Sondaggio: qual è la guida dei vini più inutile d’Italia? (Per la miglior degustazione invece non ci sono dubbi)

Sondaggio: qual è la guida dei vini più inutile d’Italia? (Per la miglior degustazione invece non ci sono dubbi)

di Alessandro Morichetti

Siamo ormai giunti al periodo hot dell’anno in cui la casella email è ingolfata di comunicazioni guidaiole e inviti a questa e quella presentazione, alla disperata ricerca di visibilità sia per chi la scrive che per i partecipanti. Vive, morte o X, le guide esistono e sono tante, ben più che in passato: l’influenza specifica di ciascuna è fortemente diminuita ma segmentazione dei pubblici e moltiplicazione delle fonti portano a una polifonia poliglotta.

Io sono cresciuto nella provincia marchigiana sfogliando avidamente le guide – prima il Gambero Rosso, poi L’Espresso – per avere un termine di paragone, un orientamento, qualcosa con cui approfondire e misurare la mia voglia di capire. Negli anni ho maturato un mio gusto – che ora ritengo solido eppur duttile e permeabile – nonché una mia idea ben precisa sui prodotti editoriali in circolazione.

In sede d’esame, potrei argomentare di fronte a chiunque la mia visione su ciascuna delle tante e sarebbe molto, molto ma molto difficilmente confutabile ma questo è un post aperto e io non voglio influenzare nessuno. Il lettore, che mediamente è un appassionato di vino volenteroso di sapere ma non necessariamente malato terminale, è di solito un osservatore egli stesso e questo luogo è un invito a fare mente locale tutti insieme sui prodotti in circolazione: Gambero Rosso, Espresso, Slow Wine, Doctor Wine, Vitae, Bibenda, Veronelli, Touring Club e qualche altro che ora non ricordo.

Chi ha piacere di dirci la sua è quindi ben accetto. I commenti off-topic, personalistici, allusivi o roba del genere verranno cestinati.

A margine, invece, nessun sondaggio ma solo una certezza quanto alla degustazione più figa tra quelle proposte dalle varie guide: Slow Wine, ancora una volta alle suggestive Terme Tettuccio di Montecatini, ha allestito un banco d’assaggio debordante per quantità, qualità e trasversalità. C’è di tutto su vai livelli e piani di interesse.

È possibile assaggiare tanto i migliori Dolcetto di Diano d’Alba quanto le chicche monstre da ogni parte d’Italia, il Rosso Vigliano 2015 di Paolo e Lorenzo Marchionni a Vigliano accanto al Tignanello 2014, Terlaner 1991 di Terlano (blend di chardonnay, pinot bianco, sauvignon e kriptonite), Le Pergole Torte 2014 e qualche altro centinaio di vini. Tanti percorsi possibili tra cui perdersi, cosa che ho fatto con piacere.

Terlaner 1991

Interessante poi il dato secondo cui, a parità di riconoscimenti rispetto allo scorso anno, oltre 100 cantine abbiano dato adesione per la presenza. La giornata di sole ha ovviamente giocato un ruolo positivo per la riuscita dell’evento.

Ho poi assaggiato con gran profitto anche Sassicaia 2014 ma poi mi sono distratto quindi l’apprezzamento potrebbe esser stato influenzato (tranquilli, la conosco!).

Visions of G.

 

Altrettanto rilevante poi sarebbe il giudizio sul Barolo Vigna Rionda 2013 Ester Canale Rosso, cioè la mamma di Davide Rosso a Serralunga d’Alba. Assaggiato insieme a Stefano Amerighi, così su due piedi ci ha letteralmente folgorato tanto che lo abbiamo eletto vino migliore della nostra mezz’ora insieme, anche perché bevuto in rapida successione dopo il Ravera 2013 di Vietti e il Montestefano 2013 di Teobaldo Rivella.

