Turbo Frank Cornelissen (Tutti i cru 2020)

Turbo Frank Cornelissen (Tutti i cru 2020)

di Marco Colabraro

Diciamolo subito: come nel videogioco Super Mario Kart Frank Cornelissen aziona il Super Turbo Boost e fa un sorprendente balzo in avanti rispetto al passato.

Sono all’evento di presentazione in anteprima dei cru 2020 dell’Azienda Agricola Frank Cornelissen, versante nord dell’Etna. Guida la degustazione Matteo Gallello, che si mostrerà preparatissimo, acuto e capace di parole misurate. Il campo di battaglia è la sala privata Mengoni del Ristorante Cracco a Milano, Galleria Vittorio Emanuele, proprio di fianco a Piazza del Duomo. Qui il vignaiolo e Raffaele Bonivento, patron di Meteri che lo distribuisce, giocano l’asse: una sola tavolata, 26 commensali tra giornalisti, sommelier, ristoratori e, sì, anche influencer.
Bell’atmosfera, molti giovani. Rapporto giacche vs magliette: 16 a 10.

Galleria

Incontro Frank, emozionato, sul balconcino con affaccio sulla Galleria; sotto di noi i turisti, di fianco a noi un cameriere ci porge due calici di Coer de Galippe Passion Millésime Brut Grand Cru 2010 di Brigitte Beaufort. Tra una tartina e una stretta di mano, all’ennesimo volto conosciuto sfodero una domanda originalissima: “Cosa ti ha portato sull’Etna, Frank?”. Gli tocca rispondermi: “Né relazioni, né altri business, io volevo fare il vino. Avevo pensato anche alla costa oceanica del Portogallo, ma dopo aver studiato e pensato a lungo ho scelto la Sicilia e i terreni della Montagna”.
Tre calici di Champagne e una decina di strette di mano dopo comincia la degustazione.

Degustazione Cornelissen

Palla a Bonivento, cross per Gallello, assist a Cornelissen: “Ventitré anni fa volevo fare un vino che rappresentasse in tutto e per tutto il mio pensiero. Nei primi anni, infatti, le mie bottiglie sono state provocazioni, più vini di Frank che vini dell’Etna; avevo un’idea forte: non toccare la materia ma seguirla nel suo divenire lasciando fare alla natura e intervenendo il meno possibile. Anzi, non intervenendo praticamente affatto.”

Ora Cornelissen non ha più bisogno di provocare, ha fatto un percorso – forse anche umano – di consapevolezza e sensibilità, che lo ha portato a modificare la sua idea originaria: “Ho deciso così di applicare la tecnica con sapienza e parsimonia, esaltando il territorio e ascoltando quello che vino mi domanda.” (E che, forse, domanda anche l’evoluzione del gusto contemporaneo). Lo dice come se stesse facendo una vera e propria confessione. Quindi via all’uso ragionato della solforosa, apertura a leggere filtrazioni, riflessioni sulla macerazione carbonica e introduzione del grappolo intero in percentuali dal 10 al 25% a seconda dell’annata e largo a quelli che chiama cru (e che sull’Etna si chiamano contrade).

Mi guardo intorno per cogliere la reazione del pubblico: nessuna espressione di sorpresa, qualcuno instagramma, qualcun altro tagga e l’hashtag perfetto per l’istante sarebbe #metterelemaniavanti. Cornelissen si espone definendo grande l’annata che andremo a degustare: “Nel 2020 tutto era al suo posto.”
Mentre i cellulari riprendono la sfilata di bottiglie, i calici si riempiono.

Premesse:

  • Le vinificazioni sono tutte in vasche di vetroresina
  • Cornelissen usa definizioni prese in prestito dalla Borgogna e divide, come segue, in Premier cru e Grand cru
  • I vini sono stati proposti in tre tornate: 3 Premier cru seguono altri 3 Premier cru, poi gli ultimi 3 assaggi vengono definiti Grand cru
  • I rossi degustati sono tutti da nerello mascalese.

Atmosfera
Premier cru

Munjebel Bianco VA Le Vigne Alte 2020
Vino di gran gusto! Giallo zinco luminoso. Grecanico, carricante e riesling renano in piccola percentuale. Mi piace per complessità e beva. Pesca piena, affumicato, quasi sulfureo. Poi ginestra, maggiorana, zagara, e un agrumato candito di limone e zenzero su piana sapida. Il finale è lungo con una nota amara piacevole. Chiedo che mi si riempia di nuovo il bicchiere, lo bevo.

