Scala Intravino (cioè la Regola della cassa da 12)

Scala Intravino (cioè la Regola della cassa da 12)

di Alessandro Morichetti

Mi sono reso conto che quando bevo un vino ho un sistema rodato, ormai automatico e abbastanza personale per valutarlo. Non è questione di centesimi, c’ho provato a farmeli piacere ma niente: sesso occasionale, no amore. Nel tempo ho iniziato ad utilizzare un sistema di giudizio quali-quantitativo che con me funziona molto bene e sono moderatamente certo che sarà utile anche a voi.

Anzi, di più: il giudizio su alcuni vini, filtrato da queste categorie, potrebbe fornire spunti interessanti.

Fate qualche tentativo e poi mi direte se questa sort of Scala Intravino ha il suo perché.
Dalla cima a scendere, dal meglio al peggio.

1 – Vino totale
Per assurdo, potrebbe essere l’unico in cantina, mi piace praticamente sempre e in ogni occasione: potrei berlo a casa quotidianamente, al ristorante in una serata speciale o all’aperitivo. Dove lo metti sta, potrebbe non essere il più incisivo in valore assoluto (o anche esserlo) ma ha una capacità di prestarsi agli usi più disparati che lascia a bocca aperta. Buono, interessante, più o meno sfaccettato, ma si beve, si beve benissimo. Può essere un Lambro cintura nera o un vino di Vosne-Romanée da 2k ma il concetto è lo stesso. Per assurdo anche un vino di Valdobbiadene potrebbe cascare qui dentro, le opzioni sono infinite quando il manico e la lettura del territorio assistono. Cambieranno stratificazione aromatica e gustativa ma in questa categoria vanno i grandi vini del mondo a prescindere da prezzo, provenienza, blasone e complessità.

2 – Re per una notte
Può prendere la scena una sera a cena per qualche motivo, non essere il vino che riberresti la sera dopo ma ha la capacità di stupire trovandosi al posto giusto nel momento giusto. Colpisce, e può farlo in maniera importante, ma c’è qualcosa per cui – pur riempiendolo di complimenti – aspetteresti un po’ prima di riaprirne una boccia. Un po’ come quelle persone belle, simpatiche e interessanti che però vanno assunte a piccole dosi.

3 – Tu mi fai girar
Non sei nemmeno stato il migliore della serata ma c’è quello strabismo di Venere che un po’ conquista. Ci torni sù, un attimo respinge e quello dopo attrae, è un rapporto continuo e insopprimibile di odio e amore. Più amore, no più odio, no più amore… Lo desideri ogni tanto per capire come va a finire: “Perché l’amavo? Perché era lui, perché ero io” (Montaigne). A seconda di fasi lunari, momento della giornata e responso della bilancia mi piace o non mi piace, eterno Odi et amo. Poi nella categoria ci sono quelli che pendono mediamente più dalla parte dell’odio e quelli più dalla parte dell’amore.

4 – Once in a lifetime
Non mi appassiona, magari incuriosisce, va bene una sera, non so se lo riberrei però sono stato felice di averlo bevuto. Amplia il mio bagaglio e mette alla prova le mie convinzioni, non mi ha fatto impazzire ma ripensandoci ha un suo perché. Magari è un bianco del Rodano da 100 punti Parker di cui non riuscirei a finire un bicchiere, o un blasonatissimo Meursault imballato di legno che però mi vendono come succo di terroir. O un Barolo gnucchissimo, o un cab di Napa che sa di pesca sciroppata e te lo ricordi dopo 15 anni come fosse ieri. E non lo riberresti mai, felice di averlo piantato in memoria come un chiodo.

5 – Senza infamia e senza lode
Sta nel mezzo ma non come sintesi di tante cose belle bensì proprio come Aurea mediocritas, “in una posizione intermedia tra l’ottimo e il pessimo, tra il massimo e il minimo, esalta il rifiuto di ogni tipo di eccesso, invitando a rispettare il giusto mezzo”: quel vino che non prende posizione, non si sbilancia, naviga nel comfort senza nemmeno spingere troppo da una parte o dall’altra. Ti lascia tiepido, generalmente lo sopporti, è il vino da cena coi compagni di scuola, non sarà mai il vino da ricordare ma nemmeno da lavandinare.

