Il Pollenza e Vigne dei Boschi non sono diavolo e acqua santa, ma io preferisco l’acqua santa

di Alessandro Morichetti

Visitare cantine è un’esperienza di vita e io ho visto cose che voi umani vi sognate. Giudicare vini con serenità sotto lo sguardo vigile di una bestia imbalsamata non è roba da tutti i giorni (bastino le corna sullo sfondo). La foto dice tutto: taglio bordolese in bottiglia che fa tanto internèscional Haut Brion, life style della società che conta intorno, terroir rivisitato con l’enologo consulente di grido (mr Sassicaia Giacomo Tachis fino al millesimo 2006, Carlo Ferrini dall’annata 2007). Siamo nelle Marche e la storia della cantina Il Pollenza parte dal Conte Aldo Brachetti – Peretti per arrivare a parlare di petrolio, marchesi, cavalieri del lavoro e persino papi. Il progetto è imponente e ambizioso, la competente dedizione territoriale mixata a consulenze esterne offre vini interessanti, forse poco caratterizzati ma piacevoli e ambiziosi. Vitigni internazionali dalla prima ora per scelta aziendale (cabernet, merlot, sauvignon blanc, pinot nero) e qualche timido avvicinamento ad autoctoni come il maceratino compongono una gamma ampia e divesificata.

Poi ci sono i vigneron come Paolo Babini e Katia Alpi. Ti accolgono nella loro casa di Solarolo, nei pressi della romagnola Brisighella che sta sfornando “grandi” vignaioli in quantità. Visitare salotto e cantina è una cosa sola: 10.000 bottiglie e quasi 10 etichette prodotte, altro che pianificazione commerciale. Produrre per Paolo Babini è un’esigenza creativa, lui vuole parlare con la sua terra e se quella dice che albana, riesling da cloni alsaziani, sangiovese, pinot nero, malbo, sauvignon blanc, pagadebit e non ricordo quali altre uve danno buoni risultati, ciascuna per la sua strada e poi in bottiglia. Quando tutti nel circondario sono in commercio con le Albana di Romagna 2009, lui orgogliosamente ti avverte che sta per uscire la sua 2006, cui manca l’etichetta ma non un’incredibile energia, e cosìtantoper assaggiamo insieme una magnum di Albana 2002, annata sfigata: camomilla, tè, tannini e una spontaneità che se la racconti ai vari Ferrini di cui sopra gli si accappona la pelle al limite dell’infarto.

Di aver poi aperto un pagadebit Selva dei Lupi del 2004 macerato sulle bucce non dovrei neanche dirlo perché qui davvero si sfocia nei crimini contro il senso comune. Non so in quante zone le omonime uve highlander servissero a pagare i debiti anche nelle stagioni pessime, so solo che Babini ti presenta un vino, pur sapendolo imperfetto (olive in salamoia al naso e in bocca: vino non piacevole ma vivo), per mostrarti i progressi del suo percorso produttivo. Lui, lei e il vino, una specie di trinità.

Ripenso alla nobiltà de Il Pollenza, punta di diamante aziendale dall’annata 2001, etichetta interessante ma forse ancora senza l’acuto memorabile. L’annata 2004 in commercio ha convinto tutti, saporita, sfumata e di buona distensione, forse un pò inchiodata su note fruttate una volta nel bicchiere ma assai godibile. In parabola discendente la 2001, interessante in bocca e meno al naso la 2002, calda ma gustosa la 2003, abbastanza dimenticabile la 2005, interessante su note floreali e ritmate la 2006, non ancora in commercio per scelte commerciali: figlia del passaggio Tachis-Ferrini, mi è sembrata molto interessante e ben più snella della 2007 in bottiglia, materica e opulenta che la metà basta. Il tempo dirà se i muscoli e l’estrazione hanno giovato al vino.

