Verticale epocale di Clos de Gamot (e che gran cosa il malbec a Cahors)

Verticale epocale di Clos de Gamot (e che gran cosa il malbec a Cahors)

di Clizia Zuin

Perché molti si struggono per il Savagnin (un quasi Gewürztraminer) e snobbano il malbec? Perché nessun interesse per i vini di Cahors? Perché i produttori di Calce sono dei fighi assoluti, speranza per l’umanità, mentre quelli di Cahors non li considera nessuno alle manifestazioni? Cosa ha fatto di male il malbec?

Ora vi confesso un segreto che sanno in pochi: i vini di Cahors, specialmente quelli di Clos de Gamot, sono clamorosi, costano poco (circa 20 € a scaffale, 50 per le vigne centenarie), sono distribuiti in Italia, anche le annate storiche, e invecchiano in modo sublime e sorprendente. Ne ho le prove.

Cahors si trova circa 2 ore a est di Bordeaux, merita la visita anche solo per la bellezza del villaggio storico. Le vigne sono un po’ sparse nell’ampia regione, alternate a pascoli e boschi. Nel mezzo il fiume Lot scorre tracciando le sue ampie anse e crea un microclima mite e favorevole alla viticoltura. Il vitigno è il malbec, localmente chiamato côt, il principe del Sud America, probabilmente partito da qui. I proprietari del Clos de Gamot, la famiglia Jouffreau, hanno conservato gli antichi 20 cloni pre-fillossera (chiamati appunto Jouffreau) per ripropagarli una volta scoperta l’efficacia dell’innesto su piede americano, che pare sia proprio avvenuto all’interno di questa antica tenuta del XVI secolo.

Le vigne di Clos de Gamot si trovano quasi tutte intorno alla casa di famiglia, circondate da un anello montuoso e col fiume Lot che vi scorre all’interno, ad 800 m s.l.m., i suoli sono composti da sabbia (nemica della fillossera), calcare e un po’ di argilla.
Molte piante hanno più di 100 anni, i primi reimpianti su piede americano. Tutte le parcelle vengono vendemmiate e vinificate separatamente in base al loro potenziale qualitativo e al livello di acidità. La cantina è minimale e l’invecchiamento si svolge in botti per lo più grandi.

La degustazione di seguito riportata, 10 annate tra la 2020 e la 1988, ha dimostrato che questi vini hanno un potere di invecchiamento che raramente si incontra: vini di 30 anni che non cedono al tempo, che sembrano avere appena 5-10 anni di coccole in bottiglia. Se fosse un film, sarebbe Benjamin Button: più invecchia e più sembra giovane, godibile e di grande beva.

Clos de Gamot

Ecco la verticale, a dire il vero abbastanza epocale.

1.Clos de Gamot 2020
Estate calda, ma non troppo secca, ha piovuto a fine stagione. Color porpora quasi impenetrabile. Profumi davvero intensi e buona complessità: frutta a bacca nera, prugne mature, liquirizia, foglie di tè. Nessuna percezione di quella vinosità a volte tipica del Malbec giovane. Al palato ritornano gli stessi aromi percepiti al naso: mirtilli e prugne, davvero goloso, ma senza perdere di autorevolezza. I tannini sono fitti, giovani, ma maturi, non asciuganti e in parte ben celati dietro la struttura. È appena nato, non sarà un vino di impalpabile eleganza, ma sarà sicuramente longevo e meritevole di attenzioni. 88

2. Clos de Gamot 2019
Annata fresca, molto tradizionale, simile alla 1988. Servito a temperatura inferiore agli altri. Color porpora scuro. Ci vuole tempo per aprirsi a causa della temperatura, ma poi arriva un fiume di eleganza floreale: violette, iris e lillà. In seguito, lo spettro olfattivo si fa più complesso con profumi di fragole mature, lamponi ed erba appena tagliata. Il gusto è davvero interessante: il tannino è perfettamente maturo ed integrato nel corpo del vino, la freschezza bilancia il sorso magistralmente, la bocca rimane pulita e piacevolmente appagata. La persistenza è notevole. 93

3. Clos de Gamot 2018
Estate calda simile alla 1989, con punte arrivate fino a 40.5°C. Rubino che mostra ancora un po’ di giovinezza attraverso alcuni riflessi porpora. Al naso profuma di Oriente: ambra dolce, incenso, cipria, talco e tanti fiori viola, un po’ di mentuccia; i profumi sono molto intensi ma non variegati come nei precedenti millesimi. In bocca è più morbido, piacevole, meno spigoloso, il tempo in bottiglia e probabilmente il caldo dell’annata lo hanno ingentilito. Il tannino è presente, non disturba. L’alcol, seppur alto, circa 14,5% vol., è ben tenuto a bada da una struttura imponente, ma dotata di una sua classe. 90

