Tutto quello che c’è da sapere sui (grandi) ristoranti senza carta dei vini online

Tutto quello che c’è da sapere sui (grandi) ristoranti senza carta dei vini online

di Alessandro Morichetti

Ci ripenso da giorni come i cornuti ma non riesco a farmene una ragione. Sono finalmente riuscito a prenotare un posto che sogno da tempo, dove le stelle Michelin sono di casa, ho già pronto l’abito buono delle feste e non vedo l’ora di godermi l’esperienza ma c’è un problema: è impossibile consultare la carta dei vini del ristorante.

Non ve n’è traccia sul sito e alla esplicita richiesta dopo aver prenotato – fornendo nome cognome e pure i dati di fatturazione (quindi tutti gli elementi possibili e immaginabili per qualificarmi come ospite educato e senza precedenti penali) – mi è stato risposto che il ristorante non dispone della carta vini in formato digitale.

Ora, va bene tutto – ed effettivamente certi ristoranti farebbero pure bene a non pubblicare la propria carta dei vini – però l’assenza di carta digitale stona un po’. Nel 2023 diamo per assodato che tutti abbiano un file della carta quindi la motivazione deve essere altrove.

Di questo argomento parlammo già qualche mese fa con Stefano Senini nell’articolo Contro i (grandi) ristoranti senza carta dei vini online e vorrei tornare sull’argomento perché ho la sensazione che nessuna argomentazione di questa scelta abbia solide fondamenta. Ci può essere semmai una giustificazione, ma è parziale e viene meno quando a chiedere l’accesso alla carta dei vini è qualcuno che ha appena prenotato un tavolo. Odio stare mezz’ora con gli occhi su un libro per scegliere un vino tra migliaia di referenze, cosa che potrei fare con più calma, meglio e soprattutto con grandissimo godimento comodamente da casa.

Le ragioni di questa policy aziendale?

Potrebbero essere sostanzialmente di tre ordini: i prezzi e/o la discrezione e/o l’incapacità di aggiornare con frequenza.

Parto dall’ultima.
Prerogativa per una carta consultabile è che sia aggiornata con buona tempestività, non giornaliera, nemmeno settimanale, diciamo almeno quindicinale o mensile. Se però si rende necessario un passaggio col webmaster della situazione, il processo rallenta diventando più macchinoso e disincentivando la scelta. L’ottimo sono ovviamente quei ristoratori/sommelier che esplicitamente chiedono di poter modificare in autonomia la sezione relativa del sito aziendale. Partendo però sempre dal presupposto che una carta digitale in qualsiasi forma esista, e non potrebbe essere altrimenti.

Il secondo caso è quello di chi invece non gradisce che chiunque possa sfogliare la propria carta vini, anche se non strettamente interessato all’esperienza del ristorante. Non voglio far sapere i cavoli miei e cosa ho in cantina, con quali produttori lavoro e con quali no, quante annate sono presenti di Tizio e Caio eccetera. Quel vedo/non vedo che punta sull’effetto-sorpresa qui sulla bilancia pesa più del mostrare subito le proprie grazie e bisogna stare al gioco. Qualcuno ipotizza che non esporre tutti i vini sia anche un modo per non essere mira di malintenzionati ma insomma, non credo che un ladro decida chi svaligiare scaricandosi un pdf. Punto che si potrebbe ricollegare al successivo.

I prezzi. Specie nell’alta ristorazione, non è insolito che i vini abbiano un prezzo più importante rispetto all’acquisto in azienda o in enoteca (e vorrei ben vedere, visto lo smattimento che servire certi vini in certi bicchieri in certe strutture comporta). Potrebbe sembrare ovvio ma non lo è. Può anche farmi strano trovare a 90 un vino che in bottega trovo a 20, ma stare seduto su sedie super, servito e riverito con bicchieri top ha un suo costo e va pagato. Che non tutti lo capiscano è un dato di fatto così come è un dato di fatto che troppi clienti pensino di sapere come si manda avanti un ristorante senza avere la minima idea della struttura di costi, ricavi e profitti che ci sta dietro. Ma poter sbirciare i prezzi, quindi i ricarichi, potrebbe davvero essere un disincentivo grande a tal punto da privare chiunque del piacere di vedere che vini ci sono in carta e quali eventualmente sceglierei? In questa sottocategoria andrebbe collocato chi espone una carta dei vini senza prezzi, quindi facendo vedere cosa c’è in carta ma non a quale prezzo. Quantomeno posso già farmi una idea di cosa ordinerei, poi sul momento capirò se il prezzo è giusto (per me) oppure no.

