Rosso di Montalcino | Il Sangiovese è purosangue e la capitale ringrazia (mai abbastanza)
di Alessio PietrobattistaMentre su Groupon si faceva incetta di ingressi al Sense of Wine, c’è stato chi, come il sottoscritto, non ha saputo resistere all’idea di spararsi una full immersion di Rosso di Montalcino. Come il prode Ulisse ho lottato con tutte le forze per non cedere al mentoso e polposo richiamo del Palazzo dei Congressi e ho puntato la prua verso Via degli Aldobrandeschi. Non scriverò note di degustazione (anche se ho assaggiate cose davvero carine), non dirò se m’è piaciuto più il vino di Tizio o Caio, sarò più noioso del solito insomma. Parlerò del perché una manifestazione come quella organizzata da Davide Bonucci è fondamentale, a partire dal tema: se avesse messo su una due giorni sul Brunello, avrebbe vinto facile. Il brand è di quelli che spaccano, il prestigio c’è malgrado scandali e inchieste.
Il fratello povero non ha mai avuto il richiamo del più blasonato ilcinese, eppure di cose da raccontare ne ha, a volte con voce ruvida e non aggraziata ma spesso con più efficacia in termini di tipicità, territorialità e rilassatezza stilistica. E’ stato chiarissimo il fil rouge, percepibile, passando da un banco d’assaggio all’altro malgrado interpretazioni e stili assai diversi. Eppure qualcuno al Consorzio, forse destatosi improvvisamente da un sonno iniziato negli anni Novanta, a questa voce solista voleva aggiungerne altre in coro, melliflue e easy, per aumentarne l’appeal internazionale, come se ancora ci fosse la convinzione che al di là dell’oceano o nell’Estremo Oriente i gonzi abbondino a dismisura.
Davide è partito da qui: dal no che la maggioranza dei produttori ha gridato con forza alla proposta di cambio del Disciplinare, li ha riuniti andando oltre le beghe interne al Consorzio, sobbarcandosi lo sforzo di tenere tutti sotto lo stesso tetto, quello del Sangiovese. L’iniziativa di un singolo, aiutato da amici altrettanto appassionati, che decide che è giunto il momento di riunire una splendida banda di solisti per fare fronte comune e rilanciare una DOC che se l’è vista brutta. A questo è bastato aggiungere i seminari di approfondimento del nostro Fabio Cagnetti e dell’impagabile Armando Castagno per ottenere uno degli eventi più interessanti organizzati a Roma negli ultimi tempi. So’ state belle giornate, dense di passione vinosa, l’unico rammarico è che troppi bevitori romani hanno preferito garantirsi la ciucca low-cost piuttosto che scoprire che Montalcino non è solo Brunello. Si dice pochi ma buoni? Direi che è giunto il momento di averne tanti, e pieni di passione per il vino che sappia raccontare qualcosa, oltre la fittissima e irradiante fruttosità.
[Immagine: Nanopausa.com]
32 Commenti
Manilo
circa 12 anni fa - LinkTi sei scordato il seminario di Castelli che io ho trovato molto istruttivo, un personaggio che si mette ancora in discussione, chi altri avrebbero fatto le sue stesse affermazioni? E poi un encomio alla soppressata della Boncinelli.
Rispondialexer3b
circa 12 anni fa - LinkBravo Manilo, hai fatto bene ad aggiungere le inevitabile dimenticanze che meritano menzione. Mi premeva soprattutto sottolineare i presupposti e il significato della manifestazione che secondo me va al di là dei singoli nomi. :-)
RispondiBoncinelli Annalisa
circa 12 anni fa - LinkRingrazio Manilo per avermi menzionato ....Son felice che la mia soprassata ti sia piaciuta così tanto ...ti prometto che la mangerai di nuovo !!!!! :)
RispondiDavide Bonucci
circa 12 anni fa - LinkHo fatto quello che ogni senese appassionato di vino avrebbe avuto il dovere morale di fare. Cercare di salvare un territorio dal vandalismo culturale. Attaccando e proponendo, non più stando a guardare quello che succede supinamente. Tutto questo è stato possibile perchè c'è una nuova generazione di produttori a Montalcino (ma anche altrove) che è intelligente, crede nella nuova comunicazione e non mollerà un centimetro. C'è speranza...