Munjebel Rosso PA Porcaria 2020
Nerello mascalese di gran struttura ed equilibrio. Floreale, un bel frutto pieno, la fragola, poi erbe e spezie su nota vulcanica. Non mi emoziona ma ne riconosco il carattere.

Munjebel Rosso FM Sottana 2020
Il più nebbioleggiante degli assaggi. Colore ammaliante, scarico, che restituisce un liquido elegante, scheletrico rispetto al precedente, ma con una personalità più sfaccettata e complessa. L’attacco è di piccoli frutti rossi, si sente l’agrume, il tannino è piccante, raffinato. Notevole.

first flight

Svuoto i calici perché sul tavolo ce ne stanno giusto tre a persona, la degustazione è cominciata in ritardo, tocca accelerare. Tempo di tirare il fiato con la fottuta paura che possa iniziare un dibattito vino naturale vs vino convenzionale e già ci si può buttare sugli altri tre Premier cru.

Munjebel Rosso CR Campo Re 2020
Molto espressivo, una leggera nota dolce al naso trova raffinatezza nella fragolina selvatica, un tocco di menta. Qui trovo azzeccatissima l’espressione di Gallello: “trama di seta con cucitura accurata”. L’alcol è gestito benissimo, nell’equilibrio certosino del tutto credo che il frutto, ora molto presente, nel tempo possa regalare grandi sorprese.

Munjebel Rosso CD Calderara Sottana 2020
Degustazione esaltante! Il più introverso ma intrigante, profondo. Ci mette un po’ per rivelarsi in tessuto affumicato e note fluviali, l’alga si mischia a rimandi di cuoio. La struttura è disorientante, quasi acquosa, in sottrazione, ma che mi interessa e affascina. Il mio preferito, senza dubbi. Col senno di poi, lo avrei messo tra i Grand cru.

Calderara Sottana

Munjebel Rosso MC Monte Colla 2020
Vigneti in pendenza che affondano nelle sabbie davanti al vulcano (non sul vulcano, dunque) danno un vino potente, di struttura e frutto più maturo rispetto agli altri. Ricorda tanto certi riusciti assaggi del Rodano. Riflesso della contrada, abbastanza equilibrato anche se un po’ di freschezza in più non guasterebbe.

Slaccio il primo bottone della camicia. I commensali cominciano a guardarsi negli occhi, a confrontarsi. Tra i primi assaggi e questi c’è stato un bel salto. Bella roba. Veloce: svuota i calici, riempi i calici. Questi me li sarei tenuti volentieri ancora un altro po’.

Grand cru

Munjebel Rosso VA Le Vigne Alte 2020
L’attacco è floreale e si rivela in complessità speziata. Colpisce l’equilibrio che rivela un’eleganza rara. Qui mi servo ancora delle parole di Gallello: “Tannino ordinatissimo in bordo di lingua, un quadro puntinista.” Bel vino davvero, a mio gusto fin troppo cesellato.

Munjebel Rosso CS Chiusa Spagnolo 2020
Vigna del 1925 a piede franco. La trama è masticabile, il tannino più spesso degli assaggi precedenti; al naso è un po’ austero ma di grande complessità. Ha bisogno di tempo per rivelarsi nel bicchiere. Sorprende la sapidità. Premessa potente che di certo si rivelerà negli anni.

Magma 2020
Magma Rosso 2020
L’atteso grand vin aziendale riassume i pregi dei precedenti. È abbondante, diritto, sapido, il tannino è emozionante. L’assaggio potente è già elegante ma sono certo si sfaccetterà ancora di più. Il prezzo? Molto alto, ma è un discorso troppo complesso per parlarne in modo esaustivo.

Tutti d’accordo, siamo di fronte a una grande annata. L’impressione è che quella che potremmo definire tecnica dell’esperienza abbia dato vita a vini più nitidi, non imbrigliati, già disponibili e parlanti, che nel tempo acquisteranno ancor più profondità.

Slaccio il secondo bottone della camicia. Terminata la degustazione si pranza, tre pietanze targate Cracco con abbinamenti pensati da Frank perché dicano qualcosa di più del suo approccio. Tra i vini proposti, qualche ombra non fa che mettere in rilievo l’eccezionalità di questa annata etnea.

Munjebel Bianco classico 2017
Bella nota affumicata, agrumato. Ricorda certi buoni e più giovani riesling alsaziani. Molto materico, la riduzione lo rende interessante. Di certo meno territoriale del Munjebel Bianco VA Le Vigne Alte 2020 proposto in degustazione. Alla cieca diresti Etna? Non so.

