Tre cose da sapere sulle elezioni AIS di questo weekend
di Jacopo CossaterDa una parte, il rinnovo delle cariche associative dell’AIS è cosa che riguarda la sola Associazione Italiana Sommelier, e infatti sono elezioni che raramente trovano spazio sui media se non per l’annuncio del nuovo presidente o poco più. Dall’altra, visti i numeri, oltre trentacinquemila i sommelier chiamati al voto, può essere interessante provare a capire cosa stia succedendo all’interno della più importante associazione di categoria italiana in questi giorni di campagna elettorale.
Di cosa parliamo: domenica 26 e lunedì 27 giugno si terranno le votazioni per il rinnovo di tutte le cariche associative nazionali e regionali per il quadriennio 2022-2026. Si rinnovano quindi il consiglio nazionale, il collegio dei revisori e tutti i consigli regionali attraverso l’indicazione del solo candidato presidente, che porta con sé una lista collegata. Al netto di alcuni post sui social media non è facile districarsi tra molti nomi e pochi programmi, per questo nei giorni scorsi ho provato a indagare e questo è quello che mi sembra essere emerso con maggior chiarezza. Tre cose, in particolare.
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Le candidature nazionali sono quasi tutte espressioni del vecchio consiglio
Una cosa non ovvia, dei quattordici candidati per i nove posti del consiglio nazionale ben dieci erano presenti in quello precedente, in carica dal 2018 al 2022 (undici, se si considera anche l’ex presidente del collegio dei revisori legali). Un dato che dimostra quanto all’interno dell’AIS non ci sia in questo momento chissà quale conflitto interno, né in termini di nomi né di proposte. Qui l’elenco (apre PDF).
Di più: nove di questi candidati hanno formato una lista informale. Si chiama “Tutti a bordo” e nelle intenzioni dovrebbe coincidere con il nuovo consiglio, ogni votante ha infatti a disposizione nove preferenze. A sfogliare il sito si scoprono toni tanto suggestivi (“cambia il vento, cambiano le condizioni, e occorre adattarsi, con l’esperienza dei navigatori di lungo corso, a volte con l’audacia dei marinai più giovani”) quanto un po’ vaghi per chi non è pratico delle dinamiche decisionali dell’AIS stessa.
“Rafforzare il circuito delle convenzioni”, “istituire una commissione scientifica permanente a sostegno della formazione”, “sviluppare una struttura stabile per la gestione di relazioni esterne”, “favorire le relazioni tra le associazioni regionali”, “valorizzare le risorse del personale interno”, “investire nella promozione del brand AIS” e “razionalizzare l’assetto dell’area formazione” sembrano tutti obiettivi sacrosanti, istanze che anticipano anche questioni economiche: “rivedere il metodo di distribuzione della quota associativa alle regioni”, “potenziare l’attività editoriale e commerciale” ci ricordano si parli di un’associazione molto ricca, circa quarantamila i soci che ogni anno versano la cospicua quota associativa di 90 euro (se il numero dei votanti è inferiore al numero effettivo dei soci è perché possono votare solamente quelli in regola con l’iscrizione al 28 febbraio, come mi ha raccontato al telefono Antonello Maietta, presidente uscente dopo dodici anni, ben tre mandati – oggi il limite è di due, anche per i presidenti regionali). Il presidente nazionale verrà poi eletto dal consiglio.
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A livello regionale quasi dappertutto non sono vere elezioni
Nella stragrande maggioranza dei casi a livello regionale c’è una sola candidatura. Fanno eccezione Lombardia, Alto Adige, Emilia, Romagna (separate, sono due delegazioni distinte) e Lazio. Qui l’elenco completo, con tutte le liste legate ai candidati (apre PDF).
«Si tratta di una cosa per certi versi naturale soprattutto nelle regioni più piccole – continua Maietta. Il nostro è un sistema elettorale maggioritario, basta un voto in più per vincere le elezioni e veder eletta la propria lista collegata. Non è raro quindi che in alcune regioni ci si metta d’accordo prima della presentazione dei candidati in modo da non correre rischi il giorno del voto».
Da tenere d’occhio, ovviamente, le due regioni più popolose d’Italia (nel Lazio ben tre le persone in corsa per la carica di presidente regionale) con un pizzico di amarezza nel constatare quanto la presenza femminile a livello di candidature sia ridotta al lumicino: appena quattro su ventotto complessive (Angela Di Lello in Abruzzo, Annamaria Iaccarino nel Lazio, Lisetta De Simeis in Lombardia e Gyorgyi Fieszl in Trentino), due su quattordici quelle invece per il consiglio nazionale (Angelica Mosetti e Nicoletta Gargiulo).
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C’è l’incognita del voto online
Per la prima volta si voterà online usando una delle piattaforme più sicure esistano in circolazione, cosa che rappresenta una grossa incognita per quello che riguarda l’affluenza. Se è vero che voterà come sempre solo chi è motivato a farlo basterà poterlo fare da casa per aumentare il numero dei votanti complessivi, storicamente una minoranza degli associati?
Maietta: «il nostro fine ultimo è stato quello di coinvolgere il maggior numero di soci possibile, e la scelta di votare solo a distanza e solo in maniera telematica va proprio in questa direzione. Se questo influirà sui risulta? Non ne ho idea», dice sorridendo con il tono di chi sa di aver lasciato un segno importante nella storia dell’Associazione Italiana Sommelier.
7 Commenti
AG
circa 2 anni fa - LinkGiusto a proposito di dubbio e ortodossa...
RispondiSara Cintelli
circa 2 anni fa - LinkUna via di mezzo tra le politiche e la piattaforma Rousseau dei 5 stelle :-P
Rispondivinogodi
circa 2 anni fa - Link...interessante...
RispondiFranca
circa 2 anni fa - LinkCirca tre milioni di euro di introiti solo dai tesserati....non male
RispondiVinogodi
circa 2 anni fa - Link...gia' mi infastidisce il teatrino della politica, figuriamoci il teatrino della politica della sommellerie...
RispondiVentitreventitre'
circa 2 anni fa - LinkMai stato politico, mai stato ais, enoanarchico praticamente...
RispondiGiovanni
circa 2 anni fa - LinkInteressante articolo, grazie
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