Tenimenti d’Alessandro e alcuni 2016 fantastici

Tenimenti d’Alessandro e alcuni 2016 fantastici

di Jacopo Cossater

Prima di iniziare a scrivere questo post di aggiornamento, un veloce focus sulle nuove annate di Tenimenti d’Alessandro, ho controllato quali sono stati gli ultimi pezzi pubblicati qui su Intravino su una delle (2?) cantine più importanti di Cortona.

L’arrivo di Filippo Calabresi, figlio del proprietario, risale alla non fortunatissima vendemmia del 2014. Il primo post dedicato al suo lavoro e quindi al nuovo corso dei Tenimenti è del 2016, il secondo del 2018. Due post – completati da una gran verticale de Il Bosco a firma di Leonardo Romanelli – che raccontano di come una cantina toscana tra le più rappresentative di una certa idea di anni 90 sia riuscita piuttosto alla svelta a smarcarsi da una storia abbastanza ingombrante e continuare in poche vendemmie a essere riconosciuta non solo tra le migliori interpreti di una varietà, la syrah, e di un territorio, quello di Cortona, ma anche cantina di grande contemporaneità tanto nell’approccio agricolo quanto nel suo esito, nei vini che riesce oggi a esprimere.

Vini, quelli assaggiati qualche giorno fa durante una degustazione virtuale organizzata proprio da Filippo, che raccontano un percorso ormai molto ben instradato, che mi sembra di poter riassumere con 2 chiavi di lettura. Da una parte una certa leggerezza non solo alcolica: i suoi sono vini capaci di volare alto, che non sono mai giocati sul peso della materia e al tempo stesso neanche su un’eccessiva sottrazione. Ne risultano vini sì di facile lettura ma tutt’altro che scontati, sempre straordinariamente definiti nel corpo e caratterizzati da una certa scia minerale, almeno in quelli più interessanti. Dall’altra la scelta di non inseguire in maniera ossessiva l’espressività varietale ma anzi di usare gli strumenti messi a disposizione da vitigno e territorio per raccontare una storia prima ancora di un’idea stilistica. Un’evoluzione naturale, come se ogni etichetta riesca ogni anno a fare un passo in avanti, aggiungendo qualcosa senza perdere la storia che la precede.

cantina

2018 Viognier “Fontarca”, Tenimenti d’Alessandro
Insieme a Migliara (da cui viene prodotto un Syrah) uno dei 2 toponimi dell’azienda, vigneto messo a dimora nel 1988. Pressatura diretta, fermentazione in legno e maturazione di circa 18 mesi in botti da 20 ettolitri e in barrique usate. Vino la cui più grande differenza è che oggi viene commercializzato 1 anno dopo rispetto a quelli precedenti. Prima annata: 1990.

Chiaro. Molto agrumato con un leggero richiamo di fieno e soprattutto di mare. Una sensazione salina che ritorna, molto bella, anche nel sorso. Viognier dritto, teso, di particolare incisività, leggermente vegetale sul finale, che fa salivare e che invita continuamente all’assaggio. Una verticalità che però non è fine a se stessa, non è vino scarno ma anzi è bianco che appare particolarmente riuscito. Da strabere.

2018 Sangiovese, Tenimenti d’Alessandro
Forse la sorpresa del giorno, dimostrazione non solo della sensibilità di Filippo ma anche della vocazione dei Tenimenti oltre al Syrah. Un Sangiovese squillante, squisito nella sua fragrante giovinezza. 15 giorni di macerazione sulle bucce, fermentazione a grappolo intero in legno seguiti da una maturazione di 12 mesi in barrique. Prima annata: 2017.

Rubino chiaro. Piccoli frutti rossi da cui sembra emergere una decisa nota di lampone. Fresco, croccante, molti i richiami fruttati e floreali per un assaggio tanto semplice quanto invitante e soprattutto raffinato, dimostrazione di una mano, quella di Filippo Calabresi, particolarmente felice in termini di tocco. Classicheggiante nell’impronta e contemporaneo nella forma.

2018 Syrah, Tenimenti d’Alessandro
Un Syrah di pronta beva proveniente dai vigneti più giovani dell’azienda. 5 giorni di macerazione sulle bucce, fermentazione in acciaio e maturazione di 15 mesi tra acciaio e cemento. Prima annata: 2010.

Scuro. Naso un po’ introverso su note di mora e di liquirizia dolce, il cui sottofondo è fatto di note soprattutto vegetali, che richiamano le radici, il muschio, in generale il sottobosco. È però questione di minuti affinché riesca a emergere una nota più squillante, che richiama il lampone. Sorso setoso e semplice al tempo stesso, centrale per introdurre il varietale.

2016 Syrah “Bosco”, Tenimenti d’Alessandro
L’etichetta storica, quella più rappresentativa tra quelle dei Tenimenti. Solo syrah selezionata nelle parti migliori di due vigneti collinari messi a dimora nel 1995 e 1999. 30/45 giorni di macerazione sulle bucce, fermentazione in legno per 2/3 a grappolo intero, maturazione di 24 mesi in legno usato (in botte da 34 ettolitri e in barrique), 12/18 mesi in bottiglia. Prima annata: 1992.

Rubino scuro, molto bello e lucente. Attacca sia sul frutto che sul caffè, sul tabacco e sul pepe nero, sensazioni che poi vengono impreziosite da nuance floreali e balsamiche. Un profilo olfattivo di splendida definizione, cesellato, ampio, pungente. Dire che invita all’assaggio è dire poco, viene voglia di tuffarcisi. Un Bosco così buono non lo ricordo.

2016 Syrah “Migliara”, Tenimenti d’Alessandro
Ottenuto dall’omonimo cru da terreno argilloso mischiato a fossili marini (la Val di Chiana è stata bonificata alla fine del 700). 30/45 giorni di macerazione sulle bucce, fermentazione in legno per 2/3 a grappolo intero, maturazione di 24 mesi in legno usato (in botte da 34 ettolitri e in barrique), 9 mesi in bottiglia. Prima annata: 2006.

Rispetto a Bosco più scuro, più ricco e al tempo stesso caratterizzato da un’acidità più presente. Vino più tutto: più intenso, più ricco, più profondo e addirittura più minerale, di maggior spessore. In prospettiva vino probabilmente anche superiore che oggi appare un po’ più contratto nella beva anche a causa di un tannino leggermente più incisivo, di splendida definizione aromatica. Curiosissimo di riassaggiarlo tra qualche anno.

[immagini: Tenimenti d’Alessandro]

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

2 Commenti

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DeLasCuevas

circa 3 anni fa - Link

Certo che tenimenti d'Alessandro investe su Intravino eh.

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Jacopo Cossater

circa 3 anni fa - Link

E invece

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