Cosa fanno le alcolexic nell’happy hour milanese?

di Francesca Ciancio

apeVoi sapete chi sono le “alcolexic”? Sono le anoressiche che si nutrono di alcol. Maria Laura Rodotà, firma nota di Io Donna, il settimanale femminile del Corriere della Sera, sostiene che Milano è piena di zombie chic che si aggirano tra i locali della città dalle 18 p.m. in poi,  quando scocca l’ora dell’happy hour. L’ora felice spesso diventano due. Poi tre, quattro, fino a tirar l’alba.  Le amiche della giornalista, così su due piedi, sembrano appartenere all’upper class meneghina. Donne tra i 35 e 50 anni, colte ma insicure. “Non si è mai troppo magre” è il loro motto, e così via di cocktail e vade retro banchetto del buffet.  Io, milanese d’adozione e afferente alla middle class di immigrati, ho una visione un po’ più sfaccettata dell’hora feliz. I gusti cambiano a seconda dell’età e dei luoghi.

Prendete Porta Ticinese, ritrovo dei “gggiovani di sinistra”. L’età media qui è piuttosto bassa. Prima che cominciassero a fioccare le multe, non era difficile vedere sbevazzare le sedicenni.  Birra a ettolitri, sopratutto. Poi Negroni, anche nella versione sbagliata, e Americano, roba da palati forti. Un evergreen è il Mojito, almeno fino ad autunno inoltrato. In voga a Milano, come altrove, è lo Spritz.

Di anoressiche, in verità, ne vedo poche. Attente alla linea sì. Ogni tavolino con quattro signorine sedute somiglia a un casting di agenzie di modelle. In un metro quadrato di spazio trovi diverse migliaia di euro: borse, borsette e pochette Louis Vuitton e Gucci. Li’ qualche flute compare. Di prosecco però. Guai a voi se chiedete allo studente di chi è il prosecco. Lui è un lavoratore che per l’occasione fa il cameriere proprio nel locale da voi prescelto. Metterà su la faccia da esame universitario: un po’ obnubilata.

Le cose si fanno imbarazzanti se scegliete spumanti e vini fermi che sono più numerosi delle bollicine amate dal ministro Zaia. Ricevere due informazioni: se è un rosso o un bianco ( di rosè al bicchiere ancora pochi), se è freddo o a temperatura ambiente. Per il resto, attaccatevi alla bottiglia (nel senso che ci date una sbirciata).

Io sposo il consiglio della Rodotà: l’acquisto di qualche etichetta di pregio, da consumare in casa con persone simpatiche, vale più  che farsi spolpare da un wine-bar di tendenza a botte di calici sconosciuti. Però, forse, non conosco i posti giusti. Consigli?

4 Commenti

avatar

La linea dell'inutile (Mauro)

circa 15 anni fa - Link

a furia di seguire 'sto consiglio mi spolpo uguale :-), ma almeno cerco di bere bene senza farmi ...lare

Rispondi
avatar

Alessandro Franceschini

circa 15 anni fa - Link

A Cologno Monzese, per esempio. Enoteca dei 100 Barolo. Ne sanno a pacchi, non se la tirano, si mangia bene, si beve bene a prezzi più che umani.

Rispondi
avatar

vignereimanonposso

circa 15 anni fa - Link

Perfetto, non conoscevo questo posto a Cologno. Grazie mille

Rispondi
avatar

Alessandro Franceschini

circa 15 anni fa - Link

A Milano, invece, da segnarsi anche il Ratanà, in via de Castilla, tra il nuovo quartiere Garibaldi e Isola. Deve ancora aprire (fine ottobre) a dire il vero, ma se il duo Danilo&Cesare saprà replicare quanto di buono fatto sino all'anno scorso quando gestivano il Ristorante Alessandro, penso che potrebbe diventare un gran bel posticino sia per cena che per l'aperitivo soprattutto.

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.