Vini al confino

Vini al confino

di Alessandra Corda

Confino
Due o tre cose so di Ponza. Del suo vino quasi niente. Ponza approdo accogliente, Ponza costrizione, confino fascista. Migrano le cose umane, migrano quelle naturali, si mescolano e rendono i luoghi in mezzo al mare come questo, microcosmi unici. La fissità non compete né alle cose naturali, né a quelle umane. Tutto il resto è presunzione della peggiore umanità.
Approdano a Ponza nel ‘700 le viti dei Borboni arrivate da Ischia. Sull’isola trovano dimora la biancolella, il piedirosso, la forastera e l’aglianico. Natura e uomo hanno reso questi ceppi confinati forti e speciali. Il luogo infatti è già una sfida: suolo vulcanico, ventilazione salina, terrazzamenti a secco che guardano il blu infinito, si arriva solo con i muli e i piedi umani. Punta Fieno, a sud ovest dell’isola, è detta viticoltura eroica, io la preferisco etica, metafora di perseveranza e adattamento, integrazione direbbero gli antropologi. Qui la biancolella con parsimonia regala vini che sono finissime spremute di uva e resilienza.

Conforto
Mi piace la parola confortare, mi piace la sua origine, che arriva dritta dritta da fortificare, rendere forte, sostenere. Forse questo Fieno di Ponza Rosso 2016 non fortifica, ma mi conforta, e molto. Messo in bottiglia dalle Antiche Cantine Migliaccio, sconfina dal bicchiere e abbraccia i sensi. Schivo al naso, ma lungo, lunghissimo al palato, con due identità comprimarie a marcare il passo: la sottile acidità del piedirosso e il vigore tannico dell’aglianico. Un vino buono. Si può ancora usare la parola buono senza svilirne il significato? Buono di quella bontà non molle. Temprata dalla componente inorganica-minerale. Mediata nel calore poderoso di maturazioni mediterranee. Tutta in equilibrio sulla sapida freschezza di un rosso “sudista”. Aprire bottiglie come queste aiuta a sostenere l’aria brutta che tira, a volte. Quando non per eccesso di alcol la sbornia è tutta nella perdita di umano buon senso, che ci rende creature inferiori ai muli di Punta Fieno. Mescere, condividere e magari rinsavire, resta un possibile, virtuoso percorso a ritroso.

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Alessandra Corda

Folgorata dalla visione di Mondovino, in un pezzo di vita londinese ottiene il primo certificato enofilo (WSET). Laurea in lettere, copywriter, è sommelier AIS responsabile dell’accoglienza per una cantina in Gallura. Collabora con il sito AIS Sardegna dal 2016, intravinica dal 2018. Pensa il vino come esperienza di bellezza totale, narrato con la contaminazione di ogni linguaggio creativo possibile.

3 Commenti

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Piero Careddu

circa 5 anni fa - Link

Che bello questo pezzo Alessandra mia. Un distillato di poesia e cose belle.

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Massimo

circa 5 anni fa - Link

Sono d'accordo, bellissimo pezzo

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Massimo

circa 5 anni fa - Link

Sono d'accordo, davvero una bella scrittura

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