Pinot Blanc A360P 2017, Domaine Ostertag
Un domaine che mi piace (qui su Ten di aprile) e che lavora in maniera più o meno interventista a seconda di uve e suoli, proponendo vini di struttura, complessità e buona beva. Un’Alsazia a cui Cornelissen guarda.

Munjebel Rosso VA Le Vigne Alte 2017
Concentrazione, complessità, piacevole nota affumicata, trama raffinata. C’è tutto. Dinamico, gioca con la riduzione rivelando un risultato interessante e una beva davvero profonda. Meno preciso e altezzoso del 2020, per certi versi più coinvolgente.

Bandol La Migoua 2017, Domaine Tempier
Bella dinamica, di sostanza. È vero, ricorda alcuni vini di Cornelissen per complessità, potenza e tannino. Bevuta che apprezzo, i rossi di Tempier per me hanno un’altra marcia rispetto ai più celebrati rosé.

Magma Rosso 2015
Purtroppo, deludente. Il formato doppia magnum mi lasciava immaginare grandi cose ma una volatile tradotta in vernice copre il sorso. Peccato. Forse anche per questo, ogni tanto un po’ di solforosa non guasta.

Magma

Gevrey-Chambertin Les Cazetiers premier cru, Domaine Bruno Clair 2018
Falegnameria. Materia e nerbo ci sono, probabilmente negli anni farà il suo ma ora il legno copre tutto. Come ultimo vino questo pinot nero, purtroppo, non va ma, a dire il vero, stavo già escogitando come concludere la giornata.

Mentre qualcuno, fatto il pieno di stories ed esperienza, lascia la sala, io mi alzo e raggiungo il bancone con i vini esposti in fila. Un gesto poco elegante, probabilmente, ma suggerito da ebrezza ed entusiasmo: riempio di nuovo il calice coi miei preferiti. Gioisco bevendo Munjebel Rosso CD Calderara Sottana 2020 e Magma Rosso 2020, il triplice fischio finale. Vini di terra, vini di mare, espressione autentica di quel che significa Munjebel, da Mons (monte in latino) e Jebel (monte in arabo), ovvero Monte dei monti, espressione biblica che indica la maestosità, ma anche Mungibeddu, “monte bello”; è questo che rimane in bocca: l’espressione maestosa di una materia nata per la bellezza.

Batteria Cornelissen

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Marco Colabraro

Nato a Milano, sangue misto polenta e peperoncino. Di ritorno da un viaggio in Eritrea si iscrive all’Accademia d’Arte Drammatica e fa l’attore per un po’, poi fugge nella Parigi dei bistrot, a Roma corregge romanzi in qualche casa editrice e cambia lavoro ogni tre mesi circa. Torna a Milano, beve per amore dell'ebrezza e della conoscenza, il suo piatto preferito è la pastasciutta al pomodoro.

42 Commenti

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marcow

circa 11 mesi fa - Link

"...giocano l’asse: una sola tavolata, 26 commensali tra giornalisti, sommelier, ristoratori e, sì, anche influencer. Bell’atmosfera, molti giovani. Rapporto giacche vs magliette: 16 a 10" __ "Anche l'INFLUENCER". La presenza di un influencer dovrebbe stimolare la riflessione. Perché invitare un influencer? Poi si potrebbe continuare. Con quali "criteri" vengono "selezionati" i 26 commensali alla "sala privata Mengoni del Ristorante Cracco a Milano, Galleria Vittorio Emanuele"? Qual è lo scopo di queste tavolate? A che servono? Che valore hanno per il consumatore, per il bevitore, per il cliente che vuole comprare un vino?

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Marco

circa 11 mesi fa - Link

Ciao Marco e grazie per la riflessione; è stimolante, ci vorrebbe un articolo dedicato. Sono eventi per comunicare il vino e la comunicazione è fatta di tanti canali e sfaccettature. Chi chiamo influencer e sui suoi canali social vanta parecchi seguaci è perché si è fatto una reputazione, perché ha bevuto molto, assaggiato molto, magari anche studiato molto, o almeno si è dato da fare perché tutto quel che ha mangiato o bevuto raggiungesse il maggior numero di persone (anche questo non è scontato). Tutto ciò non per forza rivela particolari capacità di analisi o giudizio ma nemmeno le ostacola. Ti devo dire che ho letto parecchi commenti e visto più stories possibili dell’evento e non mi è per nulla dispiaciuto; non sempre ero d’accordo, ma ampliavano il mio punto di vista. Poi, certo, bisognerebbe chiedere a chi ha organizzato quali sono i criteri di invito. Ciao

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Alberto

circa 11 mesi fa - Link

Mi permetto di dissentire sulla frase: sono eventi per comunicare il vino. In questo caso si tratta di eventi per pubblicizzarne uno in particolare... Nulla di sbagliato... anzi... Ma sono due cose diverse... profondamente!