Insomma, qual che sia il motivo me ne farò una ragione. Invece di friggere in attesa di sedermi avrei di gran lunga preferito sfogliare, sfogliare e poi sfogliare di nuovo la carta digitale, segnandomi una luuunga wishlist di bottiglie da stappare (di solito ne annoto da 10 a 20 per andare sul sicuro) per godere e sognare anche un po’. Sennò a che servono le stelle?

P.S.: per rifarsi un po’ gli occhi, la carta del tristellato Alain Ducasse at the Dorchester, gestita da Vincenzo Arnese, tornerà utilissima (e su due piedi farei il pairing Wine Icons a pagina 11).

P.P.S.: ho scoperto che un nostro affezionatissimo lettore è appena stato nel ristorante che ho prenotato. Mi ha fatto vedere cosa ha bevuto e a che prezzo e forse potrei aver capito la ragione dietro alla scelta, se vogliamo una quarta motivazione. Che potrebbe suonare più o meno così: “Siamo sempre pieni, sappiamo di avere vini splendidi a prezzi ottimi quindi chi verrà qui potrà scoprirli e goderseli. Ci dispiace per gli altri. Tornando qualche volta poi ci sarà modo di esplorare anche gli angoli più nascosti della carta”. Speriamo vada così.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

37 Commenti

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Michele

circa 1 anno fa - Link

Il rischio di imitazione della carta Lo escludo a priori?

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Mattia Grazioli

circa 1 anno fa - Link

Che problema ci sarebbe se imitassero la carta? Un bravo sommelier sarà sempre un passo avanti a chi copia.

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Alessandro Morichetti

circa 1 anno fa - Link

A naso perché saprò dirti solo poi ma in questo caso l'emulazione sarebbe impossibile per motivi strutturali. Pensa alla Ciau del Tornavento, per esempio: più che leggerla - ove ci fosse, ma non c'è - puoi fare poco :-)

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Mattia Grazioli

circa 1 anno fa - Link

Esattamente quello che volevo dire. Nessuna carta ben studiata è totalmente replicabile. Sono progetti di anni e di ricerca.

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Michele

circa 1 anno fa - Link

E va da sé, anche il rischio di recensione della carta dei vini da parte di chi al ristorante non ci mette magari nemmeno piede perché la riceve da quello che avendo fatto la prenotazione ottiene il file PDF. Non è forse un rischio anche questo? Soprattutto, in un mondo in cui improvvisarsi Antoine Ego è lo sport nazionale secondo solo all'improvvisarsi commissario tecnico della Nazionale

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gabriele

circa 1 anno fa - Link

Vabbuo', ma una carta dei vini si può recensire anche senza andare al ristorante, no? è un dato oggettivo, poi può piacere o meno, ma le referenze son lì da vedere. Poi magari al rist manco hanno le bottiglie elencate in carta, questo è vero

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vinogodi

circa 1 anno fa - Link

...non sono d'accordo sulla politica di questi ristoranti ma ... mi adeguo. Come le centinaia di offerte "private" sul web che narrano : " ... questi sono i vini , i prezzi in privato solo per gli interessati..." . Una sciocchezza. La completezza dell'informazione è rispetto per il cliente . Ometterla è boria di autosufficienza pura : le motivazioni addotte sono solo un pretesto per non dare fianco a critiche , di qualsiasi natura ( dalla completezza e profondità della proposta in caso di ristorante importante , ai prezzi molte volte assolutamente non in linea con un giusto e sacrosanto ricarico , ma frutto di becera speculazione che su certi vini è cosa assodata e in tanti ne approfittano . PS: piuttosto del malvezzo di comunicare carte infinite per poi accorgerti che la realtà è completamente diversa in termini di disponibilità ( più volte a richiesta di bottiglie segnalate in carta on line, la risposta "esaurito" è frequentissima oppure " hanno appena acquistato la bottiglia nel tavolo vicino .... palla grossa come una casa ... quasi una prassi ci 5 - 6 tentativi per riuscire a trovare una bottiglia decente non prevista e tempi immemori di sfogliamento nevrotico della carta ...), , meglio una "sana" omissione e una scoperta al momento , che le grandi bottiglie a prescindere me le bevo a casa mia . E al ristorante , seppur pluristellato, ci vado per far godere la pancia e il vino come "complemento" , non viceversa ... salvo non mi trovo a Beaune dove Coche Dury Le Rougeots ( per far riferimento alla foto in oggetto) lo trovo in carta a 140 Euro e "sul mercato" a 1300 come minimo ...

