Flavio Roddolo, Monforte e lo scorrere del tempo

di Mauro Mattei

La giornata è di quelle che ti aspetteresti in Langa d’inverno: il freddo che punge, l’aria ferma, i suoni ovattati. La strada verso Monforte, sembra sfidarti a suon di curve e ghiaccio, tant’è che arrampicarsi sulle salite e infine lungo la piccola strada che conduce a Bricco Appiani, assume toni eroici. Una volta arrivati in cima al colle il senso è d’immersione. Non si può evitare di gettare lo sguardo intorno e si barcolla per il panorama, per le colline che fluiscono l’una dentro l’altra, dissolvendosi nel bianco. Sulla porta, Flavio Roddolo aspetta e scruta. Stringe la mano forte, ti guarda in faccia dritto. Evitando i convenevoli ti fa entrare nella cascina e – senza soluzione di continuità – mostra quello che c’è da vedere: il piccolo crutin dove conserva le annate storiche, le botti grandi e le barrique usate, l’acciaio e il cemento, la cantina interrata – scavata nel tufo.

Con maggiore trasporto ti spinge fuori a vedere le vigne di quella Monforte diversa, che guarda Serralunga e Dogliani. Basta poco e già capisci l’anima dei suoi vini, tesi fra austerità e concentrazione. Davanti alle viti, ancora da potare, si parla di approccio tradizionale, dell’incidere e dell’incedere dei millesimi – così diversi e sempre meno facili da interpretare. Si battono i denti, eppure è bello scivolare in quel bianco, lasciarsi assorbire dal senso di calma, lasciarsi cullare dalla voce pacata di quest’uomo che sembra aver raggiunto un equilibrio fra la durezza del volto, la porosità dei gesti e  i lineamenti della terra che da sempre lo circonda.

E’ così che ritrovandosi intorno ad un tavolo, col calore di un camino e un calice davanti, non viene difficile centrare il senso della sua produzione: l’architettura che regge il progetto. La chiave di volta è l’assenza della fretta, la capacità di osservazione e deduzione. Ed eccoti ad assaggiare vini schietti e millimetrici, densi e turgidi, potenti e freschi. Annate vecchie e nuove raccontano la voglia di cavalcare il tempo senza perdere di vista il bicchiere, la bevibilità. Una batteria infallibile, affascinante nella sua decifrabilità. Sono vini che parlano di moralità e tradizione, capaci di ritagliarti di fronte una fetta di territorio e di raccontarla con colori vivi.

E’ per questo che il Dolcetto d’Alba Superiore 2007 è potente e pulito – buono anche se ancora in fasce – mentre Il Dolcetto d’Alba 2005, sulla carta più semplice, mostra un senso di compiutezza che solo il tempo sa dare. La Barbera Superiore “Bricco Appiani” 2005 è uscita da poco, ne berresti un barile e con lo stesso impeto la immagineresti in un posto sicuro, tranquilla, ad affinare. Il Barolo “Ravera” 2005 è un vino da manuale e vorresti catapultarti fra 15 anni per goderne appieno. Il Bricco Appiani 2004 (Cabernet Sauvignon in purezza prodotto in tiratura limitatissima), ancora con fare sgarbato, racconta di come la varietà – senza sforzo – possa piegarsi al territorio.
Un insieme di vini speciali, insomma, marchiati a fuoco dalla modestia e dall’ironia burbera e calorosa di un personaggio che, lontano dai proiettori, porta avanti il suo progetto di vita con i gesti di sempre.
Vorresti – così – sederti a Bricco Appiani a guardare le colline. Vorresti imparare a godere del silenzio, rubando il segreto a chi riesce a dominare il tempo senza subirlo.

Mauro Mattei

Sommelier multitasking (quasi ciociaro, piemontese d'adozione, siculo acquisito), si muove in rete con lo stesso tasso alcolico della vita reale.

18 Commenti

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francesca ciancio

circa 13 anni fa - Link

speravo che prima o poi qualcuno ne scrivesse. è arrivato quel momento. grazie mauro

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Jacopo Cossater

circa 13 anni fa - Link

Sempre un piacere leggerti Mauro.

