Via Tornabuoni rosso Ferrari: degustazione di Montevertine Toscana IGT 2006

di Andrea Gori

FerrariNon è proprio una degustazione, anche se il vino lo abbiamo assaggiato eccome. Piuttosto è un messaggio di eccellenza, di gioia e moderazione insieme. E aspettiamo i soliti che si scandalizzano guardando le foto, adesso.

Per chi non lo conosce, Montevertine potrebbe essere un Chianti Classico, espressione di un terroir eccezionale (Radda), un animo generoso (la famiglia Manetti) e un naso e un palato come nessuno mai  per il Sangiovese (Giulio Gambelli). E’ invece un Toscana IGT, per scelta.

Assaggiano con noi anche Max Mugelli e Andrea Palma, i piloti della Ferrari in pista domenica al Mugello.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

10 Commenti

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Kapakkio

circa 15 anni fa - Link

Visto che Ziliani mi ha lasciato solo su questo blog...cosa dire....Gori col suo grembiulino e la sua chioma al vento mi sembra sempre di più la parodia di Albanese che fa il sommelier! :-)

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Simone e Zeta

circa 15 anni fa - Link

Quello con la chioma al vento, mica è il Gori! Trattasi di noto Trans di Piazza Strozzi. Se proprio vogliamo dirne una ad Andrea, io porrei una domanda: Grandi vini, Grandi auto, grandi Fig.. ed il gori ci fa vedere solo uomini ;-)

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Andrea Gori

circa 15 anni fa - Link

dai fra miss italia e piscine ultimamente di donne se ne erano viste fin troppe!!! un po' di tregua boys

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Leonardo Fi

circa 15 anni fa - Link

Io sono uno di quelli che si scandalizza... o meglio a vedere sti accostamenti (nemmeno troppo originali va detto) vino-lusso-bellavita (con piscine e ferrari varie) mi girano discretamente le scatole. Mi pare tutta paccottiglia di pessimo gusto in cui, va detto, i bellissimi sommelier AIS fanno la loro figura. Almeno vi siete bevuti un bel vino. O non si era detto che il vino non andava preso troppo sul serio? o non si era detto che il vino era una bevanda per tutti? Albanese non ci ha insegnato nulla :-) Prosit L.

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Simone e Zeta

circa 15 anni fa - Link

Siamo sicuri che i sommelier ais facciano la loro bella figura, mi spiace vedo una casta chiusa e sensibile solamente al fascino patinato. Salvo Andrea come sempre, che continua la sua strada di ricerca.

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Leonardo Fi

circa 15 anni fa - Link

Non hai colto la mia ironia sui "bellissimi sommelier" :-), però hai espresso benissimo quello che era il senso della mia battuta. Sottoscrivo. L.

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Totò

circa 15 anni fa - Link

Il "vorrei ma non posso ma alla fine posso" è il filone, in comunicazione, maggiormente battuto da chi, appunto, si occupa di comunicazione. Vedi ad esempio Martini che comunica sempre situazioni strafighe. Il consumatore identifica il brand grazie anche quelle situazioni lì. Se dovessimo prendere "alla lettera" il vorrei ma non posso di Martini penseremmo che il prodotto a scaffale abbia un prezzo altissimo mentre è vero il contrario. Il Martini è alla portata di tutti ergo quelle le situazioni lì potrebbero essere alla portata di qualsiasi consumatore perché, in fin dei conti, sono facili da raggiungere. Trasferire questa scuola (la comunicazione del Martini si studia all'Università) di pensiero a qualsiasi prodotto, ad esempio il vino, potrebbe rivelarsi una strategia vincente. Strategia da non pianificare assolutamente a caso. Con tutto questo non voglio dire che è sempre giusto l'accostamento vino-fi'a o vino Ferrari o vino piscina ma che, se eupportata da una accurata strategia di marketing e da una buona dose di coraggio, l'azione di comunicazione atta a svecchiare/rinnovare/riposizionare l'immagine di un prodotto può solo far bene all'azienda, al prodotto e al consumatore.

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Simone e Zeta

circa 15 anni fa - Link

Tutto giusto, poi non dimentichiamoci che per noi qualsiasi scusa è buona per bere Bene!!

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Totò

circa 15 anni fa - Link

Io non la chiamerei scusa. La chiamerei opportunità. Opportunità di concentrare e pianificare risorse ed energie per il raggiungimento degli obbiettivi: io bevo bene, il prodotto è gradevole l'ambiente pure e l'azienda ne ha benefici. È chiaro che in questo contesto va bene però ogni prodotto ha delle potenzialità e delle peculiarità che possono generare nuove opportunità, si tratta di capire quali.

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