Sconfiggere la noia a colpi di UBAC

Sconfiggere la noia a colpi di UBAC

di Daniel Barbagallo

Certi giorni sono stanchi. Non tu, loro.

Si trascinano con passo incerto fino a sera dandoti la sensazione che la noia sia il peggiore dei mali.

In queste giornate sento irrefrenabile il bisogno di trovare un senso, di regalarmi un momento di luce. Non sopporto l’idea che diventi uno di quei giorni che fanno numero e passano inutilmente. Telefono a un amico, un fedele compagno che abita vicino a me, un amico di una vita con cui ho condiviso tante esperienze, e spesso bevute condite da grasse risate.

Quando lo chiamo abbiamo un segnale: ”Ho stappato”.

In quel preciso istante mi sento un po’ il commissario Gordon quando accende il Bat Segnale per un’immediata richiesta di aiuto. Difficilmente non risponde alla mia chiamata di emergenza, più spesso corre con estrema gioia non sapendo mai cosa lo aspetta, salvandomi dalle piccole miserie quotidiane che mi hanno affaticato.

Oggi lo chiamo con in mano una bottiglia di UBAC 2015. È un Cotes Catalanes,un vino che amo un modo viscerale che nasce in condizioni assai difficili per mano di un vignaiolo che in quindici anni si è preso di prepotenza un ruolo da protagonista e le luci della ribalta ben oltre i confini nazionali, ricevendo apprezzamenti sia dagli addetti ai lavori che dai consumatori. Il suo nome è Cyril Fhal.

È il 2002 quando a Latour en France nasce Clos du Rouge Gorge, piccola azienda dove si coltivano Grenache, Cinsault, Carignan e Macabeo.

Le rese bassissime e la precisione assoluta di Cyril fanno il resto, regalando liquidi onirici per i quali c’è un po’ da sudare nel trovarli. I vini non sono particolarmente cari, l’intera gamma oscilla nelle diverse etichette tra i trenta e gli ottanta euro. Purtroppo la produzione è piccola e la richiesta altissima, ma posso assicurarvi che il tempo e gli sforzi che si fanno per portare a casa una qualche boccia sono ampiamente ricompensati dalla grandezza dell’esperienza che regalano.

L’UBAC fatto in due versioni, bianco e rosso, è il fiore all’occhiello della produzione. L’annata 2015  è particolarmente elegante nel complesso, a dispetto di una 2013 devastante per impatto ed una 2014 più tagliente e scontrosa.

L’amarena sotto spirito è rinfrescata dalla menta piperita, sensazioni terrose, pepe, legno bruciato si susseguono senza sosta con rimandi salsi e di more. In bocca ha pressione, progressione e volume. Si percepisce il gesso.

Il movimento e l’avvolgenza iniziale possono ricordare un Pinot nero particolarmente caldo ma il tannino ha la grinta che ricorda più un Barolo di Serralunga tirato e presente.

Non amo paragonare i vini a questo o a quello. Non ha senso soprattutto in casi di identità così ben definite. L’ho scritto solo per rendervi l’idea di cosa potreste aspettarvi nel bicchiere se lo incontraste, fermo restando che sono vini che per esperienza personale posso dirvi che in aperture anche distanziate di pochissimo tempo hanno comportamenti molto differenti, comunque sempre in positivo. In verità posso dirvi che anche nei vini di gerarchia più bassa o in quelli fatti con vigne giovani ho sempre trovato una grandissima personalità: per un motivo o per l’altro riescono sempre a trovare qualcosa per farsi ricordare.

Questa bottiglia è molto espressiva e sfaccettata. L’unico peccatuccio che le si può far notare è che manca un pochino di lunghezza sul finale, d’altronde la sua giovane età ancora non ha permesso a tutti gli elementi di incastrarsi come Dio comanda, ma tempo altri due o tre anni e nel calice ci troveremo qualcosa davvero in grado di fare la differenza.

L’UBAC è un vino che va veloce, ha continui cambi di fronte e ti costringe ad inseguirlo, muta di bottiglia in bottiglia e nel bicchiere in pochissimo tempo ricorda un bimbo che cresce al quale non si fa in tempo a comprare le scarpe che già gli vanno piccole.

Sicuramente i suoi fratellini minori hanno una compiutezza che questo, come ho detto, raggiungerà tra qualche anno, ma vi assicuro che berlo ora è una spremuta di felicità. D’altronde i bimbi sono le creature più gioiose del mondo; certo, è  bello vederli crescere, formarsi, poi un giorno ti chiedono le chiavi della macchina e tu ti rendi conto di quanto belli fossero quei momenti di incompiutezza.

Voto al bimbo: Bravissimo +

Da adulto prevedo una Laurea con Lode.

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Daniel Barbagallo

Classe 1972, di Modena, imprenditore nel tessile. Padre siciliano, madre modenese, nato in Svizzera. Adoro la Borgogna, venero Bordeaux e il mio cane si chiama Barolo. Non potrei mai vivere senza Lambrusco. Prima di dire cosa penso di un vino, mi chiedo cosa pensi lui di me. Ho sempre sete di bellezza.

1 Commento

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Lanegano

circa 3 anni fa - Link

Molto gradevole anche il rosso da vigne giovani: tannino impercettibile, grande freschezza e ottima beva.

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