Sette assaggi casuali in giro per fiere. Che faccio, lascio?

Sette assaggi casuali in giro per fiere. Che faccio, lascio?

di Fiorenzo Sartore

Ci sarebbero i soliti appunti rimasti indietro, che è quasi un peccato non metterli – che faccio, lascio? Quando il taccuino delle annotazioni diventa spesso, pieno com’è di assaggi fatti in giro, uno mette un po’ di ordine. Eccoli qua, nella doverosa modalità sparsa, frutto delle mie fatiche (ahem) in giro per le fiere, fierette e kermesse.

A margine: sì, io sono uno che pensa sia ancora utile assaggiare alle fiere. Al netto della confusione e della difficoltà legata agli assaggi multipli, seriali e incasinati – hey, siamo o non siamo assaggiatori? E allora, uno deve farcela, a farcela. Quindi ecco un po’ di cosine.

fiera

Ronco Severo, Friulano 2013. Questo biancone intenso, giallo oro brillante, attacca subito con un naso che mi ricorda vagamente la botrytis, poi sta sulla frutta bianca molto matura, in bocca non ha dolcezza ma è comunque morbido, imperioso, largo. È una bevuta di grande soddisfazione, mi piace perché è seducente. In enoteca dovrebbe aggirarsi sui 23 euro, per me un 86+. Ottimi livelli anche il loro Schioppettino 2013, sottile e pieno di stile, sulle spezie e la frutta rossa.
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Tenuta Belvedere, Bonarda Oltrepo’ Pavese 2016. Oh, possiamo dirlo? Finalmente una Bonarda che non si accomoda dietro alla dolcezza e alla gigioneria, ma sta bella dritta, con fruttini rossi e acidità, un vino letteralmente vivace, non solo nel senso dell’effervescenza ma proprio vispo, nervosetto e scattante. Di nuovo: finalmente. Niente solfiti aggiunti, per i fanboy della materia. E viene sui dieci euro. 86.
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Le Petits Riens, L’Esprit Pourpre 2015. Un gamay (in purezza) valdostano: intenso di frutta e soffuso di spezie, ma più la prima che le seconde, comunque immediato, piace subito al naso e strapiace in bocca con la sua trama tesa, il nerbo vivido che si allunga nella stoffa elegante (questa m’è uscita un po’ maroniana, scusate). Dai 25 euro (in su, temo) in enoteca – nessuno è perfetto. D’altra parte l’azienda presentava anche altre cose, tutte molto appetibili. 88
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Vesplicito 2016, MaterVI. Vi piacciono i nomi strani? Qui con MaterVI andate a nozze. Vesplicito è una vespaiola esplicita, orange quanto basta, però il naso non è tra quelli soliti, un po’ seduti sulla mela selvatica – tutt’altro. È stratificato e cangiante, ti tiene mezz’ora sul bicchiere, trovi un po’ di tutto dalla frutta ai fiori secchi e non ti annoi mai. Ah sì, è anche esplicito. Almeno un 86 ce lo vuoi dare? Eccome. Tenete d’occhio il giovane produttore, Alberto Rigon, che in area Breganze fa da dieci anni vini autoprodotti un po’ come gli homebrewer birrari ma adesso ha fatto il salto, s’è messo a fare sul serio e produce, non ancora in una cantina di proprietà, dai suoi latifondi vicentini – un paio di ettari di vigna. Vesplicito dovrebbe costare intorno ai 13 euro.
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assaggi

Stabia 2007 Terrazze Retiche di Sondrio, Azienda Agricola Dossi Retici (premio per il nome più lungo, anche). L’ho mai detto che la maturità è tutto? Lo ridico. Questo fenomenale nebbiolo annuncia il tempo trascorso già al colore, poi tutto il resto è un crescendo trionfale, dalle tostature alla terra alla selva di note terziarie tutte sussurrate, per non fare chiasso per carità, ma una delle meglio cose assaggiate da mesi. Provato grazie al signon Sarfati che lo distribuisce, sentite un po’: sta sui 13 euro in enoteca. Facciamo che non devo dirvi altro, a parte 88+
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critical

Valtènesi 2014, La Basia. Sul Garda bresciano Basia non mi delude mai, questo la botte piena ’14 è proprio un bel rosso convincente, frutta e profondità, ha tannini sottili e il finale è alquanto goloso. Ottimo lavoro, e in un’annata considerata piccola, due volte bravi. Sui 12-13 euro in enoteca. 86+
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Derthona Cantico 2015, Giovanni Daglio. C’è una cosa che di sicuro non vi ha ancora detto nessuno: nella zona del timorasso tortonese si bevono bianchi notevoli. Questo, per dire, ha traccia fumé al naso, bocca compatta, di bella solidità, finale lungo tra pesca e agrumi, e ci metto anche un po’ di vento di mare, toh, a enfatizzare la bevibilità. Prezzo sopra i venti euri mi risulta, con dispiacere, ma che ci vuoi fare, ho un cuore bottegaio. 87
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Disclaimer per un mondo migliore: non vendo nemmeno uno dei vini su descritti (peccato) ma non si sa mai, magari in futuro sì, quindi alle solite fate la cosa migliore, assaggiateli pure voi alla prima occasione. Le immagini sono mie quindi mi autorizzo, e le ho prese un po’ qua un po’ là. Modalità sparsa l’ho già detto, sì.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

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