Rispondishe-wolf awaiting for more comments
circa 12 anni fa - LinkAggiungerei alla nuova generazione di produttori anche una buona fetta di vecchia generazione, intendendo il vecchio non solo anagraficamente ma cronologicamente. Senza la seconda la prima non avrebbe l'entusiasmo che ha dimostrato accompagnato da una certa umiltà.
RispondiDavide Bonucci
circa 12 anni fa - LinkResta il problema della rappresentatività nel Consorzio, i Consiglieri fanno maggioranza ma rappresentano l'idea di una minoranza netta. I produttori che rappresenterebbe tutti uniti la maggioranza schiacciante (vedi votazioni sui cambi di disciplinare) non riescono a slegarsi dalle indicazioni dei patronati in occasione delle elezioni interne. Perchè questo? Perchè non riescono ad anteporre ad una visione polica generica personale (superata dagli eventi, alla grande), una visione degli interessi di territorio trasversale. Il cambiamento di mentalità è nelle potenzialità dei produttori, ma servono menti fresche e svincolate dalle vecchie logiche. Questo se vogliamo che il Consorzio abbia un senso, visto che pagano per tenerlo in vita.
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 12 anni fa - LinkDa uomo delle caverne sentitamente ringrazio.
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 12 anni fa - Linkah, intendevo riferirmi alla lupa ovviamente. Il discorso di Davide Bonucci è un filo troppo importante e complesso, vedremo.
RispondiArmando Castagno
circa 12 anni fa - LinkSarà un filo troppo (?) importante e complesso, ma io lo condivido alla virgola, Stè.
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 12 anni fa - LinkCome si dice dalle mie parti pol'esse, ma nella vita ogni cosa va fatta a tempo e luogo altrimenti si scade nella rissa continua. Questa è una critica che ho fatto a quelli che non la finivano più di farci votare sul taglio in questo o quel vino di Montalcino, ora sarei incoerente se volessi discutere di nuovo consiglio a un anno dalle elezioni.
RispondiDavide Bonucci
circa 12 anni fa - LinkAlessio, bevute pagate a vita ogni volta che supererai il confine Lazio-Toscana ;)
Rispondialexer3b
circa 12 anni fa - LinkMeglio famme un vestito ! :-D
RispondiManilo
circa 12 anni fa - Linkalexer,mi propongo come autista.
RispondiManilo
circa 12 anni fa - LinkDavide spero che non ti fermi solo con questa manifestazione,Roma a bisogno di capire.
Rispondisalva
circa 12 anni fa - LinkDici che "....l’unico rammarico è che troppi bevitori romani hanno preferito garantirsi la ciucca low-cost..." ed io, invece, credo che questo sia stato il leit-motiv. Infatti, pur non conoscendo i dati degli accessi, ho avuto modo di discuterne con altre persone presenti ed abbiamo convenuto che la fruibilità della manifestazione, la facilità a rapportarsi con produttori ed esperti del settore, il clima amichevole e di cordialità che si respirava, era anche dovuto al congruo numero di partecipanti, anni luce distante dai diffusi "overbooking" che si registrano in questi casi. Tutto ciò, unitamente alla bontà di vini mai scontati, alla bellezza della location e - consentitemi - alla presenza della mitica Nelle Nuvole, ha consentito all'evento organizzato in maniera ottima da Davide Bonucci (non lo dico x unirmi alle bevute) di riscuotere un tale successo. IMHO, queste manifestazioni giovano a Roma ed al Sangiovese.
RispondiManilo
circa 12 anni fa - LinkConfermo la mitica Nelle Nuvole,molto professionale.
Rispondishe-wolf Forza Roma Forza Lupi
circa 12 anni fa - LinkLa Mitica è una sola.
