Tenuta Scerscè, la Valtellina ti cambia la vita

Tenuta Scerscè, la Valtellina ti cambia la vita

di Andrea Gori

Cristina Scarpellini si forma come avvocato ma la sua vita dopo Milano e Parigi la attendeva al varco della Valtellina che la cambia per sempre all’inizio del nuovo millennio. Oggi Cristina conduce un’azienda che si estende su sei ettari tra i 400 ed i 720 m s.l.m partendo da Teglio nella sottozona Valgella sino a Tirano, oltre a due nuovi progetti nelle sottozone Sassella e Inferno. Qui nascono sotto il segno della tradizionale zappa bidente (detta appunto sciarscél, utilizzata per piccoli interventi sul terreno attorno al tralcio e alle radici) i suoi vini che già mostrano personalità, carattere e infinito rispetto del territorio.

Abbiamo assaggiato la batteria dei 2018 e  2017 durante queste lunghe settimane di reclusione e in effetti ci hanno fatto l’effetto di una fuga in alto in quella “circumdata d’alti terribili monti che fa vini potentissimi e assai” (cit. Leo daVinci).

Scerscè Valtellina Superiore Sassella DOCG Incanto Nebbiolo 2018
Colore scarno ma affascinante, rosa incenso, pepe e rafano, sottobosco, fine levigato, affumicato sottile, vegetale e pepato, erbe aromatiche e vegetali piacevolissimi, rosa antica, smalto appena. Sorso di piccantezza e saporosità, finale fresco, saporito, pimpante con corredo tannico di tutto rispetto e nobiltà. 90

Scerscè Valtellina Superiore Inferno DOCG Riserva Flammante Nebbiolo 2018
Ampio e floreale, rosa, viole e ciliegie in confettura, carrube e mallo di noce, senape, menta e olive, tamarindo, tabacco toscano fermentato, pepe e sottobosco, salvia e ginepro nella chiusura. Tannino tambureggiante che scalpita e soddisfa in maniera esemplare dissetando e mettendo voglia del bicchiere successivo con quel suo finale iodato e fruttato sottile. 92

Scerscè Valtellina Superiore Valgella Cristina Scarpellini DOCG Riserva Nebbiolo 2017
Ampio e balsamico, incenso, mallo di noce, erbe alpine, mirra, zenzero, mentuccia, tamarindo e note salmastre a costruire una trama dal forte tono caratteriale. Palato ampio e impeccabile con ingresso di grande finezza, acidità vibrante e polposa, ribes rosso e nero, sapido netto e sinuoso, svela una dolcezza sopraffina a poco a poco ad ogni sorso risolvendosi in netta eleganza di montagna. 93

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

2 Commenti

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thomas pennazzi

circa 3 anni fa - Link

Lo studioso locale Lavizzari affermava che i vini di Valtellina erano noti per la loro longevità, ma anche per la loro scarsa immediatezza di beva, la quale migliorava solo col tempo e con gli inverni. «E vi provengono vini sì generosi che, guadagnando perfezione da gli anni, a secoli stessi la resistono...». Una verità solenne, seppure un po’ esagerata per orgoglio patrio. Perciò compratene una cassa e dimenticatela in cantina, augurandovi lunga vita, oppure pensando ad una felice eredità per i vostri successori.

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Alessandro

circa 3 anni fa - Link

Buonasera Thomas, mi permetto di contraddirla, in maniera simpatica ovviamente, però in Valtellina negli ultimi anni si è arrivati a produrre vini anche di pronta beva, oltre alle grandi riserve che magari richiedono più tempo. Sul "Rosso di Valtellina" si trovano prodotti, annata 2018 ad esempio, di notevole freschezza ed eleganza. Poi ovvio, i gusti sono gusti, soprattutto nel mondo del vino.

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