Due aziende, due storie che più diverse non si può. Stupiscono entrambe per ragioni opposte: istintività, sperimentazione, rusticità e affetto da una parte, pianificazione, severa professionalità, sfarzo e suggestione dall’altra. Cultura dei luoghi, storia di famiglie. Tutto quello che i centesimi non dicono ci piace terribilmente.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

37 Commenti

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

mi basta guardare la foto con la parata delle bottiglie, con quella forma della bottiglia e quella etichetta che, con vero provincialismo, "fa tanto internèscional Haut Brion" (come osservi bene Alessandro) e poi leggere il nome dei winemaker per capire che non é sicuramente un vino nelle mie corde il Pollenza... Domanda: ma a queste persone hanno detto che il muro di Berlino é caduto, la guerra é finita, un certo gusto internazionale ormai non se lo filano più nemmeno negli States?

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Mirco Mariotti

circa 13 anni fa - Link

Ho conosciuto Paolo grazie al progetto Fondo San Giuseppe; mi ha messo a disposizione la sua conoscenza, quando per avere il parere di un consulente occorre spendere cifre almeno a tre zeri. Se c'è un modo per capire cosa sia il "vino naturale", credo non si debba partire solo dalla fine, ovvero il bicchiere, ma dagli uomini. Oggi, più che mai, credo che debbano essere gli uomini a raccontare ciò che fanno, in prima persona, tenendosi vicine solo le persone che stiamano. Gli strumenti ci sono, per fortuna, tutto il resto, ahimè, è sempre più business, basti vedere le polemiche di Milano. Siamo in una fase critica, quella in cui i "vini naturali" vanno di moda: l'occasione migliore per creare una bolla che scoppiando potrebbe sputtanare il lavoro degli artigiani, dopo tutta la fatica che hanno fatto per riavvicinare il consumatore al mondo della produzione. Saluti Mirco

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Mirco Mariotti

circa 13 anni fa - Link

PS: grande l'Albana 2002, compreso il look della bottiglia! ;-)

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carolina

circa 13 anni fa - Link

io la katia la conosco ^_^ e i suoi vini anche. buonissimi :)

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Il Pollenza e' la realizzazione dell'ambizione di Aldo Brachetti Peretti, arrivato all'apice del potere si e' comprato una tenuta stupenda nella sua natia Ancona. Ha chiesto a qualche amico altolocato chi era il miglior enologo allora, ha chiamato Tachis e si e' fatto vigne e cantina secondo le sue direttive. Tramontato Tachis ha cercato nell'elenco telefonico l'enologo piu' importante al mondo, l'ha trovato in Ferrini. Il Conte Brachetti Peretti e' un uomo di potere, abituato a raggiungere obiettivi ambiziosi, il Pollenza e' la sua ciliegina sulla torta. La bottiglia di taglio borgognotto l'ha scelta lui, l'etichetta di tipo bordolese l'ha decisa lui, ma confessa che "il vino in fondo non gli piace poi tanto". I suoi vini e la cantina avrebbero un grandissimo potenziale, ma il Conte si avvicina agli ottanta e chi fra i suoi quattro figli ha interesse di occuparsi sul serio di quello che e' un costoso balocco? Per ora le scelte stilistiche e produttive sono in mano dell'enologo, sul commerciale sorvolo. Per la cronaca, nei distributori API (proprieta' del Conte e famiglia della moglie) si vendono sotto l'etichetta Festival un bianco e rosso a buon prezzo. Forse per ora la produzione piu' giusta come rapporto qualita' prezzo.

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Hans Barth

circa 13 anni fa - Link

NElle Nuvole, ottima sintesi, no Ancona ma Macerta e la cantina si trova a Pollenza. Per il resto che dire, Morichetti ha capito la lezione: Il potente non si tocca, non si spreca in lodi però si lascia una possibilità. La seconda lezione: è facile essere romantico con chi fa vini naturali, ovvero con chi fa solo il suo lavoro. Bella la democrazia del Web, tutti possono scrivere di tutto.