Rispondisalva
circa 12 anni fa - LinkQUELLA è MAGICA, in barba all'autore dell'articolo....
RispondiArmando Castagno
circa 12 anni fa - LinkEsatto, cerchiamo di essere precisi. :)
Rispondishe-wolf defending her race
circa 12 anni fa - LinkMagica per voi e Mitica per me, non fate le pulci alla Lupa, pallosoni gialo-rossi che non siete altro!
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - Link"L’impressione più bella che ho avuto nelle due ultime edizioni di Benvenuto Brunello è quella regalatami dalle nuove generazioni. Figli di produttori o anche solo collaboratori innamorati del vino del loro lavoro. Ragazzi fra i venti e i trentacinque anni, ancora non viziati da pregiudizi o dal cinismo del fare soldi comunque. Sangue giovane con la passione e la voglia di rimettere le cose a posto, di fare il vino per bene e di farlo con la loro impronta, non quella dell’enologo. Linfa nuova con la fierezza di versarti le loro prime fatiche, che con la spudoratezza della gioventù ha voglia di raccontarti quello che fa in vigna e in cantina, spesso insieme ad un babbo lungimirante e felice di passare il testimone. I loro vini non saranno così perfetti e monumentali come Casebasse (mah, mah e poi mah!), e presentano impronte stilistiche variegate, però regalano l’emozione, la freschezza e l’autenticità di un territorio così speciale." Questo scrivevo il 19 agosto 2010 su Intravino, in preda ad una foga da neofita da blog, oggi forse non sarei così veemente. e ancora "Mi sono forse spiegata male o in modo incompleto. Non volevo evidenziare la qualità assoluta del Brunello di questo o quello, ma la spinta innovativa di una generazione che può restituire a Montalcino un’immagine pulita e di qualità. Molti di questi ragazzi appartengono a famiglie di produttori già presenti da anni, ma portano un’aria nuova, non contaminata dalle beghe dei loro “padri”. Non parlo di chi fa il miglior Brunello fra i singoli produttori, a me interessa che l’intero territorio venga rivalutato e si presenti agli occhi del mondo come punta di eccellenza nel mercato globale del vino." Non posso certo essere tacciata di diffidenza e pregiudizio nei confronti dei "gggiovani" a Montalcino, lo siano essi anagraficamente o solo relativamente alla produzione di vino. Il silenzio che ha accompagnato la lettura della relazione introduttiva relativa alla storia di Montalcino e del suo territorio, scritta da quel semi-avariato dinosauro di Stefano Cinelli Colombini e letta dalla sottoscritta sua coetanea e altrettanto in via di decomposizione, era il silenzio anche di molti di questi giovani. Gli stessi che hanno seguito con un'attenzione reale il racconto accurato della genesi del Rosso di Montalcino fatto dal Dott. Enzo Tiezzi, sicuramente molto ben conservato ma non certo di primo pelo. L'atavico Maurizio Castelli ci ha messo del molto suo sia nel gustoso e applauditissimo intervento durante la conferenza stampa che nel seminario condotto nel pomeriggio. Quel meraviglioso e funambolico narratore di Armando Castagno, lui sì ancora nella categoria "young Master", all'inizio di ogni suo seminario ha letto due righe tratte dalla biografia di Giulio Gambelli, scritta da Carlo Macchi, ormai al "terzo passaggio" se non il "quarto". L'imberbe Fabio Cagnetti ha condotto molto bene una verticale dei vini di Gianfranco Soldera che non dico quanti anni ha se no mi manda i Padrini a casa. Quando si scrive "Tutto questo è stato possibile perchè c’è una nuova generazione di produttori a Montalcino (ma anche altrove) che è intelligente, crede nella nuova comunicazione e non mollerà un centimetro" bisogna aggiungere e integrare con "Tutto questo è stato possibile perché c'è stata collaborazione e non antagonismo. Perché le nuove rampanti generazioni hanno messo da parte almeno in questa occasione la voglia di fare per sé. Perché i produttori storici presenti hanno abbandonato ogni orgoglio dinastico (che forse non hanno mai avuto) e donato una testimonianza storica ineccepibile. Perché chi si è sporcato le mani di terra da generazioni ha usato il proprio finissimo cervello per il futuro dei figli e non per il borsello." La comunicazione funziona quando c'è qualcosa di vero e interessante da comunicare, altrimenti è sterile e noiosa, per quanto gggiovane.