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Andrea

circa 1 anno fa - Link

Sono da poco stato in 3 stelle , eravamo in 4 ed ho scritto una mail per sapere se era possibile avere la carta dei vini in anticipo o avere idea del costo della degustazione giusto per avere un idea di spesa totale ma mi è stato risposto che non avevano la possibilità di mandarla e ti affidarci al loro sommelier che ci avrebbe pensato lui. Questa cosa non mi è piaciuta molto .

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franco

circa 1 anno fa - Link

e vorrei ben vedere a chi piacerebbe... osteria francescana? Qual'è invece il nome del ristorante dell'articolo? A questo punto si è capito che i ricarichi dovrebbero essere onesti e le referenze importanti... grazie per condividerlo!

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Nico

circa 1 anno fa - Link

Poi facci sapere dove sei stato e cosa hai bevuto

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landmax

circa 1 anno fa - Link

Tempo fa sono stato in un ristorante tri-stellato con carta dei vini on-line. Eravamo 4 amici, di cui solo io appassionato di vini. Potendo consultare on-line la carta, e i relativi prezzi, ho potuto suggerire ai miei amici un mini-percorso di bottiglie importanti, avendo il loro ok preventivo per la spesa da dividere. Tutto questo non sarebbe successo se avessimo dovuto scegliere sul momento e verosimilmente saremmo andati su cose più basiche (essendo io l'unico appassionato). Voglio dire che, a mio parere, il ristoratore ci guadagna a pubblicare on line la propria carta dei vini.

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Bilo

circa 1 anno fa - Link

Perfettamente d'accordo. Purtroppo a volte, anche in coppia, pur di perdere minuti alla scelta della bottiglia opto per la mescita del giorno o per bottiglie più basiche. Se potessi leggermela con più tranquillità, trovando quello che piace con delle soluzioni a prezzi accettabili alla fine, spenderei comunque di più

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Filippo

circa 1 anno fa - Link

Ammetto che provo sempre un grande fastidio quando nei ristoranti , nel loro sito pardon, non trovo la carta dei vini. come scelgo un ristorante per un ottimo menu, lo potrei scegliere per un'ottima carta dei vini (vedi La Peca per fare un esempio). Il discorso dei costi per me è a parte, ogni ristorante ha la sua politica. Ma dato il livello, con personale di alta esperienza, come uno o più sommelier, mi aspetterei di trovarla, magari aggiornata in modo stagionale o trimestrale. Per il fatto del copiare penso che ogni sommelier di la propria impronta stilistica in accordo con cucina e direzione, ma il prendere spunto dagli altri non è disdicevole, anzi. Parere mio ovviamente.

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marcow

circa 1 anno fa - Link

I motivi sono stati ben illustrati nell'articolo. Poi, in certi casi prevalgono alcuni mentre altri ristoratori stellati si fanno guidare da altre motivazioni. In tutti i casi sono comportamenti scorretti. Condividi anche il contenuto e il tono del commento di Vinogodi il quale scrive: "E al ristorante , seppur pluristellato, ci vado per far godere la pancia e il vino come “complemento” , non viceversa" che, in un certo senso, riprende un famoso concetto del grande e indimenticabile Gualtiero Marchesi. PS Otre a mettere sotto la lente d'ingrandimento i vini del ristorante stellato bisognerebbe aumentare la capacità critica di quello che offrono ... nei piatti... oggi i ristoranti stellati: c'è creatività? C'è innovazione? O c'è ripetizione, rimaneggiamenti di piatti già visti? O c'è soltanto sofisticata manipolazione tecnica degli ingredienti ... con lo scopo di stupire? Dipende chiaramente da quello che cerca il cliente.