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Caro Hans, Morichetti non doveva capire alcuna lezione. E' andato, ha visto, filtrato e raccontato. Hai ragione, comunque: il web ma soprattutto la carta sono pieni di chi avrebbe sperticatamente lodato la prima realtà ignorando la seconda. Noi invece siamo in missione per conto di dio :-)

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

Bravo Alessandro, quello che dovevi dire,con garbo, l'hai scritto esprimendo la tua perplessità sui vini di Pollenza. Hai perfettamente ragione, la carta stampata e anche larga parte del Web é piena di personaggi che di fronte al ricco e potente, anche quello che produce vino, fanno la figura degli zerbini. Tu non l'hai fatto e ti va reso merito

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Hans Barth

circa 13 anni fa - Link

Caro Morichetti, è il coraggio che manca. Le faccio un esempio:non ho nulla di personale contro il Conte ma considero il lavoro fatto nella cantina il Pollenza una grande violenza contro la natura, la terra e il vino stesso. Poter decidere solo perchè si ha a disposizione mezzi e denaro di piantare vigne in ogni dove (varietà internazionali, enologo famoso e tecnologia ecc...)è solo vanità, capriccio e avidità. Visto che lei è marchigiano saprà già che un altro produttore locale coma la Murola ha piantato 50 ettari di vigna senza neanche sapere cosa farne. Non scendo nei particolare per quanta tristezza c'è in aziende come queste. Ora, capisco che Massimo Bernardi fa il suo mestiere e cerca di lasciarvi provocare tutti con risultati anche poco eleganti però non mi venga a dire che sono semplicemente vini onesti e benfatti, c'è altro dietro. Certo avere il tifo di Cernilli è garanzia, no di qualità, ma magari avrà un posto nella prossima guida dei vini. Continui cosi, farà strada, ha capito il trucco del mestiere. Ps. può dormire sereno a pure la benedizione di Ziliani.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Signor Barth, non mi sembra che in questo post Morichetti si sia asservito, anzi già nel titolo ha espresso la sua posizione. Ha presentato due realtà. Ha fatto il suo lavoro.Ha dato il via ai nostri commenti che ptevano prendere diverse direzioni e forse dedicare un po' piu' di attenzione a Vigne dei Boschi e meno al Il Pollenza, mea culpa, ma la tentazione era troppo forte. Questo é un bel blog perché ci partecipano voci diverse e ognuna ha il suo spazio, persino io, persino lei.

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Hans Barth

circa 13 anni fa - Link

Signora "Nelle Nuvole" è proprio questo tipo di atteggiamento che non amo. Finta Democrazia, in più dietro l'alibi della oggettività numerosi blog si permettono di sparare grosse cavolate. E' il problema di questo paese (il vostro in realtà, io sono nato altrove) non avete coraggio. Quindi ben venga un uomo che fa un'azienda non perchè ama il vino e il suo territorio ma perchè semplicemente aveva un capriccio. Ripeto nulla di personale. Sono figli di contadini, spero che nella sua famiglia ci siano stati uomini che hanno lavorato la terra. Lavorare in un ristorante e portare il vino ai tavoli non da nessuna responsabilità, intanto abbiamo stuprato e violentato il mondo del vino con una comunicazione avida, poco attenta e marchettara. Va bene cosi. Le auguro molta serenità e felicità a Lei e atutte le persone che vuole bene.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

Amen!

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kenray

circa 13 anni fa - Link

il conte ha una figlia magari single? no perchè sarei interessato a continuare io la produzione. tra l'altro nasco designer e potrei creare etichette decisamente migliori (anche il nome fa decisamente da lassativo) manco a sorbara le fanno cosi' brutte. anzi ora che ci penso c'è un lambrusco emiliano che usa gli stessi colori, bianco e oro ma meglio distribuiti cromaticamente. che sia solo un caso?

