Terroir Vino, io c’ero. Un giorno a Genova tra degustazioni dal basso, produttori, assaggi, umanità
di Marco CentofantiPur patendo ancora i postumi di Pasturana ho inforcato gli occhiali da sole per occultare almeno parte dei disastri alcolici del sabato e, dirigendomi ai Magazzini del Cotone di Genova per Terroir Vino (TV, d’ora in poi), ho detto quello che si dicono quelle signore perennemente a dieta: “vabbè dai, ormai che ho spazzolato tutto il cabaret delle paste è inutile rifiutare anche la meringata. Da domani basta”.
Era la mia terza presenza a TV, finalmente con in tasca il certificato da pinguino. Ricordo che la prima volta entrai con tante belle idee sul mondo del vino, in particolare su come finalmente potevo mascherare da seduta didattica la preoccupante attitudine a dedicare una giornata all’etilismo. Ricordo anche che TV, a noi neofiti, desse l’impressione di una manifestazione più accessibile delle altre, meno rivolta agli addetti ai lavori o agli appassionati so-tutto-io. La prima volta non si scorda mai: l’esordio fu infatti molto istruttivo. Mi approcciai al tavolo di un produttore di grido della Franciacorta, chiesi di assaggiare un vino, e poi un secondo; a questo punto venni gelidamente cazziato dall’espositore per aver sbagliato l’ordine di servizio della degustazione. Ecco, quel momento di pubblico imbarazzo mi aprì definitivamente le porte della percezione su molti dei riti e delle gerarchie consolidate dell’enomondo.
La cronaca. Il posto (mi rifiuto di scrivere “location”) è meraviglioso, e la bella giornata di sole esalta ancora di più la clamorosa vista sul porto; c’è spazio a sufficienza, il condizionamento funziona e in un salone attiguo ci sono i divanetti per poter fare “decompressione” di tanto in tanto. L’organizzazione è teutonica: all’ingresso, oltre a bicchiere e portabicchiere di ordinanza, ti danno un libricino con la mappa degli espositori e i relativi vini, passano di continuo camerieri con vassoi di torte di verdure e panini per asciugare lo stomaco e le sputacchiere non sono mai traboccanti. Su tutto aleggia la presenza del moghul Filippo Ronco, che, incravattato e agghindato in completo blu da bancario (dress code curioso per un alfiere dell’informalità e del duepuntozero), si aggira ubiquo a sovrintendere.
Pubblico misto: accanto a carneadi come me con zaino e blocchetto in mano, molti volti noti. Avvistata anche coppia marito-moglie, ciascuno prendere appunti sul proprio iPad: o tempora o mores! Per fortuna pochi gli esemplari di eno-fenomeni, ma qualche genio che cercava lui stesso di spiegare al produttore il suo (del produttore) vino l’ho trovato: temo sia impossibile selezionarli e abbatterli all’ingresso. Notevole la totale assenza di membri di spicco di AIS.
Ho avuto l’impressione ci fosse meno gente rispetto alle precedenti visite e mi pare ci fosse anche una presenza più sobria degli espositori (per capirci, meno ragazze-immagine ai tavoli). Sicuramente ho notato meno sbandamenti alcolici e meno bicchieri rotti a fine pomeriggio. Vi risparmio la litania dei meglio e dei peggio assaggi, appunto alla rinfusa solo qualche nome: la perfetta eleganza e finezza del Bricco delle Viole dei Vajra, la fresca sapidità del Colfondo di Bele Casel, la composta aromaticità del moscato giallo di Lageder, il gioioso fruttato dello Zero di Pojer&Sandri, la concentrata potenza dei Taurasi del Cancelliere, la bella storia del Ciso, sorprendentemente balsamico.
Punto interrogativo della giornata, la Degustazione dal Basso (d’ora in poi DdB) cui ho partecipato: devo ancora decidere se sia trattato di una minchiata (scusate l’eufemismo) o di un evento quasi riuscito. Vado a spiegare: le DdB sono, per come le definisce l’ideatore, “vini e territori raccontati in modo conviviale e comprensibile, da persone comuni ma competenti e soprattutto “vicine”, per nascita o scelte di vita, al luogo che scelgono di raccontare”. Bello. Ho pagato i 20 sacchi necessari (che davano diritto anche all’ingresso a TV) e ho prenotato questa: “I principali Terroir Champenois raccontati da Mike Tommasi attraverso una degustazione orizzontale di bollicine francesi di grande interesse: Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Montagne de Reims, Côte des Bar”. Sono stati serviti cinque champagne: P.Agrapart-Minéral 2005, B.Lahaye-Rosé de Macération, O.Horiot-Sève Rosé de Saignée en Barmont 2007, B.Tarlant-Cuvée Louis, F.Boulard-Petraea XCVII-MMVII, F.Pouillon-2XOZ. Molto buono il primo, fine e minerale, così così i due rosè (il primo dei due parte male, poi, lasciandolo nel bicchiere, si riprende e guadagna un lieve tocco di arancia. Il secondo, che avrebbe un piacevole accenno di bitter, resta incagliato in qualcosa di non compiuto al naso). Terzo e quarto vino mi sono sembrati immensi. Entrambi lunghissimi e cremosi, il Tarlant, oltre a un lieve affumicato, finalmente mi permette di capire il significato delle lisergiche “note di pasticceria”, mentre il Boulard (vinificato in solera) offre grande complessità senza sacrificare la piacevolezza. Meravigliosi. Difficile da giudicare il Pouillon: ha un bel naso di chinotto ma con 32 g/l di dosaggio ricade in una tipologia forse difficile da capire a noi comuni mortali. Purtroppo durante non si è parlato delle varie zone di produzione, da quanto ho capito i vini non erano tipici rappresentanti dei rispettivi terroir, la degustazione non è stata minimamente guidata e la carta geografica fornita ai partecipanti era francamente risibile.
