Tutto esaurito a Venezia? Per chi ci crede, si riparte con Venusa

Tutto esaurito a Venezia? Per chi ci crede, si riparte con Venusa

di Andrea Gori

Volete dormire e cenare a Venissa, il resort con vigneto sull’isola di Mazzorbo nella laguna di Venezia? Mi sa che dovete attendere fino al prossimo autunno perchè tutti i tavoli e le camere sono esauriti per la prossima stagione grazie ai restaurant bond lanciati qualche settimana fa da Matteo Bisol, già artefice della raccolta fondi di 5mila euro per aiutare i pescatori della Laguna danneggiati dall’acqua alta dello scorso novembre. In questo altro periodo decisamente particolare ha deciso di far uscire il second vin di Venissa proprio a sottolinerare il forte segnale di emergenza e allarme per la tenuta della città nei prossimi anni.

Turismo sostenibile a Venezia significa mantenere in vita tutte le grandi professionalità che rendono questa città e la sua laguna sempre bellissime e splendenti e quindi vetrai, ceramisti, architetti, restauratori, battiloro. Se finora il sistema reggeva grazie al turismo di massa, la prossima sfida sarà dimostrare che c’è un modello Venezia sostenibile anche senza le milioni di presenze e le navi da crociera. Una riorganizzazione dei flussi e della qualità degli accessi alla città e alla laguna che anima la discussione e gli animi da settimane in Veneto. Da par suo Matteo lo fa aumentando gli ettari vitati nelle isole e progettando una cantina sulla terraferma per aumentare produzione e qualità dei vini della linea Venissa di cui abbiamo già recensito tra i primi i due Grand vin dal costo importante (attualmente il fatturato del resort poggia per più del 70% sulle attività ristorative, ristorante gourmet e osteria più wineshop). Venusa è un vino più a buon mercato, ma sempre attorno ai 40€ in enoteca, e  punta a far vivere l’esperienza enoica di Venissa  e dell’uva dorona a più persone e in maniera più spigliata. Un prezzo importante che tiene conto della difficoltà di fare agricoltura di alta qualità  Venezia.

venusa etichetta

Venusa nasce sempre da Mazzorbo e dalle stesse vigne di Dorona di Venissa ma ne rappresenta una selezione adatta a dare il meglio in tempi più veloci e soprattutto a non spiazzare completamente l’assaggiatore perchè reca le ondate sapide e in parte ossidative del grand vin in maniera attenuata. Il che non significa però cedere a dolcezze e smancerie ruffiane. A livello stilistico si è spinto sull’immediatezza (pur uscendo adesso con un 2017) in modo da avere un vino più adatto ad abbinamenti con la sua bella nota umami. Una sorta di versione addomesticata pret a porter di Venissa che non banalizza il concetto ma lo rende accessibile e quasi “normale”, al contempo strizzando l’occhio al filone dei vini orange del Carso.

 

Venusa Dorona IGT 2017 naso floreale macerato tra ginestra, peonia, rosa thea, canfora, corbezzolo, cumino e pepe bianco , prugna gialla e susina bianca, rosmarino fresco, erbe aromatiche ficcanti e che si fanno ricordare. Il salmastro esce alla distanza tra dolcezza solo sussurrata e molte note acide e quasi tanniche dovute all’imbottigliamento molto recente che si attenueranno ma senza scomparire con il tempo. 91

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

1 Commento

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Giacomo

circa 4 anni fa - Link

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