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Due figlie, una é sicuramente sposata, l'altra non so. Ma hai bisogno del doppio cognome per farti avanti.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Mi correggo, Festival é il nome della catena di punti vendita collegati con API. Il rosso e il bianco prodotti da IL Pollenza ed ivi venduti hanno un altro nome che al momento mi sfugge,qualcuno mi aiuti se ha fatto benzina recentemente. Il succo del discorso comunque non cambia.

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kenray

circa 13 anni fa - Link

alex sei stato nominato pippone dell'anno.

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Armando Treccafé

circa 13 anni fa - Link

Ken, sei un grande... riesci sempre a strapparmi un sorriso...ma almeno ti fai pagare? Saludos....

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Armando Treccafé

circa 13 anni fa - Link

Comprare un vino che si chiama Festival presso un distributore di benzina pensando a NN è poesia pura....appena torno in Italia cerco subito una pompa API...NN you're priceless

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daniele

circa 13 anni fa - Link

Al di la' dei soldi investiti e dello sfarzo che, visitando l'azienda appare un po' eccessivo, bevuto qualche sera fa il Porpora 2007 de "Il Pollenza", un merlot in purezza, non mi è sembrato male...

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Concordo con te. Ben fatto e piacevole ad un prezzo competitivo (8/9 euro sullo scaffale). Promettente il metodo classico che stanno elaborando, direi ben più interessante del Duende, lo charmat. Il Brianello è un sauvignon vinificato in riduzione che paradossalmente sà di sauvignon meno di molti altri non-sauvignon che adottano la stessa tecnica. Non mi è piaciuto il pinot nero Brachetti 2007, con naso di pomodori secchi e confettura e bocca poco ritmata non così invitanti.

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Rinaldo Marcaccio

circa 13 anni fa - Link

In riferimento all'edizione '08 del Brianello, da informazione avuta in azienda in via del tutto informale, penso di poter affermare che trattasi prevalentemente di Trebbiano e Maceratino, con piccoli saldi di Sauvignon e Malvasia.

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Ruggero Romani

circa 13 anni fa - Link

a me basta passare tutte le mattine davanti all' api di falconara per perdere ogni voglia di assaggiare i vini del conte-petroliere.

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Eugenio

circa 13 anni fa - Link

Mi inginocchio sui ceci davanti a Paolo e Katia. Da anni producono tra le cose più eccitanti in giro (non solo in Romagna). Il potente e "razzente" Settepievi (Malbo in uvaggio con altro), il a volte potente a volte borgognone Nero Selva (Pinot Nero), i grandi Riesling 16 Anime (spettacolari la 2004 e 2005 giocate su un maestoso equilibrio acido/dolce, 2008 verso uno spettro alsaziano). E fortunato a bere una delle ultime Selva Dei Lupi. Grandi vini e grandi persone.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

Nelle Nuvole, mi scusi: ma é proprio convinta, come ha scritto, che "l’enologo piu’ importante al mondo" sia Carlo Ferrini? Io ho profondi dubbi in merito... E credo che questi dubbi comincino ad averlo molti consumatori che quando scoprono quel determinato vino é opera (stavo per dire clonati) dell'enologo co' baffi, scantonano e dicono "abbiamo già dato"...

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Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

diciamo che è quello più pagato dopo Michel Rolland, il che a suo modo è una qualità innegabile. Quantity has a quality itself

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

ah beh, se il criterio per giudicare il valore effettivo di una persona é verificare quanto sia pagato per il suo lavoro siamo a posto... Ma é una risposta che non mi stupisce affatto da parte del Gori... Tout se tient dicono in Francia

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Il "più importante" non vuol dire "il migliore" o il "più bravo" e poi ho usato il passato prossimo. Qualche anno fa Carlo Ferrini era stato impalmato come enologo dell'anno, giusto in tempo per essere scelto dal Conte. Lo sa quale fu la prima iniziativa del Nostro? Espiantare le viti di Pinot Nero e sostituirle con il Petit Verdot.

