Vuoi mangiare un cocktail?

Vuoi mangiare un cocktail?

di Elena Di Luigi

Sono circa 15 anni che le capsule commestibili ripiene di liquidi sono sul mercato e tra i primi a utilizzarle fu lo chef spagnolo Ferran Adrià a El Bulli. Oggi piú che mai vengono considerate come un’alternativa interessante e credibile al vetro e alla plastica, tanto che anche l’industria delle bevande alcoliche e non, le sta sperimentando.

In occasione del decimo anniversario della settimana del cocktail a Londra la casa di whisky Glenlivet ha presentato le prime commestibili cocktail pods, realizzate con la collaborazione del bar londinese Tayēr + Elementary, e ispirate agli aromi della Riserva del Fondatore, agrumi, legno e spezie. Ogni bocconcino contiene 23ml di liquido (uno shot é di 25ml) ed è racchiuso da un involucro realizzato con estratto di alga noto come oohos.

Il video di lancio su Twitter dice che la rivoluzione sta nell’aver eliminato in un solo colpo il ghiaccio, il miscelamento e il bicchiere, cose che per molti sono parti integranti del rituale e quindi del piacere della degustazione stessa. E proprio da Twitter sono arrivate le critiche piú aspre e divertenti, sia perché un packaging cosí pratico sembra incoraggiare un consumo sbrigativo e “da effetto”, sia perché c’è libera interpretazione su come assumerle, anche per vie alternative a quella orale.

Al di là del destino della Glenlivet Capsule Collection, le capsule di alghe sono un prodotto che piace molto alle multinazionali, come dimostrano i successi ottenuti con quelle riempite di integratori di sali minerali e offerte agli atleti lungo i percorsi delle maratone. Del resto avere un’alternativa che elimini o riduca l’uso di plastica e di vetro è molto piú che un’operazione di marketing, e i produttori questo lo sanno bene. In un’intervista sul Guardian del weekend, il governatore della Bank of England, Mark Carney, dice che chi ignora la crisi climatica è destinato alla bancarotta.

Tuttavia, pensare che il piacere della degustazione si possa ridurre a un attimo, giusto il tempo di deglutire, è pura follia.

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