L’Alsazia e i vini di Marcel Deiss, l’eretico

di Gionni Bonistalli

Gionni Bonistalli è sommelier Fisar, toscanaccio, sangiovese-dipendente che tifa nebbiolo e sopporta appena le bollicine. Ha trascorso le ferie in Alsazia e noi lo abbiamo placcato al confine. Il suo nickname è “gionni1979“.
L’Alsazia è terra di confine, si estende per un centinaio di chilometri, compresa tra il Reno, frontiera naturale con la Germania ad est, e la catena montuosa dei Vosgi ad ovest, protezione dai freddi venti del nord. Il clima mite e poco piovoso è perfetto per l’allevamento della vite. I vitigni principali sono riesling, gewurztraminer e pinot gris (chiamato dai locali tokai d’Alsace) che danno vini strutturati e molto longevi. Oltre alle versioni “secche”, quasi sempre leggermente abboccate per un residuo zuccherino apprezzabile, i suddetti vitigni vengono vinificati con vendemmie tardive (vendages tardives) oppure con uve attaccate da botrytis cinerea (selection de grains nobles). Infine, last but not least, il Cremant d’Alsace, spumante metodo classico prevalentemente a base pinot blanc. Altra caratteristica alsaziana fondamentale è la varietà dei terreni degli oltre 50 gran cru sparsi nella regione, che riescono a differenziare vini prodotti anche a poche centinaia di metri di distanza. Non tutti di altissimo livello, va detto.

Marcel Deiss è uno dei produttori più discussi del territorio. Originale fin quasi all’estremo, è un punto di riferimento per i vini di qualità alsaziani ma in modo tutto suo. Laddove il monovitigno la fa da padrone, Deiss è acceso sostenitore dell’uvaggio. Coltivazioni plurivarietali con densità fino a circa 8000 ceppi per ettaro allevati a doppio guyot permettono, dopo diversi anni di produzione declassata ad Edelzwicker (“miscela nobile” alsaziana che nasce solitamente da blend meno nobili), di raccogliere uve in perfetto stato di maturazione. Nessuna aggiunta di lieviti, utilizzo misurato di legno e acciaio e soprattutto tanta attenzione in vigna e in cantina danno origine a vini complessi, di estrema sapidità e mineralità, che permettono longevità invidiabili. Ecco alcuni dei migliori assaggi fatti:

Premier Cru Engelgarten 2008, 80% riesling, 15% pinot gris, 5% pinot blanc, muscat e pinot noir.
Segni di estrema gioventù si intravedono già dal colore, giallo paglierino con intensi riflessi verdognoli. Al naso, profumi delicati floreali e tenui note minerali confermano la prima impressione, dando una sensazione molto pulita ed elegante. Piccoli accenni fumé e leggere note di pesca bianca espandono un bouquet veramente interessante. L’assaggio è secco, agrumato, quasi acidulo, sorretto da un buon corpo e da un ottima sapidità. Il vino scorre sul palato lasciando sensazioni di freschezza e mineralità. Forse deve ancora assorbire la parte di acidità in eccesso, cenni di cedro e mela verde completano il quadro gustativo. Finale molto lungo, con sensazioni che ricordano la pietra focaia e the verde. Sicuramente da aspettare ancora qualche anno. 87/100

Premier Cru Burg 2007, 13 vitigni con prevalenza di riesling e pinot gris.
Nel bicchiere si presenta giallo paglierino con riflessi dorati, intenso e profondo. Profumi netti e decisi di nocciola, foglia di pomodoro, salvia e pietra focaia. Molto invitante la leggera tostatura, non invadente. In bocca è pronto ma con enormi potenzialità. Acidità e alcolicità vanno a braccetto con un corpo invidiabile. L’assaggio è caldo, avvolgente, minerale ed estremamente sapido. Sensazioni molto intense di frutta matura, pesca gialla, albicocca e menta. Finale molto persistente, con piacevoli cenni amarognoli di nocciolina americana, che smorzano un po’ l’apprezzabile residuo zuccherino. 89/100

