Teranum Offstage #7 Finale di stagione

Teranum Offstage #7 Finale di stagione

di Emanuele Giannone

Finisce così, Teranum Offstage: con una settima e ultima puntata che, per evidenti ragioni, è uno splendido inizio. E ha pure un nome: Rod, ospite inatteso e, se possibile, anche più benvenuto degli altri, figlio di Lucija Milič che orgogliosamente spiega il significato del nome. Benvenuta anche lei, unica donna della puntata in mancanza della mattatrice delle prime sei, la TurboSavioli; e al suo Terrano classé. Benvenuto anche a Gregor Budin da Sales, ulteriore dulcis in fundo col proprio da una produzione minuscola.

Benvenuti e mille grazie a Robi Jakomin, deus ex machina fin qui tanto invisibile quanto presente, che ha scelto l’ultimo atto per rivelarsi; e a Roberto Filipaz, professionista di competenza ed eleganza evidenti, profondo conoscitore del luogo (ma non solo di questo) e dei suoi vini. Bentrovato, infine, a Marco oste e cuoco di Morris, vineria con cucina a Erba, uno di quegli strani, inspiegabili amanti del Carso sebbene dal Carso lontani. Uno che crede nelle long-distance relationships. Uno come me, insomma.

 

Le altre puntate le trovate qui:

Teranum Offstage #1 – Elena Brussa-Toi e i vini di Rado Kocjančič e Dimitri Cacovich

Teranum Offstage #2 – Premi la bocca contro la terra, e non parlare

Teranum Offstage #3 – Andrea Petrini e le osmiza di Zidarich e Milič

Teranum Offstage #4. A Trieste nel caffè di Saba e Joyce

Teranum Offstage #5 – Jacopo Cossater e i vignaioli del Carso

Teranum Offstage #6 In diretta dal canale della Manica

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Emanuele Giannone

(alias Eleutherius Grootjans). Romano con due quarti di marchigianità, uno siculo e uno toscano. Non laureato in Bacco, baccalaureato aziendalista. Bevo per dimenticare le matrici di portafoglio, i business plan, i cantieri navali, Susanna Tamaro, il gol di Turone, la ruota di Ann Noble e la legge morale dentro di me.

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