Verticale, il magazine di sole verticali

Verticale, il magazine di sole verticali

di Jacopo Cossater

È stata probabilmente «siamo pazzi?» la domanda che più ci siamo fatti in questi lunghi mesi di lavoro.

La versione breve è che tre amici (io insieme a quei due talenti assoluti che rispondono al nome di Matteo Gallello e di Nelson Pari) hanno prima pensato e poi realizzato un nuovo magazine cartaceo (!) sul vino italiano. Si chiama Verticale ed è possibile acquistarlo qui, sul sito dedicato.

Verticale Magazine 02

Quante cose da dire! L’idea di fare qualcosa insieme è nata durante il primo lockdown, nel 2020. Cosa, esattamente, non lo sapevamo neanche noi anche se la base di partenza è stata da subito abbastanza chiara: la voglia di mettere al centro del racconto il vino e la sua evoluzione nel tempo. Scrivere cioè di una cantina (e quindi di un territorio) attraverso la storia della sua etichetta più rappresentativa. Siamo partiti da lì per arrivare all’idea di un magazine di sole degustazioni, un semestrale all’interno del quale leggere verticali, scritte a più voci, di alcuni dei vini che hanno lasciato o che stanno lasciando un segno all’interno delle rispettive denominazioni e più in generale nel vino italiano.

Non generiche verticali ma degustazioni complete, sei per ogni numero, che iniziano con la prima e che finiscono con l’ultima annata in commercio di uno specifico vino. Abbiamo pensato fosse questo il modo migliore per raccontare un vino e la persona che l’ha prodotto: tanto attraverso i suoi vini migliori quanto quelli considerati come minori, senza saltare cioè quelle annate che, anche se meno importanti, sono inevitabilmente parte di un percorso. Non etichette qualsiasi ma vini che ci sembrano particolarmente significativi per un territorio o magari per la particolare traiettoria di chi li ha prodotti. Al tempo stesso per una questione di vicinanza generazionale e di comprensione della loro storia abbiamo scelto di concentrarci su quelle produzioni che abbiamo visto nascere o quasi, vini quindi che hanno visto la luce indicativamente a partire dall’inizio del millennio.

Abbiamo anche deciso di non voler scrivere questo magazine da soli, hanno degustato e in futuro assaggeranno con noi persone di cui abbiamo particolare stima. Ogni verticale sarà infatti sempre prima introdotta da un lungo testo sul vino, sul produttore, sul territorio e poi raccontata attraverso la sensibilità di tre diversi palati, amiche e amici con i quali può capitare di non essere perfettamente allineati nei giudizi. Per noi un grandissimo valore: è solo nel confronto e nella discussione tra differenti visioni che può esserci crescita.

In questo numero zero la lettura della verticale dedicata al Greco di Tufo “Miniere” di Cantine dell’Angelo rende perfettamente l’idea: Paolo De Cristofaro è un campione assoluto, conosce i vini dell’Irpinia probabilmente come nessun altro e leggendo le sue note insieme a quelle di Monica Coluccia e di Matteo Gallello si ha la sensazione non solo di essere lì con loro ma anche di imparare moltissimo su quel vino e su quel territorio. Ecco per esempio uno stralcio del pezzo, la loro degustazione del 2016, Greco di Tufo in evidenza in quanto capace di mettere d’accordo tutti relativamente alla sua qualità.

«Tardiva e poco produttiva, la ricordo per una gravissima gelata primaverile»

Monica – Campioni del mondo! Campioni del mondo!! Campioni del mondo!!! Un vino che urla la sua grandiosità in tutti i modi, la sua prodezza olfattiva e il suo indiscusso valore gustativo. “La cosa più simile alle fiamme dell’inferno che io abbia mai sentito”, citazione imperdibile (e condivisibile) di Paolo De Cristofaro. La bottiglia che andrebbe infilata alla cieca nelle batterie dei più grandi vini del mondo, scommettendoci sopra bei soldi. Siamo di fronte a un assoluto esempio di autenticità e autorevolezza per la denominazione. L’inconfondibile intreccio aromatico di zolfo, frutta gialla carnosa, agrumi e cereali è qui reso con una rara finezza espressiva. Il gusto, energico, strutturato e continuo, è rifinito da un velo estrattivo salvifico per attenuare l’alternanza tra acidità dirompente e mineralità infiltrante. Per la straordinarietà dell’impresa è bottiglia da dimenticare in cantina per altri dieci anni almeno.

