Anteprima Vini della Costa Toscana | In Maremma si bevono anche grandi sangiovese

di Gionni Bonistalli

Dopo gli ultimi assaggi di sangiovese, mi ero ripromesso di parlare d’altro. Anche se la variazione sulle bollicine di monsieur Paillard (è Champagne, non Franciacorta, per cui posso dire bollicine) ha risvegliato il desiderio nascosto di anidride carbonica, rimango sempre legato alle mie radici toscane, perciò mi immergo nuovamente nel mondo del sangiovese perché non ci posso fare niente, mi scorre nelle vene.

Sabato, 5 maggio, ho partecipato all’Anteprima Vini della Costa Toscana, nella splendida cornice del Real Collegio di Lucca. Tra i tanti buoni vini assaggiati, la maggior parte caratterizzati dall’utilizzo di vitigni alloctoni francesi, le sensazioni più positive le ho avute dal nostro amato sangiovese, che piano piano sta tornando ad essere il protagonista principale dei vini maremmani, e non la caricatura del taglio bordolese.

Non potendo valutare approfonditamente tutti gli assaggi delle nuove annate presentate, ancora troppo indietro per rendere bene l’idea, voglio segnalare soltanto alcune etichette che secondo me sono già punti di riferimento per questo territorio.

Grotte Rosse 2007 – Az. Agricola Salustri
E’ un Montecucco, probabilmente il Montecucco per eccellenza per storia e tipicità. Le vigne di Leonardo Salustri sono forse le più invidiate del grossetano. Vecchie oltre 50 anni, derivano da un clone specifico, recuperato e studiato insieme all’Università di Pisa da vecchie vigne dell’inizio del secolo e denominato appunto Clone di Sangiovese Salustri. Qui il territorio unico si sente nel bicchiere, dove la forza del Grotte Rosse si miscela con la balsamicità dei boschi vicini, e una vena salmastra che dona sapidità. Provatelo con i salumi di cinta senese prodotti nell’agriturismo e non ve ne pentirete.

Capatosta 2009 – Poggio Argentiera
Il Morellino di Scansano Capatosta 2009, riassaggiato per l’ennesima volta sabato sera, è disarmante. In questo caso parlare di annata è fondamentale per capire come era (basta assaggiare il 2008 ) e come è diventato. La bevibilità di questo vino adesso è formidabile. Freschezza e leggiadria per un fondo schietto e puro che riporta alle nuance chiantigiane di Gaiole o Radda. Una tiratina d’orecchie al produttore Giampaolo Paglia da una parte, visto tutto il tempo che ci ha fatto aspettare per godere di un Morellino così, e un grosso applauso meritato per il cambiamento radicale dei propri vini. Tagliata di Chianina con un filo d’olio profumato al rosmarino e la bottiglia svanisce.

Lombrone 2006 – Collemassari
Chi non conosce Grattamacco? E Poggio di Sotto? Ebbene, la casa madre è la stessa. Se devo dire la verità, spesso diffido di aziende che propongono vini differenziati sotto lo stesso marchio. In questo caso mi devo ricredere: il Lombrone è una Riserva di Montecucco che non ha niente da invidiare a qualsiasi altro grande sangiovese toscano, sia che venga da Montalcino o da Montepulciano. Il 2006 è profondo, di grande struttura, ha bisogno forse di qualche anno in più di bottiglia per riuscire a rendere al meglio. Ma è affascinante, equilibrato e vivo. Anche nella nuova annata assaggiata spicca per la capacità di amalgamare potenza ed equilibrio. Aspettate qualche anno, e poi provatelo con una bella grigliata mista.

Tre espressioni diverse per una Maremma da riportare ai fasti passati. Il gusto del consumatore sta cambiando, per fortuna, e questo non può che far bene a chi produce vini che identificano un vitigno ed un territorio specifico. Lasciamo a vari guru il mestiere di fare, e pubblicizzare, vini impersonali e godiamo delle differenze che abbiamo nel nostro paese. Ultima segnalazione: questi sono i nomi del presente, per il futuro un’etichetta da tenere in agenda è Campinuovi, il Montecucco base: sotto 10 euri è spettacoloso.

