The Chronicles of Ciliegiolo

The Chronicles of Ciliegiolo

di Jacopo Manni

Un vino rustico e tutto sommato semplice.
Per molto tempo il ciliegiolo ha subito passivamente questa nomea nel mondo del vino, fino a che però nel 2004 uno sbarbatello biologo genetista lancia la bomba, Josè Vouillamoz (gruppo di ricerca della dott. Grando) dell’Istituto Agrario San Michele all’Adige presenta una tesi sul tema “Relazioni genetiche del Sangiovese” presso il Simposio internazionale sul Sangiovese tenutosi a Firenze. Secondo quanto risulta dalla ricerca i “genitori” del Sangiovese sono il “Ciliegiolo” e il “Calabrese Montenuovo”.

Il Ciliegiolo si scopre padre in tarda età di uno dei vitigni principe italiani. La bomba deflagra ovviamente ma viene smorzata e subito addolcita. Ci ha pensato sua eminenza il Professor Mario Fregoni a salvare la toscanità del Santo Sangiovese ricordando a tutti che il Ciliegiolo è comunque etrusco e la mamma è si un vitigno chiamato Calabrese ma è un antico nome del Sangiovese e quindi come il celebre e indimenticabile Adolfo Celi interpretando il ruolo del giudice nel processo ai giocatori dei cavalli di Febbre da Cavallo sentenzia e zittisce l’aula tuonando: Piripicchio è figlio di Uragano e Apocalisse e basta..altrimenti faccio sgombrare l’aula. Uragano e Apocalisse e toscanità del Sangiovese concordano tutti a testa bassa.

Ma il ciliegiolo nonostante l’inaspettata ribalta e le nobili origini e il blasone che di colpo si ritrova non decolla e anzi incredibilmente la superficie vitata passa dai 6.034 ettari del 1982 ai 1.830 ettari del 2010. La produzione vivaistica degli ultimi anni ci racconta però di una forte ripresa e interesse. Nel 2009 si producevano 18913 barbatelle di ciliegiolo mentre nel 2017 ultimo dato disponibile siam arrivati a 52817. Il vino è tornato al frutto, alla freschezza e alla facilità di beva, alla digestione e all’autoctono. E il Ciliegiolo nella corsa al vitigno rosso dell’Italia centrale che segue queste caratteristiche sta vincendo la partita. Si vuole smarcare dalla sua fama di vino rustico, fruttato e semplice.

Nel 2014 nasce l’Associazione Produttori  Ciliegiolo di Narni guidata da Leonardo Bussoletti proprio con l’intento di promuovere e dare il giusto risalto a un vitigno che nel territorio di Narni è radicato sin dal Medioevo. Attualmente l’Associazione Produttori di Ciliegiolo di Narni è composta da sette Soci, oltre al presidente Leonardo Bussoletti ne fanno parte le aziende Ruffo della Scaletta, Sandonna, Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919, Tenuta Casale Milli e Tenuta Fabrucciano e noi di Intravino siamo andati a metterci il naso con una bella degustazione organizzata proprio dall’Associazione nella suggestiva città che ha ispirato le famose Cronache di Narnia.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. 2020 – Tenuta di Fabbrucciano
La frutta domina e impera, è vinoso e ancora giovane con una nota di gelatina dolce, in bocca è fresco e piacevole con tannino delicato, chiude in bocca su note di prugna fresca e succosa. 

Ciliegiolo di Narni I.G.T. 05035 2020 – Leonardo Bussoletti
Ha frutta e freschezza da vendere come i giovani, ha poca e leggera acidità e un tannino generoso che lo rendono piacevole ma in maturazione. Il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. Spiffero 2020 – Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919
Ha una parte boschiva e materica che si sprigiona forte al naso, in bocca ha freschezza e frutta con tannino carico e pieno, finale amaricante sempre su note fruttate. 

Ciliegiolo di Narni I.G.T. 2019 – Ruffo della Scaletta
Naso classico e varietale di ciliegia succosa, con delicate note di petali di rosa, in bocca entra pieno e dritto scalpitando appena nel finale.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. 2019 – Sandonna
Un bel naso intrigante più declinato su note balsamiche che fruttate, la frutta continua la sua corsa in bocca dove entra delicato ma con tannino ancora irruento.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. 2019 – Tenuta di Fabbrucciano
Ha naso di piccoli frutti freschi di bosco, continua con aromi freschi sempre boschivi, con ingresso di bocca suadente ma puntuale e preciso. Ha finale muscoloso che fa ben sperare.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. Brecciaro 2019 – Leonardo Bussoletti
Naso tabacco e venere, in bocca ha ingresso tenero soave e molto setoso, continua sullo stesso passo anche nel finale sempre declinato sull’eleganza.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. CentoAlbe 2019 – Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919
Naso crudo e duro, spinge forte e chiaro sulle acidità e le durezze anche in bocca. Un vino da attendere con fiducia. 

