Visitare aziende super blasonate: perché ci piace tentare l’impossibile?

Visitare aziende super blasonate: perché ci piace tentare l’impossibile?

di Simone Di Vito

Da quando seguo il mondovino da vicino una cosa non è mai mancata all’organizzazione dei miei tour in cantina: il tentativo di visitare un’azienda super blasonata.

Vai in zona Barolo e chiami Giacomo Conterno:
«Pronto, c’è Roberto?».
«Ma vai a cagar…».
Sei a Montalcino e bussi a Soldera, giri per Barbaresco e citofoni a Gaja; scherzi a parte, un tentativo stupido e inconsapevole fu quello in cui una volta, causa una settimana in Borgogna dopo il secondo livello AIS, inviai una mail al Domaine Armand Rousseau chiedendo poi, neanche troppo velatamente, il listino prezzi aggiornato oltre alla possibilità di una visita in cantina: a ripensarci anni dopo rido, mi imbarazzo e poi ricomincio a ridere.

Sono passati anni, tour, bevute, il gusto evolve, la consapevolezza aumenta, inizi a distinguere il possibile dall’impossibile ma il vizietto del tentativo inaccessibile è sempre lì in agguato.
Anche se poi, a distanza di anni, dopo aver visitato alcuni luoghi mitici, le delusioni non sono mancate: c’è quello che ti fa sentire di troppo e non vede l’ora di sbolognarti, chi ti versa il vino col contagocce e chi poi ti accoglie certo, ma col motto “Guardare ma non assaggiare” (anni fa ne avevamo parlato qui). Insomma, non sempre ne è valsa la pena.

E allora perché continuare a provarci? Per quell’aura di inaccessibilità? Per quel collezionare visite in stile figurine “Ce l’ho, ce l’ho, mi manca”? O perché fa figo? Ritengo che visitare aziende importanti, storiche o che magari con gli anni sono diventate una sorta di Mecca per ogni appassionato di questo piccolo grande mondo sia sempre e comunque un’opportunità. Assaggiare vini discretamente inaccessibili aiuta a dare una tridimensionalità, a capire il vero apice qualitativo di una certa zona e/o denominazione oppure, come a volte mi è capitato, a comprendere fino a che punto il vino/azienda in questione sia diventato elitario per una effettiva qualità o per strategie di marketing. Per poi scoprire che magari, li a due passi, c’è qualcosa di meglio a molti meno euro.

Il quartier generale del Domaine de la Romanée-Conti

Il quartier generale del Domaine de la Romanée-Conti

«Pronto, è il Domaine della Romanée-Conti? Cercavo il signor Aubert…».
«Ah, è andato in pensione?».
Per ora non sono mai arrivato fino a quel punto ma ho il fondato sospetto che prima o poi lo farò. Purtroppo lì già il nome della via fa capire come andrebbe a finire… Rue du Temps Perdu.

 

[Foto DRC]

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

15 Commenti

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Questo post segue, dopo 6 giorni, quello pregievole di Simone Di Vito sulla cantina del Lume Spento.

Ed amplia il discorso sulle visite aziendali.
Un tema eterno su cui ci siamo soffermati in alcuni dibattiti e su cui ho già espresso delle opinioni che ho riassunto in questa frase:
"alzate il c... dalle poltrone dei salotti delle cantine".
Ne ho spiegato i motivi: riassumendo perché mettono a rischio il concetto di INDIPENDENZA di chi recensisce per il pubblico.
__ Detto questo, l'articolo di Simone Di Vito è interessante perché molti punti relativi alle visite aziendali sono trattati in modo originale.
(Pur non dimenticando che l'Indipendenza è difficile da mantenere quando sei sprofondato e coccolato da un produttore che, prima di tutto, è un ESPERTO di COMUNICAZIONE: pensate a quanti soldi spendono ogni anno i vini più blasonati e cari del mondo in COMUNICAZIONE per giustificare dei prezzi assurdi)

Sui singoli punti interessanti dell'articolo voglio ancora riflettere.
Questo passaggio è, comunque, per me, l'apice dell'articolo di Simone Di Vito.

"Assaggiare vini discretamente inaccessibili aiuta a dare una tridimensionalità, a capire il vero apice qualitativo di una certa zona e/o denominazione oppure, come a volte mi è capitato, a comprendere fino a che punto il vino/azienda in questione sia ....diventato elitario per una .....effettiva qualità... o per .....strategie di marketing.
Per poi scoprire che magari, li a due passi, c’è qualcosa di meglio a molti meno euro"
(Simone Di Vito)

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Simone Di Vito

circa 2 anni fa - Link

Grazie marcow

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Questo post segue, dopo 6 giorni, quello preg(i)evole di Simone Di Vito sulla cantina del Lume Spento

