Anni zero del vino | And the winner is…

di Fiorenzo Sartore

InternetA me questa cosa delle classifiche di fine anno pare deprimente. A parte il fatto che ricorda gli sforzi da ricompilazione del sapere tipo Corpus iuris civilis nel tardo Impero romano d’Oriente, quindi una roba tetra (e pure un po’ decadente) – a parte questo, è anche una specie di manìa che sta contagiando tutti quindi ohibò, via dalla pazza folla, mi verrebbe da pensare. Invece il team dei Dissapori, manco a dirlo, s’appassiona una cifra e quindi tra di noi è tutto un gran confabulare di classifiche. Poi qui finisce proprio il decennio, altro che fine anno, e ci sarebbe da dire per una settimana.
E allora  sotto col lavoro: qual è l’accadimento definitivo, quello che segna indelebilmente gli anni zero? Come al solito qui osserviamo il mondo attraverso la lente deformante della nostra amata bevanda odorosa, quindi mi chiedo cosa abbia provocato maggiori scosse al mondo del vino, durante il decennio che finisce. Pensa che ti ripensa, mi accorgo che una risposta potrei averla davanti al naso: il mio monitor. E’ Internet, bellezza.

Qui un tempo era tutta campagna

Se ripenso ai primi anni zero (mamma che brutto ‘sto neologismo), Internet rappresentava, per l’enomondo, una periferia disabitata. Va bene, c’era Usenet e it.hobby.vino, ma le cosiddette conversazioni che animano la rete oggi erano lontane anni luce. Io, che ho incrociato i fondatori-firmatari del newsgroup sul vino in Italia, ho partecipato anche a quel genere di chiacchiere. Ricordo bene la carica alquanto sovversiva del dibattito senza filtri, qualche volta (spesso) irriverente e senza troppe menate. Quanto era lontano, diverso dalle brochure aziendali che mi ritrovavo sulla scrivania? Mi sembrava che iniziasse, allora, quel genere di rivoluzione linguistica e comunicativa che aveva già riguardato altri ambiti – solo che, ora, toccava al vino.

Il potere nasce dalla canna dal cavo del modem
Va be’, diamoci una calmata: rivoluzione è ovviamente un’iperbole. Tuttavia l’arrivo di Internet tra le cantine, le vigne e gli assaggi ha avuto qualche elemento di perturbazione della pacifica comunicazione unidirezionale alla quale eravamo abituati. Come dicevo, si ripeteva lo scenario visto altrove – del resto lo stesso accadeva col mondo food. Internet consentiva al gran numero di consumatori finali, fino ad allora passivi, di divenire parte del racconto, in maniera attiva. Come ogni perturbazione che si rispetti, tra uno scroscio ed un rovescio, ha portato pure qualche smottamento. Fuori di metafora: non tutti erano felicissimi di questa bella novità.

Forumisti, bloggaroli, ed altre bestiacce
Se non vado erratico, il 2003 è l’anno di nascita del Forum del Gambero Rosso. Mi sono sempre chiesto se gli editori di allora non avessero mai maledetto quell’idea di aprirsi ad un mondo di serpi in seno che come prima cosa non han trovato di meglio che contestare la guida ai ristoranti, o quella ai vini d’Italia. Eppure, con coraggio e lungimiranza, l’hanno fatto: quel forum è e resta (nonostante l’appannamento degli ultimi tempi) un notevole luogo di incontri, dibattiti, e risse feroci su tutto quanto fa food and wine. E questo era ancora niente. Tra il 2004 ed il 2005 i primi wineblog attaccano a far danni. Anche qua, con qualche ritardo rispetto ad altri settori, l’enomondo scopre cosa vuol dire conversazioni in rete. Quanto a me, una tantum vi risparmio il pippone su cosa sia un blog e perché possa rappresentare qualcosa di buono – e con questo spero di essermi guadagnato il vostro amore sempiterno. Per ultimi sono arrivati i social space sul vino. Non ci facciamo mancare nulla.

Tempi moderni

Questa orgiastica fioritura di forum, blog, community (ho perso da tempo il conto) per me rappresenta, oggi, la vera big thing del decennio. Prima non c’era, oggi c’è. Lascerei a voi il piacere di dire se, ed in che misura, questo abbia apportato miglioramenti all’enomondo. Io mi limito ad osservare che (ancora una volta) si ripetono le meccaniche viste altrove. I professionisti della comunicazione si stanno dividendo in due: quelli che hanno abbracciato il mezzo, lo usano e sono parte della conversazione. Poi, ovviamente, ci sono quelli che criticano l’ambiente della rete, secondo la loro rispettabilissima opinione. A proposito di opionioni rispettabili, anche io ne ho una su costoro: sono brontosauri. Ci sono, inoltre, le aziende produttrici, che una dopo l’altra hanno iniziato a smanettare con un’interfaccia WordPress e scendono nell’arena. Magari s’iscrivono a Vinix cercando di capirne mezza. Auguro loro che l’enorme potere disintermediante di Internet le aiuti in ciò che tutti abbiamo di più caro (il fatturato). Sorrido nel vedere quelli che scuotono la testa, dicono che non sono capaci di accendere il computer, e via così. Sarà il Natale, sarà che siamo tutti più buoni, ma anche queste sono opinioni che rispetto.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

2 Commenti

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Filippo Ronco

circa 14 anni fa - Link

Bello Fio, fa il paio con questo: http://www.tigulliovino.it/blog/2006/12/wine_web_graffiti.html è del 2006, su quel che resta del mio vecchio blog che non ho ancora trovato un momento per importare sul nuovo. La citazione del Corpus Iuris Civilis ha provocato in me una serie di reazioni a catena a partire dalle interrogazioni della Bianchini al primo anno di Università con tutte le sensazioni, l'atmosfera, l'ambiente di allora :) Ciao e buon anno a tutti voi, Fil.

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