La viticoltura biodinamica è meglio, ora c’ho le prove

di Andrea Gori

Da tempo andavo in cerca di una prova che dimostrasse la superiorità della viticoltura biodinamica. Da biologo, sono sempre stato scettico verso corni di vacca e altre diavolerie; come sommelier, invece, devo attenermi al liquido nel bicchiere e stop. Avere a disposizione l’assaggio di vini con la stessa vinificazione e da vigne uguali in tutto (terreno, clima, età, vinificazione) ma differenti nell’anzianità di conduzione biodinamica è stata la prova del nove. L’assaggio dei tre cru di Cesanese del Piglio dell’azienda La Visciola è stato un esperimento unico ed istruttivo come pochi altri per capire i benefici apportati dalla viticoltura biodinamica. Ricorderò a lungo l’abisso di piacevolezza che separa Mozzatta (da oltre 5 anni in regime biodinamico), Vignali (bio da 2 anni) e Ju Quartu (viticoltura tradizionale). Il video degli assaggi è lungo ma abbiate pazienza, ne vale proprio la pena.

Ju quartu: colore scarico e leggermente granato, naso semplice di frutta rossa, fragola e lampone, discrete note speziate sullo sfondo, piacevole ma  carente di definizione, punta di alcol sullo sfondo. Bocca monodimensionale, sensazione di diluizione, poca profondità, persistenza scarsa, finale piacevole.

Vignali: colore porpora di media vivacità, bel naso di fragola e mirtillo, leggero pepe nero, tabacco. Bocca soddisfacente, fresca e con tannino vispo, finale tra il fruttato e la spezia scura.

Mozzatta: al naso e in bocca ampiezza di frutta rossa (lampone, fragola, mela) e a bacca nera (mirtillo carnosissimo, mora). Poi rabarbaro, caramella inglese, mallo di noce, leggero humus e corteccia. Profondo e persistente, coinvolge con una stimolante corrispondenza di rimandi gusto-olfattivi, grande freschezza e un modo tutto cesanese di riempire la bocca fatto di sottobosco e sensazioni pepate.

Un crescendo di concentrazione, vitalità e ricchezza, nel colore, nel naso e nel gusto. Almeno in questi casi, pochi dubbi. Per avere la controprova, procuratevi una bottiglia di Priore 2008 (quasi esaurito, forse l’avete asssaggiato a Rosso Cesanese) e aspettate settembre quando uscirà il 2009 da noi provato. Fateci sapere che ne pensate.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

26 Commenti

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alessandro bocchetti

circa 14 anni fa - Link

mah, bastava assaggiare il Corton di madame LeRoy o il richebourg di Romaneé ;-) giochi a parte ho appena finito di leggere "fertilità della terra" lo consiglio a tutti per comprendere che le "diavolerie di corno", non sono riti magici ma composti, preparati da spruzzo: "cornosilice", a base di quarzo macinato, e "cornoletame", a base di letame di vacca. In questo caso il contenitore che serve alla loro preparazione è il corno di vacca. Le corna vengono svuotate e riempite con quarzo o letame, e sotterrate per sei mesi. Trascorso questo periodo il preparato può essere conservato per diverso tempo. Il cornosilice viene spruzzato sulle piante e ne stimola la fruttificazione e i processi legati alla fotosintesi e alla luce. Il cornoletame viene spruzzato sul suolo e ne aumenta il contenuto in humus, agendo di conseguenza sullo sviluppo radicale e sulla nutrizione della pianta. Tutti i preparati vengono usati in piccolissime quantità, quelli da spruzzo vengono distribuiti dopo essere stati "dinamizzati", ossia mescolati secondo un certo metodo e per un certo tempo. detto questo e mi sfugge perchè si deve sempre decidere cosa sia meglio o cosa sia peggio nei metodi: barrique si e barrique no, criomacerazione si o no, corni si o no, vini naturali si o no, vini buoni si o no, tutto uno scontro fra bande, una via Pal perenne... i metodi in se non sono ne giusti, ne sbagliati. Sono le applicazioni che li determinano in positivo o negativo. Ho bevuto pessimi vini biodinamici, mediocri vini biologici ed ottimi vini convenzionali e viceversa. Secondo me la storia ci dovrebbe insegnare che bisogna essere laici nell'approccio al vino, decidere e giudicare il vino nel bicchiere e non per come è prodotto (ovviamente a meno di gravi illeciti ;-)), se no si ricasca sempre nel medesimo errore ;-) Ciao A

