Ti fai il Vinitaly DAVANTI al banchetto? Allora stai attento a queste 5 persone

Ti fai il Vinitaly DAVANTI al banchetto? Allora stai attento a queste 5 persone

di Tommaso Ciuffoletti

Stand a forma di castello, a forma di enoteca, a forma di qualcosa che non ha forma. Stand che sembrano bugigattoli ed altri che sembrano astronavi. Stand impenetrabili a cui puoi accedere solo se conosci il cugino mafioso di terzo grado di un importatore cinese che ripara iPhone a Prato e stand presi d’assalto da orde di chiunque. E dentro quegli stand ci sono loro: i versatori di vino.

Perché al Vinitaly non ci sono solo quelli che bevono, ma anche quelli che danno da bere agli assetati. E pure loro si possono inquadrare in alcune categorie che è giusto menzionare, foss’anche solo per par condicio.

La belloccia annoiata
Lei non vorrebbe essere lì. L’hanno assunta per stare lì, ma vorrebbe essere altrove. Te lo dice il suo tailleur coordinato con i colori aziendali, il suo fare annoiato mentre leva lo sguardo dall’iPhone (fresco di riparazione dall’importatore cinese), il suo guardarti col malcelato fastidio di chi viene ingiustamente distolto dalla conversazione a base di emoticon col ragazzo palestrato che le sta mandando selfie con facce buffe. È la belloccia annoiata che sta al vino come io sto all’astrofisica e non intende nascondertelo. Vai, fatti dare l’assaggio, evita di fare battute, considerazioni accenni di conversazione. Bevi e levati dai coglioni. Tanto lei non vorrebbe essere lì e vista la situazione, nemmeno tu vorresti essere lì.

Il giovine volenteroso col gilet di velluto
Lui lì ci sta come un pesce nell’acquario. Esibisce un look da gentiluomo di campagna con vaghi accenni hipster. Si sente il nipote illegittimo di Piero Antinori e del Principe di Galles ed è ammirevole l’entusiasmo con cui ti parla della vigna esposta a nordovest che conferisce al vino di punta delle rinomata azienda una freschezza mai banale ed un’eleganza distintiva del terroir che nel frattempo ti sei già rotto i coglioni e per compensare ti vai a prendere un panino al cartongesso al tragico baretto interpadiglionare.

L’infame
Risiede tipicamente dentro lo stand di qualche azienda di lignaggio robertparkeriano ed esercita il suo ruolo con meticolosa infamia. Se non ti giudica degno d’attenzione, se il tuo look non è in linea con quello del brand, se t’avvicini al suo banco con eccessivo entusiasmo avrà cura d’ignorarti bellamente e quando infine ti degnerà della sua attenzione sarà solo per versarti stancamente due gocce del prezioso nettare aziendale. Vuole farti sentire una merda al cospetto della blasonata etichetta ed è allenato per quello. Se vuoi fargli dispetto quando arriva a considerarti chiedigli se può versarti un po’ di <segue nome di un’azienda pari livello, della medesima zona> e mentre lui strabuzza gli occhi e la vena sulla fronte sta per esplodergli, tu gli sorridi e gli dici “ops, scusa, mi sono sbagliato”. Prendi giri e te ne vai dopo aver seccato alla goccia il prezioso nettare di stocazzo, come fosse uno shottino di rum.

Il mozzo sulla nave dei pirati
Cerca di servire 26 persone contemporaneamente in 4 zone diverse del banco. Ciascuna di quelle 26 persone sta assaggiando un vino diverso, ma lui, lungi dal cercare di mettere ordine in quel caos, a tutte e 26 mostra la propria buona volontà arrabattandosi orrendamente tra bicchieri, bicchierini, rossi, bianchi, bollicine e pure un bicchier d’acqua e “se me lo fai anche un caffè”, perché c’è sempre chi se n’approfitta. È forse il mio banchinaro preferito. Anche se solo per i primi 5 minuti di caos. Già al settimo inizia a innervosirmi.

Il divo
Sta dietro a quel banco non per servirti del vino, cazzo vuoi che gliene freghi a lui. Lui è lì per salutare, stringere mani, battere cinque, hey ciccio! ciao come va? alla grande! È una star e per lui va sempre tutto bene. Sorriso stampato e m’importa una sega. Male che vada ci si può sempre sbronzare. Lo guardi e ti dici “ma questo, di preciso, che cazzo ci sta a fare qui?”. Domanda filosoficamente impegnativa, va detto.

Ok lo confesso. Io ero questo qui.

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Tommaso Ciuffoletti

Ha fatto la sua prima vendemmia a 8 anni nella vigna di famiglia, ha scritto di mercato agricolo per un quotidiano economico nazionale, fatto l'editorialista per la spalla toscana del Corriere della Sera, curato per anni la comunicazione di un importante gruppo vinicolo, superato il terzo livello del Wset e scritto qualcos'altro qua e là. Oggi è content manager di una società che pianta alberi in giro per il mondo, scrive per alcune riviste, insegna alla Syracuse University e produce vino in una zona bellissima e sperduta della Toscana.

8 Commenti

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bevo_eno

circa 6 anni fa - Link

ma se queste sono le premesse (inclusi anche i precedenti articoli) forse non è meglio stare a casa e spendere gli 80 euro per un gioco dei figli o per se?

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Tommaso Ciuffoletti

circa 6 anni fa - Link

In effetti sembra quasi voglia spaventare e fare dell'inutile allarmismo. Chiedo venia. La verità è che il Vinitaly è tante cose. Anche meravigliose. Ad esempio puoi incontrare Tomacelli travestito da importatore cinese e Morichetti che degusta vini Integralmente Prodotti.

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Vini di Sicilia

circa 6 anni fa - Link

E Gabrio Bini in tutto questo?

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josè pellegrini

circa 6 anni fa - Link

Sull'argomento ho letto di meglio. Ma forse è anche il caso di cambiare registro.Ormai questo non fa più ridere nesuno

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Tommaso Ciuffoletti

circa 6 anni fa - Link

Sono totalmente d'accordo! Soprattutto nella parte "ho letto di meglio".

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bravotipo

circa 6 anni fa - Link

a me é piaciuto. e che coglie nel vero lo dimostrano i commenti piccati che mi fanno ancora piú ridere! tuttavia sono tipi che non trovi solo al vinitaly eh... soprattutto il terzo.

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Orst

circa 6 anni fa - Link

Infami trovati a bizzeffe tra i brunelli e i baroli ( peggiori fra i due i toscani, nessuna volontaria estensione ai "toscani" tucur ) ; non ho però avuto il coraggio di usare la tecnica consigliata... però, in modo carino che io non so trovare, sarebbe bello chiedergli se "ce l'hanno d'oro tempestata di diamanti". Stelline

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Folgore Eugenio Pozzolini

circa 6 anni fa - Link

Ottima visione Dopo oltre 45 anni di fiere manca, secondo me , solo la figura del becero ignorante o del cretinetti trischero che se la tira, ma non sa. Normalmente qualcheduno che appartiene alla famiglia ("goaded" industriali del tondino che fanno un passaggio nel mondo deiicountry gentlemen ma rimangono ex-proletari del tornio senza né blasone né noblesse oblige o storia nel mondo del vino come Antinori, Frescobaldi, Mazzei, etc... accompagnata da umiltà dello scoprire o dell'innovare) suo Pozzolini

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