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enrico togni viticoltore di montagna

circa 13 anni fa - Link

ricordo di quando ho conosciuto Flavio Roddolo. Eravamo andati a visitare un'altra cantina quando, sulla strada del ritorno, dalla nebbia,è comparsa la freccia che indicava "Rodddolo Flavio", siamo saliti, lui è uscito in tuta azzurra da lavoro, ci ha accolti, fatto assaggiare tutto, e non ha fatto una piega, erano le 20:30!

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www.playwine.blogspot.com

circa 13 anni fa - Link

Una gita da quelle parti, anche per fare regali, ci vuole proprio. Buona giornata a tutti.

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Andrea Federici

circa 13 anni fa - Link

Bella recensione. Ho trascorso con Flavio Roddolo un pomeriggio intero a fine luglio. E' stato davvero piacevole passeggiare fra le sie vigne e chiacchierare poi attorno al tavolo, dei suoi (ottimi) vini e del mondo del vino in generale. Ti fa sentire a casa tua.

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cesare

circa 13 anni fa - Link

un ottima recensione con un giudizio obbiettivo e appagante dato da un grande sommelier

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Nicoletta Bocca

circa 13 anni fa - Link

Sono quindici anni che cerco di farmi insegnare da Roddolo a fare il vino. L'unica cosa che sono riuscita a condividere con lui è quella bella sensazione che i vini siano tutti figli di un vitigno e di un terroir riconoscibile, ma che in più ci sia un filo comune di fondo che li lega, un carattere che non sai da dove venga, ma che c'è forte e crea un' identità. Mi ricordo una sera d'estate a Monza mentre parlavo di Dogliani con Masnaghetti e lui di colpo se ne esce a dire "Nicoletta, come mai i tuoi vini hanno qualcosa che li lega tutti, una similitudine?" Ho buttato li la prima fesseria che mi è passata per la testa :"saranno i lieviti o il terreno" ma dentro di me ho subito pensato :"Roddolo. Allora ce l'ho fatta!"

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eleonora guerini

circa 13 anni fa - Link

io amo flavio roddolo, ultimo contadino di langa.

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Mauro Mattei

circa 13 anni fa - Link

non vorrei sbagliare ma la prima bottiglia di Flavio Roddolo l'ho scovata su tuo suggerimento :)

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eleonora guerini

circa 13 anni fa - Link

:-) :-) :-)

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Simone e Zeta

circa 13 anni fa - Link

Assaggiata una sera ad Alba, la Barbera di Roddolo mi ha stregato.. Subito ribevuta all'occasione successiva, ma quanto è buona!!! Ps: tra l'altro è uno di quei vini che non fa niente per piacere.... fantastico!

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Mauro Mattei

circa 13 anni fa - Link

Ma come? Te ne vai in giro per Alba a bere a destra e a manca e non mi interpelli? Sei radiato immediatamente dai miei eno-amici! ;-)

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attoadivenire

circa 13 anni fa - Link

Spesso leggo di Flavio Roddolo come un uomo da tratti burberi e duri....Non so forse lo si fa per mettere in luce un personaggio che non dà nessuna importanza all'apparire, mi ricordo la prima volta che ho conosciuto Roddolo durante un viaggio in langa, alla ricerca di qualche produttore per la mia enoteca e mi ricordo di una persona gentile e sensibile mi ha accolto con garbo e mano nella mano ad una piccola bambina...quindi più che burbero secondo me Roddolo è riservato...la degustazione dei suoi vini è stata bellissima quel giorno ho avuto la fortuna di capitare insieme ad un amico di Roddolo che sembrava Verdi ed un'importatore tedesco, sono entrato alle 10 di mattina e sono uscito alle 3 di pomeriggio senza mangiare(appena un po' di gressini)....ormai quando vado in langa è la mia tappa fissa! :)

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Giorgio

circa 8 anni fa - Link

Piu' tradizionale di così non si puo'...Un grande personaggio del vino.. quel vino di una volta.Stracontento di aver acquistato qualche bottiglia ed averla in bella mostra nella mia cantina pronta per essere stappata al giusto momento..

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