4. Clos de Gamot 2015
Annata perfetta, come la 2005 e la 1995. Color rubino pieno e media trasparenza (gli antociani hanno lavorato diversamente in queste annate più fresche). Inediti e contrastanti profumi per questo millesimo: caramelline alle fragole e lamponi, succosissime, scorza di arancia rossa, rose rosse, mirto, cranberry, muschio. I profumi continueranno ad evolvere, ma a conservare piacevoli note di gioventù per tutto il periodo nel bicchiere, o meglio, per tutto il tempo delle 2 bicchierate abbastanza alte…
Al gusto è completo, parte apparentemente leggero, inganna, è un gigante implacabile con acidità sublime e gustosa, sapore infinito. Il commento di Monsieur Jouffreau è stato:” Dopo una vendemmia così gloriosa, è stato tutto un casino”. 95

5. Clos de Gamot 2011
Annata calda, molte somiglianze con la 2020. Nel bicchiere si presenta rubino scuro, fitto. Meno intenso, buona complessità: mirtilli appena colti, scorze di arance e limoni, tè nero, pepe bianco e gradevolissima ortica. In bocca le parti sono in armonia e ben bilanciate, ritorna la piacevole e rinfrescante nota erbacea di ortica ben calibrata da una vellutata avvolgenza tattile. Pecca un pochino di persistenza. 88

6. Clos de Gamot 2008
Annata fresca. Rubino scuro, diventa trasparente a bordo bicchiere. Di nuovo sono i mirtilli a dominare il ventaglio olfattivo di questa annata insieme ad una nota dolce di marzapane. Dalla 2008 si intuiscono finalmente anche un po’ di profumi terziari: cortecce, erbe occitane, china, cioccolatini alla menta. Il tempo ha domato i tannini di questo Malbec, rendendo l’acidità la vera spina dorsale di questo vino che risulta quindi più bevibile, quasi una droga, e bisognoso di cibo accanto. Finale lungo e pulitissimo. 89

7. Clos de Gamot 2000 Cuvée des Vignes Centenaires
Basse rese per questa vecchia vigna. Rubino di media trasparenza. Stupisce per l’intensità dei profumi: è un mix di piccoli frutti rossi stramaturi, arance, cioccolato amaro, bosco e humus, pietra bagnata, noce moscata e una leggera nota ematica. In bocca, se proprio vogliamo trovargli un difetto, l’alcol è un po’ fuori dai ranghi, il tannino invece è ben eseguito, non del tutto polimerizzato e chiude con una fantastica freschezza, è come se tutte le altre caratteristiche del vino girassero intorno all’acidità. Finale lunghissimo. 96

2000

8 Clos de Gamot 1998
Questa bottiglia ha un livello di vino più basso rispetto agli altri, anche rispetto ai vini più vecchi, forse il tappo non era in perfette condizioni. Il colore rubino cede e mostra leggeri riflessi granati. Al naso si avvertono note terziarie di fiori appassiti, foglie bagnate, muschio, gibier. Tannino soffice e persistenza media. Vino di transizione. 86

9 Clos del Gamot 1989
Annata calda, simile alla 2018. Media trasparenza, rubino con riflessi granati. Suscita immediata simpatia alla prima olfazione: grande complessità caratterizzata da sigaro, foglie secche, caramelle toffee, mallo di noce, poi si apre, arriva la frutta rossa matura, le foglie si reidratano e compare anche la parte floreale di iris. Vale la pena aspettarlo un po’ di più nel bicchiere. Dopo il primo assaggio, ci si stupisce per la grande pulizia e definizione delle parti: tannini polimerizzati e resi più rotondi, freschezza che si mantiene bene e rende il vino bevibilissimo. Questa bottiglia ha aperto diverse discussioni e ragionamenti sul Malbec. 92

Secondo Monsieur Jouffreau nel vino bisogna trovarci la qualità e sentirci il territorio. È arrabbiato per tutti i birrifici artigianali che compaiono come funghi a Parigi e che vendono le loro bottiglie a prezzi più cari dei suoi vini. Di sicuro in passato Cahors si è un po’ svenduta e adeguata alle mode, ma anche in questo caso i vini non hanno mai perso la loro personalità, e anche le annate partorite nei periodi più bui, hanno dimostrato che il territorio è più forte di qualsiasi scelta stilistica. Ma il mondo oggi non ha pazienza, non legge, non si informa in profondità sui fatti, tutti vogliono sapere, ma senza dar retta alle spiegazioni.