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Lanegano

circa 1 anno fa - Link

Con Morichetti abbiamo dibattuto giorni fa via Instagram sulla delusione relativa al non produrre al cliente la carta vini in molti grandi ristoranti anche a seguito di prenotazione. Le motivazioni di questa scelta, pur probabilmente valide, restano per me causa di grande disagio essendo enofilo terminale come i frequentatori di questo blog. Nel ristorante in questione (tre stelle meritatissime...) mi è stata presentata al tavolo una carta rilegata con numeri e qualità di referenze che avrebbero necessitato almeno un'oretta di studio approfondito. In pochi minuti, con mogli già vagamente spazientite dal nostro solipsismo, io e il mio complice abbiamo optato per un vigneron di Champagne (ricarico standard per un luogo di quel rango) e poi l'occhio rapace ci è caduto sopra una meteora fiammeggiante. Abbiamo sbirciato il prezzo e, increduli, abbiamo ordinato senza indugio. Ci è stato detto: ‘ottima scelta, abbiamo da 20 anni l’assegnazione diretta e non ci piace fare speculazioni sul nome di certe bottiglie’. Chapeau, applausi, inchino. Per concludere: sicuramente chi si occupa di ristorazione ‘alta’ farà scelte ponderate sulla questione della diffusione della propria lista vini, resta il fatto che per chi soffre di passione enologica bruciante è un gap davvero difficile da comprendere e colmare. Per la cronaca nel ristorante in questione sito nella provincia mantovana, abbiamo trovato un servizio impeccabile e discreto sostenuto da cortesia di altri tempi e una cucina di mirabile finezza e delicatezza con materie prime straordinarie. La boccia era un Auxey Duresses di Coche Dury 2014 che volava come una libellula e pungeva come un’ape. Un caleidoscopio di leggiadra eleganza, di fruttini da fiaba, di speziatura educatissima e di lucentezza gustativa in soli 12,5 gradi alcol ad un prezzo, credetemi, davvero accessibile a tanti. Alessandro, spero di non averti rubato l’ultimo Coche…sono curioso di leggere le tue impressioni quando andrai nei prossimi giorni…

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Vinogodi

circa 1 anno fa - Link

.Il Pescatore e' uno dei pochissimi, se non l' unico, ad avere assegnazione diretta da Coche Dury. Ma non tutto viene messo in carta. Comunque concordo sulla straordinaria capacita' d' accoglienza del locale storico. Io sono mantovano d'adozione ( Viadana, a 25 km da Canneto) e conosco bene...

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Lanegano

circa 1 anno fa - Link

Veramente bravissimi.

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Massimiliano Gazzola

circa 1 anno fa - Link

Potrebbe esserci una quinta motivazione, se le prime quattro non vi convincono... Diciamo che un ipotetico tristellato a "caso" avesse in cantina una grande quantità e profondità di annate di un vino di un produttore a "caso", ad esempio quello della foto, giusto per citarne uno... E che abbia anche dei prezzi corretti e onesti per dei vini che passano di mano a cifre ben superiori se non folli... Ecco questo ristoratore, oltre che ad avere sicuramente una persona, che tiene la lista aggiornata di tutto punto dovrebbe anche avere una persona per rispondere ogni giorno alle richieste per quella o quell'altra bottiglia da parte dello speculatore di turno.

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Vinogodi

circa 1 anno fa - Link

....Massimiliano , non sono cosi' tanti, gli speculatori. Basta mandarli ...al cinema una volta, e desistono subito. Tenuto conto che oggi i locali che hanno assegnazioni dirette (limitatissime sempre piu') se vogliono fare mercato sottobanco devono abradere il numero di serie, altrimenti i distributori ufficiali ( o le case madri cult in Francia) se se li trovano sul mercato, risalendo ai registri di vendita, ti tolgono l' assegnazione...

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laccendiamo?

circa 1 anno fa - Link

Disdici subito la prenotazione e cambia ristorante!

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Alessandro Morichetti

circa 1 anno fa - Link

ma che sei matto? non vedo l'ora, altroché!