Matteo – Giallo zolfo con riflessi verdi. Un vino serio e compìto. Originale, identitario, spinge a cercare con il suo modo di ampliarsi graduale. Si svela lentamente, sembra scolpito nel calcare ma riesce a far emergere tutta la sua bellezza con tratti di brace, accompagnati da profumi nobili e vari, dal timo alla nocciola fresca. È vino fisico, il suo svolgersi sulla lingua è pieno di ritmo, un movimento che si trasferisce in tutta la bocca, sorretto da un’aci- dità prodigiosa. È vino dilagante, si espande attraverso un’energia che confluisce, nel finale, su ritorni marini che si uniscono a quelli silvestri e lasciano una bocca ricca e tersa. È vino da godere e da cui imparare qui e ora. Ma anche tra dieci o vent’anni.

Paolo – Ed eccoci al terzo tassello imprescindibile dell’eno-sistema minierario. Un grande bianco di statura europea in senso assoluto, ma soprattutto quello che più si mostra in grado di definirne paradigma e identikit. La quintessenza della debordanza mefitica, tufese fino al midollo ma al contempo capace di spaziare tra molteplici registri, evocando ad esempio Rheingau, Touraine ed Etna con le incursioni di agrumi, pistilli, battigie, cenere e molto altro. Il nucleo primigenio è comunque tutto nella densità di sapore che si espande ad ogni goccia: cristalli di sale grosso che collidono come neutroni, innescando un’incontrollabile indomabile interminabile reazione atomica di pura irpinitudine.

In questo numero abbiamo scritto anche del Sangiovese “Poggio Tura” di Vigne dei Boschi, del Pecorino “Onirocep” di Pantaleone, del Lambrusco di Sorbara “Falistra” di Podere il Saliceto, del Sangiovese Rosato di Cantina Margò e del Rosso di Montalcino di Fonterenza. Hanno collaborato anche Sara Boriosi ed Emanuele Tartuferi, Federica Randazzo e Giorgio Melandri.

Ci piace pensare a Verticale come un po’ a un magazine e un po’ a una fanzine, fatta da appassionati per appassionati. Il numero zero, numero sperimentale non tanto nella forma quanto nella genesi, costa 15 euro, spedizione compresa. Il prossimo uscirà a maggio e il successivo tra esattamente dodici mesi.

È possibile sostenere questa idea e questo progetto abbonandosi, acquistando cioè non solo il numero in spedizione da qualche giorno ma anche i due che usciranno nel 2022. Per noi sarebbe importante, oltre a essere anche più conveniente. Si acquista qui.

«Siamo pazzi, arrendetevi» recitava una delle scritte sui muri più suggestive abbia mai visto. Pensare nel 2022 di produrre un nuovo magazine di carta sul vino italiano è qualcosa che anche mentre lavoravamo alla sua realizzazione continuava a sembrami un po’ folle. Non ho cambiato idea ma ho scoperto che farlo è divertentissimo, oltre che stimolante e straordinariamente formativo.

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

9 Commenti

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

Molto interessante, valuterò l’acquisto! Ho bevuto giusto ieri il Sangiovese di Vigna dei Boschi e purtroppo l’ho trovato inadeguato per troppa volatile (annata 2015 mi pare). Sfortunato io o una annata difficile?

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Jacopo Cossater

circa 2 anni fa - Link

La seconda, ma la 2016 è tutta un'altra storia! Sono andato a rileggere la mia scheda proprio sulla 2015, finiva così: «Assaggio serrato sia nel tannino che nell’acidità, una ruvidità espressiva che fa da filo conduttore e che lo frena in termini di finezza».

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...dagli stralci/ commenti al giudizio sul Vigna dei Boschi che conosco bene (ultima annata assaggiata 2015)mi avete convinto...

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Anche james suckling è d'accordo, buon natale

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Rino

circa 2 anni fa - Link

Acquistata, la verticale del greco di cantine dell'angelo non me la potevo proprio perdere e poi è un'altra occasione per conoscere e approfondire altre realtà

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Ottobre

circa 2 anni fa - Link

Che belle le marchette!!!!

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Jacopo Cossater

circa 2 anni fa - Link

Che belli i commenti su Intravino che ti costringono a fare qualcosa, a intervenire: io poi sono sempre indeciso se rispondere argomentando (l'opzione che preferisco, specie quando questi contengono spunti di un qualche interesse) o se cancellarli direttamente, senza perdere ulteriore tempo.

Questo però lo trovo così assurdo nella sua superficialità che mi piace rimanga, a futura memoria e con un caro augurio di buone feste.

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Ma l'articolo di l.foletti perché lo avete censurato?

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Jacopo Cossater

circa 2 anni fa - Link

Ciao Rudy, lo abbiamo tolto perché Lisa ci ha chiesto di cancellarlo. Era un post che aveva buttato giù di getto, a casa, malata, e un passaggio forse scritto con un po' di leggerezza stava provocando nei commenti sia qui su Intravino che altrove reazioni fin troppo violente nei suoi confronti.

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