10. Clos de Gamot 1988
Annata fresca simile alla 2019. Tra il rubino e il granato, media intensità. Talmente intenso al naso che i profumi traboccano dal calice e lasciano la loro traccia fino al gomito. Cioccolato, frutta secca, cuoio, pot-pourri. Ma è in bocca che mostra ancora tutta la sua agilità e giovinezza, Benjamin Button appunto: l’aspetto è di un vecchietto, ma dentro è giovane e scanzonato. Si sente ancora tutto il nervosismo dell’acidità, grande motore di questo millesimo, ma chissà che avranno pensato 35 anni fa. Il tannino è ancora presente, non ingombrante, più che asciugare, ripulisce, un coadiuvante della bevibilità. Torna il marchio di fabbrica di Cahors: la succosità finale che richiede del cibo accanto. 96

Ganmot 1988

11. Clos de Gamot Cuvée des Vignes Centenaires 2020
Torniamo ai giorni nostri con un’annata calda interpretata dalle vigne vecchie di 80-100 anni. Colore quasi nero, intensissimo. La parte floreale è quella che si percepisce per prima al naso: iris e glicini, poi mirtilli, tè nero, aria di mare e tè alla menta. In bocca è molto avvolgente, sembra un piacione ma interviene la sferzata di acidità a bilanciare il tutto. Tannino elegantemente eseguito, alcol in guardia, ma sempre ben domato. Ad un secondo assaggio ci si accorge che questo vino è un nettare di eleganza, dal gusto infinito, non c’è bisogno di aggiungere molto altro. 96

Com’è possibile che un vino della sconosciutissima zona di Cahors possa arrivare a certe vette espressive? E pensare che mi ritengo piuttosto severa nei punteggi. Per me è sempre più raro trovare vini davvero longevi, che col passare del tempo acquistano spessore olfattivo pur conservando integrità aromatica. Vini che grazie al lungo affinamento in bottiglia si concentrano con l’unico scopo di soddisfare e stupire chi li beve. Premio i vini che sono buonissimi oggi e che possono migliorare, emozionare in futuro. Se siete alla ricerca di piccoli beni di investimento per il vostro palato che verrà, Cahors e Clos de Gamot sono il posto giusto in cui cercare.

[Foto di Clizia Zuin]

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Clizia Zuin

Veneta di origine, toscana di adozione, cittadina del mondo nel cuore. Dopo la laurea in Lingue Orientali, scopre la complessità del mondo del vino e dopo tanti anni ancora non si annoia. Ha lo straordinario superpotere di trovarsi sempre nei paraggi mentre si sta stappando una bottiglia monumentale. Formazione mista AIS e WSET, con la convinzione che presto conquisterà il mondo; in attesa di diventare il Dottor Male, lavora come sommelier a Firenze.

7 Commenti

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Andrea

circa 1 anno fa - Link

Cahors è sconuscitissima come scrivi in Italia, non in Francia. È solo marketing e moda. In questo momento il vino per essere accettato deve essere bianco, macerato possibilmente, lieviti " autoctoni", nessun intervento in vigna, nessun intervento in cantina, nessun intervento in bottiglia, niente legno nuovo. Possibilmente instabile, così se in cantina magari ti è piaciuto e dopo 5 anni a casa trovi aceto, o di peggio.Se rosso deve almeno essere puzzolente, molto fresco, poco tannico e last but non least , bassa gradazione alcolica. E come vuoi che un grande rosso da invecchiamento, tannico, spesso con un legno molto educato, tecnicamente spesso perfetto, dal costo moderato , senza cavalli nelle cartoline possa interessare al vero intenditore di vino italiano?

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Paolo mik

circa 1 anno fa - Link

Personalmente non li ho mai assaggiati. Grazie a questo articolo mi catapulterei su una cassa da 6 (vecchie annate) visti i prezzi.

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Niki Seminara

circa 1 anno fa - Link

Sante verità, sante verità. Oggi è così, domani, forse, varranno i vini "senza alcol" e a questo punto "senza uva". Che ci starebbe a fare a questo punto? Grazie perché hai sintetizzato i nuovi mantra del marketing; vinacci ossidati o puzzolenti assurti a gloria mundi. Quanto a Cahors purtroppo conosco meglio i Mabec di Mendoza, ma se il modello è quello non vedo l'ora di goderne. Dove si trovano in Italy?

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Sir P.

circa 1 anno fa - Link

grazie ad un amico (ale) comprai 3-4 bt di 2015. Ne ho ancora una. Condivido ogni parola scritta sulla 2015, quando l'ho stappato la prima volta sono rimasto di sasso. Che gran vino!!

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Massimiliano Ferrari

circa 1 anno fa - Link

Cahors paga il fatto di essere stata per anni serbatoio di uve per il vicino Medoc perdendo completamente la propria reputazione. Negli ultimi anni so esserci stato un importante lavoro di recupero del territorio attraverso zonazioni, studio dei terreni e rivalutazione delle vigne più prestigiose. Sul mercato USA c'è stata una grande riscoperta infatti del Malbec grazie anche al traino dei vini argentini da questo vitigno.

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Nic Marsél

circa 1 anno fa - Link

Ricapitolando. Le viti vivono più di cent'anni, anzi a quell' età danno il meglio (e noi no). Questi vini vanno aspettati una ventina d'anni, ma a quel punto saremo già tutti morti per l'abuso di bevande alcoliche. Non resta che godere oggi del vino pronto e non si perda altro tempo. Vada per la riserva 2020 da vigne centenarie ;-)

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JP voile

circa 1 anno fa - Link

Nic chissá se si riescono a recuperare bottiglie primi anni 2000...potrebbe essere anche meglio ;)

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