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Giovanni

circa 1 anno fa - Link

Questione spinosa in cui entrano in gioco infinite variabili. Aggiungo ed esploro il punto di vista riportato ne PPS. Escludiamo i ristoranti che non pubblicano la carta dei vini per pura "pigrizia" ovvero per non doverla aggiornarla costantemente- l'unico modo per evitare controversie con i clienti in caso di cambio di prezzi, annata, disponibilita' etc. Escludiamo anche chi che cerca furbescamente di "costringere" il cliente a ricarichi che non sarebbe disposto ad accettare se avesse consultato la carta dei vini precedentemente. Resta una parte nobile che non pubblica i prezzi proprio perche' pratica ricarichi onesti, e preferisce premiare chi decide di visitare il ristorante, conversare con il sommelier e farsi guidare nella scelta. In un momento in cui le bottiglie possono andare in "hype"da un momento all'altro, il ristorante preferisce mantenere la riservatezza di una politica onesta per evitare di attirare clienti che sono semplicemente alla ricerca dell'affare. Da cliente e giovane appassionato di vino, ho capito questo molto recentemente. Prima volevo consultare la carta dei vini, scegliere in anticipo esattamente cosa voglio bere cercando l'affare (quindi in un certo senso tagliando fuori la figura del sommelier). Ora sono molto piu aperto a non conoscere la carta in anticipo e a farmi guidare. Anche ad accettare che ad esempio per un certo vino "l'ultima bottiglia l'ho aperta ieri sera" (chiaramente balla colossale). Se il sommelier e' un vero professionista, mi sta elegantemente dicendo che dalla mia conversazione con lui ha capito che forse e' troppo presto e quella bottiglia non la sapro' apprezzare. Oppure che quella bottiglia la vuole riservare per un cliente speciale. Il che apre un altra questione, dal punto di vista del ristorante, se vogliamo una questione anche culturale: 1. Ogni cliente e' uguale per il ristorante, ha accesso a tutta la cantina, paga e riceve un bene e un servizio (approccio che mi aspetto dai grandi hotel e grandi ristoranti, nelle grandi citta internazionali. Di sicuro molto anglosassone,) 2. Ho il diritto di scegliere e selezionare la mia clientela e gestire il mio rapporto con essa, decidere a chi dare accesso a certe bottiglie (approccio piu da piccola realta, che con fatica a costruito una sua cantina ed e' "gelosa" delle bottiglie. Di sicuro piu' francese e anche un po' italiano) Sul tema consiglio vivamente le recensioni di Andy Hayler, che inizia sempre le recensioni dei ristoranti con l'analisi della carta dei vini e dei ricarichi. E che non accetta l'approcio n.2, anzi gli manda proprio il sangue al cervello! Ad esempio in una recensione di poco fa: "I spoke to a sommelier and they would not send a copy of the list in any form in advance “because it might change”. This kind of nonsense is very common in France, where the wine list of a restaurant seems to be regarded not as a menu or a brochure but as some sort of state secret"

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Nelle Nuvole

circa 1 anno fa - Link

Ho appena letto il post di Carlo Macchi su WineSurf, molto condivisibile da parte mia. La conformazione mentale, culturale ed economica della sottoscritta porta a pensare "Carta dei vini online, dopo prenotazioni online, descrizioni online e mille seghe sempre online? Non si può agire in nessun modo se non andando online? Ma allora il Sommelier prestigioso ed esperto che ti accoglie, ascolta le tue scelte di cibo e suggerisce - senza imporre - dei vini adeguati, che ci sta a fare? Devi decidere tutto prima, o almeno valutare, ponderare, perché il tempo è quello che è? Però, però, se tu Signor Ristorante Stellato (termine facilone, come tutto nel vocabolario contemporaneo) ti poni sul web con un costosissimo sito, che deve essere sempre aggiornato, in cui racconti e mostri tanto - storia, ambiente, menu, recensioni, foto - ci devi anche mettere la carta dei vini. Non si possono fare le cose a metà. Quindi capisco benissimo la perplessità di Moricchia, il quale dimostra di non aver perso la freschezza e la curiosità relativa ad argomenti diversamente profondi. Per quanto mi riguarda, la Carta dei Vini di prestigiose istituzioni gastronomiche, non è MAI completamente aggiornata: il primo vino ordinato è appena finito, spesso anche il secondo. Poi ci sono i vini Civetta, costosissimi che non ordinerà mai nessuno, di cui forse esiste un unico esmplare, ma chissà dov'è . Ora non resta che aspettare il resoconto di tale cena, speriamo con foto del Nostro con l'abito buono delle feste.