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

. articolo divertentissimo , come sempre quelli di Simone che leggo volentierissimo ... purtroppo , sto ancora cercando , dopo decenni il " c’è qualcosa di meglio a molti meno euro"... tra l'altro facendo una considerazione non così ovvia : così come la classificazione del 1855 a Bordeaux venne stilata in base ai prezzi spuntati sul mercato anglosassone estrapolando il concetto che "più quel mercato, il più evoluto dell'epoca , era disposto a spendere in rapporto alla qualità proposta , più alta sarà la classificazione di quel vino " , così in Borgogna il posizionamento di mercato non sempre è una velleità autoreferenziale , ma una summa fra qualità assoluta/percepita , richiesta di mercato e numero di bottiglie prodotte ... che il mercato è disposto a pagare follie , indipendentemente dal valore finanziario ( speculazione , comunque indotta dalle variabili sovradescritte) o collezionistico. Chi ha avuto la fortuna ( e lungimiranza) di bere queste bottiglie quando ancora "parzialmente" accessibili , può capire di cosa parlo , altrimenti è una palese dichiarazione di un "vorrei ma non posso" che porta a cercare "alternative altrettanto valide" , che tanto Musigny di Roumier e Leroy , Romanée Conti , Montrachet di Leflaive , i vari Jayer in giro che non abbiano fatto 11 circonvoluzioni planetarie , Comte Ligier Belaire , Rousseau & C ( ...&C ...&C ....&C) ... alzi la mano , sinceramente, chi li ha bevuti ( senza millantare) per poter affermare che ... "c'è qualcosa di meglio lì intorno spendendo molti meno Euro " ...
PS : non è un mero sproloquio da enosnob , ma di onestà intellettuale . Poi ogni opinione "sensoriale" è sdoganata , così come in qualsiasi campo di estetica del gusto... anche la Panda 4x4 ha 4 ruote , una carrozzeria e un motore a scoppio quanto una Lamborghini ... e fa lo stesso servizio di spostarti da qui a lì senza pedalare...

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Simone Di Vito

circa 2 anni fa - Link

Ciao Marco e grazie. Nel mio "Per poi scoprire che magari, li a due passi, c’è qualcosa di meglio a molti meno euro" c'è un magari, che sta per "può capitare" quindi non intendevo minimamente che questa fosse una regola.
Poi, per mia limitatissima esperienza su Borgogna e ancor di più su Bordeaux non posso (purtroppo) confrontarmi e/o dire se li "può capitare o no", specialmente poi se parlo al cospetto di uno come te che beve certe bombe con una esperienza-frequenza incredibile :), io mi riferivo più all'Italia.
Infine lungi da me voler passare per quello "C'è tanto meglio a meno - perché vorrei ma non posso...": non la penso così, altrimenti sarei proprio uno stupido a comprare (quando riesco) bottiglie al di sopra delle mie possibilità finanziarie. Saluti
------------------------------

P.s. Poi, se vuoi farmi un corso accelerato di Grand Cru e Premier GC Classé io sono disponibile eh, giusto il tempo di chiedere un prestito... quando vuoi :D

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

Simone ...my casa es tu casa...

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Simone Di Vito

circa 2 anni fa - Link

Marco attento a scrivere queste cose eh 😅🤣😉

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Adoro

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Renato

circa 2 anni fa - Link

“A molti meno euro” gli stessi vini della cantina visitata li trovi quasi sempre non solo online ma in quasi tutte le enoteche. Io ho smesso da tempo di visitare e comprare vini in cantine che invece di premiare il mio viaggio e la mia scelta mi fanno pagare, oltre alla visita , anche il 10/20% in più i loro vini.

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endamb

circa 2 anni fa - Link

Non sono d'accordo, sostituirei il 'quasi sempre' con un 'talvolta'.

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Nelle Nuvole

circa 2 anni fa - Link

Perché si va in visita a una cantina? Tutto parte da qui. Per mia esperienza, la stragrande maggioranza dei visitatori si trova in vacanza o di passaggio da quelle parti per altri motivi e per questo si informa e - sempre più spesso per fortuna - prenota una visita e/o degustazione in anticipo. Esiste anche chi fa il viaggio apposta, sia per vedere un luogo che nella sua immaginazione è iconico, e soprattutto con la speranza di comprare a prezzi migliori bottiglie più o meno pregiate, più o meno costose; si tratta però di una minoranza anche se i frequentatori di Intravino e dintorni pensano che non sia così. Sono quasi del tutto d'accordo con Vinogodi [quasi] riguardo alla favola bella che dietro l'angolo si trovi "qualcosa di meglio a molti meno euro"; beh... no, almeno non lo è se si hanno un palato e un portafogli allenato. Con tutto il rispetto per produttori semisconosciuti in zone conosciutissime o per produttori sconosciuti in zone semisconosciute, ecc., il vino di livello qualitativo costantemente alto non te lo regala nessuno, a partire dal produttore/vignaiolo che ti accoglie in cantina, ed è un bene che sia così.

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

La visita in cantina per come la vedo io segue criteri puramente umani ed empatici che hanno poco a che fare con il vino. Che sia cantina blasonata o il nuovo emergente di grandi speranze quello che mi porterò a casa sarà più un giudizio più umano che enologico. In quel senso per i miei gusti visitare le cantine di alta fascia, in cui posso prevedere un accoglienza perlomeno “fredda”, è una esperienza di cui posso fare facilmente a meno.

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AG

circa 2 anni fa - Link

Nelle grandissime aziende, se si è ricevuti, le visite sono 1 gratuite 2 bellissime, molto empatiche e senza orologio 3 si assaggiano tantissimi vini/annate 4 non si compra perché non si vende. Deo gratias

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Daniele

circa 2 anni fa - Link

Graditissima lista, pls

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Giacomo

circa 2 anni fa - Link

Qui in Langa, per come la vedo io, meno ne sai di chi produce vini, meno li conosci, e meglio stai.

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