Grand cru Altemberg de Bergheim 2002, 100% riesling.
Una delle ultime annate prodotte con riesling in purezza da questo grand cru. Dal 2004, l’Altemberg de Bergheim è stato prodotto, tramite una deroga speciale, con un blend tra vitigni ammessi dal disciplinare. Questo vino è una bella contrapposizione tra le note acidule e citriche del riesling e la maturità di un vino di quasi dieci anni. Il colore è ancora molto brillante, limpido, giallo dorato. Al naso è un’esplosione di sensazioni, dal miele di acacia al cedro candito, dalla lavanda alla salvia. E poi note affumicate, anice e idrocarburo, frutta matura, pesca bianca e ananas, ma anche cenni di pompelmo. In bocca è rotondo, un assaggio avvolgente e suadente, con freschezza e sapidità che denotano una probabile progressione nel tempo. Si confermano le sensazioni leggermente citriche e poi note fruttate, pesca e albicocca matura che continuano a rimanere in bocca anche dopo molti secondi, dando una persistenza aromatica impeccabile. 94/100

Grand Cru Mambourg 2006, 100% pinot gris.
Il 2006 è stato un anno terribile in Alsazia e spesso le uve raccolte nei grand cru sono state declassate per produrre vini con la dicitura reserve. Questo Mambourg non sembra aver sofferto troppo il caldo e grazie ad una selezione attenta ed ad uno scarto di oltre il 50% delle uve, il risultato è più che apprezzabile. Il colore è intenso, carico, riflessi dorati e brillanti. Pur vendemmiate in anticipo, le uve sono arrivate a maturazione completa, forse anche leggermente surmature, ed hanno portato dei profumi esotici, tostati e balsamici. Mango e papaya, lavanda, cannella e ginger in evidenza. In bocca è grasso, tondo, profondo. L’acidità e la sapidità sono presenti e controbilanciano il tenore alcolico importante. Sentori di arancia candita, miele millefiori e albicocca. Un finale tostato di nocciola e mandorla si prolunga in bocca e ti invita ad un altro sorso. Alla faccia dell’annata terribile. 91/100

Grand Cru Schoenenburg 2007, 100% riesling.
Un riesling crudo e puro, vero. Un assaggio tagliente, citrico, spiazzante. I profumi sono veramente intensi con l’idrocarburo che pizzica un po’, la frutta matura che ti asseconda e poi spezie, ginger e pepe rosa, che strabiliano. Il sentore di lavanda è un filo conduttore aziendale. Un vino di struttura importante, con acidità spiccata, quasi salato. L’alcolicità c’è ma non si sente, il residuo zuccherino è molto percettibile (circa 60 g/l). Mallo di noce, pesca bianca e susina, con pompelmo rosa e mandarino che sgrassano e ripuliscono l’assaggio. Il tempo sicuramente riuscirà a smorzare un po’ residuo zuccherino e acidità. Manca davvero poco all’eccellenza. 93/100

Grand Cru Altenberg de Bergheim 2007, riesling, gewurtztraminer, pinot gris e chasselas rosa.
Il miglior assaggio fatto. Complessità ed eleganza. La differenza tra il monovitigno (2002 ) e il blend si percepisce decisamente. Non dal colore, che continua ad essere brillante e limpido, anche se con riflessi verdognoli molto più giovanili, ma al naso, dove sbocciano sentori caldi di pesca gialla, melone, petrolio e sapone di marsiglia. Un’intrigante complessità che ad ogni annusata esprime nuove sensazioni, nuove sfumature, mai sopra le righe, mai eccessive. In bocca è morbido, leggermente abboccato e rotondo, fluido e carnoso. La pesca sentita al naso si trasforma in confettura e poi albicocca candita, cedro e banana. Tutto molto avvolgente, sopraffino, setoso, non invadente, non pastoso. Il finale è tecnicamente infinito. 95/100

Florian, il padrone di casa, ha sopportato per diverse ore le nostre infinite domande. Buoni riesling e pinot gris si trovano ovunque, Schoenenburg o Mambourg abitano solo qui: c’est le terroir, monsieur.
[Immagine: In vino veritas]

Marcel Deiss
15, Route de Vin
68750 Bergheim
Importato in Italia da Cuzziol S.p.a.

Gionni Bonistalli

"La vita è troppo breve, per bere del vino cattivo"

26 Commenti

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

conosco bene questi vinelli alsaziani ma hanno un grandissimo difetto costano tanti baiocchi. inoltre, bacco li perdoni, per alcuni miei amici sono troppo abboccati e marmellatosi a mio parere e potendo spendere 70 o 80 euros per un bianchino in giro c'è poco di meglio.

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Il futuro è il Gewurztraminer spumante, questa ve la do gratis, ne approfitti chi può. Lo dico anche a Ziliani: così salviamo il Trentino, mi creda.