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Alessandro Morichetti

circa 1 anno fa - Link

Alla fine sei più d'accordo con quanto scritto qui rispetto a cosa ho letto altrove. Anche perché certi vini che ben hai presente hanno il proprio luogo d'elezione al ristorante, e in ristoranti anche importanti, e fa "sorridere" - ad essere benevolenti - quando si scrive di non frequentare certi posti quando poi si recensiscono con frequenza etichette da svariate decine se non centinaia di euro. Davvero mah. Poi ovviamente qui non c'è scritto che si debba decidere tutto prima né che questo tema abbia rilevanza pari al global warming o alla pace nel mondo. Ma se uno parla di vino ha senso farlo anche da questo punto di vista, per quanto mi riguarda.

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Giuseppe

circa 1 anno fa - Link

Il mondo e' bello perche` e` vario... Il Macchi ha appena scritto un articolo sullo stesso argomento ma di tenore opposto :-) Ristoranti stellati con carte dei vini online: nun me ne po’ frega’ de meno! https://www.winesurf.it/ristoranti-stellati-con-carte-dei-vini-online-nun-me-ne-po-frega-de-meno-anzi/ Si vede che e' il topic del momento Il guaio e' che mi ritrovo (in parte) d'accordo con entrambe le posizioni...

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Alessandro Morichetti

circa 1 anno fa - Link

Forse volevi dire: "Il Macchi ha appena scritto un articolo dopo aver letto questo senza linkarlo, di tenore opposto e con argomentazioni a dir poco deboli". E Carlo è laureato in filosofia, quindi un'aggravante. Non è il topic del momento ma un po' di netiquette non avrebbe fatto male.

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Giuseppe

circa 1 anno fa - Link

😄 entrambi gli articoli portano la stessa data non ho altre informazioni per sapere ... chi è arrivato primo Buona settimana a tutti!

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Luigi

circa 1 anno fa - Link

Quest'estate la visita ad un tristellato del centro Italia è stata preceduta da un lungo studio della carta dei vini, disponibile on line. Ho potuto quindi decidere per un paio di bottiglie, ahimè entrambi non disponibili in loco, ma anche appurare la poca accuratezza del sommelier nel consigliarmi alternative del tutto differenti dalle mie scelte, nonostante avessi chiesto soluzioni sulle stesse corde. Forse non aiutava il periodo, pieno Agosto e personale che mi ha dato l'impressione di non essere esattamente al livello atteso, ma ne ho dedotto che lo studio della carta dei vini ha alzato le mie aspettative e posto quindi maggior rischi di delusione alla struttura. Ammesso che la mia osservazione sia corretta è evidente che un locale di livello non dovrebbe avere determinati timori, però ipotizzo che a qualcuno il timore possa venire. PS Aggiungo solo un commento, che suonerà forse fuori contesto, nel vedere nella carta di Ducasse tre sole birre, di cui una analcolica...molto desolante, e scenario piuttosto comune ai locali di livello, non riesco a credere che non si riesca a valutare come opportunità l'enorme spettro gustativo di alcuni prodotti del mondo brassicolo.

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marcow

circa 1 anno fa - Link

Stimolato dai diversi commenti su Macchi(che non conoscevo) sono andato a leggermi l'articolo. Non entro nei dettagli ma su un concetto da lui espresso: si va da uno stellato, in un ristorante dell'Alta Cucina, per partecipare a un Grande Spettacolo. Ora, è chiaro che non si può generalizzare. E, quindi, che ci sono diversi i motivi. Chi va per il cibo, chi anche per i grandi vini che si possono trovare in quei posti da abbinare a dei grandi piatti e tante altre possibili varianti. Ma concordo con Macchi quando dice che un pranzo nell'Alta Cucina è un prima di tutto un Grande Spettacolo a cui voler partecipare. __ Quindi riprendendo la famosa frase di Marchesi direi che, alla fine, anche il cibo ... è complemento ... certamente importante... dello SPETTACOLO. __ Ci sono diversi Tipi di Spettacolo. Come a Teatro. Distinguerei nettamente lo Spettacolo del ristorante "Dal Pescatore" di Nadia Santini dallo spettacolo in cui l'esibizionismo tecnico vuole stupire il cliente... caratteristico di alcuni ristoranti stellati. Preferisco il primo.