Aggiungerei, ma è una nota di colore, che le ragazze al servizio si sono esibite in una serie di aperture delle bottiglie col botto che neppure a Piedigrotta la notte di Capodanno. Dopo la terza o quarta esplosione con fontana a corollario, il Ronco con decisione ha preso in mano la situazione ponendo fine all’imbarazzante episodio. C’era un relatore ma la degustazione si è retta sulle osservazioni dei partecipanti stessi. Il fatto che tutto sommato la cosa abbia in qualche modo funzionato credo sia incidentalmente dovuto alla presenza tra gli astanti di tecnici e addetti ai lavori come Mario Pojer, Luca Ferraro, Dan Lerner (e altri che non ho riconosciuto, ma che sicuramente erano dei tecnici del settore). Francamente, per chi non fosse già esperto, la divulgazione è risultata quantomeno estemporanea e frammentaria. Non ho idea se questa sia la formula di tutte le DdB, credo e spero di no. Nel caso, forse, sarebbe meglio selezionare il pubblico, richiedendo diploma in enologia o titolo di studio equivalente.
Per chiudere, la camminata per recarsi al treno che mi riporterà a casa si snoda in parte in una zona molto popolare (eufemismo); direi che forse è una delle poche volte in cui presentarsi in pubblico con passo malfermo e bicchiere al collo non faccia sentire troppo fuoriluogo. Bello, ma da domani basta.
[Crediti | Immagine: Marta Valpiani, Facebook]
26 Commenti
tiple-espresso
circa 12 anni fa - Linkporeri sommelier AIS aadeso devono giarare in incognito....
Rispondiaranthor
circa 12 anni fa - LinkA proposito di DDB, io ho partecipato alla verticale del pinot nero di Gottardi. Certo, nel commento dei vini in effetti molto e' stato detto dai partecipanti. Molto preziosa invece e' stata la guida di Erico Paternoster (enologo di Gottardi) nell'inquadrare la cantina e la figura di Bruno Gottardi. Infine, giusto per aggiungere una segnalazione agli assaggi, ottimo il teroldego di Redondel, soprattutto per il rapporto qualita'/prezzo. my two cents
RispondiFilippo Ronco
circa 12 anni fa - LinkCiao Marco, le degustazioni dal basso sono degustazioni semplici, senza fronzoli, le ragazze che danno una mano non erano sommelier, il relatore non era un relatore ma un appassionato. Le degustazioni dal basso sono fatte così, molto molto informali, con il coinvolgimento diretto, molto diretto, del pubblico. A me è piaciuta molto ed è l'unica - purtroppo - alla quale ho potuto partecipare per ragioni organizzative e di tempo, mi dispiace che le tue impressioni siano state così negative. Calcola che con i 20 euro a testa che avete versato non abbiamo pagato nemmeno la metà delle bottiglie presenti. Per non parlare delle sale, calici, tovaligati, servizio, aria condizionata. Mike è venuto apposta dalla Francia in mattinata e rientrato in serata, per me è stato un grande regalo, anche per i vini strepitosi che ho assaggiato. Quello di cui mi scuso, eventualmente, è se il dibattito sia stato troppo tecnico (ma non mi pare) però è anche vero che in un clima così informale e raccolto potevi anche alzare la mano (come ho fatto io) e dire la tua. Mike è stato un po' preso in contropiede dalla presenza culturalmente ingombrante di Dan Lerner, tra l'altro credo, non perchè Mike non possa tenergli testa, tutt'altro, è che è una persona talmente gentile nei modi che in una situazione di quel tipo lascia fare al dibattito mettendo in secondo piano quel che ha da dire. Mi pare comunque che abbia spiegato molto bene sia i territori che la provenienza di ciascun vino con le singole caratteristiche di tutti i vini e dei produttori. Poi ci mancherebbe, tutto è soggettivo. Fil.