 

Vigna Rionda 2013

 

Molto curioso è stato quindi leggere ieri la stroncatura dello stesso vino da parte di Antonio Galloni sul report 2013 Barolo: The Late Releases. Analisi come al solito ben informate sui fatti e assai condivisibili sulla grossa parte dei vini ma, in questo caso, quantomeno discutibili. Il giorno dell’assaggio qualcosa deve essere andato storto perché la descrizione sotto non corrisponde al vino che abbiamo bevuto noi:

The 2013 Barolo Vigna Rionda is quite powerful and concentrated. It will be interesting to see if the 2013 acquires a measure of finesse during its aging. Today, it comes across as heavy and lacking in elegance. The flavor profile is also decidedly dark and brooding for a site that is capable of exquisite elegance. Given the quality and pedigree of this part of Rionda, this Barolo should be nothing less than absolutely stunning.

Ultima nota per un coup de coeur volante tra i tanti possibili, il Carema 2013 Riserva di Roberto Ferrando, nel nuovo look col baffetto alla John Holmes/Ron Jeremy. Vino sublime, purtroppo terminato come anche l’etichetta bianca, buon per il produttore e peccato per il commerciante in me.

Carema 2013 Ferrando

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

37 Commenti

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Federico

circa 6 anni fa - Link

La guida dell'Espresso passata a nuove mani, l'ho abbandonata. Slowine rimane un buon primo riferimento per zone/vini che non conosco. Vini da Scoprire è la scoperta dell'anno. Tutto il resto è noia.

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Pier Paolo

circa 6 anni fa - Link

Quest’anno se la giocano Maroni (Anche se gioca un campionato a se) e l’Espresso, subito dopo Doctor Wine, Bibenda, Veronelli e compagnia bella. Unica degna di nota ovviamente Slow Wine.

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amadio ruggeri

circa 6 anni fa - Link

Slowine è l'unica guida che abbia un senso, e per una grande, fondamentale ragione: sono gli unici che visitano vigne e cantine. Il resto del panorama guidaiolo è semi-desolante, con l'eccezione del trio Lescano versione maschile della critica enologica, Castagno-Gravina-Rizzari e la loro sfolgorante creatura, Vini da scoprire.

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Andrea Gori

circa 6 anni fa - Link

Questa storia che sono gli unici che visitano le cantine è stata una furba idea di marketing ma è come quella dei vini naturali che si autoproclamano tali. Non è che se Slow Wine dice che loro visitano le cantine vuol dire automaticamente che gli altri non lo facciano...e anche se lo facessero non è garanzia che i produttori effettivamente rispettino chissà quale disciplinare "slow". E' una nota di merito ma non può essere il criterio con cui la si ritiene la guida migliore di tutte.

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Alessandro Morichetti

circa 6 anni fa - Link

Concordo con Andrea su questa considerazione, anche perché permane l'eterno dilemma se la visita sia una "ispezione" o la raccolta di un'autocertificazione. A stento chi vive in una zona riesce a capire fino in fondo come lavori qualcuno, figurarsi se basta un giro in vigna. Diciamo che è molto interessante il principio, cioè spostare il baricentro dal mero assaggio a un'analisi più generale: però è davvero impresa ardua per molti motivi.

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amadio ruggeri

circa 6 anni fa - Link

Se permetti Andrea, il criterio per le mie personali preferenze lo scelgo io...E comunque che le altre guide non visitino le cantine è un dato certo, basta parlare con i produttori, non ci vuole poi molto.

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Andrea Gori

circa 6 anni fa - Link

Certo che puoi scegliere il criterio che preferisci ma l'affermazione che le altre guide non visitino le cantine è completamente falsa.

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amadio ruggeri

circa 6 anni fa - Link

A quali altre guide ti riferisci? I nomi, grazie.

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Ulrich Kohlmann

circa 6 anni fa - Link

Esatto. Come dice Andrea anche gli altri vanno in vigna. E si fanno anche un'idea precisa di un'azienda con molte degustazioni incrociate durante l'anno. Ultimo ma non meno importante è il numero e la formazione degli assaggiatori. Bravi degustatori ci sono da TUTTE le parti ma spesso devono assaggiare troppi vini in fila o (e anche questo è un problema) assaggiano troppo poco durante l'anno per allenarsi. Il tema è molto complesso e non serve autoproclamarsi unico. Alla fine decide il mercato che non ha sempre ragione ma spesso un forte intuito per le mezze bugie.

