L’etichetta in minigonna e tacchi a spillo

di Antonio Tomacelli

27924_santa_cristina_antinori“Mi spiace, la volevo più cafona”. Click, fine della telefonata e cliente perso.
Capita ogni tanto un benservito, ma questo, giuro, devo ancora metabolizzarlo. In genere capita quando il cliente è la piccola cantina che tenta lo sbarco nel supermercato: ha firmato il patto col diavolo che porterà soldi cash ma anche liti sanguinose con i vecchi clienti, in genere negozi  e ristoranti.

“Hanno visto la tua Falanghina aggirarsi tra gli scaffali dei supermercati” tuona l’enotecario, accompagnando la frase con segni della croce ed altri esorcismi. Per evitare la cacciata da enoteche e ristoranti, il produttore spaventato propone allora al supermercato la stessa bottiglia di vino con etichetta diversa, seguendo i consigli dell’esperto aziendale di marketing, in genere un cugino salumiere. A voce bassa, l’unto del Signore gli ha spiegato che i supermarket sono frequentati da gente volgare e ignorante, da adescare con la bottiglia in minigonna e reggiseno a vista. Finita l’analisi del settore marketing, si va dal grafico per l’esecuzione di un’etichetta “pacchiana e cafona” cui segue in genere la delusione per un progetto giudicato “troppo fine ed elegante”. I tempi di consegna ristretti sconsigliano l’incarico ad altro designer, per cui il packaging viene affidato all’ufficio marketing, che è il solito cugino salumiere che, grazie a Dio, ha il pc nel retrobottega. Consegnerà tutto in due ore nette e GRATIS, tra gli applausi dei parenti.

Quanto descritto, sia chiaro, vale solo per i piccoli produttori poco pratici della promozione del prodotto (p x 6) perchè gli altri, quelli grossi e furbi, l’etichetta la vogliono elegante, e tanto. Perchè lo fanno, direte voi? Ma per distinguersi dalle etichette cafone sugli scaffali, ovvio!

avatar

Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

1 Commento

avatar

Andrea Gori

circa 15 anni fa - Link

Salve sono il cugino salumiere del signor Antinori, vorrei sapere come mai avete messo in foto un'etichetta del mio vino...

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.