RispondiMarco Centofanti
circa 12 anni fa - LinkCiao Filippo, credo si sia capito che il racconto è semiserio, e che certamente il prezzo della DdB era più che conveniente visto che comprendeva anche l'ingresso a TV. L'appunto sulle ragazze stappatrici era davvero una nota di colore per strappare il sorriso: nessuno dei presenti si è offeso o indignato. Semplicemente è stato divertente il contrasto della apertura col botto in una saletta riservata con tanti super-seperti di fronte a champagne notevoli. Era anche per umanizzare l'organizzazione impeccabile, che credo di aver messo in risalto nelle righe precedenti. Sui contenuti della DdB: la mia opinione (che certamente conta meno della tua) è che la narrazione non ci sia stata, non c'era un chiaro percorso didattico da seguire, e di conseguenza, siccome erano presenti molti esperti che hanno detto cose sicuramente interessanti, il relatore è stato almeno in parte esautorato del suo ruolo. Benissimo l'informalità, ma forse una traccia più definita avrebbe reso il tutto più formativo. Non mi sono palesato semplicemente perché non ritenevo opportuno pensare di modificare l'andamento della degustazione. A parte l'episodio specifico, spero fossero chiari i miei elogi alla manifestazione nel suo complesso.
RispondiDan Lerner
circa 12 anni fa - LinkMa suvvia, Fil, se sono talmente esile e leggero... ;-)
RispondiFilippo Ronco
circa 12 anni fa - Link"A rigazzì, sto bracio po' esse piuma e po' esse fero" (cit.) Esile si ma bello tosto ;) A me ha colpito anche l'incipit che hai avuto al #ring della domenica contro Giuliano, magari l'ho male interpretato io, ma mi è parso eccessivamente duro nella misura in cui gli hai dato addirittura dello scorretto per non averti avvisato (lo avevo fatto io mettendoti in copia ad una mail di risposta generale a Marilena mi pare) che avrebbe portato una slide, neanche questo avesse potuto metterti in qualche modo in difficoltà, come difatti non è stato. Sicuramente l'enfasi è stata dettata dal trasporto e dal coinvolgimento e magari anche da un pizzico di tensione in fondo era il primo ring per tutti :) Alla #ddb sugli champi eravate proprio tanti molto skillati e "i miei ragazzi", anche quelli tra il pubblico, i principali destinatari di quel format, si son fatti timidi. Mike comunque è un pozzo di conoscenza enoica ma non è il tipo da mettersi in mostra in alcun modo, mi piacerebbe una serata tutti insieme.
RispondiDan Lerner
circa 12 anni fa - Linkhttp://en.wikipedia.org/wiki/Humour
RispondiFilippo Ronco
circa 12 anni fa - LinkMi sembravi irritato invece, seriamente. Ma meglio allora se ho percepito male io, mi spiaceva più che altro per Giuliano, altra persona estremamente corretta. Fil.
RispondiDan Lerner
circa 12 anni fa - LinkMa proprio per niente Fil, Giuliano e Marilena sono due cari amici e anche Giampiero persona di stima e vicinanza. La mia personale sensazione è che tu sia stato l'unico in sala a percepire una inesistente tensione, forse ha fatto velo la stanchezza per quella grande opera che componi quasi da solo e per la quale nessuno ti ringrazierà mai abbastanza, che è la bellissima due giorni genovese.
RispondiGiovanni Solaroli
circa 12 anni fa - Linkbel resoconto, tra cicerone e carosio sei riuscito a tratteggiare una giornata tipo del povero appassionato di vini.
RispondiRoberto Panizza
circa 12 anni fa - LinkMi sono piaciute le degustazioni dal basso, anzi credo che possano e debbano essere sempre più valorizzate:) . Certo l'aspetto didattico, "dal basso" può non essere uno dei punti di forza... E comunque sarebbe stata durissima avere un atteggiamento didattico davanti a tutto quel tavolo ! :)
Rispondibertox
circa 12 anni fa - LinkHo partecipato con immenso piacere alla DDB del pinot nero di Gottardi condotta benissimo da Enrico Paternoster. A parte la non comune possibilità di poter degustare una verticale di tale livello (9 annate dal 2009 al 1997) ad un prezzo risibile che, per inciso, comprendeva anche l'accesso a Terroirvino, quello che mi ha maggiormente convinto è stato proprio lo spirito informale che si è immediatamente palesato fra i partecipanti. Un grazie doveroso a Filippo Ronco per aver organizzato questa iniziativa. Un vero peccato non aver potuto partecipare anche ad altre DDB, sarebbe stata francamente un'impresa.
