Riecine, 50 anni di sangiovese d’altura

Riecine, 50 anni di sangiovese d’altura

di Andrea Gori

Se sbagliate ad usare il navigatore e vi fidate di Waze, arrivare quassù rende benissimo l’idea di cosa significhi 500 mt slm nel Chianti Classico: poca vegetazione scarna, bosco, vento tagliente e poi, dopo aver guadato fango e pietre, ecco spuntare il punto panoramico più bello per affacciarsi su Gaiole. Non stupisce che 50 anni fa  John Dunkley e Palmina Abbagnano si siano innamorati di questo luogo e che poi sia passato di mano fino all’attuale proprietà russa, senza contare che il vino qui storicamente lo si è sempre fatto: Riecine faceva infatti parte dei possedimenti della Badia di Coltibuono almeno dal XIV° sec.

La storia riparte quindi dall’annata 1973  in commercio nel 1975 e nel blend c’era anche del merlot, perchè non tutti gli anni il sangiovese raggiungeva la necessaria maturità. Nell’82 nasce “La Gioia”, selezione dei migliori grappoli e vero supertuscan degli inizi,  taglio sangiovese e merlot per poi diventare sangiovese 100% di recente.

Come consulenti si innamorano dell’azienda Maurizio Castelli prima e Carlo Ferrini  che ne  diventa enologo dal 1979 al 1996 (per poi tornare nel 2015). Tocca al secondo proprietario, ovvero l’americano Gary Baumann realizzare la prima cantina vera e propria nel 1998 insieme al (poi) famosissimo “Il Guercio“, l’enologo Sean O’Callaghan che affianca Ferrini in azienda dal 1991 e segue i vini fino al 2015. Dallo stesso anno è il direttore è  Alessandro Campatelli , lucidissimo giovane ma estremamente consapevole dell’ancora grande potenziale dell’azienda.

L’ultimo passaggio di mano è nel 2012 quando l’azienda viene acquisita da Svetlana Frank e la guida enologica passa a  Alessandro Campatelli. Ciascuno dei protagonisti della storia di Riecine è rimasto stregato da questi vigneti capaci di donare anima e cuore alla causa e sempre con estremo rispetto dell’espressione del territorio e del genius loci di questo sangiovese così unico fatto di cenni, di acidità, sentori floreali e agrumati e un frutto che sa farsi esplosivo quando serve.

Di seguito il report dell’ultima delle tre degustazioni celebrative dei 50 anni, per capire la suddivisione dei vini e delle etichette ricordatevi che la Gioia è una sorta di supertuscan assemblaggio di uve aziendali insieme alle uve del vigneto Palmina (450-480 m s.l.m.) posta proprio sotto la cantina, in un campo esposto a sud. È la più antica vigna della proprietà con uso più intenso del legno (prima, ora in cemento Namblot) con in alcune annate una piccola aggiunta di Merlot.

Riecine di Riecine è una sorta di Chianti Classico senza i vincoli del disciplinare fermentato in legno, mentre i due DOCG sono i più tradizionali e rigorosi, solo sangiovese da vigneti storici e acquisizioni più recenti (come i vigneti a Vertine). Per una disamina completa dei vigneti la lettura del sito aziendale è ricca di particolari.

riecine toto
Chianti Classico Riserva 2001 naso con note evolute e affascinanti, ampio, fine e succulento, fragole e lamponi in confettura, saporito fine, juta, saggina, sottobosco, humus, classico 2001 imponente e strutturato ancora con gusto pieno fitto e di lunghezza impressionante. 92

La Gioia IGt Toscana 2003 cupo netto, lavanda, mirtillo e ribes rosso, mora di rovo, verbena e sandalo, sorso di ricchezza e personalità, legno ed opulenza, tannino che svela qualche nota verde ma regge benissimo gli anni. 88

La Gioia IGT Toscana 2005 cupo balsamico e mentolato, zenzero e piccantezza, rotondo e caramellato con legno e frutto scuro sempre in grande evidenza, sorso di bella struttura anche se in fase calante, muscolo in flessione e tannino delicato e dolce. 87

Chianti Classico Riserva 2006 lamponi e ribes rosso, intensità lavanda e floreale molto ricca, viole, lavanda e menta, ginepro e salsedine, enorme ricchezza e sontuosità complessiva rimarchevole, integro e pulsante, lunghezza di tannino splendida. 95

La Gioia Igt Toscana DOCG 2007 caffè e ribes nero, ossidazioni ed esperienza molto spiccate, sorso con mollezze ma grande frutto e saporosità, non in fase crescente ma estratto, ricchezza e spezie molto raffinate. 86

Chianti Classico Riserva DOCG 2009 frutta rossa in confettura, balsamico e lavanda, sorso imponente e ricco senza eccessi alcolici, freschezza e polpa, vino giovanissimo e sorprendente che rilancia e scalcia in ogni sorso. 93

Chianti Classico DOCG 2010 una delle annate storiche si dimostra all’altezza della sua fama. Arancio, pepe, sale e salsedine, terremotante tannino e succosità esemplare. Vino pazzesco ancora oggi. 96

Riecine di Riecine IGT 2012 l’annata del tannino perfetto, mostra muscoli e si pone all’altezza delle aspettative, sostanza e frutto, lamponi, ribes, more, lunghezza e stile, personalità scura, rocciosa ma freschissima di Sangiovese splendido. 95

Riecine di Riecine IGT Toscana 2014 fresco, scattante nervoso, ribes rosso, lavanda, tabacco, viole, sorso di bella potenza e intensità ma meno struttura di altre annate, dolcezza e raffinatezza sostanziose, lungo placido e tranquillo nella sua opulenza. 89

Chianti Classico Riserva DOCG 2015 lavanda e ribes, more, mirtillo, senape, bocca succosa muscolare ma anche di finezza e spezia, lunghezza, piacere vero. 93

La Gioia IGT Toscana 2015 ribes rosso e nero, senape, lavanda, succosità splendida e raffinata, more, mirtillo cassis, ginepro, la bocca è di struttura e ricchezza con speziatura di legno e frutto incipiente ma freschezza complessiva sorprendente. 92

Chianti Classico DOCG 2016 lavanda, viola, iris, giaggiolo, lamponi e senape, ribes rosso, fragole in confettura, corpo splendido, completo e affascinante, lieve femmineo ma dallo schiaffo pronto. 94

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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