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mau malaika

circa 4 anni fa - Link

mi piace questa considerazione, largo al proprio palato, fuori le guide... guide de che...

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biotipo

circa 6 anni fa - Link

signor amadio, stia sicuro che le visite in cantina le fanno anche le altre guide. tutto l'anno, tutti gli anni. non necessariamente a ridosso della pubblicazione

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GiuseppeBarretta

circa 6 anni fa - Link

Quasi con certezza si può affermare che altre guide non passano. E se passano non vanno certo tra i filari a controllare che lo sfalcio sia stato meccanico o che abbiano sistemi di riduzione dei consumi energetici. Assaggiare tutti tutti i vini anche quelli che non vanno in guida per completezza di informazione. E poi riberli alla cieca per decidere cosa inserire. Mentre Ho visto cartoni in partenza per altre redazioni.

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Alessandro

circa 6 anni fa - Link

Completamente d'accordo con te SlowWine è l'unica guida seria anche a detta dei produttori

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Montosoli

circa 6 anni fa - Link

La Mia preferita era Espresso....ora talmente modificata..al peggio che non la compro piu.
Veronelli resta ottima...ma bisogna vedere come coprono la partenza di Daniel Thomases.
Slow Wine...50-50...
Maroni...come giocare alla lotteria...

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Alessandro

circa 6 anni fa - Link

Per quanto mi riguarda, l'anno scorso le ho provate tutte, quella che mi è piaciuta di più per competenza, facile fruizione e cantine meno note è stata quella di slow Wine!!

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Gianluca

circa 6 anni fa - Link

Vince a mani basse il premio "guida inutile" la guida Vitae di AIS. Ad aggravare la sua posizione, la scarsissima maneggevolezza e usabilità. La guida Slow Wine resta invece un punto di riferimento.

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Ermete

circa 6 anni fa - Link

Inutili ce ne sono parecchie.
Soprattutto le nuove guide (Slow Wine), o quelle che hanno avuto modo di cambiare formato (Espresso), non sono riuscite a dare riconoscimenti chiari e sensati, comprensibili anche da un pubblico straniero, che poi sarebbe ormai l'unico intento ad acquistare una guida cartacea, in tempi di siti e blog che vanno molto più in profondità dei trafiletti di Espresso o Vini Buoni, come Intravino. In questo senso, il Tre Bicchieri resta l'unico premio di una guida italiana che un minimo ancora conta nel resto del mondo. Ma proprio un minimo. Gli altri non esistono tanto sono confusi (slow wine, espresso, veronelli) o le guide poco diffuse (tutte le altre, con buona pace di FMR).
Non ci si stupisca se la letteratura enologica che conta è solo quella anglosassone: noi abbiamo denominazioni confusionarie e guide che fanno anche peggio. Nel 2017, che ci vuole a mettere una paginetta con la mappa zona per zona, invece di elencare in ordine alfabetico le cantine (che poi tra Castelli, Cantine, Poderi, Fratelli, Tenute, ...non ci si capisce niente uguale). Solo slow wine ci prova.

Semmai l'errore del Gambero Rosso - come degli altri - è di dare un premio al singolo vino, anziché all'azienda. Soprattutto quando ci sono aziende che meriterebbero più di un Tre Bicchieri avendo più di un vino da livello Tre Bicchieri.

Piuttosto, proposta per Intravino: potreste fare un calcolo di quante bottiglie si prendono le guide italiane da una cantina che vuole sottomettere il proprio vino (o più vini.....) al giudizio di tali guide? Quante bottiglie di campioni vanno via tra visite in cantina, degustazioni nei consorzi o nelle sedi dei giornalisti, finali, premiazioni, degustazioni di presentazione delle guide?? Fate un po' di conti. Troppe.