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Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

Buona azione per l'anno in corso: riportare il Gori a bere convenzionale ;-)

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TERROIR

circa 14 anni fa - Link

Premetto: NON SONO UN INTEGRALISTA, ma penso che tornare a rispettare la terra anche in vigna sia un passo avanti e non indietro.C'entra il gusto,la cultura,la passione,l'etica,l'ecosistema,la mentalità,si potrebbe discutere per ore,fatto sta che parlando con i produttori "Rispettosi" (con una dedizione e una passione infinita) e assaggiando i loro prodotti (in 2 anni diverse aziende) tocchi con mano la risposta della natura.Quei tre Cesanese sono solo un piccolo esempio.non è giusto fare di tutta l'erba un fascio,ancora più ingiusto trattarli come dei sioux,relegati nel loro fortino(le carte dei vini che gli "regalano" un reparto mi fanno ridere è giusto un posto insieme agli altri).Purtroppo però l'integralismo è a volte eccessivo in molti casi,molti prodotti hanno problematiche legate alla mancanza di tecnologia (non chimica) che non "edulcorerebbe" anzi garantirebbe rispettosamente la riuscita di tanto lavoro (triplo rispetto al convenzionale).Ho ancora tanti dubbi sulla gestione dei bianchi ad esempio:sulla mancanza totale di gestione termica,fermentazioni spontanee,macerazioni più o meno lunghe,filtrazione e non...in linea di massima sono quelli che mi hanno convinto di meno,aldilà della tipicità ritrovata si tratta di prodotti "oggettivamente" di livello solo nel 30/40% dei casi(da me provati).Per i rossi il discorso è opposto,la tipicità ritrovata (interessante la visione di micheletti che la lega alla fermentazione da lieviti indigeni) in molti casi "esplode" dando nuova linfa soprattutto nelle piccole denominazioni.Per le grandi denominazioni beh...è dura trovarne e il business inficia molto sull'integrità dei vini...e la mancanza di regole precise non aiuta.Riassumendo spero che si diffonda sempre più questa cultura di rispetto e un pò più di apertura al progresso ne potrbbe fare un nuovo definitivo modo di produrre,ne sono convinto e più aumenterà la qualità più il movimento crescerà.

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

non vorrei passare per guastafeste, ma proprio perche' sei un biologo non ti dovrebbe sfuggire che perche' un esperimento sia significativo deve essere riprodotto in tesi randomizzate, in cui tutti i fattori siano uguali, tranne che per l'appunto quelli oggetto della tesi sperimentale (trattamento biodinamico in questo caso). Come fare a non pensare che Mozzatta non sia comunque una parcella migliore, perche' esposta meglio, perche' con suolo migliore, ecc. ecc.? Dico cosi' solo perche' effettivamente sarebbe veramente interessante poter essere testimoni di un vero esperimento di questo genere, fatto da un istituto di ricerca, con vinificazioni rigorosamente uguali, uguali terreni, uguali cloni, e assaggio alla cieca senza sapere cosa si assaggia. Sono quasi sicuro che comunque le differenze ci sarebbero, poi si deve vedere se in bene o in male, oppure semplicemente diversi senza che uno sia peggio dell'altro. Mi chiedo perche' in Italia non si ha notizia di un simile esperimento fatto. Ho sentito citare alcune volte uno studio svizzero, del quale non ho mai avuto un riferimento preciso, ma era credo sui suoli e non sui vini. Detto cio', interessante questa degustazione.

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Cristiano Castagno

circa 14 anni fa - Link

Il paragone tra i tre vini, ognuno ritenuto (provocatoriamente?) come rappresentativo del risultato finale di tre protocolli di produzione è palesemente improprio. Mi accontenterei, se fosse possibile, assaggiare il medesimo vino nella stessa annata, ottenuto ora con un protocollo bio, ora con uno biodinamico per poter eventualmente tentare di discernere delle eventuali differenze.E già qui si potrebbe cercare di capire, perchè non è affatto scontato, se davvero la biodinamica offre qualcosa di perlomeno diverso, lasciamo stare decidere se meglio o peggio per il momento rispetto al bio.Solo allora ci si potrebbe magari interrogare razionalmente, ma dovrebbe impegnare autorevoli enti di ricerca, sui meccanismi che la biodinamica utilizza, perchè così come è presentata oggi,temo che la biodinamica necessiti, per essere compresa, un uso propeuteutico più o meno intenso di sostanze psicotrope. Così giusto per aprire le porte della percezione ;-)

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Cristiano Castagno

circa 14 anni fa - Link

volevo dire propedeutico,eh.