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Marco

circa 11 mesi fa - Link

Giusta precisazione, sono d’accordo.

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Davide Fasolo

circa 11 mesi fa - Link

Rispondo per me, essendo stato invitato a discapito ovviamente di altre persone (a volte anche un pochino sedute?), probabilmente perché Frank e Raffaele vogliono unire nello stesso tavolo persone dotate di sensibilità ed approcci al vino differenti, giocano in una zona meno confort di quello che si crede ed amano il confronto. Ad esempio io in passato sono stato critico verso i suoi vini ma nelle 2 ultime annate ho visto la capacità critica del produttore di valorizzare decisamente meglio il suo lavoro, ho potuto fare questo anche grazie a queste comparate; inoltre Frank ama il confronto e starci seduto esattamente di fronte a tavola porta a uno scambio decisamente meno "social" di quello che si crede. P.S. appena ho tempo metto 2 note pure io sulla mia bacheca, ma il bianco di quest'anno mi ha assolutamente rapito

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Alberto

circa 11 mesi fa - Link

Vetroresina... mi domando, da un po', il perché la scelta di un materiale tossico...

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Stefano

circa 11 mesi fa - Link

Tossica quanto il cemento non vetrificato ? Frank ha fatto un percorso Forse ha semplicemente capito che il vino naturale non esiste

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marcow

circa 11 mesi fa - Link

"Forse ha semplicemente capito che il vino naturale non esiste" E dopo questa rivoluzione copernicana un po' di prudenza nei confronti di questo produttore non sarebbe fuori luogo. Invece gli abbattiamo le mani per 20 minuti? PS Secondo voi, per "promuovere" un prodotto(qualsiasi prodotto) con quali "criteri" si scelgono gli "esperti" del settore (o di settori affini) che devono "comunicare" al grande pubblico le ... qualità... del prodotto in promozione?

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franco

circa 11 mesi fa - Link

i criteri secondo me sono: - quantità di pubblico, capillarità(tipo di pubblico) e interazioni sulla pagina - capacità di espressione di parte, verso il prodotto presentato, senza sconfinare in palese marchetta - il mezzo utilizzato. Se fossi produttore sceglierei in base a questi criteri.

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Nuovo corso Friulano

circa 11 mesi fa - Link

Mi piacerebbe riassaggiarlo dopo questa svolta, purtroppo le mie degustazioni dei suoi vini sono tutte legate alle " provocazioni" passate, non ho bei ricordi. Riduzione e volatile erano presenti in praticamente tutte le bottiglie da me assaggiate. Mi ero promesso di dimenticarmelo ma ora sono animato da una sana curiosità.

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Lanegano

circa 11 mesi fa - Link

Sul 'note fluviali' mi sono smarrito un momento nel cercare di interpretare il descrittore.... limite mio, probabilmente. Per il resto, buon articolo.

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franco

circa 11 mesi fa - Link

Mi fermo subito qui per cogliere l'occasione per esprimere un parere: "avevo un’idea forte: non toccare la materia ma seguirla nel suo divenire lasciando fare alla natura e intervenendo il meno possibile. Anzi, non intervenendo praticamente affatto.” Ora Cornelissen non ha più bisogno di provocare, ha fatto un percorso – forse anche umano – di consapevolezza e sensibilità, che lo ha portato a modificare la sua idea originaria: “Ho deciso così di applicare la tecnica con sapienza e parsimonia, esaltando il territorio e ascoltando quello che vino mi domanda.” " Ecco, dall'idea iniziale di non interventismo, e badare bene che ci sono schiere di produttori che esordiscono con questo tipo di pensiero tutt'oggi (c'erano anche 20-30 anni fa, nulla di nuovo, il vino che sa di stalla, merda o del contadino si fa da sempre), si è passati ad un'idea totalmente differente nel metodo, apparentemente uguale, perchè sia mai turbare il consumatore con terminologie del tipo "macchinari" "controllo della temperatura" "uso di solfiti" "fermentazioni spontanee ma osservate h24 in laboratorio e prima ancora identificazione dei ceppi di batteri presenti", quindi meglio: la modifica originaria dell'idea, da l'idea di essere un metodo più controllato e meno casuale. C'è da augurarselo per lui. (e per tutti quelli che adottano filosofie non interventiste, cavalcando l'onda commerciale con un preciso obiettivo di realizzo, senza crederci realmente nel prodotto ma cavalcando GIUSTAMENTE i soloni che "oh buono questo vino che sa di sella di cavallo, dai oh prendiamone un bancale" o credendoci sbagliando metodo)