[Crediti | Immagine: Campinuovi.com]

Gionni Bonistalli

"La vita è troppo breve, per bere del vino cattivo"

18 Commenti

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Francesco

circa 12 anni fa - Link

Il Capatosta ha impresionato anche me, l'ho sentito a terre di toscana ed è stato veramente un gran bel bere.

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Michele Braganti

circa 12 anni fa - Link

Mah....sarà anche il futuro...ma per me Nadia e Daniele di Campinuovi sono il presente...grande vino,grandissimo sangiovese...pura espressione,nitida,precisa....senza fronzoli ne lustrini da marketing...pura concretezza e sincerita'....tra l'altro sono lavorano in regime biodinamico

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Manilo

circa 12 anni fa - Link

Gionni tu mi spii, caxxo Iniziamo con il Salustri e proprio con il Grotte Rosse assaggiato al Vinitaly, fino a poco tempo fà il mio miglior Montecucco. Poi Poggioargentiera,ci ho portato tutta la mia delegazione Fisar di Manziana, Capatosta imbattibile,più lo assaggi e più lo tracanni,perdonami ma non c'era il Vallerana Alta? Su Collemassari la pensavo proprio come te chi troppo fà nulla stringe e mi son ricreduto a Terre di Toscana. Su una cosa mi hai anticipato e son contento della tua recensione( il Bonucci mi ha consigliato bene) il 27 di questo mese riporto tutta la delegazione in quel di Campinuovi, se ti ci fai trovare sarà un piacere. Paillard sempre a gogo.

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Gionni Bonistalli

circa 12 anni fa - Link

Ciao Manilo, Stai attento alle cimici sotto il sedile della macchina!!! ;-) Il Vallerana Alta è un ciliegiolo in purezza ed è un altro gran bel vino. Meriterebbe, insieme al Principio un capitolo tutto a se... Campinuovi l'ho scoperto da poco e sono rimasto felicemente sorpreso... Grazie dell'invito, se riesco a farci un salto ti avverto.

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Nic Marsél

circa 12 anni fa - Link

A proposito di cimici (insetti) : come mai il mio orto ad agosto/settembre ne è pieno mentre non è ho mai vista una in un vigneto? (scusate l'OT)

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Perchè le facciamo tutte fuori con i fitofarmaci. Ops, bio di qualunque tipo esclusi, of course.

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Gionni Bonistalli

circa 12 anni fa - Link

Sterminator!!!

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Fecero un deserto, e la chiamarono pace; non erano gli antichi romani, eravamo noi viticoli!

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irene stein

circa 12 anni fa - Link

..quando lavoravo da Nardi le cimici erano un must have! Il pet per eccellenza...bei ricordì...

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gian paolo

circa 12 anni fa - Link

Ragazzi sempre un piacere leggervi :) Gionni concordo con i vini da te degustati ,anche se l'ultimo Capatosta lo devo ancora provare. Ciao e a presto magari a ritrovare Brunone Paillard e la sua parrucchiera...zio can che acconciatura aveva sembrava Moira Orfei. Ciao Gian Paolo

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gionni1979

circa 12 anni fa - Link

:-)

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Manilo

circa 12 anni fa - Link

Ciao gian paolo, bella giornata con il parruccone.