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Pierpaolo

circa 14 anni fa - Link

Il vero problema è che nessuno ha chiaro cosa sia la biodinamica, c'è scettiscismo, tanta confusione e soprattutto chi comunica questo tipo di agricoltura ne fa una stragoneria!!! la biodinamica è umiltà, rispetto della natura e soprattutto è la risposta all'agricoltura odierna che è morta!!! mi chiedo perchè tutti coloro che si sono convertiti alla biodinamica non sono tornati indietro? io ritengo che in agricoltura la biodinamica è necessaria, non bisogna esagerare nella interpretazione delle costellazioni, luna ecc bisogna ricordarsi di essere prima di tutto agricoltori! in cantina c'è bisogno di tecnologia, perchè il vino più di ogni cosa segue l'evoluzione dell'uomo nel bene e nel male (errori usando diserbanti che sono la causa degli incurabili malanni odierni, tumori ecc.). il discorso è lungo, ma invito a riflettere... guardate i campi di grano sono tutti con il segno delle ruote dei trattori segno del diserbo...nessun papavero nessun filo di avena solo grano avvelenato che poi mangeremo nel nostro pane e nella nostra pasta... la soluzione ai nostri errori c'è, abbandoniamo la chimica in agricoltura, e riscopriamo la vera essenza della natura, di cui siamo parte integrante!!! Pierpaolo Società agricola Marabino

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

Per il mio punto di vista, molto soggettivo di colui che ha un passato di ricerca scientifica, il problema e' che la biodinamica non e' una tecnica, ma un atto di fede. Si dice spesso "non so perche' funziona, pero' funziona e tanto mi basta". A me invece non basta, voglio capire cosa faccio e perche' lo faccio. E' per questo che non potrei affidarmi, per es., alle cure omeopatiche, perche' essendo consapevole che non funzionano, non potrei neanche ottenere l'effetto placebo, che e' gia' un risultato significativo, ma che per l'appunto richiede un atto di fede. Eppure non sarebbe uno studio impossibile a farsi da parte di una media istituzione di ricerca italiana, come ve ne sono decine, e sarebbe ache interessante, molto piu' della media delle ricerche fatte che per lo piu' rimangono chiuse nei cassetti. Perche' nessuna facolta' di agraria ci si metta sopra per me e' un mistero, ma certo che mi farebbe piacere capire l'effetto del corno letame sulla fertilita' del terreno, coi numeri, non con le congetture.

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Pierpaolo

circa 14 anni fa - Link

giampaolo, che funzioni è un dato di fatto, ma come funzioni c'è sicuramente da studiarci.... la risposta è semplice le università sono piene di debiti e per sorreggersi sono sostenute fortemente dalle industrie chimiche, ti immagini se tutti gli agricoltori si convertissero alla biodinamica, tutte le industrie che producono diserbanti, fertilizzanti chimici e quantaltro chiuderebbero bottega!! e la cosa che mi fa più paura è che queste industrie si stanno attrezzando a produrre funghi e prodotti ultracari che si possono utilizzare in agricoltura biologica!!!(non ti immagini quanti rappresentanti passano in azienda proponendo cose mai viste) la biodinamica per questi signori deve restare stregoneria o possono chiudere bottega!!! riguardo alla medicina omeopatica ti rispondo che funzione entro i suoi limiti, mo non confondiamo la biodinamica come strumento di cura, ma bensì strumento di mantenimento ed equilibrio!!!

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Cristiano Castagno

circa 14 anni fa - Link

che funzioni NON è un dato di fatto.