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vinogodi

circa 11 mesi fa - Link

CITO da Magma Rosso : ..." Il prezzo? Molto alto, ma è un discorso troppo complesso per parlarne in modo esaustivo..." RISPONDO : ..." mio giudizio personale : seguo Cornellissen dagli albori , da quando il consiglio era di trasportare e conservare "al fresco" Magma , per delicatezza o rischio di rifermentazioni, e già allora il prezzo mi sembrava un poco fuori le righe , rispetto al risultato nel bicchiere . Vado indietro nel tempo , chiaramente , molto indietro. Senz'altro tecnicamente si è evoluto, dai giudizi di Marco, e la cosa mi incuriosisce perchè tanti dubbi avevo e , dati i prezzi, tanti dubbi mi rimanevano prima di questo bell'articolo di Marco (omonimo , per cui un plus) , anche se non semplici da reperire ( il prezzo di 390 Euro per Magma 2020 è relativo , se la qualità riserva le emozioni che leggo) ... vediamo...

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Marco

circa 11 mesi fa - Link

Grazie dei commenti e del ricordo sul Magma. Ti posso dire che tra il 2015 e il 2020 bevuti a poca distanza c’era davvero un bello scarto. Poi… come evolverà? Non so. Quanto durerà? Non so nemmeno questo. Vedremo!

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Vinogodi

circa 11 mesi fa - Link

...tornando al discorso influenzerà, argomento che mi ipersensibilizza con manifestazioni evidenti esantematiche e purulente: trovo lodevoli le iniziative per sfruttare ogni strumento comunicativo, sia esso per finalita' di guadagno ( i giovani si sono inventati un mestiere in epoca di precariato diffuso), sia per sfruttare i nuovi canali mediatici, molto piu' capillari di qualsivoglia supporto cartaceo o video e , quindi, piu' efficaci come costo/beneficio, pero' e' avvilente ( e svilente) vedere critica e enologi e produttori inventare dignita' a taluni sedendosi allo stesso consesso . Poi , in mezzo al mucchio ci sta anche un po' di qualita' , ma non saprei ... se sono i followers la discriminante, siamo fritti...

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Vinogodi

circa 11 mesi fa - Link

...influencers

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franco

circa 11 mesi fa - Link

sempre in attesa di moderazione... fastidiosissimo riuscire a commentare nel vostro spazio aperto per commenti.

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Vinogodi

circa 11 mesi fa - Link

..franco, capita spesso pure a me. Anzi, ultimamente proprio me ne hanno bannati senza apparente motivo , solo perche' ho scherzato sulle "marchette " nel thread precedente..ma spesso moderato. Sono pericolosissimo, me ne rendo conto...

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Alessandro Morichetti

circa 11 mesi fa - Link

Non c'è nessun commento in moderazione. Se hai problemi di questo genere, scrivi pure a dillo@intravino.com, non in calce ai post, grazie mille. E' il secondo intervento di questo genere che metti e alla lunga annoiano. Ovviamente nessuno banna vinogodi, talvolta i suoi commenti vanno in moderazione perché scrive qualche parola "sensibile" e poi vengono prontamente sbloccati appena ce lo segnala. Detto questo, i commenti inutili è un piacere toglierli.

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Vinogodi

circa 11 mesi fa - Link

...nessun problema, Alex. Vivremo bene lo stesso: io senza Intravino e Intravino senza le mie coglionate...inutili. Un saluto a tutti...

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franco

circa 11 mesi fa - Link

Caro Morichetti, alla lunga annoia scrivere per lasciare un commento e dover leggere "in attesa di moderazione", quando invece si vorrebbe approfittare del momento e magari poter discutere con gli altri astanti finchè ci sono e ficnhè l'argomento è vivo... è fastidioso che tu dica che le mie segnalazioni siano fastidiose... è un tuo spazio, ti sto in qualche modo avvertendo che per qualche utente c'è un certo "disagio" nel compiere una banale operazione... che su un forum ad esempio è molto più semplice da compiere. Ma devi fare sempre il fenomeno? Continuerò a scrivere nello spazio commenti e non avrò certo tempo di inviare una email all'indirizzo che mi segnali... potete eventualmente togliermi dalla moderazione.