Ciliegiolo di Narni I.G.T. Spiffero 2019 – Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919
Frutta integra, con una speziatura delicata di pepe e peperone verde a completare, in bocca entra gagliardo e vibrante, con la frutta che domina ma che si affievolisce in un finale speziato.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. barrique 2018 – Tenuta di Fabbrucciano
Naso caldo e rotondo mentre in bocca gioca la sua partita su una freschezza croccante, in bocca è equilibrato e appagante con bel frutto nel finale e tannino ben intergrato.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. Bonadea 2018 – Sandonna
Naso schietto sul frutto con una interessante nota di cacao, in bocca l’ingresso è morbido e fluido con un finale di frutta sciroppata, bel tannino cesellato.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. Grifo di Narnia 2018 – Leonardo Bussoletti
Naso garbato e accurato molto nordico e affilato, fresco notturno e balsamico. In bocca prosegue nelle sua scioltezza snella e elegante, il tannino è perfetto e il finale seduce. 

Ciliegiolo di Narni I.G.T. Ramici 2018 – Leonardo Bussoletti
Croccante potente e materico, le spezie la frutta ha succo fresco e piacevole. In bocca ha ingresso delicato e setoso che si allarga su note speziate suadenti di timo e carrube, il tannino è perfetto e in ottima forma. Un vino che detta la strada giusta.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. barrique 2016 – Tenuta di Fabbrucciano
Regala al naso una leggera cenere e tabacco, in bocca sorprende per la sua freschezza educata. E’ molto aggraziato.

Ciliegiolo di Narni I.G.T. Brecciaro Magnum 2016 – Leonardo Bussoletti
Naso vibrante, verticale e croccante con spezia e timo, ciliegia scura matura e note boschive. In bocca entra setoso e suadente ma con tannino ancora potente e un clamoroso finale piacevole di frutta estiva. 

Ciliegiolo di Narni I.G.T. Spiffero 2016 – Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919
Naso potente di frutta matura e tabacco. In bocca entra fluido e caldo, la frutta è in confettura, il tannino e le acidità sembrano in procinto di una cedevolezza discendente ancora molto piacevole. 

Ciliegiolo di Narni I.G.T. CentoAlbe 2015 – Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919
Naso pieno di ciliegia matura e bacche rosse con un tocco di cardamomo e una nota fumè. In bocca entra leggiadro, forse troppo con un finale in ripresa che lo rende ancora assai godibile.

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Jacopo Manni

Nasce a Roma ma si incastella a Frascati dove cresce a porchetta e vino sfuso. L’educazione adolescenziale scorre via in malo modo, unica nota di merito è aver visto dal vivo gli ultimi concerti romani dei Ramones e dei Nirvana. Viaggiatore seriale e campeggiatore folle, scrive un libro di ricette da campeggio e altri libri di cucina che lo portano all’apice della carriera da Licia Colo’. Laureato in storia medievale nel portafoglio ha il santino di Alessandro Barbero. Diploma Ais e Master Alma-Ais, millantando di conoscere il vino riesce ad entrare ad Intravino dalla porta sul retro.

12 Commenti

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Grande Jacopo! Moooolto interessante! Nota campanilistica: i miei Ciliegiolo preferiti rimangono quelli di Sassotondo e Antonio Camillo. Ancorché molto differenti, sia per stile che per storia, li trovo tra i più entusiasmanti. E poi oh ... l'anno scorso un Ciliegiolo s'è fatto anche noi (che a Sassotondo e Camillo siamo vicini).

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Luca Miraglia

circa 2 anni fa - Link

Beh, Antonio Camillo può essere considerato colui che ha riportato il Ciliegiolo alla ribalta: ormai il suo cru "Vallerana Alta" va annoverato tra i vini più caratteristici dell'intera regione Toscana, dove, peraltro, il vitigno sta incontrando sempre maggiore interesse tra i produttori, sia in purezza che in uvaggio. E, soprattutto, nell'areale del grossetano fino a giungere in Lunigiana dove, ad esempio, si distingue, anche per il lungo affinamento cui è sottoposto, quello di Podere Fedespina.

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Jacopo Manni

circa 2 anni fa - Link

Grazie Tommaso! nota campanilistica mia: io me chiamo Jacopo perchè i miei sono di Todi.. :) e quel ciliegiolo sciorno lo voglio beve!!

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

E io adesso sono pronto per mettermi in cerca dei ciliegioli di Narni! Merito (o colpa) tua!

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AG

circa 2 anni fa - Link

Insieme al Canaiolo, l'habitat perfetto del Brett.

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Jacopo Manni

circa 2 anni fa - Link

argomenta che siamo curiosi

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Bah, mi sembra una grande generalizzazione, i produttori citati nella maggior parte hanno ottima pulizia e tipicità.

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AG

circa 2 anni fa - Link

Buongiorno. @ ventitreventitre: La pulizia c'entra poco, è al contrario la tipicità del vitigno il problema: altissimo grado zuccherino, bassa acidità, alto ph. Caratteristiche che oltre l'altissima intensità colorante ne facevano uno dei tagli preferiti per il Sangiovese. Come il Canaiolo.

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Matteo

circa 2 anni fa - Link

AG Comunque o bassa acidità o alto pH La chimica...

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

..intende "bassa acidità" come "poco acido" senza riferimento alla scala . Allora ci sta... quando un composto ha bassa acidità è poco acido , quindi il pH è alto. Io ho interpretato così . Anche i bimbi ( compresi vinnaturisti e biodinamici) sanno che è una scala inversa , e più basso il pH e più la soluzione è acida...

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Grazie Matteo.

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AG

circa 2 anni fa - Link

Non fa una piega.

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