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Cristiano Castagno

circa 14 anni fa - Link

Gianpaolo ,come non sottoscrivere in toto quello che scrivi,(tra l'altro avevo scritto il mio primo commento, senza aver letto il tuo intervento, giuro!) Pierpaolo, devo premettere che mi occupo di viticoltura bio da più di dieci anni e per quanto posso affermare che molti aspetti devono necessariamente venire assimilati con l'esperienza e la prova dei fatti, permane sempre e comunque una base razionale indispensabile per poter tenere i piedi saldamente a terra. Con il tempo mi illudo di aver acquistato una certa empatia e confidenza con le mie vigne che mi porta talvolta a rischiare nei trattamenti e nella tempistica per la vendemmia, come per la gestione di altri aspetti agronomici .Quando si tratta di sperimentare cose nuove, non mi tiro certo indietro e cerco di affinare la mia sensibilità nel percepire le necessità delle vigne tuttavia valutare oggettivamente i risultati di una determinata scelta spesso è molto difficile perchè in agricoltura variabili indipendenti non ve ne sono e pertanto è molto difficile valutare oggettivamente l'effetto di un singolo elemento sull'insieme.Se cominciassi, per esempio a somministrare il "500" e "501"cosa davvero dovrebbe cambiare visto che agisco in terreni gestiti biologicamente da sempre, (certificati dal 1988) ? E' qui il punto della questione. Se ti dicessero che fare, per dire, tre giri della vigna durante la luna piena accresce la vitalità delle piante, potresti crederci ? Se ti dicessero di potere trarre delle prove inconfutabili poi di ciò dalla bontà del vino risultante, sarebbe convincente per te ? Tuttavia se l'agricoltura biodinamica riuscisse, ma non mi risulta così, perlomeno a fare a meno del rame e dello zolfo e della solforosa, forse allora comincierei a farci un pensierino, ma ora come ora, mi pare sia macchiata da un peccato originale epistemologico imperdonabile.Saluti

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

Che funzioni NON è un dato di fatto. E' cosi', io vorrei il fatto, lo voglio vedere, leggere i numeri, magari in un lavoro scientifico abbastanza serio (non chiedo Nature, ma roba di livello normale), invece di sentire dichiarazioni apodittiche o di fede. Io ho frequentato le facoltà di Agraria per molti anni, prima da laureato, poi da dottorato di ricerca e poi da ricercatore, ti assicuro che la realtà generale è molto meno affascinante di quella che dici tu. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, non ci sono industrie chimiche che le sorreggono, magari influenzandone malvagiamente le attività di ricerca. La realtà è molto piuù terra terra, proprio non c'e' nessuno che le sorregge, le influenza, le stimola, nel bene o nel male. In moltissimi casi c'e' la morte civile, l'inedia. Ma proprio perchè uno studio come quello auspicato è in realtà uno studio semplice, del tutto agronomico, dove non ci vogliono attrezzature e competenze particolari, ma tutt'al piu' un po' di braccia (e almeno qui i tesisti qualcosa da fare di interessante lo avrebbero) e qualche parcella di terreno, che sono ampiamente disponibili in tutte le decine di facoltà agrarie italiane, mi chiedo perchè non si fa. E che si faccia, per Diana!

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

un ulteriore piccolo commento: anche la biodinamica ha il suo business collegato, dove ci sono tutti i prodotti da comprare, i dinamizzatori, ecc. ecc., stai tranquillo che le prime a riconvertirsi, dovesse tutto il mondo agricolo diventare biodinamico, sarebbero le industrie chimiche, che sanno bene come fiutare i buisiness che nascono dalle mode.

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Pierpaolo

circa 14 anni fa - Link

rispondo a Cristiano, "Se cominciassi, per esempio a somministrare il “500″ e “501″cosa davvero dovrebbe cambiare visto che agisco in terreni gestiti biologicamente da sempre, (certificati dal 1988)"? semplice una cosa è che miglioreresti le difese immunitarie delle tue piante, io ho visto vigneti in francia dove non si effettuano trattamenti, e io produco un vino denza solfiti!! in più dovreste interpretare meglio la biodinaminca, è un modo di pensare l'agricoltura diverso, e non si limita all'uso dei preparati o alle lune, ma va oltre devi analizzare il contesto in cui sei inserito, quanta biodiversità faunistica e vegetale c'è dove vivi? ecc ecc. so che non vi convicerò mai ! e non è mia intenzione farlo, ma ritengo che prima di criticare qualsiasi cosa nella vita, bisogna conoscerla a fondo ed quanto meno averla provata una volta!!!

