Se un alunno della scuola alberghiera ti chiede di Gualtiero Marchesi

Se un alunno della scuola alberghiera ti chiede di Gualtiero Marchesi

di Leonardo Romanelli

Il mio pellegrinaggio da Gualtiero Marchesi è iniziato quando lui era ancora in via Bonvesin de la Riva, a Milano: troppo geniale quest’uomo per il sottoscritto, all’epoca  divoratore di riviste di enogastronomia, insegnante di cucina alla  scuola alberghiera, appassionato in cerca di novità gastronomiche. Il mondo – che poi è diventato il mio mondo, da un punto di vista di critico del settore – mi prendeva e, quindi, la voglia di conoscere questo cuoco così alternativo e fuori dagli schemi da me vissuti  diventò imperiosa: finalmente una persona di cucina che parlava di cultura, di musica, di arte, argomenti che non ritrovavo nelle cucine che frequentavo.

Uno, due, tre pasti alla casa madre milanese, poi la visita con gli allievi, per i pranzi studio che lui aveva ideato a prezzi popolari, dove faceva assaggiare il risotto con la foglia d’oro. Ieratico però affabile, ironico ma in maniera sottile, con un’impronta meneghina sostenuta, pur avendo una visione internazionale della cucina. Mi dispiacque la dipartita milanese, andai anche a Erbusco, a capire quello che stava proponendo, ma non ritrovai la stessa atmosfera, quella tensione positiva che ha permesso di far crescere una generazione di cuochi di alto livello.

Poi come un moderno Kronos ha cominciato a distruggere i suoi figli, ad ignorare le novità, a criticare gli altri senza conoscere la loro cucina, ad abbracciare l’industria, che già aveva sfiorato ai tempi della linea di surgelati, scegliendo questa volta il fantastico mondo del fast food. Il tutto perdendo un po’ quella linea di sottile ironia per diventare altezzoso, il “divino Marchesi” è sempre stato sopra alle righe o, meglio, si è sempre considerato “sopra” agli altri, e lo è certamente stato per un periodo, però poi “Sic transit gloria mundi” e il non essere più l’unico personaggio della cucina conosciuto fuori dall’ambiente lo ha portato a sbagliare qualche mossa :interviste poco felici, programmi televisivi contestati per poi farne uno anche lui

Che dire: tutto si perdona ma è ancora utile ascoltarlo? Passano gli anni ma lui prosegue come al solito e quindi: quando l’alunno ignaro, che prende dopo cena e va al Mercato Centrale di Firenze, per vederlo, ascoltarlo, toccarlo (?) mi chiede: ”Ho fatto una domanda su quando ha fatto il panino al fast food, non mi ha considerato, anzi se ne è andato via scocciato, ma non è stato un grande innovatore della cucina italiana? Perché si comporta così?”.

Il divo deve fare così, mio caro, e come Carlo Cracco si è divertito a giocare: uno con la patata, l’altro con l’hamburger, il binomio perfetto.

[Post originariamente comparso su Quinto Quarto. Immagine: citylightnews]

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

4 Commenti

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sergio

circa 8 anni fa - Link

Perché Gualtiero Marchesi sta sulle p....? E' da questa domanda che bisognebbe partire per capire l'avversione che il "Sistema" ha verso di lui.E,, badate, G M fa parte del sistema. Ma se proprio si vuole, ancora una volta, denigrarlo che non si riscaldi la solita minestra, i soliti argomenti.La lunga introduzione mi faceva sperare in qualcosa di nuovo. Mi piacerebbe che Romanelli mettesse Cracco sotto osservazione. Aggiungo che, seppur non numerosi, ho letto di Romanelli opinioni originali e fuori dal coro su altri argomenti.

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Giancarlob

circa 8 anni fa - Link

Davanti al ristorante di Bonvesin de la Riva ci sono passato davanti diverse volte nelle passegggiate serali: ho abitato per un paio d' anni da quelle parti....Ma non ci sono mai entrato....costava troppo, quando oggigiorno paghi 50 euro per un normale ristorante o arrive a spenderne 100-120 con molti dubbi sul ne valeva la pena !

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sergio

circa 8 anni fa - Link

Caro Gualtiero Marchesi, quanti ti conoscono? Quanti sanno cosa sei stato nella storia della cucina italiana? Perché non c'è nessuno che muova un dito per te, nessuno che sposti il fango che periodicamente ti viene buttato. E la cosa è ben più grave quando sono molti quelli che si danno da fare per qualche schizzetto a perfetti sconosciuti. E' forse proprio la tua grandezza ha scatenare il ripetuto tentativo ingiusto di metterla in ombra?

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sergio

circa 8 anni fa - Link

a scatenare il ripetuto tentativo ingiusto di metterla in ombra?

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