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franco

circa 11 mesi fa - Link

tra l'altro Morichetti, tu mi indirizzi a scrivere presso un indirizzo al quale ho già scritto in passato, per le stesse questioni... probabilmente ho seguito il tuo suggerimento che forse anche all'epoca mi avevi dato. Tuttavia nessuno ha mai risposto, nè alla prima email nè al sollecito successivo. Se questo è un modo per mandarmi a messa, vogliono che lo sappiano anche gli altri utenti di passaggio. Tanti saranno schierati ovviamente dalla parte dei "buoni", la tua ovviamente, ma spero che qualcuno provi simpatia per la parte "debole". Alla prossima sulla sezione commenti. Grazie mille, Alessandro.

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Alessandro Morichetti

circa 11 mesi fa - Link

Franco, lamenti commenti in moderazione che non ci sono da nessuna parte e ne posti quasi quotidianamente senza problemi. Quindi non so quale sia il problema e trovo "singolare" questa distinzione che fai tra buoni e cattivi, fondata su non so cosa.

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franco

circa 11 mesi fa - Link

Purtroppo capitando sulla pagina non ho più notato i miei commenti: è una cosa che succede spesso. Quindi commento di nuovo e se credo dico quello che penso. Mi scuso con gli utenti del sito per aver rovinato loro la sezione commenti col mio latrare. Trovo pertinente e puntuale questa distinzione che non comprendi. Mi dici di scrivere a un indirizzo a cui non risponde nessuno. Continui a dire che non c'è niente in moderazione, quando a me dall'altra parte vedo che il commento o finisce in moderazione o i commenti scompaiono per riapparire il giorno dopo o giorni dopo. Poi non ti freni dal dire "che è un piacere cancellare i commenti inutili"... Insomma, il buono vuoi esserlo tu: sezione aperta ai commenti anche a gente rompiscatole come franco, che scrive roba inutile e se è inutile la cancelliamo, con gusto. Se non ci ho già pensato da solo, mi fai passare per complottista e io non sto gridando al complotto, sto solo mostrando la mia frustrazione nel dover scrivere più volte un commento, inutile-ultrautile. Allora questo non è uno spazio aperto ai commenti e quindi al confronto, anche acceso. Io sarei il cattivo (e il debole, perchè non ho la tua cassa di risonanza, non scrivo per alcun blog, sono un lettore e un appassionato di vino e cibo) perchè faccio commenti inutili e mi lamento di una moderazione che è a tuo dire davanti a tutti, inesistente, ma che mi sento di far notare che esiste. Una parola che inizia con la M... aka vini di m... non si può scrivere? Che descrittore usate per i vini prodotti senza controlli e con fermentazioni spontanee? Poi il commento è passato... ma uno perde interesse nel partecipare se il commento non si inserisce al momento giusto... questa non è una sezione di commenti comoda che ti puoi andare a rivedere nel tempo... ecco che il tempismo di intervento diventa fondamentale se si vuole un minimo partecipare e scambiare con gli altri lettori. Altrimenti si perde anche questa piccolissima occasione... Se ci fosse una sezione commenti meglio organizzata, ad esempio tipo forum, non mi lamenterei. Ti dico di scrivere a un indirizzo a cui dici di aver scritto cinque anni fa. CINQUE ANNI FA. Sfugge una cosa, che ripeto: non è questione di buoni e cattivi ma essendo una pagina "nostra" decidiamo noi come gestirla, e il meccanismo è semplicissimo: non c'è moderazione preventiva di alcun commento, tutti i commenti che finiscono in moderazione vengono eventualmente visionati (pochissimi ma capita) e si può parlare di tutto rimanendo in topic. Se le regole non ti piacciono, arrivederci e grazie. Non è difficile da intendere e mi sembra un luogo decisamente permissivo, quando avrai un tuo blog deciderai tu come gestirlo e sarà un piacere. [am]

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franco

circa 11 mesi fa - Link

guarda fosse il mio solo un messaggio di lamentele, potrei anche capire lo scazzo... ma ti ho anche proposto una soluzione! Sezione commenti tipo forum. Sempre con una figura di moderatore. Poteva andare peggio

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Alessandro Morichetti

circa 11 mesi fa - Link

Sì ma abbi pazienza franco, lo capisci che un post su Frank Cornelissen non nasce per ricevere i tuoi consigli su come gestire e moderare i commenti su Intravino? Chiudiamola qui, grazie. Fine dei commenti sul tema in questo post.