6 – Il mio nome è mai più
Perché devo bere un vino così? Ma chi me lo fa fare? Ma non senti che noia atroce? Oppure: ma non senti che questo proprio non è capace a fare il vino e ha messo in bottiglia una porcheria? Qui ci sono vini di due categorie: le pozzanghere infami, sporche e senza amore, oppure i vini prefabbricati da qualche tecnico senz’anima il cui unico interesse è avere parametri e numeri sotto controllo.


Alla fine, il metodo per capire quanto desideri un vino, quanto ti piace a prescindere dal prezzo e quanto vuoi che sia parte della vita è riassumibile nella:

Regola del(la cassa da) 12: dato un qualsiasi assortimento di vini, l’indice reale di gradimento è dato dalla composizione di una ipotetica cassa da 6/12 pescando tra le etichette proposte. Quelle più presenti saranno in alto nella Scala Intravino, quelle meno o per nulla presenti saranno in basso.

Sembra una banalità ma non lo è. Davanti a batterie di vini blasonatissimi, qualche campione che in teoria doveva stare in alto finisce molto in basso e, di converso, capita non di rado che le wild card facciano exploit impensabili.

Ora però provate e fateci sapere.

[Pic by Simone Di Vito]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

15 Commenti

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Mattia Grazioli

circa 2 anni fa - Link

I grandi vini danno soddisfazioni enormi ma la gioia più grande la danno i quotidiani fatti come Dio comanda

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Alessandro Morichetti

circa 2 anni fa - Link

Entrambi vanno tra i vini totali e per quanto mi riguarda è giusto così. Ciò non significa che non ci siano differenze, è evidente a tutti che un grande Barolo e un grande Valdobbiadene abbiano occasioni d'uso, modalità di consumo e DNA totalmente differenti ma possono avere la medesima dignità.

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Alvaro Pavan

circa 2 anni fa - Link

Mi fa piacere che si introduca, finalmente, Valdobbiadene come un'entità di grandezza. Concordo che nel senso della totalità di un vino c'è posto per lo sconosciuto quotidiano come per un gran cru. Deviando a lato dell'articolo, tornando a Valdobbiadene e all'evocazione di una sua grandezza , sarebbe interessante sintetizzarla nell'oceano di vino prodotto come Prosecco. Magari in un post a venire...

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Alessandro Morichetti

circa 2 anni fa - Link

Ci sarebbero pochissimi nomi, il Prosecco come concetto global è una bollicina profumina dolcina simpatichina, nei casi migliori è un esempio di fragranza e freschezza non appiccicose ma parliamo di una sparuta minoranza, anche perché - ora più ora meno, eccessi produttivi a parte - il Proseccoworld per le bollicine è un discreto benchmark mondiale.

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Sir P.

circa 2 anni fa - Link

Condivido al 100% anche perchè ne abbiamo parlato tanto nelle varie bevute e alla fine è proprio così. Certo, non bisogna bere etichette o denominazioni o cru, ma il vino. Quel " cab di Napa che sa di pesca sciroppata e te lo ricordi dopo 15 anni" scommetto una bottiglia di "vino totale" che stai pensando al second flight :-)

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Alessandro Morichetti

circa 2 anni fa - Link

Ahah esatto, Second Flight di Screaming Eagle, prezzo medio WineSearcher 949 euro (NOVECENTOQUARANTANOVEEURO) a bottiglia... credo fosse 2007, se chiudo gli occhi sento quel profumo marziano

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Beonerosso

circa 2 anni fa - Link

Mi spiace ma i profumi marziani o no non riesci a risentirli.Peccato.

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Nelle Nuvole

circa 2 anni fa - Link

Io però la maggior parte delle volte preferisco il sesso occasionale all'amore, non fa soffrire e provoca piacere, anche se passeggero. Infatti la mie rare casse miste da 12 sono in gran parte composte da svelitne o blind dates.

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Stefano. Cap1

circa 2 anni fa - Link

La scala di punteggio perfetta per il bevitore ebbasta che giudica in base al godimento e al "lo ricomprerei o no?". (no divulgatore, no sommelier, no esperto di mga/uga/cru...).... che poi molto spesso i bevitori ne sanno pure di più, ma lasciamo stare!