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Sisto

circa 1 anno fa - Link

L'argomento non è tra quelli che mi interessano maggiormente, quindi sono solo due le mie riflessioni: 1) ma coloro i quali si sono sentiti dire "non abbiamo la carta dei vini digitalizzata" (il che, evidentemente, è una boiata a meno che non l'abbiano scritta sulla lavagna o sulla carta con la penna), non gli si poteva rispondere "sei capace di prendere il cellulare, scattare una foto e inviarmela"? 2) a coloro i quali fanno impresa ma hanno come clienti i consumatori (persone fisiche) la vita gli va più facile. Dovrebbero un giorno avere a che fare con il buyer o il quality manager di una spa che, in sede precontrattuale di valutazione potenziale fornitore, se si sentissero dire "non forniamo questo documento" (facente parte integrante del prodotto o del servizio) , bloccherebbero la procedura all'istante. Anche perché SAP (o simili) non sputerebbero fuori nessun ordine, quindi nessuna autorizzazione al pagamento fattura...

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Alessandro Morichetti

circa 1 anno fa - Link

Quindi avrei dovuto chiedere di mandarmi 200 pagine di foto a qualcuno che evidentemente non ha il piacere di farlo? Ovviamente no, quindi domanda retorica e inutile.

Ognuno ragiona sul proprio business ed evidentemente non si sta qui parlando della fattispecie bla bla. Gente che conosce bene il proprio mestiere e che risponde come gli pare. E siccome voglio andare proprio lì e due robine in giro sono capace di scoprirle, ora più che mai penso di aver fatto bene.

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Sisto

circa 1 anno fa - Link

Si, ma la si può vedere anche da un altro punto di vista. Se un fornitore racconta una patente balla ad un potenziale cliente perché non ha il senso etico/professionale di rispondere "non la pubblico perché sono affari miei", quali altre potenziali balle mi potrà poi raccontare? Se rispondesse invece la verità (che è quella da me grossolanamente sintetizata) lo apprezzerei e mi fiderei.

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Alessandro Morichetti

circa 1 anno fa - Link

Avrei evidentemente apprezzato anche io ma propenderei per un genuina ingenuità, bugia bianca diciamo. Anche perché può essere solo quello, a meno di non manoscrivere centinaia di referenze. Credo si tratti chiaramente dell'ultima fattispecie ipotizzata, e ne sarei ben felice.

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marcow

circa 1 anno fa - Link

Uno dei TEATRI MONDIALI dell'Alta Ristorazione, dove lo Spettacolo era evidente, chiuderà per sempre. "Noma: il ristorante di René Redzepi chiude per sempre. Ecco perché" Gennaio 2023. https://reportergourmet.com/285914/noma-il-ristorante-di-rene-redezpi-chiude-per-sempre-ecco-perche.html In questo articolo c'è anche uno sguardo illuminante sull'Alta Ristorazione(o almeno su una parte) quella che non ti raccontano mai. René farà la stessa fine di Ferran Adrià? (v ristoranti con il fratello dopo la chiusura del mitico El Bulli) Sembra di si a leggere questo articolo "Popl (2020) è il burger e wine bar che René Redzepi apre a Copenhagen. E stavolta non è un pop up" - Gambero Rosso https://www.gamberorosso.it/notizie/popl-e-il-burger-e-wine-bar-che-rene-redzepi-apre-a-copenhagen-e-stavolta-non-e-un-pop-up/ Si potrà mangiare anche con 20 €(era il 2020 quando ha aperto Popl) Ma ciò che ci interessa è che Popl è anche un Wine Bar.

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Alessandro Morichetti

circa 1 anno fa - Link

Molto interessante ma cosa c'entra con l'oggetto del post?

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marcow

circa 1 anno fa - Link

Hai un po' ragione Alessandro M. Non è proprio in tema. Ma non ho "deragliato"... troppo. Si parla anche di Alta Ristorazione. :-) __ Condivido la replica a Giuseppe, che, comunque, ha vivacizzato il dibattito che è veramente pieno di ottimi commenti. Tutto sommato Macchi ti fatto un piacere. __ Colgo l'occasione per ringraziarti per continuare a condurre in modo egregio il blog, che è il modo migliore per continuare a onorare e ricordare il Direttore.

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Gastroillogica

circa 1 anno fa - Link

A me l'idea di consultare menu e carta dei vini prima piace. Ricordo da Niederkoefler, in due a scartabellare il bellissimo librone dei vini...ci abbiamo messo così tanto che abbiamo ritardato il servizio di almeno mezz'ora.

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