Sono questi i numeri della crisi?
di Massimo BernardiChe dopo Il Sole24Ore anche il Corriere della Sera voglia vendere vino? Due articoli nello stesso giorno non si vedono spesso. In attesa di scoprirlo possiamo liquidare subito il primo, tanto parla della vendemmia 2009 (l’ottima annata, la qualità a discapito della quantità e via banalizzando, sapete no?). Aspettate, almeno un dato utile ce lo dà. Riguarda i vini italiani che si sono ripresi dalla crisi. Tra i bianchi Vermentino di Gallura, Prosecco, Pinot Grigio e gli spumanti di Veneto, Franciacorta, Friuli e Trentino. Tra i rossi, quelli strutturati come il Montepulciano di Abruzzo, il Marzemino, l’Amarone, il Teroldego, il Chianti e il Salice Talentino. Va bé, buono a sapersi, teniamo a mente.
Il secondo articolo elenca i produttori che per fronteggiare la crisi sono stati costretti a ritoccare il prezzo dei listini. In testa c’è il rosso da tavola, che tra luglio 2008 e lo stesso mese del 2009 ha perso il 23%. I rossi doc e i docg sono scesi in media del 14%. Ha abbassato i listini anche “il re del re dei vini italiani”, Franco Biondi Santi, erede del primo produttore di Brunello di Montalcino” (il nonno Ferruccio a fine 800). «Ho dovuto diminuire i prezzi anch’io – ammette – così come hanno fatto i francesi, che hanno quasi dimezzato i loro listini». Male anche la Banfi, soprattutto nei primi tre mesi dell’anno.
Se la cava la piccola porzione del vino italiano biologico. Che, dice l’articolo, non ha bisogno di tagliare i prezzi grazie alla crescente richiesta di prodotti privi di elementi di sintesi. Spiega Nicola Donadio, il proprietario della Tenuta Del Barco nel Salento: «Ogni anno abbiamo in media il 20% di clienti in più».
Chissà se questi numeri tornano anche a voi. Sarà vero che le vendite sorridono a chi produce bianchi leggeri mentre per i rossi strutturati è tempo di sangue sudore e lacrime? Non mi risulta che i francesi abbiano ritoccato i listini del 50%. E i vini biologici vanno davvero così forte?
7 Commenti
Simone e Zeta
circa 15 anni fa - LinkTutto più o meno vero, compreso il reparto Bio; unica discordanza flessione importante del Chianti e dell' Amarone. Discussione interessante, torno appena posso..
Rispondidolomitewine
circa 15 anni fa - Linkbé, dei listini che mi girano tra le mani, nessuno-ma-proprio-nessuno ha diminuito i prezzi, tanto meno il Signor Biondi Santi, che anzi ha aumentato l'ultima annata, 2004, di quasi il 10% rispetto la precedente.
RispondiSimone e Zeta
circa 15 anni fa - LinkPrezzi invariati o alzati, ma sconto merce maggiore in spedizione. 60+12(omaggio) ieri, 48+12 oggi. Prezzo medio invariato o minore, ecco i prezzi più bassi. Questo però a discapita del raffronto numero bottiglie con lo scorso anno; a fine anno qualcuno piange...
Rispondialfredo
circa 15 anni fa - LinkQuesto è un segnale che le cantine sono piene. Prezzi invariati ma sconto merce... Compri due prendi tre?
RispondiSimone e Zeta
circa 15 anni fa - LinkLe promozioni esistono da anni, come tentativo di avere un buon PM. Poi avrei bisogno di un Post di 80 cm per descrivere le nefandezze aziendali a danno del consumatore italiano e le pieghe increspate dove il vino, bottiglia o sfuso. Tuttavia credo più utile una discussione su quali energie e canali attivare per il consumo delle rimanenze. Ricordiamoci che le grandi aziende giocano la partita del vino in ambito finanziario, dove le regole sono distanti anni luce da parole come consumatore, prodotto ambiente etc
Rispondimugellesi ivano
circa 15 anni fa - LinkNel mondo del vino non si ha mai finito d'imparare, la crescita del bio probabilmente è un fatto di curiosità ( ci sono ottimi vini) inoltre gli ultimi scandali vedi vini taroccati hanno spostato l'attenzione verso qualcosa di nuovo.
RispondiLuca Terroir
circa 15 anni fa - LinkPrezzi calati? Io non me ne sono proprio accorto.
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