Benvenuto Brunello 2012 | Cosa resta a parte gli assaggi, le rece, i punteggi

di Francesca Ciancio

Come le ciliegie, un Brunello tira l’altro. 2007 base e selezione, i 2006 Riserva. Duecentocinquanta circa.  Perché non ti basta  assegnare un 89 come punteggio, vuoi toccare il tetto dei 90 e andare più su, trovare il vino che ti strazia, che ti cambia la vita, almeno fino alla prossima Anteprima Brunello. E mentre bevi e mastichi focaccine e grissini, Montalcino intorno a te pullula, si veste a festa e vive come in una piccola comune di gente che spesso si conosce da una vita e che commenta le annate, l’accompagnatrice di turno, il taglio della giacca, la dieta detox da fare rientrando a casa. 4 stelle per l’annata 2011 e piastrella dei Ferragamo.

Il giochetto davanti alla walk of fame in salsa ilcinese è sempre lo stesso: qual è la più bella? E la più brutta? Io voto per quella di Giannelli, quella con la Gioconda che fa le linguacce. Prima due giorni di Anteprima noiosetta per i produttori. Ai banchetti girava poca critica enologica: il 99 per cento di questa era nel chiostro a degustare con il servizio Ais. Il panico si è scatenato tra domenica e lunedì. 5000 presenze in due giorni. Roba da metropolitana di Tokyo all’ora di punta.

Art of spitting (cit. ultimo numero di Wine Spectator): il bordò della sputacchiera è di gran classe. Vi siete mai fatti la domanda: “Ma come ci si veste per sput… pardon, per degustare tutto il giorno?” –  Niente colli alti ampi, tessuti sintetici sconsigliati, meglio il cotone. Sulla lana a maglia larga la macchia può anche sparire da sé; in caso di incidente, procurarsi del sale fino e lasciarlo in posa per 10 minuti, poi sciacquare con acqua. In abbondanza. E la pausa necessaria, la scintilla nella monotonia, è il break salvifico. “Ci prendiamo un caffè?” E’ la domanda retorica di rito. Nel bar come al buffet si parla intanto di lavoro, di riposizionamenti di collaboratori, di quei blog che buttano tutto in caciara, del futuro del cartaceo dell’editoria enogastronomica.

Qui la proporzione è buona. In un tavolo da 5, ci sono due donne. E mica due qualunque: Giulia Graglia e Chiara Giovoni discettano di Brunello con Riccardo Viscardi, Andrea Gori e Leonardo Romanelli. L’altra metà del cielo agli altri tavoli latita abbastanza. Quelle presenti sono per lo più straniere e raramente interpellate nelle interviste video. Poi si va all’Osticcio per rifarsi del buffet sempre troppo carico dell’Anteprima e per bere gli assenti illustri. Il titolare Tullio è un selezionatore sopraffino di materie prime. Tutto il mondo del vino è passato da queste stanze. Sottofondo jazz e pelati di Paolo Petrilli della masseria La Motticella predispongono bene all’assaggio dei “dissidenti”: Podere Salicutti 2007 e Costanti 2007 ( la Riserva era terminata) fanno venir voglia di comprare casa in Val d’Orcia.

Una sorella affronta il selciato con tacchi vertiginosi. Che dire? Ha tutta la mia ammirazione. Luciano Ciolfi produce il Bramante, Brunello base e riserva (oltre al Rosso). Segue Twitter con intelligenza e scrive pure bei messaggi. Per me è il vino da 90 in su. Mica perché è il più buono. Forse perché aveva il banchetto a fianco a quello di Salvioni e un po’ intimidito lo era dall’esuberanza di Giulio.
Il Bramante invece ci faceva una porca figura.

Dopo il “Nuovo “, il “Certo”. Giulio Salvioni non sta mai fermo: dietro il banco, davanti al banco, bacia, saluta, stringe mani, si inalbera poi ride, guarda le ragazze. E la moglie, silenziosa, versa vino e ascolta i fan dell’azienda. Alessia, la loro figlia, è come Giulio. Il 2007 è buonissimo.