Rispondialexer3b
circa 12 anni fa - LinkPeccato che sei della Riomma.
Rispondigianmarco
circa 12 anni fa - Linkma che è sta cosa della "riomma"? ma dove l'avete sentito dire? e soprattutto: cosa c'è da ride? p.s.: w il professor tiezzi, conosciuto a dicembre, w nelle nuovole e soprattutto w il rosso di montalcino 100% sangiovese!
Rispondialexer3b
circa 12 anni fa - LinkE chi ride?
Rispondisalva
circa 12 anni fa - Linkbravo, uno della lazzie c'ha poco da ride....
Rispondialexer3b
circa 12 anni fa - LinkC'hai ragione e se m'hai visto ride' era 'na paresi. E' bastato vede' 'na volta er tiki taka de Luigi Enrico per ridurmi così. :-(
RispondiFabio Ciarla
circa 12 anni fa - LinkAlla fine non sono potuto andare né all'una né all'altra delle manifestazioni citate ma per motivi diversi... Il problema con il Rosso è stato purtroppo dovuto alla location, insomma avrei fatto volentieri parte di quei "pochi" se il posto fosse stato un minimo più raggiungibile (oltre alla sfortunata coincidenza con lo sciopero dei mezzi pubblici di venerdì). Questa solo per suggerire, al prossimo evento, di scegliere una location un po' più comoda, se non proprio al centro almeno vicino alla Metro. Il Rosso lo merita e l'evento, leggendo i commenti, pure!
RispondiDavide Bonucci
circa 12 anni fa - LinkRagioneremo sulle location, a tempo debito. Se sarà fuori mano, ci organizzeremo per un servizio navetta. Robba da sciccosi! :)
Rispondimirko favalli
circa 12 anni fa - Linkio posso solo dire a davidone, graaaaaaaande presidente
RispondiFabio Ciarla
circa 12 anni fa - LinkBe' io vedo da sciccosi l'obbligo di prendere la macchina per venire ad un evento... Molto "supertuscan style" e poco agevole, io ho suggerito per la prossima volta di non sottovalutare la possibilità di venirci con i mezzi pubblici, non con l'elicottero. Comunque voleva essere una critica costruttiva, poi fate come vi pare che vi devo dire...
Rispondiandrea petrini
circa 12 anni fa - LinkFabio, non penso che Davide volesse essere ironico nei tuoi confronti. La scelta della location ha sempre pro e contro, ad esempio il parcheggio a Villa Aldobrandeschi era ampio e senza problemi, magari lo stesso evento lo fai in centro e la gente si lamenta perchè è un casino trovare posto e poi c'è la ZTL, etc. Ovviamente Davide tirerà le somme di questa due giorni e, se bisserà in futuro, cercherà di migliorare.
Rispondigp
circa 12 anni fa - LinkOvviamente ci sono dei pro e dei contro, ma finire sempre per fare tutto in "centro" e niente in "periferia" non è un modello ideale. I mezzi pubblici includono i taxi (qualcuno dovrebbe spiegarlo a certi tassisti...), che solo per una coincidenza il primo dei due giorni erano in sciopero. Comunque lì vicino ferma anche una ferrovia urbana (oltre alle solite linee di autobus periferiche), quindi a ben vedere il posto è ben collegato, oltre che indubbiamente suggestivo. Un solo appunto: magari la prossima volta va curata meglio la temperatura e l'aerazione della "casina da degustazione", che nei momenti di maggiore afflusso tendeva verso il forno a microonde...
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