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Jovica

circa 2 anni fa - Link

Io non bevo mai due bocce dello stesso vino senza aver bevuto qualcos’altro nel mezzo. Mi spiego se bevo 2 bocce del vino x e poi il giorno dopo bevo 1 boccia dello stesso vino. 11/10 raccolgo delle sensazioni disturbanti. Nel Senso che smentiscono quasi sempre il bello della memoria de giorno prima. Quindi io azzero la memoria e riparto di slancio. Le bocce sono anche figlie del contesto io penso che la frase in vino veritas sia la più grande cazzata de mondo, nel senso che non è io vino che imprime noi, ma siamo noi che imprimiamo il vino. Non ricordo un vino indiminetcabile in una qualsiasi serata di merda. Mentre ricordo una serie straordinari di vini incredibili in serate memorabili. Sono andato OT ma neanche troppo. Quindi in definitiva sono Per l’Alta Infedeltà

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...sono fra quelli a cui piace il "vino buono" , ma penso di essere in buona compagnia. PS: la mia cassa da 12? Esistono i "vizi privati" e le "pubbliche virtù" , ma ho l'età anagrafica e percorso di passione enoica da farmi , senza dubbio, prevalere la prima voce . Non potendomi (più) permettermi economicamente ciò che mi ha maggiormente entusiasmato nella mia giovane vita e per sopravvenuta indigenza ( non posso più permettermi , annualmente, gli assortimenti cassa di DRC e Domaine Leroy come un paio di decenni fa) e limitandomi a 2 bottiglie per categoria esposta da Moricchia per comporre la fantomatica cassa da 12 intravinica : 1) Vino totale: Pelaverga di Burlotto e Barbera Francia di Conterno 2) Re per una notte: Rosado Vigna Tondonia Lopez de Heredia e Trebbiano Emidio Pepe 3) Tu mi fai girar: Percarlo di san Giusto a Rentennano e Furore Costa D'Amalfi di Marisa Cuomo 4 – Once in a lifetime : Schioppettino di Bressan ( sa tanto di pepe , pur buonissimo , da infiammarti le emorroidi prima che ubriacarti) e il Cos D'Estournel ( non sai se la dipendenza te la dà l'alccool o la nicotina delle sensazioni di tabacco...) 5 – Senza infamia e senza lode :Terlan e Montiano di Falesco : tecnicamente perfetti , emozione simile a rapporto con bambola gonfiabile di vecchia generazione ( per sentito dire ... ) 6 – Il mio nome è mai più : Ageno della Stoppa , Malvasia di Camillo Donati

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Alessandro Morichetti

circa 2 anni fa - Link

Marco i nomi che fai e la categoria in cui lì metti depongono a favore della bontà della traccia e questo mi conforta.

Tra le tue scelte probabilmente invertirei San Giusto-Furore con Schioppettino-Cos d'Estournel, per il resto chiave di lettura molto comprensibile

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Twentythree twentythree

circa 2 anni fa - Link

Super nell'articolo, tocca il cuore e l'anima di chi il vino lo ama e lo vive da tutta la vita, complimenti sentiti. Io relativamente al commento di vinogodi, avrei tolto Terlan e messo il ( o la) Tunina.

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Twentythree twentythree

circa 2 anni fa - Link

Complimenti bell'articolo,tocca il cuore e le corde più giuste di chi il vino lo ama da tutta la vita, nelle considerazioni di vinogodi avrei cambiato Terlan con la (o il ) Tunina e L'Ageno con il Montepulciano di Pepe. Buon lavoro.

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Gingergasnoise

circa 2 anni fa - Link

:) Aggiungerei VINO ASSOLUTO se mi posso permettere : ha oltre a tutto quanto sopra citato nel VINO TOTALE, una cosa non da poco per il sottoscritto , cioè la capacità di donare alla persona che lo beve , un senso di piacevolezza, benessere (non dettato dall'ubriacatura) e lucidità . Dopo pranzo , dopo serata (in caso di bevute a cena ) ma soprattutto nel giorno successivo.... Un'ottima capacità digestiva e di restituire serenità fisica e psichica . Essendo particolarmente suscettibile a molti vini soprattutto giovani ho notato che ci sono pochissime bottiglie capaci di questa "magica impresa". Spesso coincidono con vini che hanno alle spalle decenni. Molto raramente sono giovani.

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