A ovest di Montalcino c’è il borgo di Camigliano di proprietà della famiglia Ghezzi. Anche loro fanno Brunello. Quella che vedete in foto è la chiesa del borgo, l’uomo di spalle è Stefano Cinelli Colombini che va a sentire la Santa Messa. Va lì tutte le domeniche. Il parroco ottuagenario ce l’ha un po’ con la proprietà. Negli anni ’70 gli fu abbattuta una quercia di sua proprietà. Da allora i Ghezzi, per “pagare pegno”, gli potano gratuitamente gli ulivi. Storie di ordinaria vita campestre.

16 Commenti

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Silvana Biasutti.

circa 12 anni fa - Link

Per conoscere davvero il Brunello Bramante di Ciolfi Luciano bisogna andare a trovare suo nonno (Bramante) - 96 anni (o novantasette?) - che mi vendeva la legna in una mia vita precedente. Bramante è anche il più vecchio vendemmiatore di Montalcino. L'ho visto in azione, nello scorso autunno, e posso testimoniare (anche con foto) che è uno che continua a fare la sua parte. Per dire, insomma, che non è un caso che il Brunello di Luciano faccia la sua 'porca figura'. C'è stoffa che viene da lontano lì.

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Luciano Ciolfi

circa 12 anni fa - Link

.... è del 15 il 3 maggio 97....

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Luciano Ciolfi

circa 12 anni fa - Link

Grazie :-)

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

Un applauso ai Brunelli di Luciano, vero viticoltore...te ne accorgi quando gli stringi la mano... La riserva '06, già buona adesso, sarà un grandissimo vino tra qualche anno!

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gian paolo

circa 12 anni fa - Link

bravo Gabriele, Luciano è uno che fa il nostro lavoro senza pugnette...la stretta di mano ne è la riprova e poi il suo Brunello l'è propria boun!

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Andrea Pagliantini

circa 12 anni fa - Link

Francesca, scrivi con i ventricoli e non con i testicoli, di uomini e donne indifferentemente, che pare di leggere pagine latinoamericane di Soriano affinate a Montalcino. Ottima la trama, ottimo molto Brunello, strepitosa nelle sue biciancole la signora con i tacchi rossi stretti in punta negli scarselli di un pavimento di lastre. Non per merito, ma onorato di essere nato lo stesso giorno di Bramante.

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

ma il Gori nella foto si stava aggiornando la bacheca di Facebook? :)) bellissimo post, mi ha fatto venire voglia di prenotare un week end a Montalcino...

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Silvana Biasutti.

circa 12 anni fa - Link

eh eh

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Montosoli

circa 12 anni fa - Link

Quante persone abitano a Camigliano ?

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Alessandro Bandini

circa 12 anni fa - Link

Ho provato a fare una piccola ricerca e l'unica fonte che ho trovato parla di 39 residenti. Avrei detto qualcuno in piú, ma di puó stare.

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francesca ciancio

circa 12 anni fa - Link

ora una quarantina e non mancano i bambini. LA cosa bella sarebbe poter mettere mano all'archivio fotografico dei Ghezzi per ricostruire la vita di Camigliano. Gualtiero Ghezzi mi ha parlato di feste bellissime che si tenevano a fine anni '70, battesimi compleanni , insomma di vita in un borgo che andrebbe riportato a nuova linfa

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Conoscendo i miei polli io mi rivolgerei a chi l'archivio fotografico o la storia recente della comunità di Camigliano già la ha o la potrebbe mettere insieme facilmente. Tipo l'associazione Montalcino Ieri o l'ex sindaco Ilio Raffaelli. L'appartenenza ad un luogo è come la mitica cultura del vino, molti la vantano ma pochi poi davvero la praticano.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Camigliano é in mezzo ad una campagna straordinaria e merita una visita se non altro per don Otello, una gran persona che ha sopportato per tutta la vita noi briganti montalcinesi e già solo per questo merita il Paradiso. La sua porta è sempre aperta e magari gli si può scroccare un bicchiere di "acqua del prete", che non é proprio analcolica.

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Sara

circa 12 anni fa - Link

Francesca, scrivi proprio bene!

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Alessia Salvioni

circa 12 anni fa - Link

infinitamente felice di essere come lui :-)

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Comunque i tessuti sintetici io li sconsiglio sempre.

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