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Vignadelmar

circa 6 anni fa - Link

Noi di Doctor Wine le bottiglie ai Produttori non le chiediamo quasi mai. Beviamo quasi esclusivamente alle anteprime, ai vari concorsi e giriamo le Aziende. Non tutte, ma parecchie. In alcuni casi le chiediamo ai produttori, specificando che ne vogliamo 1. Alcuni ce ne mandano 2 in caso ci fosse un problema.
Quella sulle bottiglie richieste alle aziende è un problema che riteniamo serio: ammattiamo che una vada aperta per la valutazione del vino, una sapesse di tappo o avesse un difetto, tutte le altre che fine fanno?
Sarebbe bello venissero messe all'asta ed il ricavato dato ad un'associazione benefica, ma mi sembra che non sia così.

Rispondendo anche ad altri, valutiamo anche le Aziende e non solo i vini che producono. Alcune salgono, altre scendono.

La nostra non è un elenco del telefono. Abbiamo scelto di scegliere di chi parlare, di chi secondo noi lo merita. Abbiamo le antenne sensibili, difficile che ci sfugga un emergente o una novità.

Ciao

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M. de Hades

circa 6 anni fa - Link

Per quanto riguarda le seconde bottiglie, a quanto ne so (e ne so...) la Veronelli fa esattamente come da te auspicato, devolvendole alla Fondazione ACRA che poi le mette all'asta per scopi benefici.

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Vignadelmar

circa 6 anni fa - Link

Toh, chi non muore si rivede!! Bravi voi di Veronelli, non avevo dubbi.

E' parecchio che non ci sentiamo, dopo ti chiamo, così ci facciamo quattro risate su certe derive gustative che alcuni nostri comuni conoscenti propagandano ai quattro venti....

Ciao

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Vinocondiviso.it

circa 6 anni fa - Link

Alessandro ti do coraggio io: Sassicaia 2014 è un buono / ottimo vino.
Chissà perché anche quando il Sassi è buono abbiamo difficoltà ad ammetterlo ;-)

Diego

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wine princess

circa 6 anni fa - Link

E' con sommo gaudio e giubilo che non posso esimermi dal rimarcare l'assenza, tra i 300 vini premiati da l'Espresso, sia del Monfortino '10 che del Masseto '14. Avanti così a tutta forza, che i tirannosauri si stanno estinguendo... E pensare che i migliori vini che ho bevuto quest'anno sono stati il Noto rosso '13 Marabino pagato 11,50 e il Verdicchio di Matelica '16 Collestefano pagato 8 euro!! Totale 19,50 per un rosso e un bianco coi controfiocchi, deliziosi, quasi da non credere sapendo che in cantina ho bottiglie ben più costose e blasonate, ma così va il mondo, a volte la felicità costa poco, basta solo saperla cercare...

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Flavio Giordano

circa 6 anni fa - Link

È chiaro che la domanda così posta scatena gli oltranzisti. Ma le guide di cui parlate le avete sfogliate, ed avete provato a capirne la logica? Per esempio la nuova Guida de L'Espresso offre diversi spunti di riflessione. Ma non è per esempio comodo sapere per il consumatore quale sono le preferenze all'interno di una denominazione? Non è comodo anche per un ristoratore che deve fare una carta dei vini? Mi spiegate cosa non vi convince anzichè fare affermazioni assolute senza motivare. E così sarebbe interessante capire perchè non vi convince il Gambero Rosso, e comunque capire in che possono migliorare le altre guide che non vi convincono e sapere secondo voi a chi devono essere rivolte le guide. Grazie

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gp

circa 6 anni fa - Link

Veramente le classifiche per denominazione erano molto più ampie nella gestione precedente della Guida L'Espresso, Qui si arriva a un massimo di 20 vini (parlo dell'edizione dell'anno scorso), che per le denominazioni più importanti è nulla. Per confronto, nell'edizione 2016 i soli Barolo premiati erano già 25 e quelli segnalati e commentati nelle pagine della guida svariate decine.