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Pierpaolo

circa 13 anni fa - Link

"Lo sa quale fu la prima iniziativa del Nostro? Espiantare le viti di Pinot Nero e sostituirle con il Petit Verdot." Nelle Nuvole, non si sta riferendo all'azienda Il Pollenza, vero?

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Cos'é una domanda retorica? In questo caso mi riferisco a Il Pollenza. Questa era l'intenzione del Dott. Carlo Ferrini una volta assunto in sostituzione del Dott. Tachis. Faccio ammenda, la frase esatta doveva essere "Lo sa quale fu la prima iniziativa del Nostro? Proporre al Conte Brachetti Peretti di espiantare le viti di Pinot Noir e sostituirle con Petit Verdot" Mi scuso con i lettori. Tra l'altro sul sito si legge che il Dott. Ferrini nel 2007 é stato dichiarato il migliore enologo del mondo ed é il più illustre enologo italiano.

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Pierpaolo

circa 13 anni fa - Link

Infatti il pinot nero non è stato espiantato. Anzi, ne esiste una versione 2007 (l'altra è la 2003; la prossima la 2010), realizzata quando la supervisione tecnica era passata in mano a Carlo Ferrini. Poche bottiglie, tre barrique in tutto. I tre ettari saranno perlopiù usati per creare basi spumante, da rifermentare con metodo classico e con metodo italiano.

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gian paolo

circa 13 anni fa - Link

Grande Paolo Babini e grande anche la Katia!!!grandi vini e anche lui malato come il sotto scritto di "Malbite acuta" senza via di guarigione.Sette pievi e 16 anime sopra tutti ...altro che Michel Rolland ,Paolo come consulente questo si che sarebbe figo!!!

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Luca Cravanzola

circa 13 anni fa - Link

Morichetti ha pure la mia "benedizione" e per la cronaca sono il miglior enologo degli ultimi 150 anni!!!

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

@Hans Barth. grazie per la sua risposta e per lo sforzo di scriverla in italiano. Ricambio gli auguri di felicità e serenità.

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Hans Barth

circa 13 anni fa - Link

La follia è di coloro che credono di poter sovvertire l’ordine naturale delle cose sostituendosi, con infinita prepotenza e presunzione, a quella meravigliosa “Macchina” che è la potenza generatrice di tutto l’Universo e della quale, a malapena, conoscono soltanto, e in piccola parte, quello che potremmo chiamare l’involucro esterno, ma ben poco, o quasi niente, sanno del suo contenuto. Sono stimolati, nella loro folle ricerca, non dalla sete di sapere ma dai più squallidi e meschini interessi che l’uomo possa mai perseguire: il potere e il denaro. Questo è un regalo che mi ha girato un amico e bravo ristoratore. Perdoni il mio italiano ma non è la mia lingua. Il senso del mio intervento voleva essere questo. Grazie per la sua cortesia e garbo. E' stato scritto da un certo Edoardo Valentini.