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Alessandro

circa 11 mesi fa - Link

Meglio leggere una c.....a di Vinogodi che assistere alle esternazioni di Morichetti che allontana il lettore piuttosto che avvicinarlo. La presunzione di sapere ciò che annoia o infastidisce è fatta sul gusto di lei Morichetti? Vista l'assiduità dei tuoi commenti mi verrebbe da pensare che i post su Intravino non siano così noiosi o fastidiosi ;-) [am]

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franco

circa 11 mesi fa - Link

Franco non è Alessandro, giusto per specificare, caro Morichetti che hai già capito tutto

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Alessandro

circa 11 mesi fa - Link

No non sono assidui i miei commenti. Replico le risposte perché non vengono pubblicate. C'è una latenza disarmante.. o avete problemi con il server e il relativo database o pubblicate solo a vostro gusto ( cosa che ha già espresso più volte denotando come inutili o ripetitivi alcuni commsnti)

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franco

circa 11 mesi fa - Link

Manco il diritto di replica lasciate. Ma si sappia che già scrissi all'indirizzo email che mi hai suggerito, ben 2 volte, senza ottenere risposta. Ei fu l'allora 2018. Un piacere continuare ad "insozzare" la Tua bacheca commenti. Quindi tutto questo parlare per delle mail a cui nessuno rispose CINQUE ANNI FA? Ti sei per caso accorto che qualcosa è cambiato??? Anche basta, grazie. Casella controllata tutti i giorni più volte al giorno da un paio di anni circa. Saluti. [am]

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Mattia Grazioli

circa 11 mesi fa - Link

Il passo successivo delle parole di qualche mese/anno fa dì Sangiorgi e Maule. Quello che viene definito naturale non si può esimere dall’essere condotto. Se vogliamo parlare di vini a fuoco, non possiamo pensare che qualcosa accada per caso. A titolo personale, mi sentirei di chiedergli quali sono i vantaggi della vetroresina.

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Andrea

circa 11 mesi fa - Link

Sbaglio o si inizia a delineare un po' una tendenza nella quale alchimisti e astrologi spiegano le ragioni della loro transizione in chimici ed astronomi? Ragionevole cosa, ma tutto le loro passate assolute certezze? Comprendo l' evoluzione della persona, con più difficoltà le retromarce e le capriole quando i principi,e quindi i modi, originali venivano urlati dogmatici, incorruttibili, assoluti ed immobili.

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franco

circa 11 mesi fa - Link

Grande commento Andrea. Condivido. Bisognerebbe fare un salto negli anni 80-90 in italia, per vedere che alchimisti e astrologi esistevano anche all'epoca... e avevano come oggi (pochi, fortunatamente) estimatori... solo che il vino naturale, quello che sa di fogna, o stalla o detto anche "vino del contadino" non era ancora di moda. Ammiro quei produttori che si sono fatti le budella d'oro cavalcando i consumatori di queste tipologie di vino, vendendogli care conclamate ciofeche. La domanda per il futuro a questo tipo di produttori mai redenti sarebbe... e se la tua tipologia, di vino naturale, passasse di moda, poi il vino a chi lo vendi più?

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marcow

circa 11 mesi fa - Link

Condivido il commento di Andrea. ____ PS Sulla parte del dibattito sviluppata da Franco vorrei dire qualcosa. 1 I dibattiti, tutti i dibattiti, di qualsiasi argomento(dalla bicicletta alla politica e a tutto quello che appassiona gli umani) vanno moderati. 2 E vanno moderati anche con la censura. Ci sono dei LIMITI alla Libertà di Espressione del Pensiero: che è la più grande delle libertà. Uno dei limiti più importanti per me è quello che non si può insultare in un dibattito pubblico. Un altro limite, ma è un parere personale, è che bisogna contenere il linguaggio scurrile: ma questo può variare molto. 3 Come utente di questo blog posso dire che la libertà di espressione è molto più ampia che in altri blog(di tutti i tipi, che riguardano vari e diversi argomenti) Secondo me, è stata una delle più importanti intuizioni di Antonio Tomacelli quella di dare il massimo di libertà di espressione ai lettori che vogliono intervenire nei dibattiti. Ricordo quando veniva "personalmente" attaccato su argomenti importanti e delicati che lui portava all'attenzione del mondo del vino mentre molti wine blog famosi rimanevano silenziosi. E ricordo le sue repliche appassionate e ben argomentate. 4 Il problema grosso da chiarire, forse, è questo(e lo dico con simpatica provocazione :-) : quando un commento è inutile? Il concetto di inutile, purtroppo, può essere interpretato in modi diversi. ___ In conclusione, caro Franco, continuiamo a commentare pensando anche che è più difficile trovare dei dibattiti(interessanti) con una libertà di espressione più ampia di quella che si respira su Intravino. Saluti