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

qui non si tratta di criticare, ma per l'appunto capire, solo che ogni volta sento dire le stesse cose, che funziona ma non si sa perche'. Ma e' mai possibile accontentarsi di questo? Solo che se lo dici sei il solito scettico che non vuole vedere la realta'. Mi sembra di averle gia' udite in altri contesti queste cose.

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Michele Lorenzetti

circa 14 anni fa - Link

Buonasera a voi tutti del forum, ho solo 5 minuti di tempo ma vedrò di poter rispondere in modo più esauriente appena potrò. Mi chiamo Michele Lorenzetti e sono un biologo-enologo che insieme ad Andrea Gori ha organizzato la serata con i vini del Cesanese di cui sono il tecnico. Devo ringraziare intanto Pierpaolo che nei suoi appunti mostra una ottima conoscenza dell'argomento anche perchè si mostra sempre equilibrato e posato nelle sue risposte. Solo una cosa prima di rimandarvi ad una lettura interessante: l'agricoltura biodinamica nasce proprio nel 1924 in conseguenza a due grandi momenti "patologici" della agricoltura e cioè la specializzazione e quindi la coltivazione in monocoltura e l'introduzione delle sostanza di sintesi dopo la prima guerra mondiale. Steiner mise a punto i preparati biodinamici proprio per ribalanciare una situazione che oltre alla specializzazione vedeva la graduale perdità di fertilità nei terreni per l'uso delle sostanze di sintesi. I preparati biodinamici servono proprio perchè l'uomo possa intervenire in agricoltura mettendo dall'altro lato della bilancia qualcosa di ponderale per poter supplire ad uno stato patologico che oggi è "realtà" in quanto le aziende sono specializzate ed hanno, in gran parte, problemi di fertilità del terreno. Se anche un agricoltore è un ottimo biologico comunque fà sempre agricolura e quindi consuma sostanze dal terreno, passa con il trattore , usa rame anche se poco.... Ora in biodinamica con i preparati in particolare il 500 , oltre ad alcune buone pratiche come il sovescio, si tende a ribilanciare questi consumi e queste "pressioni" in modo ancora più puntuale. Seminare sovesci è diverso che seminare sovesci e dare 500. Nel secondo caso si accellera molto il processo di vita. La cosa interresante interviene poi con il secondo preparato: il 501 corno-silice. In questo caso, e spero che alcuni studi saranno pronti il prima possibile, si assiste proprio ad una organizzazione cellulare e dei tessuti vegetali più regolare più robusta e quindi come diceva Pierpaolo si arriva a fare una azione preventiva. La biodinamica è prevenzione, non cura. Non è detto che si eliminerà il rame del tutto o bisognerà vinificare con solforosa zero. Si potrà tendere verso il massimo, arrivare a dare pochissimo rame oppure a solfitare una tantum per avere in fondo 20/30 di Totale!! Devo andare. Vorrei che voi leggeste l'articolo di Carlo Noro "La natura della sostanza" che trovate in formato pdf sul sito www.biologicodinamico.it A presto.

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

spero che tu poi ritorni, e magari ci dici anche se le tue affermazioni hanno riscontri oggettivi oppure solo soggettivi.

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Cristiano Castagno

circa 14 anni fa - Link

e bravo Gianpaolo, mi togli proprio le parole di bocca !

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Niki Marsél

circa 14 anni fa - Link

Come molti di voi hanno già segnalato il confronto in questa degustazione non è corretto nè significativo. Tuttavia ammetto che da tempo, nonostante il mio scetticismo sulla filosofia di fondo, mi trovo a degustare con una certa frequenza vini biodinamici che sono puntualmente più interessanti, vitali, "croccanti", emozionanti e personali rispetto a bottiglie della stessa fascia di prezzo e medesimi vitigni che mi diverto a mettere in tavola nel corso della stessa serata. Ovvio che neppure questo ha significato scientifico nè statistico, tuttavia mi sto rendendo conto che, indipendentemente dalla filosofia che sta dietro al lavoro dei biodinamici, è evidente che chi prende quella strada è mosso da una passione profonda per la natura e le cose della terra, ed è questo che secondo me spesso puo' fare la differenza. Il problema è che anche leggendo gli interventi in questo post, a difesa della biodinamica, ci si ferma alla professione di fede, un livello di discussione francamente molto deludente... una frustrazione che provo ogni volta che provo ad affrontare la questione con un produttore biodinamico ... ormai ci ho rinunciato ... In ogni caso il fatto rimane : ho assaggiato anche vini biodinamici orribili ma nella stragrande maggioranza dei casi la soddisfazione (mio malgrado) è stata grande...e allora chissenefrega (finchè non diventerà una moda) w la biodinamica !

