Valpolicella Conference: the days of fialette

Valpolicella Conference: the days of fialette

di Andrea Gori

Lo scetticismo iniziale di fronte alla modalità di assaggio dei campioni della Valpolicella Conference, utilizzando le boccette da 2cl dei francesi di Vinovae, si è dissolto come neve al sole in un bel venerdi di primavera anticipata. Al termine della due giorni virtuale della prima rassegna di un consorzio organizzata in modalità Covid si possono trarre conclusioni intriganti e, forse, ripensando agli scorsi dieci anni di Anteprima Amarone si può affermare che si è imparato di più ascoltando e degustando in questo modo che in quello tradizionale.

La possibilità di seguire su Facebook e YouTube in diretta, intervenendo via chat oppure rivedendo i video in differita, costituisce anche un punto di non ritorno: in futuro chi scrive non riterrà accettabile per nessun consorzio la trasmissione online dei dibattiti e interventi, un qualcosa che sarebbe stato possibile da sempre negli ultimi anni ma che non è mai stato implementato da nessuno nonostante le reiterate richieste.

La necessità ha aguzzato l’ingegno in maniera notevole e davvero si esce dai due giorni con una idea di Valpolicella approfondita e ricca di spunti per il futuro, anche perchè non si è parlato solo di Amarone o appassimento ma del territorio, delle sue zone, delle tre tipologie di vini presenti e sul posizionamento sul mercato del vino ieri oggi e domani. Poi, fortuna o lungimiranza, abbiamo anche assistito all’esordio brillante di Gabriele Gorelli MW in una videoconferenza con un intervento lucido e mirato su questi vini.

A condurre il tutto un azzeccato anchor man come JC Viens con profonde radici italiane ma con vissuto intenso ad Hong Kong: per un vino a fortissima vocazione export una scelta quanto mai azzeccata. Quanto ai vini nelle fialette c’è da dire che in effetti i 2cl sono pochi per una bella bevuta (comunque un terzo di bicchiere normale) ma sono perfette per avere una prima idea del vino e scrivere qualche nota ed era quello che serviva in questa situazione. Per assaggi approfonditi sia per giornalisti che per buyer e intenti commerciali probabilmente già 2,5 sono un formato più adatto e ancora meglio un 5cl che consente il riassaggio dopo qualche ora.

Oltre ai numeri sempre interessanti tra le particolarità ascoltate riportiamo alcuni fatti che magari scordiamo come il fatto che l’Italia ha un grande squilibrio verso le varietà locali che sono oltre il 62% del totale contro una media del 30% per altri paesi come Spagna Cina, Francia e USA. In questi paesi poche varietà ricoprono la maggior parte delle aree coltivate mentre noi abbiamo sì questa grande ricchezza ma come sempre accompagnata  dalla difficoltà in momenti recessivi di comunicarla bene.

Alcune ricerche organolettiche mostrano come il profilo aromatico dell’Amarone comprenda per la maggior parte frutta sotto spirito, prugne secche, vaniglia e tabacco mentre in alcune vendemmie si aggiunge una buona componente di pepe nero, ciliegie mature e cannella e in altre ancora amarene sotto spirito, pepe nero, prugna secca e ancora frutta secca, note balsamiche, eucalipto, cannella, floreale.

Con l’appassimento e passaggio in legno si aggiungono  frutta rossa e zenzero, incenso, pepe nero, luppolo, fichi e fiori verso note ossidative tipiche di altri vini a lungo affinamento come miele, frutta secca, mandorle. Come note tipiche di corvina e corvinone si possono elencare  note balsamiche e carnose, mentolato, balsamico e tabacco. Nello specifico balsamico e menta pare derivino principalmente dalla corvina mentre il tabacco pare più abbondante quando c’è maggior percentuale di corvinone. Tutte queste note varietali risultano amplificate dal processo di appassimento quindi si sentono soprattutto nell’Amarone ma in parte minore anche nel Ripasso.

