Villa di Capezzana: una verticale di 48 anni col bonus (1930)

Villa di Capezzana: una verticale di 48 anni col bonus (1930)

di Leonardo Romanelli

A Carmignano la vite si coltivava già nell’epoca preromana, circa 3000 anni fa e Capezzana, tra le più antiche aziende vinicole toscane, produce qui vino dall’804. Negli anni venti dello scorso secolo la famiglia Contini Bonacossi acquistò la proprietà, poi ampliata con l’acquisto di altre due fattorie confinanti. Nasce così la Tenuta di Capezzana, che nel secondo dopoguerra sotto la direzione di Ugo si trasforma da conduzione mezzadrile ad azienda moderna. Il figlio Vittorio, appena diciottenne, si occupa della gestione a tutto tondo dell’azienda, fino a diventare il responsabile della campagna e l’enologo, dedicandosi particolarmente alla transizione verso il biologico. Oggi la tenuta è gestita da Beatrice, responsabile commerciale, affiancata dalla sorella Benedetta, la winemaker, e dal fratello Filippo responsabile della produzione di olio e della parte finanziaria.

Della generazione successiva, Serena è responsabile dell’ospitalità e Gaddo delle campagne. I vini della tenuta, che nascono da uvaggi del territorio – sangiovese, canaiolo. trebbiano – e da uvaggi internazionali – cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, syrah, chardonnay – abbracciano secoli di tradizione e al tempo stesso percorrono i mercati italiani e stranieri con una grande capacità di rispondere alle tendenze più attuali degli appassionati. La bellezza di Capezzana è quella di avere una memoria storica di incredibile profondità, vini longevi all’inverosimile, che si assaggiano non solo per doveroso omaggio all’età, ma per capire come si possano conservare così a lungo bevibili

Villa di Capezzagna Carmignano doc

2017
Si presenta: porpora, di bella limpidezza, pulito. Il naso è colpito da cosa? Prima la parte fruttata, di mirtilli e ribes, poi quella vegetale, di tabacco e sottobosco, qualche elemento mentolato, una sorta di cammino tra vigna e bosco. In bocca ha polpa, succosità perché ancora fresco, di bel calore , tannini fini e delicati, cremoso lungo e in bel risalto. Finale che dimostra di avere un grip notevole. 90
Può sembrare strano, ma la gioventù è il limite. In realtà lasciandolo con calma a riposare riuscirà a mostrare il meglio di se’

2016 BIOLOGICO
Alla vista il colore è rubino più concentrato, meno trasparente. Sul naso si ergono elementi di frutti come lampone e ciliegia. Come erbe la maggiorana, il muschio poi pepe e ginepro ,liquirizia  qualche cenno mentolato. Al gusto ha buona densità, concentrato, tannino ben presente, fresco, elegante come stoffa. Nel finale è continuo potente. 91
Già un anno di differenza permette di capire come l’equilibrio sia maggiore, la trama tannica si distende con maggiore regolarità, la tenuta del gusto è precisa e profonda

2010
Il colore passa dal porpora al granato però limpido di bella luce. Molto piacevole il profumo, canfora, ciliegia, anche prugna, cenni balsamici e mentolati, minerale, iodato cenni vegetali. In bocca ha completezza, bell’equilibrio, tannino più fine, delicato, fresco. Il finale è potente, largo, diffuso, delicato. In bella progressione, salino e sapido. 93
Qui gli anni sono passati e si vede l’evoluzione positiva. Probabilmente così rimarrà a lungo, non è che dovrà fare affinamenti ulteriori, ma è incredibile la tenuta

2006
Rubino e granato alla vista. Naso minerale, fresco, olive nere, ciliegia, mentolato, anche prugna e rabarbaro. Ematico, ferro, carne fresca. In bocca ha dolcezza, rilassato, lieve, di buona polpa, morbido. In bocca ha piacevole cremosità, invitante, lungo, di buona vivacità finale con retrogusto di caffè. 93
Il terziario evidente, che non ha però odori strani come puzzette assortite. Può non piacere ma la soddisfazione del vino lasciato nel bicchiere è che il profumo si definisce ancora meglio, preciso e definito senza elementi a contrastare