Rispondirampavia
circa 12 anni fa - LinkLa degu di Gottardi deve rimanere negli annali. Chi ha calpestato le terre Alto Atesine per anni ed anni conosce la difficoltà di trovare il pinot nero di Bruno G.. Recuperi facilmente l'ultima annata, forse quella precedente, ma stop. In azienda non vendono. Nei ristoranti se sei fortunato trovi due annate recenti. Un grazie davvero grande a Filippo Ronco per l'occasione che ci ha concesso ed a Paternoster per la disponibilità e la competenza. Perchè il prossimo anno non fai il bis, Filippo. Sicuramente dovresti unire alla Zefiro un'altra sala per accontentare gli appassionati.
RispondiFilippo Ronco
circa 12 anni fa - LinkIl prossimo anno avremo senz'altro un'altra grande verticale. Cercheremo di stupirvi con effetti speciali :) Fil.
RispondiAlessandro
circa 12 anni fa - Linkriguardo la #VUU niente da Intravino?? nessuna polemica?
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkUn piccolo neo l'assenza di produttori liguri, in special modo quelli rappresentativi dei vitigni tipici della regione. Da quanto ho capito tale assenza non è da imputare all'organizzazione che al contrario ha presentato una manifestazione dagli alti livelli di qualità ed altissimi di logistica d fruibilità.
RispondiFilippo Ronco
circa 12 anni fa - LinkQuesto è più che un neo, hai perfettamente ragione. I nostri produttori sono stati poco coraggiosi ma ne abbiamo avuti tanti altri che hanno comunque reso grande la manifestazione. Peggio per loro, peggio per la Liguria, peggio per chi ha remato contro e quest'anno le onde erano alte anche se - ne sono felice - siamo riusciti a non farvelo notare più di tanto. Fil.
RispondiSara Carbone
circa 12 anni fa - LinkMarco, ma che Terroir vino hai visto nelle edizioni passate? Ragazze immagine??? Ma se ai banchetti ci sono e ci sempre ci sono stati solo produttori per rigida ed esplicita richiesta dell'organizzazione
RispondiMarco Centofanti
circa 12 anni fa - LinkCiao Sara, direi che ci sono varie possibilità: 1) questa o le volte precedenti ho esagerato con le degustazioni 2) posso essermi confuso con qualche altra manifestazione 3) in precedenza c'era qualche produttore più "appariscente" Non escludo la 1) ma propendo per la 3)
RispondiFilippo Ronco
circa 12 anni fa - LinkIn effetti questa delle ragazze immagine mi suona nuova, la prossima volta presentamene un paio almeno! :) Ciao, Fil.
RispondiLuca Risso
circa 12 anni fa - LinkNon ho potuto partecipare a nessuna ddb causa presidio banchetto GWC, ma mi pare che lo spirito fosse piuttosto quello di far avvicinare a certe tematiche un pubblico che viene appunto "dal basso", che insomma ha molto da imparare. Ora è vero che tutti dobbiamo sempre imparare, ma se il pubblico è di fascia così alta come mi è parso ci capire è possibile che la contraddizione generi degli effetti negativi @Sara Ti sottovaluti.... ;-)
RispondiFilippo Ronco
circa 12 anni fa - LinkSi in effetti le #ddb sono concepite per un pubblico di neofiti o semplici appassionati. Naturalmente sono aperte a tutti ma quello sarebbe il pubblico a cui si rivolgono. Fil.
Rispondiroberto panizza
circa 12 anni fa - LinkMi sono riletto e non mi sono capito:). Sono estremamente soddisfatto delle mie due #ddb e anche i miei giovani collaboratori contenti e impressionati:). Ecco.
Rispondiroberto bardelli
circa 12 anni fa - LinkNon ho mai partecipato,pur frequentando dall'inizio Terroirvino, alle ddb,ma sicuramente TV rimane una delle migliori manifestazioni del circuito "alternativo",anche in questa meravigliosa e (comoda) sede dei Magazzini del cotone. Io ogni anno ho trovato spunti interessanti da nuovi espositori,con i quali,oltre a bere,si riesce a parlare un po' senza essere travolti dall'orda tipica di altri appuntamenti (P.ES gazzano,bella ma un po' invivibile). Quest'anno,oltre ai soliti nomi tra cui quelli citati nell'articolo,mi sono segnato un bel Riesling ad un'ottimo prezzo di Joannes-Vino Stajerska...
Rispondipostator_occasionale
circa 12 anni fa - Linkmi incuriosiva il vino georgiano (quello che arriva sui furgoni che riforniscono gli immigrati-badanti soprattutto- e' di bassa qualita') qualcuno l'ha assaggiato ?
RispondiMarco Centofanti
circa 12 anni fa - LinkIo, e francamente sono rimasto molto deluso. E' anche vero che ero a fine giornata, piuttosto stanco e ormai disattento. Vorrei riprovare, ma la prima impressione non è stata felice.
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