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Lido Vannucchi

circa 13 anni fa - Link

é un Grandissimo, i suoi vini mi fanno impazzire, Un bravo a Gionni. ciao Lido

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she-wolf prefrs alsatian wines to alsatian dogs

circa 13 anni fa - Link

Il mio ultimo assaggio di un vino targato Marcel Deiss é stato presso l'Enoteca Balduina, mesi fa. Sarà stato il convincente anfitrione, ma apprezzai alquanto sia il vino che il prezzo. Non me lo ricordo così esoso, tutt'altro. Riguardo all'abboccamento marmellatoso, ognuno ha gli amici che si merita :)

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Purtroppo alcuni vini di Marcel Deiss sono molto costosi. Fortunatamente sono quelli che molti palati non gradiscono. Filologicamente sono i suoi migliori ma hanno la caratteristica di essere destinati a lunghi invecchiamenti che li "spogliano" di quella ridondanza gustativa a volte eccessiva. Ad ogni buon conto è difficile far comprendere che molti di quei vini vanno NECESSARIAMENTE lasciati maturare in bottiglia. Ci sono passato attraverso quando vendevo il Mamburg 2006 (mi pare intorno ai 70 euro... ma ora come ora non ricordo). Spesso capitava che il cliente attratto dall'aspettativa del celebre "vin d'alsace", dell'etichetta che è affascinante già di per sè ( http://www.marceldeiss.com/html/index.php?page=231&page_id=11&menuobj=menux_3_1_18 ), comprasse la bottiglia pensando di fare il "figurone" stappandola magari la sera stessa. Purtroppo non era (e non è) così, e un paio di volte, nonostante l'articolato spiegone per far comprendere precisamente di cosa si trattasse e le "modalità di utilizzo", ho dovuto riscontrare con dispiacere la delusione del cliente. Già che ci sono, sugerisco il piacevolissimo "Alsace Nature" che con una spesa decisamente inferiore è un vino comunque più pronto e che comincia a dare una idea della tavolozza gustativa con cui Deiss "dipinge" i suoi vini.

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Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

Ho personalmente nostalgia dei vecchi vini di Deiss, probabilmente appena dietro Zind Humbrecht e Weinbach con più di qualche sorpresa in positivo su tutta la gamma. Altenberg de Bergheim è sempre stato garanzia assoluta di qualità, e anche le SGN sono al livello di quelle dei mostri sacri o giù di lì. Peraltro i suoi sono vini che hanno mostrato sul campo una grande capacità di invecchiare. Ho però qualche perplessità sulle ultime cose, mi sembra che in generale il residuo zuccherino non sempre sia ben bilanciato, anche se il tempo potrebbe essere galantuomo. Ma soprattutto trovo estremamente pericolosa la teoria di Deiss sulla superiorità assoluta del terroir che si risolve in ultima istanza nella possibilità di coltivarci qualsiasi uva, tanto più mantenendo il nome dei cru. Tra l'altro l'Alsazia è l'unica regione di Francia in cui il vitigno è scritto a chiarissime lettere in etichetta e ad esso è dato altrettanto risalto che al territorio. Sarebbe esattamente come se Gaja volesse continuare a imbottigliare Barbaresco DOCG mettendoci Barbera e magari anche Cabernet, o come se Banfi pretendesse di uscire con un Brunello DOCG blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot. Se ciò accadesse, non è difficile immaginare una salutare levata di scudi dei lettori di Intravino, ma per qualche motivo pare che se si tratta di Alsazia e non di Piemonte o Toscana si possa passare sopra a secoli di storia e di codificazione dei cru, oltre che al concetto base in base al quale il vitigno non può certo essere estromesso dal concetto di terroir.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Complimenti Fabio per l'intervento. E per la sottile allusione ai casi di casa nostra. Della serie "parla a nuora perché suocera intenda".

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

concordo ma implemento: i vini di Deiss sono difficilmrnte scambiabili per un altro alsaziano. Inoltre Deiss, pur anteponendo il terroir al denominazione del vitigno utilizza comunque vitigni canonici della zona, e la sua parcellizzazione degli appezzamenti è così accuratamente metodica da sfiorare il maniacale. Insomma tra la "nuora" e la "suocera" ci corre una bella differenza

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Ooops...! :-D :-D

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Florian

circa 13 anni fa - Link

Una precisione pero: 1- I vitigni che utilizza Deiss sono del tutto alsaziani e legali per l' AOC... non usa ne il chardonnay, ne viognier, ne roussane o altro (per info, Zind lo fa!) I vitigni utilizzati sono fra i 13 autorizzati dal INAO, e quindi i tuoi paragoni sono sbagliati... Inoltre, Deiss fa anche dei monovitigni sui quali scrive il nome del vitigno usato...

