Tenuta di Ghizzano, una storia biodinamica nelle Terre di Pisa

Tenuta di Ghizzano, una storia biodinamica nelle Terre di Pisa

di Andrea Gori

Incontrare i vini della Tenuta di Ghizzano è sempre un tumulto di emozioni particolari. Difficile assaggiarli senza rimanere stregati dalla bellezza di questa proprietà della famiglia Venerosi Pesciolini dal 1370, con un giardino di “verde armonia” di una soavità abbacinante e un incantesimo fatto di stanze storiche della dimora e una cantina con un clima e profumi speciali stratificati nei secoli.

Dopo gli anni ’90 e ’00 caratterizzati da attenzioni e premi della critica su supertuscan ricchi (ma, va detto, mai privi di personalità), la svolta biodinamica con tanto di certificazione DEMETER nel 2018 porta in dote non solo una nuova energia per i vini  bandiera ma anche la nascita di due vini di ingresso, vini quotidiani nell’accezione moderna del termine. Da mettere in conto in questi ultimi mesi anche il grande lavoro profuso nella DOC Terre di Pisa dove Ginevra Venerosi Pesciolini è forza trascinante che capisce presto quanto il “brand” Ghizzano può splendere di luce ancora più intrigante dentro questo progetto piuttosto che al di fuori in splendida (o quasi) solitudine .

Ecco i nostri assaggi più recenti, in periodi di assaggi via zoom e skype.

ghizzano nambrot 2017

Tenuta di Ghizzano Bianco Costa Toscana IGT 2019
Vino Biodinamico da uve vermentino, malvasia, trebbiano delle terre di Pisa. Note di fiore della vite, sambuco e anice, lieve fumé e erba appena tagliata ma anche agrumi canditi e molto maturi, bocca sapida amarognola con quel tocco di selvatico acetico (mai fastidioso) che te lo fa amare subito al primo sorso, poi prosegue con una nota quasi tannica in divenire, buccia di arancio, limone sfusato, pepe bianco, gastronomica l’acidità e corpo non lieve. Per niente fighetto ma sempre elegante su un bel pollo alla cacciatore senza troppo pomodoro, ovvero, come si deve. 88

Tenuta di Ghizzano Rosso Costa Toscana IGT 2018
Da uve sangiovese, merlot. Giovanile e piccante, scuro e intenso, floreale spiazzante, viola candita e mentolata, pepe nero e senape, elicriso e tabacco, tannino che sfida il sorso rendendolo acceso e a tratti, senza il giusto abbinamento, un po’ ostico ma lo si affronta volentieri, quella rustica piacevolezza del vino del contadino aggiornato con la tecnica moderna e il territorio antico. 87

Tenuta di Ghizzano Veneroso 2016 Terre di Pisa DOC
Scuro e ricco con idea di importanza e struttura palpabili già dal colore. Note di amarena, oliva nera, miele di tarassaco e carrube, mirto ed elicriso, idea di carnalità e struttura palpabili e notevoli, finocchio selvatico, peperoni cruschi, senape, salamoia, un’idea di mare e poi di selva oscura. Il sorso ha tannino ben dotato e nerboruto ma anche frutto bastevole a farlo apprezzare, si allunga molto e chiede cibo rimanendo sospeso tra eleganza e rusticità in maniera esemplare. 92

Tenuta di Ghizzano Nambrot IGT 2017
Scuro mentolato, pepato prima ancora di fruttato, visciole, prugna, carrube, umorale e selvatico, felci e ginepro, lavanda e viola intensa, ma dategli tempo perché è come se il territorio avesse bisogno di qualche secondo per scuotersi nel bicchiere e quello che inizialmente poteva sembrarvi una fruit bomb d’altri tempi, si ricorda della sua nobiltà d’animo e cresce di eleganza e complessità, fondendosi in un pittoresco ritratto di boschi, colline, vento e carnalità scura. A tratti pare minaccioso e brusco ma risolve sempre in dolcezza e soavità. Emozionante e brillante come poche altre annate, ancora più sorprendente dato il millesimo complicato. 94

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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