1998
Granato di un certo peso, Naso ematico, cassapanca tocco di tartufo, carne fresca, frutto elegante, prugna e ciliegia, anche note di spezie ed erbe officinali e tabacco. In bocca ha un corpo delicato, ricchezza di sapidità  e consistenza limitata pur conservando una bella capacità di larghezza, acidità misurata, tannini eleganti e fusi alla componente alcolica. Nota selvatica che affascina. Finale lungo. 91
Quando si parla di eleganza al gusto è forse un vino da rappresentare, nell’insieme c’è forse solo una lieve distonia tra naso e corpo, ma è di grande piacere gustativo

1995
Granato, limpido e potente. Naso minerale, fine, frutti piccoli, molto pulito, cenni appena mentolati, timo, pepe bianco, mirto. In bocca ha una bella dinamicità, nervoso, attento, acido e scattante, di bella croccantezza, che lo rende appetitoso,  sapido in parte, gradevole, retrogusto fruttato evidente. 92
Riesce a mantenere anche nel finale la freschezza del frutto, non si fa sopravanzare dal resto degli elementi terziari quasi assenti.

1988
Bottiglie non convincenti

1981
Granato molto limpido, brillante, luminoso. Naso divertente, intrigante, piacevole, molto pinotteggiante, cuoio, poi frutti di bosco più maturi, iodato, erbe officinali. In bocca si dimostra salino delicato, succoso, elegante, potente in lunghezza e non in larghezza. Retrogusto, pulizia, bilanciamento. 94
La vita comincia a quarant’anni forse. O perlomeno vive una seconda giovinezza. E qui viene colto nel suo momento perfetto, l’unicum che regala una bella soddisfazione

1977
Granato molto leggero. Naso interessante, pieno di terziario, incisivo, floreale da pot pourri, non rilevabile il tipo di fiore. Pietra bagnata asciugata e poi , ferro: è un naso potente, che rivela ancora ciliegia sotto spirito, tante spezie variegate. Bocca elegante, morbida succosa, piccola, cremosa. Emozionante, bello, intrigante, vivo. Selvatico. Finale lungo. 92
Cavallo di razza mai domo, mostra gli elementi selvaggi che lo rendono interessante e ancora più avvincente malgrado il tempo.

1974
Sul colore la limpidezza colpisce su un granato lieve. Odore di cassapanca in sacrestia, con l’incenso appena diffuso. Poi tabacco, prugna e mora in confettura. Bocca viva, elegante, corretta, succosa, croccante. Bella complessità, tannino fine, largo, fresca acidità rilassato e lungo nella persistenza finale. 92
Sinceramente una sorpresa, non erano così esaltanti ma la capacità di dimostrarsi così convincente la dice lunga sulle potenzialità del territorio

1969
Granato deciso alla vista. Note di menta ed erbe officinali come china , poi toni iodati. Bocca calda succosa, evidente soda, salinom,elegante, ricco in sapore non in consistenza che dona bevibilità estrema. Finale piacevole e continuato, emozionante, finale di umami intrigante. 91
Qui il frutto scompare ma non si arriva ai funghi secchi che lo troverebbero a quel punto decrepito: E poi quel finale quasi moderno è sorprendente

1930
Colore aranciato fantastico alla vista. Tanta volatile ma che riesce a farsi dimenticare . Bellissimo nella sua nettezza die profumi che emergono successivamente. Erbe officinali. Incenso, rientro del rabarbaro, Bocca ancora succosa, elegante nella sua precisione emozionante.  SENZA VOTO
Un’enologia antica diversa incredibile e come si fa a punteggiare un vino simile. Che però non si beve solo per tributo

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

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