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Vini&Cretini

circa 13 anni fa - Link

Il mio blog ha come motto "Il Ritorno al Semplice", nel vino, commercialmente parlando cerco di operare quasi sempre con piccole realtà che io continuo a chiamare "Fattorie" e cerco sempre di conoscere le persone che fanno i vini che mi capitano sotto mano, cerco di sentirne "l'odore", nel senso che ricerco sempre e comunque la loro storia, la loro terra e quant'altro riescono a comunicare. Insomma: in teoria dovrei essere uno di quelli che appena legge il buon sunto scritto da Nelle Nuvole (grazie!) si distacca dall'argomento come se fosse una minestra che non gli piace.. Eppure...! poi leggo i commenti e mi arrabbio. Non conosco le due realtà messe a confronto (e questo blog mi piace per questo: così ho altri vini da "incontrare"!!) ma la domanda che vi faccio è: ma perché ce l'avete tanto con uno comunque che, alla fine, è proprietario di un'azienda che produce vini ben fatti e anche molto soddisfacenti, dal punto di vista degli obiettivi che si era proposti colui che tutto questo ha voluto..(insomma lui li voleva cosi questi vini!) Cos'è che vi da noia? Che Ferrini, che io non amo, sia strapagato per fare tagli bordolesi a giro per il mondo? Ferrini è un commerciante, come molti (quasi tutti!) quelli che sono nel settore, e vende il "suo" prodotto. Oppure vi da noia che uno che produce quell'odioso liquido chiamato petrolio abbia la sfrontatezza, solo perché ha i soldi, di avvicinarsi al nostro "nobile liquido della terra" e paragonarsi a chi la terra la suda davvero?? Ah, no! Forse vi da noia che nelle Marche si producano vini "internazionali"?? Perché il riesling che citate qui sopra (e che, lo ammetto, mi attrae ed incuriosisce parecchio!) è un autoctono della zona?! Ora, visto che magari vi ho fatto arrabbiare, perché non ammettere che Pollenza è una realtà che comunque ha la sua ragione d'essere? che i suoi vini, sicuramente "di taglio internazionale" possono essere piacevoli (e per brianello e porpora aggiungo di buon prezzo..)? e che ok, vi sto scrivendo da una camerina di un podere nel bel mezzo del chianti, un'aziendina (non dico il nome..) che fa ottomila bottiglie e che usa solo sangiovese nel suo Chianti Classico, fatto con lieviti indigeni, botti grandi e tanta passione a tal punto che la proprietaria, Susanna, consegna in Toscana, le sue bottiglie direttamente lei con la macchina perché vuole tenere il rapporto col cliente(!), ok, dicevo, li fa Ferrini, e si riconosce la sua mano immediatamente, ma quel tipo di vini lì, ha nel mercato consumatori molto appassionati e fedeli che li ricercano e li riconoscono nonostante possano arrivare da luoghi (e persone, aggiungo io!) completamente diversi gli uni dagli altri..?

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Paolo E Katia Babini

circa 13 anni fa - Link

Arrivato a 50 anni e un giorno, dovrei essere classificato fra i saggi vista l’età, è giunto il momento che scriva anch’io sui blog. Inizio da Intravino visto che sono uno dei protagonisti di questo post. La prima cosa che desidero esprimere è, che nel mondo del vino possono coesistere diverse realtà. La prima secondo me è quella di chi vive di vino ma che non gli frega niente di cercare di capirne tutti gli aspetti, ma ci vive perché si è trovato in quel mondo per caso ( è un lavoro uguale ad un altro produrre vino o produrre bulloni ). Oppure , quelli che si sono realizzati in un altro lavoro e vogliono completare il loro percorso lavorativo producendo vino perché, se sono riusciti in un lavoro importate che ci vorrà a fare un grande vino. Poi ci sono quelli che invece ci credono nel vino e vogliono scoprirne tutti gli aspetti, vogliono capire, nel luogo dove sono, che risultati può dare il vitigno che vi hanno trovato. Impiantare una vite nuova e vedere se in quel luogo il vino prodotto prende le sfumature della zona di origine o ne genera altre. Produrre in modo più naturale possibile senza interventi invasivi sulla terra e su se stessi considerandosi una parte minima di un sistema più complesso che riguarda i regni della natura. Io mi sono ispirato a quest’ultima realtà perché non concepirei di produrre vino in altro modo, intervenendo il meno possibile, però intervenendo in tutti quegli aspetti che consentono poi di avere un risultato nel vino (vitigni che a me piacevano come vino nelle loro zone di origine, impiantare una vigna raccogliendo marze da vecchie piante presenti nella zona, gestione “naturale” della vigna e in cantina per raccogliere nell’uva quello che quel determinato ambiente può esprimere).

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Paolo E Katia Babini

circa 13 anni fa - Link

Conosco Michele, è un bravo professionista,in particolare della cultura biodinamica, e amante, come noi delle sfide difficili, sui territori(in zone alte) dei vini (rieling ecc..) e dei vini (estremi). Spero che rimanga qualche bottiglia per noi.

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