La patacca dei concorsi enologici

di Antonio Tomacelli

Gold_Medal_LA_Intl_mainPrima brutta notizia: patacche, ecco cosa sono le medaglie d’oro dei concorsi enologici, luccicanti patacche e nulla più. La notizia arriva dagli Stati Uniti ed è il risultato di una ricerca (pdf) fatta dall’American Association of Wine Economist su tredici concorsi nazionali. Incrociando i dati di oltre 4.000 vini partecipanti, i ricercatori hanno scoperto che dei 2400 vini entrati in almeno tre competizioni, solo il 47% ha ricevuto una medaglia d’oro. L’84% di questi stessi vini non ha ricevuto alcun premio in altri concorsi. Insomma, la medaglia d’oro è un terno al lotto: se la vinci non vuol dire che il tuo vino sia buono, ma solo che hai avuto fortuna. La notizia fa tremare fiere e concorsi che ogni anno incassano, grazie al ricco business dei concorsi, oltre un milione di dollari di tasse d’iscrizione a carico dei produttori. La medaglia d’oro fa gola a tutti perchè in fondo, si dice, fa vendere più vino. Ma è davvero così?

Seconda brutta notizia: la patacca adesiva non fa vendere una sola bottiglia in più! Una ricerca delle dieci Università americane specializzate in wine marketing spiega che i consumatori, al momento dell’acquisto, sono poco o punto attratti da un vino vincitore di concorso. Chi compra infatti, bada più alla sostanza, con buona pace dei dollari investiti dalle cantine. A proposito di dollari: se convertissimo tutto in euro parlando dei vari Decanter, Vinitaly e affini, quale sarebbe la spesa dei produttori italiani in concorsi e medaglie? Ma soprattutto: sono soldi spesi bene o è più affidabile l’investimento nel gioco del Lotto?

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

11 Commenti

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Franco Ziliani

circa 15 anni fa - Link

ottimo commento Antonio! Quello dell'effettiva utilità, ai fini delle vendite, delle medaglie conquistate nei vari concorsi enologici, e del fatto che di questi riconoscimenti arrivino ben poche notizie al consumatore (salvo i premi ottenuti nel Decanter World Wine Award) é un tema di cui ho discusso, lo scorso week end, con colleghi giurati un po' di tutto il mondo e di varie estrazioni (tecnici, giornalisti, sommelier, membri di associazioni del vino varie) partecipando appunto ad un Concorso. Il Mundus Vini in Germania. Un concorso in ascesa cui hanno partecipato qualcosa come oltre 5500 vini, per ognuno dei quali mi sembra si pagassero 100 euro come spese di partecipazione. Un bel business, soprattutto per gli organizzatori. Che poi siano soldi ben spesi, non so. Se dovessero basarsi solo sui miei punteggi, decisamente severi, credo che ben pochi vini porterebbero a casa una Gold Medal o quantomeno una Silver Medal.. Comunque sul tema conto di tornare presto, sul mio blog, next week, di ritorno dalla Basilicata, dove scendo domani sino a lunedì

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Kapakkio

circa 15 anni fa - Link

Ho vissuto qualche anno in Germania e posso dire che alle medaglie del Mundus Vini viene dato notevole risalto nei supermercati e nelle enoteche: le bottiglie premiate riportano sempre la notizia in etichetta e dato che i tedeschi sono portati a pensare che i concorsi siano una cosa seria credo che qualche bottiglia in più i vini premiati la vendano. Credo, al contrario, che noi italiani abituati a vivere nel paese dei concorsi truccati siamo portati naturalmente alla diffidenza verso qualsiasi classifica.

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Francesco Fabbretti

circa 15 anni fa - Link

che i concorsi, per tutta una serie di ragioni, non fossero oggettivamente in grado di individuare il "migliore" era dato acquisito da tempo. Per quanto riguarda invece la capacità di penetrare il mercato, rientriamo in un aspetto puramente commerciale, e allora la questione cambia: come si fa a pensare che una medaglia di vinitaly vlga un incremento di vendite quando la stessa manifestazione, fatti salvi i primi 5 per categoria, si premura bene di tenersi stretti un po' tutti con la meravigliosa "menzione d'onore" (e se ne contano circa 100 per categoria). A conti fatti, a quella manifestazione ci sono almeno un migliaio di vini "meritevoli di menzione" e "menzionati", anche volendo, come potrebbe un lettore mediamente interessato districarsi in quel dedalo di premi di consolazione che le aziende (grandissima faccia di tolla) esibiscono nei loro website sotto la voce "riconoscimenti" o, peggio ancora, "premi"? Detto questo ognuno si guadagna il paqne come gli riesce meglio su questa terra, e i signori organizzatori, come tutti noi (o forse più di noi...) rispondono al comprensibilissimo istino del "dottò! Tengo Famiglia.."

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Francesco Fabbretti

circa 15 anni fa - Link

P.S. prima di attirarmi qualche strale dai difensori di vinitaly mi preme precisare che ho usato questa fiera in quanto una di quelle citate nell'articolo iniziale. Lo stesso discorso lo rifarei per la maggior parte di fiere et similia che si tengono sul globo terraqueo

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Franco Ziliani

circa 15 anni fa - Link

nei Concorsi e non solo c'é una gran quantità di vini meritevoli solo di... minzione... Solo che sono così pesanti e stucchevoli che si fa fatica anche a... beh, ci siamo capiti... :)

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Bereilvino

circa 15 anni fa - Link

I vari concorsi enologici in giro per il mondo possono essere considerati a tutti gli effetti delle macchine per fare soldi, e sicuramente lo sono i piu' grandi. Per le cantine invece e un modo per vendere qualcosa in piu. Infatti la partecipazione ai vari concorsi rappresenta un investimento di marketing, con ritorno economico. Per quanto riguarda la seconda brutta notizia concordo con i risultati delle ricerche fatte dalle universita' americane... una medaglia o una menzione non fa vendere una sola bottiglia in piu' perche' il consumatore comune guarda in genere principalmente il prezzo. Mentre fa vendere, e anche parecchio, quando si guardano le vendite B2B.

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Filippo

circa 15 anni fa - Link

Avete mai visto Gaja o Antinori o Ornellaia o Conterno o Giacosa? I concorsi, almeno in Italia e per buona parte di quelli esteri, sono preda di cantine sociali, grandi realtà produttive tipo imbottigliatori o aziende "market oriented". Leggete i vincitori dei vari concorsi italiani. Li conoscete? Li berreste? Io personalmente non ho mai acquistato una sola bottiglia che avesse vinto un concorso. Questi lasciano il tempo che trovano, sono davvero inutili.

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andrea gori

circa 15 anni fa - Link

ho sempre sentito dire dalle cantine che almeno all'inizio per avere un certo curriculum presso gli importatori USA o anche europei un minimo di medaglie le devi aver raccolte. Poi ovvio che non tutte valgono quelle di Decanter però dire che non servono a nulla mi pare esagerato. Magari non ti affermano e ti rendono famoso ma di sicuro ti fanno entrare tra le cantine "papabili" di scelta.

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andrea gori

circa 15 anni fa - Link

ho sempre sentito dire dalle cantine che almeno all'inizio per avere un certo curriculum presso gli importatori USA o anche europei un minimo di medaglie le devi aver raccolte. Poi ovvio che non tutte valgono quelle di Decanter però dire che non servono a nulla mi pare esagerato. Magari non ti affermano e ti rendono famoso ma di sicuro ti fanno entrare tra le cantine "papabili" di scelta, per lo meno da parte di alcuni buyer internazionali

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