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

mi trovo d'accordo su quello che hai detto e forse sopratutto su come lo hai detto.

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Michele Lorenzetti

circa 14 anni fa - Link

La biodinamica non la si conosce se non la si applica. Questo è il problema. La mancanza di esperienza diretta alimenta lo scettiscismo. La biodinamica è piena di riscontri scientifici ma bisogna capirli ed osservarli sopratutto in campo. Non è una disciplina agronomica che si giudica nei libri ma va giudicata in campo. Se non avete mai tentato il metodo (intendo però in modo professionale) allora cosa ne volete sapere? Coltivo 1,2 Ha di vigna sull'Appennino oltre a fare la professione. Io ho i risultati e li posso mostrare. Comunque, avete letto l'articolo che vi ho indicato? Quali commenti?

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

il link all'articolo l'ho trovato solo ora e l'ho scaricato (anche linkare e' una scienza :)), e nonostante le 21 pagine, che inziano con questa frase:"Carlo Noro e' un Siddharta dei giorni nostri", lo leggero' con mente il piu' possibile sgombra di pregiudizio, benche', lo ammetterai, le pubblicazioni scientifiche hanno un formato differente. Mi colpisce pero' una tua affermazione: "La biodinamica è piena di riscontri scientifici ma bisogna capirli ed osservarli sopratutto in campo". Io do molto valore all'empirismo, ma questo non vuol dire rifiutare il metodo scientifico, altrimenti avremmo ancora i medici che fanno i salassi con le sanguisughe. Se per capire la biodinamica, e per farla funzionare, si deve avere fede, e con essa arriva anche l'illuminazione, la cosa mi crea non pochi dubbi. Se hai i risultati e sei contento, e se vuoi anche mostrarli agli altri allore fallo, io li osservero con piacere, sperando di capire qualcosa nonostante gia' metta in dubbio che questo sia possibile, nonostante una Laurea in Agraria e un Dottorato di Ricerca in Biotecnologie e diverse pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali peer reviewed, possano forse aiutare.

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simone

circa 14 anni fa - Link

Giampaolo i risultati della biodinamica si vedono praticamente in campo nelle aziende che la applicano in modo serio e pratico e sui libri universitari non c'è alcuna notizia perchè le università sono finanziate dalle industrie chimiche. non sbandierare ai quattro venti la tua laurea in agraria e i vari master perchè per capire e apprezzare i risultati della biodinamica non servono i titoli, servono le mani da agricoltore, quelle che probabilmente non hai tu. quindi anzichè perderci troppo tempo per comprenderla, occupati di altro ce ne faremo una ragione. la biodinamica ripeto non è una tecnica agronomica che si giudica nei libri ma va giudicata in campo.

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

se il risultato della biodinamica si vede anche dall'equilibrio e la tolleranza delle persone che ne sono consulenti probabilmente hai ragione tu, non fa per me. Ma d'altra parte comprendo che si deve anche cercare di salvaguardare il proprio business, come la vendita dei corni letame e altri preparati, e le consulenze che ti fanno diventare biodinamico in massimo due anni (http://www.biologicodinamico.it/consulenti.htm) . Va bene le mani da contadino, ma il lavoro e' lavoro. Ma in realta' il mio discorso non era legato ad una critica alla biodinamica, che infatti non puoi trovare nei miei commenti, ma ad una richiesta di capire e sopratutto alla domanda del perche' non si faccia ricerca su argomenti che interessano gli agricoltori; ora grazie a te sappiamo il perche': e' un complotto della Monsanto ed e' disponibile solo per gli illuminati.

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zwdvfwukh

circa 12 anni fa - Link

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