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gianpaolo

circa 12 anni fa - Link

Approfitto per dire due concetti che secondo me possono essere d'interesse per la zona a proposito del vino: -e' possibile produrre vini autentici e di significato territoriale in Maremma, senza ricorrere ad uve internazionali, che al contrario possono produrre buoni vini, ma senza interesse territoriale (e, ma questa e' una mia considerazione personale, senza interesse commerciale) -non c'e' bisogno di scimiottare altre aree prestigiose, come Montalcino, ma semmai imparare, adattare, guardare alla tradizione, che esiste ma e' misconosciuta -ci vuole un po di coraggio per uscire dal cliche' del vino maremmano messo in scena fino ad ora (anche da me in passato). Era forse necessario quel passaggio diciamo cosi', giovanile, mentre adesso i tempi sono maturi per pensare ad acquisire una personalita' propria, non legata a modelli provenienti dall'esterno. Il territorio c'e', e' grande, e' vario, ed e' pieno di potenzialita' a mio avviso solo espresse parzialmente.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Dai, dici cose più che sacrosante ma in Maremma c'é un bel pó di gente che lavora così da una vita. Guarda Il Provveditore di Alessandro Bargagli, grandi vini ed é sempre stata tutta roba indigena che non scimmiotta nessun vicino illustre. Il suo Primo é un poema. E Guicciardini? Lo Scansanese (che é più dei nove decimi di tutto l'imbottigliato della Provincia di Grosseto) non è che abbia il potenziale di fare grandi vini in una sua precisa e originale chiave stilistica, in realtà già li fa da tempo. E sarebbe ora che il mondo dei media fosse un po' meno snobistico al riguardo; si scrive tanto di tante realtà vinicole tutto sommato poco significative che hanno il solo merito di fare quattro bottiglie e basta, mentre il fenomeno del Morellino che batte ogni record di vendite da dieci anni non se lo fila nessuno. Mah.

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Gianpaolo Paglia

circa 12 anni fa - Link

Tu sai bene anche perche', o almeno uno dei perche': i produttori del Morellino, in forma singola o associata, non hanno fatto abbastanza per comunicare quello che fanno e come lo fanno. In piu', accanto a persone ed aziende che hanno sempre lavorato in una direzione piu' territoriale - e io ci aggiungo anche gente come Sellari e Franceschini, ma si potrebbero fare anche altri nomi - c'e' anche tanto vino assolutamente anonimo, oppure ben fatto, ma pieno di uve internazionali, legno piccolo nuovo, concentrazioni eccessive, a volte anche vini enologicamente sbagliati. Tu che hai le radici in una zona di eccellenza sai bene che per fare una zona ci vogliono almeno un nocciolo duro di produttori capaci di mostrare una strada, con continuita' e personalita'. Quello che non e' stato fatto si puo' sempre cominciare a fare.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Assolutamente d'accordo. Anche se, personalmente, credo che il problema sia più di comunicazione e coesione che di tipicità condivisa e qualità del vino.

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gianpaolo

circa 12 anni fa - Link

Quando parlo di condivisione di una idea di vino, non lo propongo come metodo coercitivo, ma come il risultato finale di una riflessione comune, uno scambio di idee e di informazioni, anche, perche' no, un bere di piu' i vini degli altri. Il Consorzio che vorrei dovrebbe essere un luogo di creazione e di scambio di idee, non un organo puramente burocratico (o nei casi peggiori un luogo per l'esercizio di potere). Lo so che sono forse utopie, ma ho il sospetto che molti altri potrebbero prendere a cuore questa visione, che secondo me ha alla fine un valore anche commerciale maggiore di tante altre cose che si fannno spendendo soldi, a volte con pochi ritorni.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Oggi è un giorno davvero strano caro Giampaolo, mi trovo ancora ad essere del tutto d'accodo con te. Non direi che la tua sia utopia, e secondo me il progetto comune del Morellino esiste già. Solo che la maggior parte dei produttori lo vive e lo applica, ma non sa che anche il vicino lo condivide. Succedeva anche a noi del poggio vicino, poi ci siamo trovati costretti a vivere insieme una grande battaglia "pro arae et pro focis" e abbiamo scoperto (con grande sorpresa) che avevamo moltissime idee in comune; solo che ognuno credeva di essere il solo ad averle.

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