Resta da esplorare, ma molte aziende si sono incamminate su questa strada, come in dettaglio la corvina e il corvinone leggano il territorio, come si possa operare per aumentare questo senso del luogo e ridurre note che derivano solo da appassimento come tecnico, responsabili del successo dell’Amarone e Ripasso ma in questo momento storico un fattore limitante per ritagliarsi un posto sempre più importante nei fine wines mondiali.

Tasting 1: Amarone della Valpolicella Visioni e bisogni per il futuro

Amarone 2016 1
Da Montecchia di Crosara 470 mt slam, suolo calcareo ricco di scheletro, 5 mesi appassimento, 15% alcol 39 estratto 6,3 zucchero residuo  slm 36 mesi in legno. Note di anice, menta, cardamomo, pepe nero e rosso, succoso e dinoccolato, castagna e eucalipto, finale largo e importante. 92

Amarone 2016 2
Negrar e Marano di Valpolicella, calcareo non profondo, sedimento marino, 47,4 estratto, alcol 16,5% 12 mesi in botti 500 litri e 12 mesi barrique. Scuro, ricco, pepato e sontuoso, grande piacevolezza tannica, sensazioni fresche verdi e croccanti. 93

Amarone 3 2015
Suoli rocciosi di tessitura media, san pietro in caiano tra 190 e 325 mt slm, 15% 36m7 estratto, residuo zuccherino 2,8. Rosso e polpa ben definita, ampio, tannico, note ammandorlate, legno e spezia, pepe tanto, finale di ricchezza e intensità. 90

Amarone 4 2015
Negrar 240 m slm, 30 mesi legno, estratto 38, residuo zuccherino 3,2. Ampio, solenne, fitto, tannino ed ebanisteria, anice e miele di castagno, prugna secca, timo, sorso con erbaceo piacevole e finale fruttato austero ma affascinante. 95

Tasting Ripasso Success and Tipicity

Ripasso 5 2018
31 estratto, depositi alluvionali, pendenze con poco calcareo, da Valgatara Marano. Mollezza di frutto, visciola amarena e mon cheri, pepe e timo, tannino forbito dolce e croccante, mallo di noce, amarena e susina matura. 88

Ripasso 6 2018
estratto 32,3, argilla e suoli calcarei da Valpantena 150-300 mt slm, residuo zuccherino 2. Rosso deciso, lamponi e pepe nero, saporito, sorso di piccantezza e tanta dolcezza, sapido nel finale, maturo e definito. 86

Ripasso 7
14% alcol,  37,3 estratto, suoli calcarei mediamente profondi, scheletro di ciottoli, da Illasi, Mezzane, Marcellise. Canditi, pepe, amarene, mon cherì, gomma e big babol, sorso con poco tannino ma piacevolezza fruttata innegabile. 87

Ripasso 8 2017
14% alcol, zuccheri 5,2, estratto 35,4, suoli calcarei con tessitura fine, da Valpantena. Finocchio selvatico, anice e viole, ciliegie e croccantezza, rosso frutto e caramello, sorso piacevole, succoso di visciola, miele di castagno e sandalo, dolcezza ben presente e un poco pesante. 85

Tasting 3 Valpolicella Conference: Valpo Edge Wines
Le Vallate è un termine molto importante e utile quando si parla di Valpolicella mentre finora si è parlato di Valpolicella come territorio di tecnica. Corvina e Rondinella sono particolari e storicamente si faceva fatica a raggiungere una maturità interessante mentre ora che il clima è cambiato, anche senza ripasso si ottengono vini trasparenti sul territorio e molto adatti ai mercati con un posizionamento a scaffale e prezzo simile ai Beajolais. Si tratta e si tratterà sempre più in futuro di vini importanti per il cashflow delle aziende di qualsiasi dimensione ma soprattutto per quelle più piccole.