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hakluyt

circa 11 mesi fa - Link

Marcow, per quanto riguarda il punto 4 dovresti chiedere delucidazioni a Morichetti. E' lui che ha introdotto nella discussione questa "tipologia" di commento...

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Alessandro Morichetti

circa 11 mesi fa - Link

Marcow concordo con te su tutto il fronte, dobbiamo preoccuparci? Qui la massima libertà di espressione è garantita dal 22 giugno 2009 e sfido chiunque a dire il contrario. Ovviamente - e rispondo al punto 4 - il concetto di inutilità è assolutamente opinabile e soggettivo. Tra le tante accezioni, chi fa deragliare i dibattiti o introduce polemiche sterili o monopolizza i commenti si candida ad essere inutile e come tale andrebbbe trattato.

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Alessandro

circa 11 mesi fa - Link

Perfetto.. sono io quello inutile. Un lettore in meno. Bravo Morichetti.

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marcow

circa 11 mesi fa - Link

Alessandro, non trarre delle conclusioni affrettate. Le considerazioni di Alessandro M valgono in generale. __ Devo dirti che sono stato criticato da alcuni commentatori, in alcuni dibattiti, e non ho, per questo, lasciato il blog. Ma quelle critiche mi hanno fatto riflettere e ho cercato di cambiare qualcosa nella mia modalità di partecipazione ai dibattiti. Cosa voglio dire? Che bisogna superare alcuni momenti di attrito. Tra commentatori e redazione. Tra commentatori. __ Saluti agli Alessandro del dibattito

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Alessandro Morichetti

circa 11 mesi fa - Link

Ti ho anche scritto una mail in privato per spiegare alcune cose e senza ricevere risposta. Davvero, onestamente, ce ne faremo una ragione della tua assenza, sarà dura ma ci proveremo :-)

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franco

circa 11 mesi fa - Link

basterebbe che il sommo fenomeno scendesse dalla brocca o dal piedistallo, non sempre, basterebbe ogni tanto... ma continua imperterrito a sbavare come un cane rabbioso. Cosa posso saperne io che l'indirizzo email segnalato è attivo? Per esperienza lho trovato inattivo e si, anche inutile. Quindi ho detto chiaramente 'se questo è un modo per mandarmi a messa...' potevi rispondere, fare un bel respiro e rispondere con più calma. Hai tirato fuori una scusa per non rispondermi su 'miti di plastica', ma io aspetto ancora la tua lezione di microeconomia sulla formazione dei prezzi del vino, sono curioso e volenteroso (visto che dicevi che avresti argomentato in altra sede e solo per persone realmente interessate e desiderose di capire). Mi hai scambiato per Alessandro, ma siamo 2 soggetti diversi. Chiarisci anche questo nei commenti in corsivo. Oppure no, è casa tua d'altronde. Ah ps, da broswer pc la sezione commenti è ferma a 2 giorni fa.

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MP

circa 11 mesi fa - Link

Tutto molto bello, ma la mia più grande curiosità viene da questo: "Magma Rosso 2015 Purtroppo, deludente. Il formato doppia magnum mi lasciava immaginare grandi cose ma una volatile tradotta in vernice copre il sorso." La domanda è: visto il contesto, il parterre e l'obiettivo dell'evento, come reagiscono produttore, distributore e sommelier presentatore, di fronte ad una bottiglia con tali difetti ? Doveva essere la bottiglia WOW e invece è stata la bottiglia "azz..." poi pensi anche che qualcuno l'avrà in cantina e pagata duemila euro... Davvero mi incuriosisce

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Sara e Andrea De Ponti

circa 11 mesi fa - Link

https://www.instagram.com/p/CbnqlLgN0Q7/?igshid=NTc4MTIwNjQ2YQ==

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