Teranum Offstage #2 – Premi la bocca contro la terra, e non parlare

Teranum Offstage #2 – Premi la bocca contro la terra, e non parlare

di Emanuele Giannone

“Un luogo da noi abbastanza lontano, ma che noi sentiamo molto vicino.”

Questo è il Carso per Sandro Sangiorgi, che aggiunge così la sua a molte formule, già note a noi soprattutto dalla letteratura, che inquadrano questa terra di bellezza austera, a tratti aspra, senza eguali. Alcune di queste formule già note saranno ricordate da Sangiorgi nel corso della puntata; la sua è tuttavia l’incipit più semplice e felice possibile. Ancora:

“Il Carso è uno di quei luoghi dove la viticoltura e la produzione di impostazione naturale sono riuscite a generare una comunità. Una di quelle condizioni molto rare, molto preziose, che in qualche modo giustificano un’idea complessiva di vino naturale e agricoltura naturale […] Un’idea umana di comunità.”

Dei pochissimi ancora capaci di parlare sensatamente di vino naturale, forti per argomenti e non chiassosi per slogan o pregiudizi, Sangiorgi è il più titolato. La cosa non dovrebbe sorprendere, essendo di fatto la storia ultraventennale di lui e di Porthos un nonpareil: ricerca, costruzione teorica, dubbi e soluzioni pratiche. In altre parole, lo svolgimento più ampio possibile di una trattazione sistematica sul vino naturale. Ascoltandolo parlare, immediatamente si nota il contrasto ultramoderno e stridente tra la forza dell’esperienza, del ragionamento e del sentimento da un lato e, dall’altro, l’impostura effimera e fragorosa dell’informazione a effetto, delle mode e delle tifoserie.

“Dei vini mi appassiona quello che si vede lì. La cosa che mi ha immediatamente rapito è la coincidenza tra ciò che si vede e si vive nell’ambiente e ciò che si beve.”

Quello che si vede lì e ci appassiona è anche, in questa seconda parte di Teranum Offstage, la tavola della Lokanda Devetak, luogo del cuore per i tanti che amano il Carso. A quella tavola vedrete, nel video allegato, Avguštin Devetak rinnovare al Carso la sua dichiarazione d’amore e appartenenza, essenziale e senza abbellimenti di convenienza (quindi perfettamente territoriale); e la sempre più invidiata Liliana Savioli rivolgere sberleffi a noi, relegati in un luogo abbastanza lontano e, oltretutto, ancora gravato dal coprifuoco, quando presenta l’abbinamento e pregusta la probabile coda off the air di una cena. Vedrete anche le due figure altrettanto care di Bruno Lenardon da Muggia e Matej Skerlj da Sgonico, due saggi e geni del luogo d’età diversa e uguale dignità: il primo accompagnato dal suo Refosco 2018, il secondo dal suo Terrano 2018.

Per concludere, ascolterete quello che si è letto in limine, scelto da Sandro Sangiorgi:

“Il Carso è un paese di calcari e di ginepri. Un grido terribile, impietrito. Macigni grigi di piova e di licheni, scontorti, fenduti, aguzzi. Ginepri aridi. Lunghe ore di calcare e di ginepri. L’erba è setolosa. Bora. Sole. La terra è senza pace, senza congiunture. Non ha un campo per distendersi. Ogni suo tentativo è spaccato e inabissato. Grotte fredde, oscure. La goccia, portando con sé tutto il terriccio rubato, cade regolare, misteriosamente, da centomila anni, e ancora altri centomila. Ma se una parola deve nascere da te – bacia i timi selvaggi che spremono la vita dal sasso! Qui è pietrame e morte. Ma quando una genziana riesce ad alzare il capo e fiorire, è raccolto in lei tutto il cielo profondo della primavera.

Premi la bocca contro la terra, e non parlare.”

(Tratto da Il Mio Carso, Scipio Slataper).

 

Le altre puntate le trovate qui:

Teranum Offstage #1 – Elena Brussa-Toi e i vini di Rado Kocjančič e Dimitri Cacovich

Teranum Offstage #3 – Andrea Petrini e le osmiza di Zidarich e Milič

Teranum Offstage #4. A Trieste nel caffè di Saba e Joyce

Teranum Offstage #5 – Jacopo Cossater e i vignaioli del Carso

Teranum Offstage #6 In diretta dal canale della Manica

Teranum Offstage #7 Finale di stagione

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Emanuele Giannone

(alias Eleutherius Grootjans). Romano con due quarti di marchigianità, uno siculo e uno toscano. Non laureato in Bacco, baccalaureato aziendalista. Bevo per dimenticare le matrici di portafoglio, i business plan, i cantieri navali, Susanna Tamaro, il gol di Turone, la ruota di Ann Noble e la legge morale dentro di me.

1 Commento

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Mario

circa 3 anni fa - Link

Grazie mille! Alla prossima!

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