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gionni1979

circa 13 anni fa - Link

Ciao Florian, grazie delle precisazioni....

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Vi segnalo l'articolo di un amico, Gregorio Mulazzani, sui vini di Deiss. http://www.enotime.it/zoom/default.aspx?id=1950

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Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

non ha le bolle, quindi Greg non è attendibile :)) (jk)

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gionni1979

circa 13 anni fa - Link

Ciao a tutti e grazie dei commenti. I vini effettivamente costano, ma rimangono comunque nella media delle aziende blasonate alsaziane tipo Trimbach, Weinbach o Zind Humbrecht. In azienda i grand cru vanno sui 30/35 €, i premier cru sui 50/60 €. Deiss è un produttore atipico, che non può e non vuole essere paragonato agli altri produttori in Alsazia. I suoi blend sono vini che hanno un carattere particolare, diciamo "unico" da non sottovalutare. Il terroir è molto più importate di quello che possa sembrare, ma non è così legato al monovitigno, ma al suolo e alle varie esposizioni. La riconoscibilità di un vino di Marcel Deiss è dettata a volte anche alla irriconoscibilità del vitigno base. Per loro è un punto di forza, non una pecca.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Se e' per questo a me piacciono anche quelli della Cave de Turckheim , che costano meno (sempre sponsorizzati da Greg, vedi http://www.enotime.it/zoom/default.aspx?id=1984). Non solo: a volte ci sono pure le offerte speciali ad Auchan, a meta' del prezzo di lancio. Bisogna stargli al pelo per i prezzi, ma bere alsaziano e' un gran bel bere.

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gionni1979

circa 13 anni fa - Link

Confermo, ma bisogna saper scegliere... Ci sono anche tanti vini alsaziani non all'altezza. Il produttore è fondamentale ed è la garanzia del prodotto. Per fare due nomi forse meno conosciuti Boxler e Becker garantisono qualità elevate a prezzi contenuti.

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gionni1979

circa 13 anni fa - Link

Ovviamente tutti i vitigni utilizzati sono autoctoni, guai a parlare di Sauvignon o Chardonnay!!!!!!

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Autoctoni una cippa. Gewurztraminer significa 'vino speziato di Termeno'. A noi! (parlando littoriescamente)

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gionni1979

circa 13 anni fa - Link

Vabbè, anche in Carmignano viene usato il cabernet sauvignon, chiaramente non italiano. Ma sono secoli che viene usata "l'uva francesca" perciò è considerato come se fosse autoctono. Diciamo storici, così non facciamo sgarbi a nessuno.

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essere

circa 13 anni fa - Link

che mi dite di Dirler-Cadè azienda biodinamica tra Bergholtz e Guebwiller..con ottimi gran cru a prezzi abbordabilissimi. Ho assaggiato di recente alcuni loro riesling veramente notevoli...

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Armando Trecaffé

circa 13 anni fa - Link

Alsazie buona e maledettamente sopavvalutata in termini di prezzi: in + vi sono tanti tanti tanti ettolitri che fanno veramente skifo... Intano io appoggio e incoraggio questa moda e vado in controtendenza comprando roba sublime su Mosella/Nahe ad un terzo del prezzo. I tedeschi son gente onesta - benché a volte suscettibile - i francesi sono e restano maestri nel sottrare baiocchi a gonzi...chapeau...

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Bentornato 3caffè! Gli occhiali vanno bene a quanto pare. Ed è immutata la tua antipatia "francescana"

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Nei confronti dei "francesi" intendo

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Armando Trecaffé

circa 13 anni fa - Link

hai cilo nel segno Montes sia xké i francesi mi irritano un po' sia perché San Francesco è il mio santo preferito...

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...tenendo conto che il TBA di Egon Muller del 2009 si prevede in asta del mese prossimo ( a cui andrò sperando nel colpaccio) a circa 10.000 euro la boccia...

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Armando Trecaffé

circa 13 anni fa - Link

vi sono prodotti di Muller a prezzi onestissimi se poi lui trova dei gonzi disposti a svenarsi per una bottilgie di Riesling docliastro che faccia pure...lunga gloria a Muller...

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