulsa dell’azienda, trait d’union fra passato e presente. Sarà lei a guidarci dentro e fuori i vini, punteggiandoli di ricordi, parlando di cose vecchie e nuove.
E’ stupefacente costatare, passeggiando al suo fianco, come la superficie esterna della cantina sia poca cosa rispetto a quello che la terra nasconde. E’ così che, fra scale e montacarichi, salendo e scendendo, ci troviamo a scoprire elementi architettonici moderni che integrano senza sforzo i vecchi muri medievali. Quello che è stato e ciò che è si scambiano continuamente le parti, e non stupisce che – in quest’ambiente “promiscuo” – barriques e botti grandi trovino entrambe impiego, all’occorrenza.
Le parole, che fanno da contorno all’eterogeneità degli spazi, ricordano che il tema del confronto è sempre centrale e sottolineano come la dialettica fra tradizione e innovazione sia lungi dal venir meno.
E’ proprio questa dinamica espositiva il punto di forza, il nucleo di un progetto che – inamovibile – perdura, potendo contare su basi solide. Il continuo scambio fra storicità ed innovazione è alimentato dal contatto col territorio e da un sostanzioso bagaglio generazionale: è l’esperienza ad innestare la marcia in più.
Luciana Vietti, ci ricorda che la prima linea, oggi come ieri, continua ad essere il terroir inteso come elemento di unicità: il concetto di qualità e la voglia di investire nella “differenza” sono la base di tutto, sono il fondamento dell’idea di cru.
Una volta tornati in superficie le parole diventano nulla e troviamo nel bicchiere la resa oggettiva degli sforzi operati dai Vietti, tant’è che ci ritroviamo ad osservare questa esplicitazione quasi in silenzio.
Di certo non saremo noi a sbracciarci commentando un’annata osannata a prescindere, lasciamo i palmares a raccontarsi da soli. Trasaliamo invece nell’osservare l’emozione, il tremore, con cui queste ultime creazioni vengono presentate: è l’atteggiamento di chi non da mai nulla per scontato.
E’ con curiosità – quindi – che seguiamo l’incedere nel bicchiere di un millesimo tanto atteso e che, nostro malgrado, viviamo ancora come un punto interrogativo, come un’ incognita da sciogliere.
Barolo 2007 “Brunate”
E’ il primo vino della micro-batteria. Nasce da una parcella di un ettaro e mezzo, ed è un frammento di un cru simbolo del comune di La Morra. Il naso è estremante tipico e mostra in maniera perfetta, quasi didattica, gli stilemi di vigneto e appellazione comunale. L’olfazione è distesa, estremante godibile, quasi fosse già sgranata. I riconoscimenti s’incentrano su note di fiori appassiti, prugna, frutti rossi e vanno a disegnare un profilo caratterizzato dal tratto femminile. La bocca è succulenta e mostra un tannino elegante. La retro-olfazione è lunga e ci regala un vino apparentemente risolto.
Barolo 2007 “Rocche”
Da uno dei vigneti storici del Comune di Castiglione Falletto, questo Barolo incarna perfettamente l’idea e l’espressività del Village. Rispetto al vino precedente gioca su altre tonalità, mostrando più stoffa e maggiore concentrazione. Il naso è più largo e tocca note più scure, quasi fosse più profondo. Accanto al floreale troviamo la frutta matura, accenni di spezie, note balsamiche. La bocca è più densa, avvolgente, il tannino è austero ma di grana finissima. Pur toccando già un’idea di equilibrio, il vino implora d’esser aspettato. Si farà attendere meno di annate più “classiche”? Non è dato saperlo.
Barolo 2007 “Lazzarito”
Il fascino di Serralunga è tutto nel suo appeal maschile, nella durezza palesata senza mezzi termini, nella potenza e nell’eleganza muscolare. Fra gli altri, il cru di Lazzarito, risente della vicinanza di Castiglione Falletto e ne subisce la contaminazione, sfoggiando una tendenza alla rotondità.
L’assetto olfattivo, al momento, è compresso da note di tostatura che ne disallineano leggermente l’andamento. Un peccato veniale vista la caratura del resto. Il frutto è tangibile, la bocca è tesa, imponente. Serralunga ti abbraccia e il tannino morde, ancora e ancora, piacevolmente. E’ il vino meno leggibile fra i tre, eppure eccolo qui, a sciorinare promesse a più non posso. Un po’ fermo sulle gambe ma meno duro di quello che ci si possa aspettare.
10 Commenti
Francesco Fabbretti
circa 13 anni fa - Linknessun commento... e te pareva? no gossip no interventi. Comunque condivido in toto la rece. Come ho avuto modo di dire alla proprietà, difficilmente sbagliano una annata... ma la 07 direi che si impone di diritto :-)
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Linkperchè commentare un post di info enologica si prende atto e al limite si assaggia fabbro se tu quello polemico che fa polemica per assenza di polemica domani ci sei a verona?
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkAspetta, non hai mai bevuto Vietti.... Cartellino Rosso!!! :-) p.s. non vengo Ken... di solito non mi mescolo con cialtroni come voi (arifaccinaa sorridente)
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Linkquando vado a torino (non pago io di solito) mi offrono un barolo che si chiama conterno riserva monfortino..conosci? discreto :) vietti no mai assaggiato mi rifarò la prox volta visto che non vieni a verona... mi nomini console protempore dell'enoteca balduina con delega all'assaggio?
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkFaccio di più, ti insignisco della carica di "Foreign Minister".
Rispondigionni1979
circa 13 anni fa - LinkVietti mi piace, però ha ragione Ken.... C'è poco da dire, solo da assaggiare!!!!
Rispondiarmando trecaffé
circa 13 anni fa - LinkCommento deidicato al Faber -:) O. T. (Off Topic/ fuori tema: vuol dire che non c'entra un cazzo, corso accelerato di blogghe per Marossi) dalla mia postazione di lavoro vedo la vicina stra..ga che sta facendo jogging nel parco... mentre io sto al Pc a leggere le vostre amenità per salvarmi dalla noia...e mi martello i cosiddetti con una traduzione finanziaria...il fidanzato della stra... ha l'aria di essere un cazzone con un sacco di grana...adesso hanno smesso di correre, magari tornano a casa e fanno pure stretching .. e io a tradurre.. e Mattei a bere cose divine...estiquassi quan'è ingiusto il pianeta....
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkSi vede che non mi leggi: ho dato prova in altri commenti di conoscere il termine off topic. Almeno quello.
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkFabbrettoni, non ci sono commenti peché i soliti ignoti sono tutti a Verona a tirarsela e a scroccare degu che in privato non potrebbero mai permettersele. A parte Armin Kobler, Enrico Togni, Simone&Zeta, Giampaolo che sono sotto pigio e non si riesce a schiodarli dal loro stand a causa dell'invasione barbarica. Se ho dimenticato qualche produttore mi scuso, quelli nominati li ho visti personalmente e posso garantire sull'assoluta serietà nel lavoro. Marossi ti faccio compagnia nell'ignoranza sui significato dei vari codici web. Che vuoi, l'unico linguaggio su cui ho investito é quello del corpo (Desmond Morris grazie). Armando, traducimi questa: SBD. Se non hai la risposta te lo spiego io quando ci vediamo (domenica?)
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkSbd lo lascio ad altri (chissà perché mi pare ci covi sotto qualcosa di sensuale), ma Nelle Nuvole riduzionista no, non lo accetto.
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