Valpolicella Classico 9 2019
70-100 mt slm, in zona Negrar con suoli calcarei e con scaglia rossa del Cretaceo superiore, con un metro di profondità di suolo, argilla. Qui siamo dalle parti di Beaujolais o zone spagnole di vini agili, ciliegie fresche e fragole, lamponi, ribes rosso, sorso freschissimo, pimpante delicato e saporito, esile ma vibrante, nel suo genere un piccolo capolavoro di immediatezza e piacere. 91

Valpolicella Classico 10 2019
Da San Floriano (San Pietro in Cariano) calcareo, tufo e argilla. Fragole in confettura e viole, amarene, ciliegie, piccantezza, canditi, arancio rosso, pepe, poi sole, energia, croccantezza, bel ritmo. Sapidità e corpo leggero lo rendono piacevolissimo e gustoso senza essere troppo impegnativo. 88

Valpolicella  11 2019
Siamo alla parte più orientale (Illasi) e più calda su suolo alcareo e marna, emerge il carattere tipico di queste zone, erbaceo e balsamico, frutta arriva dopo e più nel retrogusto, molto trasparente diretto e speziato, curioso e divertente. 90

Valpolicella 12 2019
Molta argilla, residuo zuccherino, 35gr/lt, più intenso e corposo, scuro e profondo, sapido e corposo allo stesso tempo, complesso e rimarchevole, meno immediato e con naso quasi da ripasso mentre in bocca rimane agile nonostante più complessità di altri. 88

Dagli assaggi è piuttosto evidente che la Valpolicella è pronta per essere apprezzata come territorio e non come tecnica e inoltre che per iniziare a leggerla si può passare dal vino d’annata, importante per l’espressione ancora più di Amarone e Ripasso stessi che insistono più sul metodo. Interessante in chiusura l’intervento di Lin Liu MW dalla Cina che sfata qualche mito e fornisce belle idee sui famigerati abbinamenti cibo vino.

valpolicella 3

Lin Liu Master of Wine Cina:
“L’Abbinamento con cibo e vino in Cina per questi vini? La Cina è un grande mercato ma per ora poco rilevante per i fine wines, è un paese fatto da molte sottoculture, le grandi città non sono certo l’intera Cina. Il palato dei nuovi bevitori è molto diverso da quello classico cinese, acidità e tannino sono preferiti in maniera diversa. L’abbinamento con il cibo non è stato per niente importante per tanti anni.

Le cose cambiano velocemente già dal 2017 con  il primo ristorante con abbinamento cibo-vino in albergo internazionale a Bejing. Nel 2018 escono la prima Guida Michelin e la guida Black Pearl e cominciano e premiare ristoranti con pairing evoluto. La maggior parte sono in Shangai e grandi città con clientela internazionale e il 2020 ha consentito poco scambio internazionale e anche i cuochi hanno girato meno.

Le sfide ora più ostiche per l’abbinamento sono la tradizionale sequenza occidentale dei piatti (che in Cina non esiste), i piaceri più intensi e pieni oltre ovviamente alcuni ingredienti molto difficili come soya e spezia, piccante, zucchero.

In genere i cinesi preferiscono vini con meno tannino, di corpo leggero, un tocco di legno e con residuo zucchero percepibile soprattutto perché si abbina meglio al dolce nei piatti stessi. Più in generale occorre ricordare che gli chef non hanno cultura del vino. Infine la pratica del Ganbei (i brindisi “alla goccia”) che spesso sono l’unico momento in cui il vino si può inserire non prevedono alcun abbinamento.

Ma non è obbligatorio abbinare per forza! La Valpolicella per piacere in Cina ha molti strumenti, dovremmo cominciare dal capire a cosa assomiglia dei vini già presenti in Cina e agire di conseguenza. Di certo i vini con residuo zuccherino sono più avvantaggiati di altri ma anche i Classico agili e semplici hanno buone chances di successo.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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