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Fabio Zanzucchi

circa 6 anni fa - Link

Confermo che Antonio Galloni si è sbagliato di grosso; normalmente è preciso e coerente. Ma questa volta ha proprio toppato. Per esempio io trovo che Ester Canale 2013 sia superiore a tutti i 2013 di Burlotto, che pure lui ha valutato vicini alla perfezione.

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Motown

circa 6 anni fa - Link

Ermete ha ragione: l'unica guida italiana cha ha ancora qualche tipo di valenza nel mondo è quella del Gambero Rosso. E se è vero che i vini italiani si vendono sopratutto all'estero, allora se ne deduce che tutte le altre siano pressoché inutili.
Questo senza entrare nei meriti, ma la realtà è questa e bisogna farsene una ragione, almeno mercatologicamente parlando. Poi personalmente ritengo Vini da Scoprire geniale, ma questa è un'altra storia.
P.S. Giudizio provvisorio in attesa della guida di Intravino 😉

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David De Ranieri

circa 6 anni fa - Link

Nella mia circoscritta esperienza in cantina solo Slow Wine visita con continuità in vista delle Guide. Gli altri curatori o non li ho mai visti (sottolineo: in cantina), oppure sono passati giusto perché il PR insisteva per la visita. È comunque comprensibile che non si possano visitare le 4.000 cantine in Italia potenzialmente degne di una valutazione....comporta tempo/costi ed è quindi apprezzabile già la presenza nei Consorzi per raccogliere le prime esperienze e valutazioni.

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Flavio Giordano

circa 6 anni fa - Link

Ricordo a tutti che, anche secondo le dichiarazioni degli stessi autori, Vini da scoprire non è una Guida e quindi siete fuori tema oppure siete nostalgici della vecchia guida espresso e vi volete sfogare in ogni modo contro la nuova.

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erique

circa 6 anni fa - Link

Allora, visto che come tutti qui da anni compro e sfoglio, mi permetto di giudicare senza remore:

Per quattro anni ho buttato giù a memoria la "vecchia" guida dell'Espresso (ex blog incluso), pur leggendo anche le altre. Come ricordava anche Morichetti, la ex Espresso era una lettura folgorante per un neofita (ma già buon bevitore).

Le perle, a mio giudizio, della rimpianta creatura di Rizzari e Gentili:

1)I punteggi bassi, o cmq mai reverenziali, assegnati ai vini sbasonati e spesso premiati in automatico "dal resto del mondo editoriale", onestamente, erano una testimonianza di affidabilità. I taurasi irpini delle grandi cantine da mln di bottiglie, per fare un solo esempio, erano regolarmente stroncati con un velenoso 15,5 (e con cognizione di causa per chi conosce quel territorio).
2)Ci sono decine di vignaioli sorprendenti, da loro scoperti e premiati, e poi regolarmente copiati dalle altre guide negli anni successivi (da Noelia Ricci a Pusole, passando per mille altri casi).
3)Era l'unica guida col coraggio di dirti "di questa cantina il vino base per noi è migliore rispetto alle bottiglie più ambiziose". Era questo il valore aggiunto che ti faceva tornare in libreria l'anno dopo. Per molti, troppi, recensori, invece, il vino più ambizioso è sempre il migliore (e così non capiscono che le loro guide assomigliano a un catalogo, ma quelli te li danno gratis in cantina...).
4)L'Espresso aveva un punto di vista chiarissimo sul vino. La scommessa era questa: "a noi piacciono così" e di questi vini, fatti nel modo che piace a noi, ti segnaliamo i migliori (nessun vino espressico sopra i 17 punti mi ha mai deluso, e dire che ne bevo...).

Finito l'amarcord, la "nuova" Espresso non ha mantenuto un solo pregio della vecchia. Pubblicazione didascalica e inutile (con un occhio di riguardo alle grandi maison). Al Gambero "piace la gente che piace", e anche questo è noioso per un lettore. Salvo di più Slow Wine come archivio e storytelling (utile l'App che geolocalizza le cantine) ma anche loro non stroncano nessuno, l'ultima annata in vigna non li delude mai, idem per le descrizioni sui vini di fascia alta (sempre più valorizzati di quelli base e meno impegnativi).

