Tutti i Vermentino di Antonella Corda fino a qui

Tutti i Vermentino di Antonella Corda fino a qui

di Jacopo Cossater

Le modalità di assaggio sono ormai note con Zoom che è entrato nella quotidianità di tanti, strumento che si è dimostrato anche molto utile per degustazioni collettive a distanza. L’occasione in questo caso è stata buona per una verticale del Vermentino di Antonella Corda, nome ormai non così nuovo e tra quelli più interessanti di Serdiana, piccolo comune a nord di Cagliari.

Tutto inizia nel 2010 quando Antonella eredita i vigneti da sua madre Maria Argiolas, a sua volta figlia di una delle figure chiave della storia del vino sardo: Antonio Argiolas, fondatore dell’omonima cantina. È in quel momento che prende il via un lungo percorso tra costruzione della nuova struttura (2013) e prime bottiglie (2016). Nel mezzo diversi nuovi impianti, 16 gli ettari attuali divisi in 2 zone: Mitza Manna e Mitza S’ollastu.

Il primo si estende per 6 ettari e si trova a circa 200 metri sul il livello del mare. Vermentino e nuragus per un terreno sabbioso, argilloso, limoso, con una forte presenza di calcare. È quest’ultimo elemento a essere considerato come centrale per interpretare non solo la produzione di Antonella Corda e di suo marito Christian Puecher ma anche di molti dei bianchi di Serdiana. Vini capaci di una tensione sia olfattiva che gustativa altrove più rarefatta. Il secondo, Mitza S’ollastu si trova al confine con il comune di Ussana e comprende vermentino e Cannonau. Qui i terreni sono composti da sabbia, limo, argilla uniti a una forte presenza di ciottoli.

La degustazione si è tenuta in compagnia dell’enologo Luca D’Attoma e dell’export manager Andrea Carpi.

Vermentino di Sardegna 2016 – È Antonella a introdurre le annate dal punto di vista dell’andamento climatico, oltre ad aggiungere alcune delle sue sensazioni relativamente a questa o a quella vendemmia: “una buonissima annata, molto equilibrata durante primavera ed estate, abbiamo avuto qualche pioggia in vendemmia ma che non ha influito con la raccolta del vermentino.”

Che sorpresa! Naso di spiazzante mineralità, che ricorda più un Riesling o un Kerner che un Vermentino, basta però un breve sorso per ritrovare quella rassicurante sostanza che ne caratterizza il profilo gustativo. Vibrante, dinamico, molto lungo. Gesso e idrocarburi, mentuccia e rosmarino, agrumi e frutta bianca per un Vermentino di gande, grande complessità, che non ha cedimenti e che a distanza di 4 anni sembra in gran forma. È succoso, saporito, invita in continuazione all’assaggio grazie anche a una tessitura di grande bellezza, né sottile né eccessivamente ingombrante. 90

Vermentino di Sardegna 2017 – “Annata difficile, calda e molto siccitosa, per fortuna qui a Serdiana siamo in diversi ad avere attrezzato i vigneti per l’irrigazione di soccorso, pratica in questo caso più utile che mai. Lavorare in biologico ci ha aiutato, abbiamo notato che le piante sono mediamente andate meno in stress.

E infatti è Vermentino più giocato sul frutto, esotico ed agrumato, che su quelle sensazioni terpeniche che caratterizzano il 2016. Piacevolissimo, riempie il palato grazie a un bel calore e un’acidità che ne regge lo sviluppo gustativo. È vino meno importante, più morbido, forse più immediato e al tempo stesso gustoso per beva. Ecco, questi di Antonella Corda sono anche vini “di bocca”, il cui sorso è appagante e che possono vantare su una finezza minerale di particolare incisività. 88+

Vermentino di Sardegna 2018 – “Nel 2018 abbiamo dovuto interrompere il nostro percorso di conversione al biologico, è stata un’annata veramente difficile, fredda e umida. Ha piovuto tantissimo.

Vermentino di grande freschezza, erba medica e limone, mela verde e pompelmo. È vino stretto, tanto piacevole quanto immediato, non così coinvolgente in termini di presa gustativa rispetto agli altri 3 della batteria. Colpisce comunque per tensione e per freschezza. 86

Vermentino di Sardegna 2019 – Ancora Antonella: “l’annata è stata sempre molto equilibrata, praticamente perfetta per andamento stagionale e climatico. La vigna ci ha dato grandi soddisfazioni e nessuna preoccupazione, durante la vendemmia abbiamo assistito a una rapida maturazione dei grappoli ma non tale da preoccuparci.”

Una maturazione che si sente e che ha reso il vino grande. Il 2019 è infatti una gioia: bianco di rara completezza e allungo, capaci di coniugare tutta la severità che contraddistingue questo Vermentino con quella generosità data dal varietale e dal clima. Leggermente minerale si apre su toni floreali e agrumati, ha potenza e grandissima finezza, una nota di sapidità che lo impreziosisce e grande lunghezza, tutte caratteristiche che si affiancano a una beva particolarmente efficace. Di gran lunga il migliore della batteria, più completo del vermentino 2016 in quanto capace di una maggiore tridimensionalità gustativa. Buonissimo oggi e fantastico in prospettiva. 93

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

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