Il resto delle guide, Ais in testa, io proprio non lo capisco: a cose serve nel 2017 un elenco telefonico cartaceo?

erique

Ps. Quest'anno, peró, ho deciso: compro anche Cernilli perchè le sue critiche alla deriva antiscientista di Slow Food le condivido appieno (quest'estate, e non l'ho più dimenticato, un autore di Slow Wine ha infilato in un post un commento da brividi al decreto sull'obbligo dei vaccini, ma lasciamo perdere...).

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La Bottega del Vinaiolo

circa 6 anni fa - Link

A mio modesto, modestissimo parere, Veronelli rimane sempre e comunque una certezza: scrupolosa nel giudizio sia dei grandi vini che delle fasce"d'annata", pecca probabilmente in innovazione e comunicazione.

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gp

circa 6 anni fa - Link

Pecca anche di "rossismo", i bianchi italiani sono trattati con assoluta degnazione.

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vocativo

circa 6 anni fa - Link

Da quando hanno silurato Gentili e Rizzari, la Slow Wine vince facile e per distacco sul resto del plotone (di un gruppo niente di che, intendiamoci). Ma l'Espresso fino a 3 anni fa non aveva proprio rivali. PS: Ha ragione Vinocondiviso, il Sassicaia è un gran vino (e lo è in molte annate). Credo che siete tutti abbastanza maturi per ammetterlo senza vergognarvi e sentirvi global-passatisti-destrorsi-conservatori ;)

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Vignadelmar

circa 6 anni fa - Link

Il Sassicaia era molto buono anche nel 2002. Solo che il bel mondo del so tutto io lo giudicò aprioristicamente senza averlo bevuto (succede anche con le Guide: giudizi severi senza nemmeno averle sfogliate). Bevetelo ora un 2002, sarà una bella sorpresa. Ovvio che altre annate siano più buone (non tutte, ad esempio ho bevuto recentemente una 2003 e la giudico ben peggiore) ma il Sassicaia resta sempre un fuoriclasse. Ciao

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Andrea

circa 6 anni fa - Link

Il gambero rosso premia con i tre bicchieri il Sauvignon di Tiare/Roberto Snidarcig. Articolo di oggi su "Il Piccolo quotidiano di Trieste, a tutta pagina 10 :" Sauvignon "dopato", patteggiano in 41". Lettura interessante.

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mau malaika

circa 4 anni fa - Link

molto interessante..le guide...ahhh

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Charles

circa 6 anni fa - Link

Bell'articolo, peccato che il focus nei commenti si sia spostato su pregi e difetti di questa o quella pubblicazione e sul citare la guida migliore. Invoco il lato oscuro di tutti gli enofili nonché sviscerati lettori/cacciatori di vini nella 'rréte' ad onorare l'hardcore del dibattimento suggerito dal geniale Morichetti: ostracizzare la guida più sterile del Bel Paese, giacché qui e adesso possiamo sfogare gli istinti peggiori provocati da clamorosi acquisti inutili e, si spera, salvare i nostri simili. Perché la carta costa e non è aria di amanuensi, si sono rotti i bicchieri. Da produttore e imprenditore confermo poi la quasi totale ininfluenza dei punteggi delle guide italiane sulla performance commerciale all'estero delle nostre perle. Forse il futuro è raccontare l'universo di realtà produttive anziché osannare lo specifico calice dell'irripetibile annata. Ma questa è un'altra storia. Io decido di eliminare Vinibuoni di Touring Club Italiano. Con tutto il rispetto, le inserzioni pubblicitarie in guida di produttori recensiti NO, è roba da Striscia già passata in giudicato. Buon vino a tutti

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Vincenzo busiello

circa 6 anni fa - Link

Io mi faccio guidare ancora da Enogea. La Sfoglio spesso con molta nostalgia . Il giorno del suo arrivo era quasi una festa. Ma che fine ha fatto il Masna?

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